Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: dieinjdbarms    18/07/2013    3 recensioni
“Skyler, andiamo via.” Impugna il volante e cerca di accendere la macchina. “Merda, mi hanno bucato le ruote.” Da’ un pugno al sediolino. “Sei fottuto Marco, sei fottuto.” Preme il grilletto. Urlo.
Scendo dall’auto e inizio a correre, una mano fredda mi prende per il braccio.
“Dove credi di andare?” ride. “Da-da nessuna parte. Anzi, voglio solo andare a casa.” Deglutisco. Mi prende in braccio e mi porta nella sua macchina.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so se devo avere paura o meno, potrebbe essere il coglione di Justin ma potrebbe essere anche un maniaco/assassino/depravato. Ma oramai sono abituata ai criminali, visto che ogni giorno devo sopportarne uno. Dopo aver perso cinque minuti della mia ‘vita’ a fissare lo schermo nero del mio iPhone decido di chiamare quella testa di cazzo di Justin per dirgliene quattro. Crede di spaventarmi.
“Pronto?” “Sei stato tu?” “Oh, ciao anche a te Skyler. Lo sapevo che ti sarei mancato.”

Calma Skyler, devi stare calma.
 
“Sono seria. Mi è arrivato un messaggio, sei stato tu? Dimmi la verità. Il gioco è bello quando dura poco.”
“Skyler, ma che dici? Non ti ho inviato nessun messaggio.” “Ti avviso Bieber, se sei stato tu ti..ti..” “Mi ammazzi?” Ride “Beh..lasciamo perdere!” Sbuffo.
Chiudo il cellulare ed esco dalla mia stanza, ho bisogno di prendere una boccata d’aria. Mi sento insicura, come se qualcuno mi stesse spiando, ho una strana sensazione. Mi giro continuamente per vedere chi c’è alle mie spalle, magari mi sto’ solo impressionando.
E’ solo un messaggio, magari è uno scherzo. Mi sto’ facendo suggestionare, è solo una suggestione.
I miei sono sempre in casa a rompere, ora che ho bisogno di loro non ci sono.
Mi sta’ squillando il cellulare, sarà mia madre o Ellen, o il rompipalle di Justin.
‘Anonimo’ basta, mi sono stancata di questi scherzetti.
Deglutisco e rispondo. Non risponde nessuno, si sentono solo dei respiri. Avranno sbagliato numero..o..cercano proprio me.
Una mano mi tocca la spalla. Prima che potessi compiere qualche altro movimento mi mette una mano sulla bocca. Per quanto posso essere fifona la prima cosa che mi viene in mente di fare e di difendermi. Mi giro e afferro un vaso che sta sul tavolino. Credo sia un uomo, è nascosto da un passamontagna. Mi stringe i polsi, urlo. Mi faccio coraggio e gli tiro con tutta la violenza il vaso in testa.
Tento di aprire la porta –operazione un po’ difficile dato che ho le mani tremolanti- e quando finalmente ci sono riuscita scappo via. La prima cosa che faccio è quella di chiamare il 911. Prendo un taxi.
Per quanto posso odiare Justin, è l’unica persona che sicuramente può aiutarmi. Quindi è l’unica persona su cui posso contare.
 
Arrivata fuori casa sua prendo un bel respiro e busso alla porta. Nessuna risposta. Magari non è in casa. Lo chiamo sul cellulare.
“Justin, senti mi è successo una cosa..” Mi interrompe bruscamente “Skyler puoi richiamare dopo? Sai sto ad una festa e beh..qui le cose vanno molto bene.” Chiudo il telefono e lo butto per terra. Mi siedo fuori la porta di casa sua e lo aspetto. Che cogliona che sono.
 
Justin’s point of view.
 
Oh wow che serata. Decisamente movimentata. E’ da tanto che non mi divertivo così.
Parcheggio la macchina e tiro le chiavi di casa dalla tasca.
Sono ubriaco o c’è una ragazza fuori la porta di casa? Ah guarda cosa fanno le ragazze per me.
Mi avvino per guardarla meglio. Skyler!
“Skyler, cosa ci fai qui?” la smuovo cercando di svegliarla. “Ehi..” si stropiccia gli occhi. “Cosa ci fai qui?” si alza di scatto. “Oddio credi di essermi addormentata. Vedi..” “Entra in casa, qui fa’ freddo.” “Oh no per carità, non vorrei disturbarti. Le cose vanno molto bene vero?”
E’ arrabbiata. Non credo di riuscire a sopportarla.
“Perché cavolo sei arrabbiata ora?” “Arrabbiata io? Per carità, ci ho fatto l’abitudine.” “Ora uno non può neanche più divertirsi? Non sono mica tutti come te eh.”
 
Skyler’s point of view.
 
