“La chimica è la scienza, o più precisamente quella branca delle scienze naturali che interpreta e razionalizza la struttura….’’ Il professore continuava a spiegare mentre Emma non faceva che pensare a quanto noioso fosse quel venerdì mattina, perdendosi nei suoi pensieri che andavano ben oltre quelle quattro mura, di quell’aula ormai vecchia e dalle pareti ormai  piene di disegni, frasi e dediche che gli alunni dei diversi anni avevano creato facendo nascondere quasi del tutto quel giallo canarino che le ornava, i suoi pensieri andavano ben oltre quell’uomo di mezza età, vestito in giacca e cravatta(non credeva di averlo mai visto con un abbigliamento differente) che camminava presuntuoso per la classe cercando di attirare l’attenzione di tutti.. Emma pensava a quanto quella giornata trascorsa a scuola fosse sprecata, con il sole che appariva alto a Doncaster.
’’Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma…vero signorina Tomlinson?’’
’’Uhm?..’’ la mora alzò lo sguardo ritrovandosi gli occhi neri del professore puntati nei suoi color caramello. Poteva sembrare un professore buono dall’apparenza, portava i capelli corti, neri ma con qualche segno di bianco, brizzolati, aveva due grandi occhioni neri che venivano nascosti da spessi occhiali rossi, trasmetteva allegria nella sua inseparabile giacca grigia abbinata ad una cravatte color verde pisello (quel giorno l’aveva cambiata), però, come si suol dire: l’apparenza inganna, e quella volta aveva ingannato proprio Emma che dopo un po’ si accorse che il professore era un gran s…..signore ma con poco tatto nei confronti dei suoi alunni. D’un tratto gli sembrò di risentire il dolore nelle mani, di quando, per non aver eseguito correttamente i compiti per casa, le aveva fatto scrivere 150 volte su un foglio: “DEVO PRENDERE BENE L’ASSEGNO’’.
”Allora che ne pensa?..” domandò l’uomo, chiaramente innervosito dal suo comportamento..
’’Bhe io penso,che ehm..la scienza..” in realtà Emma non aveva la minima idea dell’argomento che alimentava,poco fa, l’attenzione di tutta la 5°A, tranne che la sua,aveva gli occhi di tutti puntati addosso, e lei odiava essere al centro dell’attenzione..”L-la scienza è..è..”  balbettò massacrandosi le mani ormai sudate da un po’. “Signorina le ricordo che lei sta frequentando un quinto liceo e non la prima elementare, quindi le chiedo di restare attenta..” sbattè una mano sul banco facendo sobbalzare la ragazza “..dato che tra meno di cinque mesi dovrà affrontare un pesantissimo esame che determinerà il suo futuro” continuò l’uomo terminando il rimprovero. In quel momento Emma avrebbe preferito trovarsi in un posto sperduto di Narnia piuttosto che seduta dietro un banco in fondo all’aula. A salvarla fu la campanella che annunciava la fine delle lezioni.
’’Bene ragazzi, come assegno voglio che mi studiate da pagina centosettantatre a centottanta.” Detto questo, il professore, afferrò la sua “valigetta da lavoro” e uscì dall’aula scomparendo tra la folla di ragazzi che si affrettava ad uscire da quell’inferno.
Emma si alzò e ripose in fretta tutte le sue cose nella borsa blu a strisce bianche che ormai usava come cartella. Era un regalo di suo fratello dello scorso Natale “così mi avrai accanto anche quando sono lontano” le disse, per poi ritrovarsi la sorella attaccata al collo.
Il fratello aveva 22 anni, precisamente 3 anni in più di lei, lavorava in un agenzia di informatica in una piccola periferia di Doncaster e molto spesso si fermava a dormire a casa del suo migliore amico.
Fece una coda disordinata prima di uscire dall’aula e raggiungere la 5°E, la classe della sua migliore amica Julia, si erano conosciute cinque anni prima fuori scuola e da allora erano inseparabili. Julia al contrario di Emma era bionda e aveva due gradi occhi castani.
’’Ehhhi Em’’ le saltò al collo come se non la vedesse da anni “come è andata la giornata?”
’’Come al solito Ju” esclamò alzando gli occhi al cielo “il professor Mcfly, ormai mi ha nel suo mirino, penso che a casa abbia una mia foto appesa alla porta, che massacra ogni giorno lanciandogli freccette”
”Ma daai esagerata” continuò ridendo l’amica una volta uscita da scuola “Emma Margaret Tomlinson potevi dirmi che sarebbe venuto quel gran figo di tuo fratello a prenderti a scuola mi sarei vestita meglio” eslamò stizzita Julie passandosi frettolosamente le mani nei capelli”
Emma girò lo sguardo notando subito la moto del fratello parcheggiata fuori al cancello, e Louis in tutta la sua bellezza che la aspettava, a cavalcioni su di essa, con un casco tra mani.
’’Scusaami amore” si scusò per poi precipitarsi tra le braccia del fratello che la accolse affettuosamente. Indossò il casco e mando un bacio all’amica per poi montare sulla moto e stringere i fianchi del fratello.
’’Ti odioso” le urlò Julia , ancora stravolta dall’effetto che aveva su di lei il fratello della sua migliore amica.’’Ti amo anche ioo” urlò Emma allontanandosi in buona compagnia.

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HEEEEEYLAAAAAAAAAAAA, sperd di avervi uncuriosito almeno un pò
QUESTA E' EMMA.

LEI INVECE E' JULIA

E INFINE IL BELLISSIMO LOOOUIS :3