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Autore: soulofthemusic    18/07/2013    9 recensioni
La gioia lo invase come se fosse luce e lui un grande rosone, tavolozza di colori vivi. Si girò e abbracciò Noemi lasciandole una miriade di baci sui capelli. Lei si avvicinò al suo orecchio e mormorò: «Sei mio, ricordi?». [...] Noemi lo guardò, era una visione celestiale, era tutto il mondo che da quel momento avrebbe imparato a conoscere. Si avvicinò alle sue labbra esitante e vi posò un leggero bacio che la fece trasalire. Sì, aveva fatto la scelta giusta. Ora aveva trovato il pezzo mancante nella sua vita e poteva permettersi l’illusione della felicità.
[...]
Parliamoci chiaro: questa non è la solita storia di dolci parole e amori felici. No. Qui si parla di vite complicate, vite vuote, avvolte in una crisalide di dolore. Si parla di amori. Malati, bugiardi, ingannevoli, amori veri che ti consumano dentro. Lo sfondo poi è una guerra tra Bene e Male. Cosa volevate che ne uscisse fuori?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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V.

 
Noemi era ancora addormentata, rinchiusa in quella dimensione dove l’inconscio prende il sopravvento, dove le paure si manifestano nelle forme più crude e spaventose. La volontà viene relegata da sbarre robuste e i desideri prendono il sopravvento, scandendo il corso del tempo.
I sogni sono da sempre il modo in cui la mente annuncia agli umani ciò di cui hanno bisogno, ma la ragazza ne aveva raramente, i suoi desideri si erano dissolti a poco a poco e ad un certo punto aveva smesso di formularne. Solo uno la attanagliava ancora come un anaconda: la speranza.
Quella grazie alla quale Noemi non aveva più tanta paura del futuro, per cui l’avvenire diventava raggiante, caratterizzato da immense distese di grano, fiori con i loro profumi, alberi con la loro ombra benefica, amici con i loro consigli e il loro supporto sempre sotto al braccio. Era un futuro ideale, ma la speranza diminuiva la sua utopia.
Ed era proprio lì che lei si trovava, in mezzo a quel campo di grano, distesa a guardare un cielo azzurro immenso da dove apparve Caliel. Ripercorse i loro due incontri, analizzò le parole, allora capì. Anche il bene, a volte, è meschino.
A quella rivelazione la sua mente si risvegliò e per lei fu come riemergere dal fondo dell’oceano: tutta l’acqua che era al di sopra del suo corpo la stordì e capì che non era quello il momento di affrontare un dialogo con l’angelo. Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno ignorandolo, ignorando la sua espressione attonita, ignorando le braccia e le ali che erano avvolte a lei come uno scudo quando si era svegliata. Indifferenza, un’arma a doppio taglio e Noemi doveva stare attenta a non tagliarsi: quando ignorava era sempre in fredda un modo di essere che non le si addiceva. Le emozioni, quelle indomabili come il fuoco, istintive e naturali, quelle le si addicevano. L’indifferenza no, era come le lacrime. Si espandeva, occupava tutto il suo essere e non lasciava posto alle emozioni. Le rapiva e la ricattava per riaverle, sapeva che l’unica condizione per farla sparire sarebbe stato parlare con Caliel.
Si lavò in fretta e quando uscì dal bagno sul suo volto era dipinta un’espressione neutra.
«Buongiorno Noemi. È successo qualcosa di cui non sono a conoscenza stanotte?»
«Diciamo solo che non sono così stupida come pensavi Caliel. Mi avevi fatto una promessa quando ero piccola, non l’hai mantenuta, non mi sei stato vicino quando ne avevo bisogno. Adesso c’è una guerra in corso, la mia anima è quella che decreterà il vincitore e chissà perché tu riappari all’improvviso. Sappi che non me la strapperai così facilmente. Te lo ripeto: non sono stupida!» le parole sgorgarono come acqua da una sorgente, corsero impetuose nel letto del fiume e si calmarono all’immissione nel mare.
«Non ho mai detto o pensato che lo fossi piccola, davvero.» l’angelo si alzò dal letto e si avvicinò alla ragazza allungando la mano per attingere ancora una volta al suo cuore e calmarla «Non mi hai lasciato…»
«Tieni giù le mani o giuro che ti faccio male.» lo interruppe Noemi con voce e sguardo glaciale.
«Penso che tu sia l’unica persona, a parte Dio, a potermene fare. Sono qui Noemi, lo so, non ho mantenuto la parola data e sapevo che tu saresti arrivata a questa conclusione, ma ti giuro che non è vero. Se può farti sentire meglio fammi del male, so di meritarlo.»
«Lo dici solo perché sai che non ne sarei capace.»
«Invece ti stupiresti di tutto quello che puoi fare, di tutto il potere che hai dentro di te. Puoi proteggerti Noe, sia dagli angeli che dai demoni. Sei l’unica che può.»
Noemi si sedette perché le rivelazioni non erano finite e lei non sapeva se sarebbe riuscita a reggerle tutte sulle sue spalle. Era il contrario di un pacchetto regalo, quello lo apri con calma e a ogni pezzo scoperto resti sempre più sorpreso mentre lei restava sempre più sconcertata.
«Se… Se posso  difendermi vuol dire… Vuol dire che cercheranno di farmi del male.» disse esitante, sperando che l’angelo avrebbe smentito la sua ipotesi. Sperava con tutto il cuore che la rassicurasse, che quei poteri si trovassero dentro di lei solo per uno scherzo del destino, che tutta la storia della guerra fosse una barzelletta di pessimo gusto, che lui cominciasse a ridere. Non lo fece. Abbassò semplicemente lo sguardo posandolo sul pavimento, Noemi aveva ragione.
«Perché? Perché proprio io diamine?!?! Non erano abbastanza felici lassù della vita di merda che ho vissuto? Vogliono versarne ancora? Quando finirà tutto questo?» Gridò, non riuscì a controllarsi, le lacrime fecero la loro apparizione sul volto che presto ne fu fradicio.
Si prese il viso tra le mani e le appoggiò alle ginocchia, raggomitolandosi sul divano.
«Tesoro…» disse Caliel dolcemente.
«Fallo, ti scongiuro.» la sua voce era supplichevole, l’angelo non poté resistere al suo dolore così la prese con delicatezza tra le sue braccia, come se fosse cristallo, e posò delicatamente la mano sulla sua schiena cominciando a irradiare in lei il calore divino che aveva sempre dissolto ogni sorta di male.
 