Che razza di..di..
“Justin ma proprio non capisci? Le persone hanno dei sentimenti, non sono tutti come te. Per un momento mi sono fidata, cercavo un tuo aiuto.” Abbasso la testa. “Un mio aiuto?” “Mentre tu te la stavi spassando a quella festa io avevo bisogno di te. Ho ricevuto dei messaggi anonimi, poi una chiamata strana. Ero sola in casa e qualcuno mi ha preso alle spalle. Gli ho tirato un vaso in testa ho chiamato il 911 ma dato che i miei sono fuori città dovevo stare al sicuro e credevo che tu..” Deglutisco. “Ma mi sbagliavo.”
“Gli hai tirato un vaso in testa? Facciamo progressi.” Ride.
“Non c’è niente da ridere. Ma infondo c’era d’aspettarselo da te. Sei un criminale. Che sciocca che sono. Sei solo uno che ama ammazzare, rubare, disturbare le coppie che escono il giorno di san valentino. Quelli come te meriterebbero di stare in carcere.”
 
No, no, no. Non dovrei dire tutte queste cose.
 
“Non sei nessuno per dirmi queste cose e parlare male di me, va bene? Quelli come me dovrebbero stare in carcere e quelle come te invece? Sei solo una stupida, una sfigata. Se ti trattengo qui è solo perché non voglio che tu parli. Non mi interessi, non voglio essere tuo amico, quindi smettila di chiedere il mio aiuto. Sei irritante e antipatica, ti fai solo odiare. Ed io ti odio Skyler, ti odio.” “Bravo Justin complimenti. Ora cosa farai? Mi uccidi?”
Tira fuori la pistola dalla tasca e me la poggia sulla tempia.
Chiudo gli occhi. Inizio a tremare. Preme il grilletto.
“Ringrazia che è scarica.” “Sapevi che era scarica, vero?” “No, hai avuto fortuna.”
Continuiamo a fissarci mentre il silenzio soffocante mi porta un ansia incredibile.
“Non sono mai stata fortunata.” Borbotto mentre con la testa bassa mi guardo i piedi. “Le botte di culo arrivano ogni tanto.”
Si alza dal tavolo e sale le scale. “Io vado.” Sussurro. “Vieni in camera.” Dice con un tono autoritario.
“No, voglio andare a casa.” “Ho detto vieni in camera.”
Salgo le scale. “I tuoi genitori sono fuori?” mi domanda mentre continua a salire. “Si, sono dai miei nonni.” Lo seguo. “Quindi starai qui per un bel po’.” Ridacchia. “Solo per una settimana.” Arriviamo in camera sua.
Come fa a cambiare umore in un batter d’occhio? Mi aveva puntato una pistola in testa poco prima e adesso boh.
“Mi tratti bene solo perché non vuoi che io sia una tua ‘nemica’ perché potrei parlare.” Abbasso la testa. “Ma sappi che io non parlerò mai. Non sono quel tipo di persona. Poi..” Continuo. “Poi?” si avvicina. “Poi avevi detto che ti saresti fidato di me.” Sospiro.
E’  impegnato a guardare il suo cellulare. Starà scambiando qualche messaggio con i suoi amici.
“Skyler, prendi una maglia lunga dal mio cassetto e vatti a cambiare.”
Vado in bagno e mi cambio, quando torno Justin è ancora sul divano. Sembra impegnato.
 “Dylan!” Da’ un pugno nel muro. “Cosa?” Lo guardo. “E’ stato Dylan a scriverti quel messaggio, a venire in casa tua. Quel bastardo.” “Ecco perché avevo chiamato te.” Mi siedo sul letto voltandogli le spalle.
“Ascolta” mi tocca la spalla. “Non le penso davvero.” Lo guardo con lo sguardo interrogativo. “Tutte quelle cose che ti ho detto, non le penso davvero.” “E quindi?” abbasso la testa. “E quindi, scusami.”
Faccio spallucce e rimango girata. “Non ti credo più.” Mi inumidisco le labbra cercando di trattenere le lacrime. “Lo so che quelle parole le pensi davvero. Ma dai, lasciamo stare.” Disfo le lenzuola e mi sdraio nel letto, nel suo letto.
“Skyler..”  Mi giro di spalle ignorandolo. “Se mi odi perché continui a dormire nel mio letto?” ribatte. “Se mi odi perché continui ad ospitarmi a casa tua?” continuo. “Tutti abbiamo dei motivi validi per fare ciò che vogliamo fare, no?” Inarco un sopracciglio. “Non sono il tuo giocattolo.” Finisco di parlare.
“Perché ti comporti così? Sono io il delinquente qui, mi stai rubando il posto.” Ride.
“Coglione.” Accenno una risata. “Però questo coglione ti fa’ ridere.”
Mi giro dalla sua parte. “Non stavo ridendo infatti.” “Si invece.” Mi guarda.
Appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi. Mi accarezza la guancia mi sussurra nell’orecchio “Buonanotte” facendomi rabbrividire.  
  
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