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Autore: MrsBlack4    18/07/2013    2 recensioni
Per Andromeda è arrivato il momento di dire addio alla sua vecchia vita e a coloro che ne facevano parte. Ma prima di fuggire, deve spiegare a Rabastan perchè non può più sposarlo. Deve spiegargli qual è il motivo che spinge una Black a rinnegare un Lestrange per un Sanguesporco. Deve spiegare ad un uomo innamorato che lo sta lasciando per un altro, per sempre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Rabastan Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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It’s time to say goodbye

 

Rabastan la fissava ormai da venti minuti: distrutto, annientato, annichilito.

Andromeda si mordeva le labbra furiosamente, ricacciando indietro le lacrime e lottando contro il senso di colpa che pesava come un macigno sul suo cuore. Detestava essere lei la causa del suo dolore. Detestava averlo ferito e offeso in quel modo, sapeva quanto Rabastan avesse sofferto nella sua vita e non avrebbe mai voluto vedere quella fitta disperazione segnargli il volto solo per colpa sua.

Rabastan si era innamorato di lei, ormai era evidente. Bellatrix aveva ragione, come sempre.  E lei gli aveva spezzato il cuore, anche se si erano promessi di aiutarsi a vicenda, per sempre.

Se solo l’avesse capito prima, se solo lui gliel’avesse detto …

Ma Andromeda sapeva che erano solo stupidi pretesti a cui lei cercava disperatamente di appigliarsi. La verità era che non lo amava anche se avrebbe voluto ardentemente farlo. La verità era che amava un altro: privo della loro ricchezza, della loro Nobiltà e del loro Sangue Puro.  Eppure lo amava, forse proprio per queste cose. Forse proprio perché era completamente diverso da Rabastan, che una come lei avrebbe dovuto amare, che tutte quelle come lei amavano.

Nell’ottica di sua sorella era tutto così semplice: quelli come Ted dovevano soffrire e quelli come Rabastan dovevano essere felici. Anche se i Purosangue non conoscevano la felicità, ma dovevano comunque vivere in quella falsata condizione che più si avvicinava ad essa. Invece, lei aveva deciso di complicare le cose, aveva osato amare un Sanguesporco e alterare gli equilibri. Aveva dovuto spezzare un cuore già frantumato, aveva dovuto negare a Rabastan quell’amore che non aveva mai conosciuto se non con lei.

Era colpa sua. Sua e basta. Sua e del suo stupido egoismo. Sua e del suo amore troppo grande per essere soffocato. Sapeva di aver illuso Rabastan, sapeva di avergli mentito perché aveva troppa paura di confessargli la verità. La sua era stata pura cattiveria, peggio di Bellatrix, lei non si mostrava mai per quello che non era e non diceva mai qualcosa che non pensava, la si poteva accusare di tutto, ma non d’ipocrisia, codardia o viltà. Invece, Andromeda era stata ipocrita, codarda e vile e l’unico a scontare il prezzo del suo vivere in due mondi contemporaneamente sarebbe stato Rabastan.

Tenendo lo sguardo basso e fisso sulle sue gambe, Andromeda cercava di ricordare quale fosse la prima volta in cui aveva visto Rabastan, ma non ci riusciva. Lui e suo fratello erano sempre stati nella sua vita e in quella delle sue sorelle. C’erano per ogni avvenimento o ricorrenza. Avevano sempre vissuto in simbiosi, come fratelli e sorelle. Bellatrix aveva sposato Rodolphus, lei avrebbe dovuto sposare Rabastan e se ci fosse stato un terzo Lestrange sarebbe stato promesso a Narcissa.

Infatti, Andromeda aveva sempre visto Rodolphus come un fratello maggiore e gli era affezionata per questo, ma Rabastan aveva imparato a conoscerlo solo con il tempo. Era schivo, introverso e taciturno, proprio come lei. Entrambi erano vissuti all’ombra dei primogeniti, erano i meno amati, i meno dotati, i meno considerati. Entrambi avevano difficoltà a farsi degli amici, preferendo la solitudine. Tra loro non era nata quella complicità che era sempre esistita tra Rodolphus e Bellatrix. Loro si erano conosciuti veramente ormai cresciuti, quando avevano ricevuto la conferma dell’unione del loro destino e si erano finalmente resi conto di quanto simile fosse la loro esistenza. Erano compagni di sventure, si erano ripromessi di spalleggiarsi a vicenda e lei lo aveva abbandonato. Gli aveva mostrato quel piccolo spiraglio di felicità, di libertà per poi lasciarlo di nuovo da solo, preferendo la felicità e la libertà autentiche.

Lui si era innamorato e lei no. Perché? Perché doveva essere sempre tutto così maledettamente difficile?  Andromeda ripensava a tutte le loro vecchie conversazioni.