Aprì gli occhi, era ancora sul suo letto, respirava ancora il suo profumo, ma Noemi non era ancora tornata. Doveva affrontare la giornata senza di lei e, ancora sdraiato, si chiese dove trovare la forza di alzarsi se sapeva che quel giorno una parte di lui mancava. D’un tratto sentì la porta d’ingresso aprirsi, qualcuno stava velocemente attraversando il salotto per dirigersi verso la sua camera. Sentì una bestemmia e i passi ricominciare, questa volta si dirigevano nella direzione giusta.
«Avrei anche potuto essere un ladro o un assassino Gael, reagisci diamine! So che gliel’hai detto.»
In tutta risposta il ragazzo chiuse gli occhi, ignorandolo, così l’amico prese una tazza di acqua fredda e gliela gettò addosso.
«Martin! Ma che diavolo fai?!?»
«Ti salvo da te stesso. Ora sbrigati, non ti permetterò di cadere in depressione.»
Gael, preoccupato di ricevere un’altra tazza di acqua gelata in testa si alzò e si preparò in fretta. L’auto di Martin era molto più comoda dell’autobus e il profumo che vi alleggiava decisamente più buono. «Forza, andiamo amico. La campanella è già suonata.»
Entrarono in classe e si sedettero ai soliti posti, ma quel giorno Gael era perso nei suoi pensieri. I professori non osarono fargli domande e ringraziò il cielo per quel trattamento di favore, la scuola ora era il suo ultimo problema. Aveva sempre saputo dare il giusto peso alle cose, ai problemi, alle persone, ma sembrava che Noemi fosse riuscita a mandare all’aria tutto il suo buon senso.
Le ragazze non erano mai state al primo posto in quella scala valori, al gradino più alto avevano sempre campeggiato la famiglia e gli amici, successivamente apparivano in ordine la salute, la scuola e loro sullo scalino più basso.
Lei però non era nella categoria delle ragazze.
La sua era una classificazione a parte.
Lei aveva messo l’ancora sul podio del suo cuore e della sua mente.
Esisteva una donna che fosse mai stata così importante per un uomo come Noemi lo era per Gael? Lui non ci credeva, era impossibile.
All’intervallo il suo filo di ragionamenti fu interrotto da Charlotte, una compagna di classe con cui aveva scambiato un paio di parole una notte, prima di condurla nel suo letto.
«Hei Gael, c’è qualcosa che non va?»
«Niente per cui tu possa aiutarmi Charlotte.» il suo tono era distaccato.
«Sicuro? Abbiamo passato dei bei momenti insieme, ricordi?» disse lei sfoggiando il sorriso più malizioso del suo repertorio, sedendosi e accavallando le gambe sul suo banco.
Una volta avrebbe approfittato della situazione, l’avrebbe condotta in bagno e avrebbe fatto sesso con lei finché non ne avesse avuto abbastanza. Si sarebbe sistemato poi, e l’avrebbe lasciata lì senza dirle nulla. Era solo un giocattolo nella sua lunga collezione. Adesso però la situazione era capovolta, ora il giocattolo era lui e la proprietaria della collezione era Noemi.
«Non hai nulla che mi possa interessare Charlotte, smettila di annoiarmi.» si avviò al piano inferiore, il suo stomaco implorava pietà.
 
