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Autore: Liberty89    18/07/2013    3 recensioni
Raccolta di fan fiction di genere e lunghezza vari sulla coppia RiSo che aggiornerò con frequenza irregolare.
1. Tramonto mancato - OS
2. Morning - Drabble
3. Carpe diem - Flash
4. Incubi - Flash
5. Regalo inatteso - OS
6. Contagiarsi - Flash
7. Cicatrici - Flash
8. Rain - OS
9. Un passo indietro - Cioccolata - OS
10. Vaniglia - Flash
11. Gelosia - Flash
12. Shampoo - Flash
13. Christmas Time - Flash
14. Bacio senza perché - Drabble
15. La mamma è sempre la mamma - Flash
16. Glasses - Flash
17. Imperfect - Flash
18. Incomprensioni - Drabble
19. I modi di fare l'amore - Flash
20. Soramente suo - OS
21. Incubi (2) - OS
22. Simple - OS
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Riku, Sora
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Titolo: Un passo indietro - Cioccolata
Autore: Liberty89
Genere: Comico, Fluff, Romantico
Rating: Verde
Personaggi: Riku, Sora
Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai
Note dell'autrice: Buongiorno mondo :3 Il mare mi ha fatto proprio bene, mi sono riposata, rilassata e ho scritto un sacco di cose e ne ho progettate altrettante. Per ora vi lascio questa shottina che è legata alla precedente, “Rain”. Spero che vi piaccia :3 Buona lettura!

Ps: Ringrazio Syranjil Sarephen per il betaggio finale :3


Un passo indietro - Cioccolata

Perché fosse così nervoso, Sora non lo sapeva proprio.
Insomma, non era la prima volta che dopo la scuola lui e Riku andavano al bar insieme, quindi non poteva essere quello il motivo. Probabilmente c’entrava la sua dichiarazione fatta durante il delirio febbrile, perché quelle parole implicavano parecchie cose: innanzitutto il fatto che ora non fossero più solamente amici. Per lui, almeno, era così.
Deglutì, arrossendo appena, e sbirciò il viso dell’amico che gli camminava accanto. Lo trovò rilassato e tranquillo come sempre e si chiese cosa si stesse muovendo nella sua mente. Fissò il suo profilo e l’intenso verde mare dei suoi occhi, trovandoli più belli di quanto ricordasse e desiderando di non vederli mai chiudersi. Distolse immediatamente lo sguardo, puntandolo davanti a sé e dandosi dell’imbecille patentato, perché era quella la figura che aveva fatto due giorni prima.
Si era svegliato con Riku accanto ed era sbiancato l’istante seguente, convinto che l’immagine di Riku disteso al suo fianco per scaldarlo fosse soltanto un sogno. Restava da vedere se anche quello che credeva di aver detto fosse reale o meno, e ovviamente quando chiese stupidamente conferma all’argenteo, questo non aveva potuto far altro che ripetere la sua mezza dichiarazione e riferire, con un pesante velo d’imbarazzo a imporporargli le guance, che l’aveva anche baciato. Figura da imbecille cronico, per l’appunto.
Si erano poi rivisti solo quella fresca mattina di fine inverno, ma non si erano detti granché fino alla pausa pranzo, ossia quando il custode della Via per l’Alba gli aveva chiesto se voleva andare con lui al bar quel pomeriggio. Stava seriamente rivalutando l’aver accettato quell’invito, ma era troppo tardi per inventarsi un impegno che non c’era e se ci avesse anche solo provato, il maggiore l’avrebbe scuoiato vivo lì in mezzo alla strada.
Pochi minuti dopo erano seduti uno di fronte all’altro al tavolino del famoso bar, in attesa di un’ordinazione che Sora non ricordava nemmeno di aver fatto. Ma era certo che entro sera si sarebbe dimenticato pure il suo nome, la cosa grave era che non si trovava ad Oblivion Castle, eh no. Cominciò a pensare di soffrire d’Alzheimer prematuro, quando l’amico lo riportò nel mondo reale.
-Ehi, So…- chiamò l’argenteo con un sospiro, ottenendo un’esplosione che non aveva nulla da invidiare a quella di una bomba.
-Ah, Riku!- rispose il minore, tremando e guardandolo un attimo solo, prima di incollare di nuovo gli occhi celesti sul legno del tavolino. -Mi dispiace… per quello che è successo… io non volevo… cioè, in realtà sì… però, ecco… non in quella maniera…- balbettò a raffica, piantando le unghie nell’imbottitura della panca con l’involontario intento di ucciderla.
-Per tutti i mondi, Sora, calmati…- lo frenò prima che si mordesse la lingua, mettendogli una mano sulla spalla e facendogli così rialzare il viso.
Incrociò le sue iridi azzurre, larghe e sull’orlo di un pianto isterico dettato dal panico immotivato che aveva preso possesso di quella testolina bruna. Sospirò ancora, alzandosi e andando a sederglisi accanto, ma per un attimo se ne pentì perché il minore sembrava pronto a collassare sul pavimento.
-Calmati, ok? È tutto a posto.- disse convinto, cercando di farlo capire all’altro.
-Come… come fa a essere a posto…?- singhiozzò, senza versare lacrime. -Io… ho detto… ho fatto…- riprese a balbettare, interrompendosi solo quando l’argenteo gli posò una mano sulla nuca e lo tirò a sé per baciarlo con leggerezza, senza forzarlo più di quel tanto, così che avrebbe potuto tirarsi indietro se non avesse gradito.
Tuttavia, Sora non si mosse di un solo millimetro, nemmeno quando il maggiore si allontanò.
-Visto? Tutto a posto.- disse soltanto, risvegliandolo dallo stato catatonico.
-Vuoi dire che… va bene? Cioè, io… e te…?-
Riku annuì, paziente. -Sì, va bene.- rispose, sorridendogli e ottenendo in cambio un sorriso molto più luminoso del suo, ma soprattutto stracolmo di gioia.
Fu posando la mano sul tavolino che Sora si accorse della presenza di una coppia di tazze di cioccolata fumante, spuntate da chissà dove. Tornò a guardare il maggiore, che ricambiò l’occhiata e lo imitò, raccogliendo la tazza e bevendo come se nulla fosse accaduto.


  
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