Una volta, stavano passeggiando nel parco del maniero dei Lestrange e Rabastan aveva detto, di punto in bianco:

“Io lo odio”

“Chi?” aveva chiesto Andromeda sorpresa.

“Rodolphus ovviamente”

“E perché?”

Rabastan l’aveva guardata incredulo e confuso.

“Tu non odi Bellatrix?”

“Assolutamente no. Perché dovrei odiarla?”

“Perché i tuoi genitori si preoccupano solo di lei e sono a stento consapevoli della tua esistenza. Perché è cattiva, egoista e prepotente. Perché fa quello che vuole senza curarsi di niente e di nessuno. Perché è la primogenita, l’unica che conta”

“Non è colpa di Bellatrix se è la primogenita o se i miei genitori non tengono a me. Sicuramente è cattiva, egoista e prepotente, ma è fatta così e nessuno potrà mai cambiarla. E’ mia sorella, io la conosco molto bene e ti assicuro che non potrei mai odiarla”

“Questione di tempo”  sibilò Rabastan.

“No, affatto. Ma tu non stai parlando di me e Bellatrix, stai parlando di te e Rodolphus. Lo odi davvero così tanto? E per questi motivi?”

“Per questi e per altri. Rodolphus non potrebbe avere una considerazione più bassa di me, non ha fatto altro che tentare di prevaricare per tutta la vita, appoggiato da mio padre e ignorato da mia madre. E’ borioso e violento e Bellatrix l’ha fatto anche diventare crudele. Per questo odio anche lei, perché ha usato la sua influenza su di lui per renderlo simile ad una bestia. Ma d’altra parte la ammiro, lei sa come farlo soffrire, lei riesce ad opprimere l’oppressore”

Andromeda rimase sconvolta da quelle parole, non aveva mai immaginato che Rabastan provasse un risentimento così profondo. In parte lo capiva, anche lei aveva sempre sofferto della sua condizione d’inferiorità di fronte a Bellatrix. Pensò che lei era la prima con cui si fosse mai confidato e fu in quel momento che decise che gli sarebbe stata sempre vicina. Lui aveva bisogno di lei, come lei aveva bisogno di lui perché entrambi avevano bisogno di un amico, o almeno così lei pensava.

Rabastan aveva visto amore nel suo affetto, aveva visto complicità nella sua comprensione, aveva visto speranza nella sua rassegnazione. Lei e Rabastan erano troppo simili per amarsi. L’unica cosa che Andromeda gli augurava era di trovare il vero amore e di mettere finalmente a tacere quei fantasmi del passato che lo logoravano. Meritava di essere felice.

Rabastan continuava a guardarla pieno di astio, ferito nell’orgoglio per essere stato battuto in amore da un sudicio Sanguesporco. Se non si fosse sentito così umiliato, avrebbe ceduto all’ira. Quell’ira dirompente e distruttiva che caratterizzava i membri della sua famiglia e che lo rendeva così odiosamente simile a suo fratello.

So che è troppo, ma devo chiederti un favore, Rabastan” - disse Andromeda all’improvviso- “Domani sera abbandonerò la famiglia Black per sempre. Ti prego, fino ad allora, non lasciar trapelare nulla. Sono venuta qui perché non avrei sopportato l’idea di lasciarti da solo all’altare senza spiegarti io stessa per quale motivo lo facevo. Posso fidarmi di te?”

“Certo che puoi, io mantengo sempre la parola data. Fa parte delle prerogative di un Purosangue e io sono fiero di esserlo” – rispose Rabastan - “Ma devo dirti che sei pazza a fare ciò che stai facendo, finirai in guai molto seri. Sai bene che alle nostre famiglie non piace essere contrariate”

“Lo so bene, ma io lo amo e le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate.* Ti auguro di scoprirlo anche tu un giorno”

“Non succederà.  Addio, Andromeda”

“Addio, Rabastan”

 

 


*Citazione tratta dal film Disney “Hercules”

 




Angolo autrice: In tutta la mia vita, ho letto un’unica Rabastan/Andromeda e purtroppo non ne ricordo neanche il titolo, ma ripensandoci: com’è possibile che una coppia Het ed anche assolutamente plausibile non sia mai stata considerata quando in giro si trovano le cose più assurde e le coppie più improbabili?
Poveri Purosangue ingiustamente sottovalutati!
Comunque, questa è la mia visione dei fatti: Rabastan, innamorato di Andromeda che naturalmente lo ricambia solo in affetto, si ritrova con il cuore spezzato per essere stato battuto in amore da un Sanguesporco ed ecco che conseguentemente diventa un efferato Mangiamorte.
A mio parere, è plausibile.
Infine, ci tenevo a precisare che dalla storia emerge un quadro assolutamente negativo del rapporto tra i fratelli Lestrange, io lo immagino molto complesso, ma nonostante tutto credo siano sinceramente legati.
Ringrazio anticipatamente i lettori che daranno una chance a questa coppia così impopolare!


  
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