Evelin guardò ancora una volta fuori dall’auto, solo così riusciva a rendersi conto della velocità che manteneva il conducente.
«Bastian rallenta!» disse esasperata, era da quando erano partiti che glielo ripeteva.
«Che c’è piccola? Non ti fidi?» rispose lui con un ghigno da mozzare il fiato.
Era proprio quel ghigno che l’aveva conquistata la sera prima alla festa. Non che l’aspetto fisico non la affascinasse: capelli scuri, occhi azzurri, addominali scolpiti, ma la bellezza la possedevano innumerevoli ragazzi. Il ghigno no, quello era solo suo e l’aveva resa schiava.
«Sì, ma non mi hai ancora detto dove mi porti…»
Era una pazzia quella, lo sapeva. La notte precedente aveva dormito con lui, aveva lasciato che si impadronisse di ogni parte del suo corpo, aveva cercato di ricambiare tutto il piacere che lui le dava e di essere all’altezza. Eppure era uno sconosciuto, cos’avrebbe detto Noemi  quando gliel’avrebbe confidato? L’avrebbe considerata una sgualdrina. Sperava che non accadesse.
Quella mattina invece lui le aveva proposto una gita insieme e lei aveva accettato senza esitare troppo. Solo dopo, vedendo il modo in cui lui guidava e non sapendo la loro meta, si era pentita. Aveva saltato la scuola e sapeva che al ritorno la aspettava una ramanzina da sua madre, ma era una donna ormai, aveva 18 anni e poteva fare quello che voleva.
«È una sorpresa.» disse facendole l’occhiolino.
Alzò la musica, come se non fosse già abbastanza alta e continuò a guidare quella costosa macchina attraverso l’autostrada olandese.
«Siamo arrivati, scendi, ti offro la colazione.»
Fece come le aveva ordinato. Erano arrivati a Haarlem, una splendida città che era ingombra per metà, se non di più, di edifici storici. Il cielo era nuvoloso, minacciava altra neve, ma non se ne preoccupò molto.
«Perché mi hai portata proprio qui?»
«Per non andare sempre nei soliti posti tesoro, così possiamo scoprire una nuova città e intanto conoscerci meglio.» rispose prendendola per mano e sfoderando un sorriso disarmante.
Non voleva sapere altro, desiderava solo passare la giornata lontana dalle preoccupazioni quotidiane e immergersi piano piano nella vita di Bastian.
 
«Vedo che non ti sei mai dimenticata di me.» affermò l’angelo mentre con mano ferma accarezzava il tatuaggio della fragile creatura che era seduta in braccio a lui.
«È stato un incontro che non si scorda facilmente.» rispose immergendosi nei suoi occhi viola. «Aspetta, perché i tuoi occhi sono viola?»
«Tutti gli angeli hanno gli occhi viola Noemi, è normale.»
«E non cambiano mai?»
Lui si scompose in una risata prima di rispondere « No, mi dispiace deluderti. Conserviamo sempre questa forma, quindi non possono cambiare né gli occhi né qualsiasi altra caratteristica fisica. Mi dispiace distruggere tutti i racconti che fino ad adesso ti sono stati raccontati, ma noi non possiamo assumere una forma umana.»
«Ma un po’ umano lo sei.» sussurrò la ragazza appoggiando una mano sul suo petto. Percepì un bagliore, lo stesso che lui era riuscito a sprigionare dal suo petto la notte precedente. Ne rimase affascinata come allora e lo guardò  con aria interrogativa.
«Oltre al fatto che puoi difenderti possiedi anche alcuni poteri angelici e demoniaci. Questo è un potere angelico, sprigiona il calore divino. Serve a cancellare il dolore, tesoro.»
«Quindi adesso sto cancellando il dolore che c’è in te?»
«Non esattamente piccola… Io sono un angelo, in me non c’è dolore, ma solo pace eterna.»
«Capisco.» rispose lei un po’ delusa, allontanando la mano.
Lui la fermò e la ricollocò dov’era posata poco prima: «Questo non vuol dire che non mi infonda piacere.» sorrise.
«Dovrai raccontarmi tutto Caliel, devo sapere cosa ne sarà della mia vita.»
«Con calma ti spiegherò tutto tesoro, ma ora hai una faccenda importante da risolvere. Non giocare con i sentimenti Noemi, ci rivediamo più tardi.» così dicendo le posò un bacio delicato sulla fronte e si dissolse.
Aveva ragione, aveva delle idee da chiarire e delle risposte da dare. Erano la sua prerogativa.
 
Finalmente le lezioni finirono, l’ultima campanella suonò e un senso di sollievo lo attanagliò. Vide Martin dirigersi nella sua direzione: «Amico ti arrabbi se ti chiedo di prendere il pullman? Ho promesso a Cassia di darle un passaggio e…»
«Tranquillo, tutto a posto! A domani.» esclamò ritrovando il sorriso.
Arrivò finalmente a casa, sperava di trovarla lì, con il sorriso sulle labbra e gli occhi illuminati dalla gioia, ma non vi trovò nessuno, tutto era come l’aveva lasciato prima di andare all’università.
D’un tratto, mentre la delusione si stava impossessando di lui, sentì delle braccia esili e timide avvolgerlo, un piacevole calore sulla schiena, un volto che si appoggiava delicatamente. La gioia lo invase come se fosse luce e lui un grande rosone, tavolozza di colori vivi, si girò e abbracciò Noemi lasciandole una miriade di baci sui capelli. Lei si avvicinò al suo orecchio e mormorò: «Sei mio, ricordi?».
Erano tre parole, ma le erano costate ore di meditazione, ore di pellegrinaggio da una supposizione a un’altra. Alla fine era riuscita a pronunciarle, ma sapeva che non sarebbero bastate, ne servivano anche altre..
«Finché tu mi vorrai. Ti amo piccola mia.» sussurrò lui, come se avesse paura che parlando ad alta voce quella magia si infrangesse.
Lei scostò il viso e lo guardò negli occhi prima di dirgli con tutto l’affetto di cui era capace: «Voglio amarti Gael. Io l’amore non l’ho mai conosciuto.» ed era vero. Non aveva mai conosciuto l’amore, solo sua madre gliene donava, era poco e indotto dai legami di sangue, ma le era sempre bastato. Ora non voleva più accontentarsi, voleva davvero, con tutto il suo cuore, amarlo. Lui rappresentava tutto ciò che avrebbe sempre voluto avere.
«Avrò pazienza e ti aiuterò ad amarmi Noe, abbi fiducia in me.» disse con la voce spezzata dalle lacrime di gioia che non era più riuscito a trattenere.
Noemi lo guardò, era una visione celestiale, era tutto il mondo che da quel momento avrebbe imparato a conoscere. Si avvicinò alle sue labbra esitante e vi posò un leggero bacio che la fece trasalire. Sì, aveva fatto la scelta giusta. Ora aveva trovato il pezzo mancante nella sua vita e poteva permettersi l’illusione della felicità.


 

 
Piccolo angolo della scrittrice:
ce l'ho messa tutta per finire questo capitolo in tempo, giuro. Ho cercato di renderlo più lungo degli altri e di non lasciarvi col dubbio sulla decisione di Noemi, spero che non sia venuto un pasticcio... Questo è ufficialmente l'ultimo capitolo che pubblico prima di andare in vacanza, per tre settimane non potrò aggiornare, spero però di aver pronto il sesto capitolo per mercoledì/giovedì della settimana che ritorno. Una buona vacanza a tutti e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate, le mie domande sono sempre le stesse: Cosa ne pensate di Caliel: torna solo per la guerra o per Noemi? Vi aspettavate Evelin e Bastian insieme? Che ne dite di Martin e Cassia, scoppierà la scintilla? Ma soprattutto, non trovate che Gael e Noemi siano dolcissimi? *-*
Un grazie come sempre a tutti i lettori e a chi inserito la storia nelle seguite/ricordate e un grazie ancora più grande a chi recesisce, soprattuo a chi mi segue dall'inizio come Lisa e Marty, grazie <3 Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno e che la storia continui a interessarvi perchè non è affatto finita qui ;)
Un bacione grande grande a tutti quelli che sono arrivati fino a qui, Maddy :)
   
 
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