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Autore: devil girl dark    29/01/2008    2 recensioni
Ecco a voi la mia prima fic qui...Una ragazza che ha vissuto un'adolescenza difficile, sempre sola con i suoi pensieri, con i suoi problemi, con il suo mondo, con un suo grande sogno: quello di essere amata e di essere considerata dal mondo.
Vive da sola, è sempre infelice.....ma quel giorno....
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò al solito orario e subito andò in bagno; si levò dei suoi bisogni e pilì il viso con dell'acqua fredda. Tamponò a lungo la faccia per togliere le gocce d'acqua e poi si guardò allo specchio: quelle occhiaglie le scavavano il viso.

Ma non le importava nulla...le interessava soltanto che quella giornata finisse presto, così poteva nuovamente stare sola a casa.

Eppure Shilla, sentiva che da quel giorno la vita le sarebbe cambiata, ma non capiva il perchè. Dopo il ricordo si fece nitido nella sua mente e allora capì il perchè della sua leggera felicità: Daniel.

Quel ragazzo che incontrò all'uscita accanto agli armadietti, che l'aiutò con l'armadio cordialmente, che le sorrise... Un sorriso sincero...occhi chiari come il cielo. Che le stava succedendo?

Si vestì con una camicia celeste u una gonna di jeans e una collanina d'oro bianco e andò fuori ad aspettare l'autobus. Poco dopo arrivò all'istituto in perfetto orario e vi entrò.

Accidenti, il chiasso che c'era nell'istituto era a dir poco infantile. In fondo al corridoio c'era tanta confusione: quella sala doveva essere l'aula magna; le porte si aprirono e la massa sparì al suo interno.

Shilla si affrettò ad entrare. La stanza era davvero molto ampia, con tante file di sedie divise ordinatamente in due schiere. Comminò in mezzo ad esse cercando uno sguardo amico e poco dopo lo trovò, ma ebbe un colpo al cuore.

Daniel era impegnato a parlare con una ragazza bionda che gli sedeva accanto e ridevano allegramente, e fra loro sembrava esserci grandissima intesa, quasi intima.
Ennesima delusione...stupida ed incosviente illusione...

Cercò un posto dove sedersi: si sedette in fondo, agli ultimi posti, da sola, lontono da tutti. C'era confusine pazzesca in quella sala, le duoleva la testa, si sentiva a disagio in mezzo a tutta quella gente.

Quando improvvisamente, l'ordine e il silenzio assoluto e nessuno dei ragazzi faceva una mossa. La ragazza alzò la testa leggermente per vedere cosa stesse succedendo.

Molte file davanti a lei, più precisamente all'inizo della pile di sedie, stava un lungo tavolo dove c'erano una marea di insegnanti. Al centro, stava una donna all' in piedi che guardava tutti con distacco, come se fosse disgustata, come se volesse far capire che lei era superiore di tutti.

Era più o meno sulla sessantina e passa, con i capelli corti castani e occhi piccoli neri, bassina. La donna prese fra le mani un microfono che si trovava lì sopra e dopo un po' di esitazione cominciò a parlare.

-Salve a tutti.....sono Samanta Lizzio, la preside di codesto istituto. Volevo darvi il benvenuto, a voi, che per la prima volta solcate le soglie di quella porta per offrontare 4 anni di studi e uno di Specializzazione. Inoltre vi informo subito che....-

Ma Shilla aveva già sconnesso il cervello; si mise a guardare fuori, accavallando una gamba, poggiando il gomito sulla coscia e il mento sulla mano: davanti ai suoi occhi si ergeva un palazzo, metà illuminato dal sole e metà oscurato dall'ombra.

L'ombra...il suo animo era all'ombra...oscurato dalla tristezza, dalla scontentezza di sè, dalla solitudine.

La solitudine era la sua grande amica, le dava pace. Ma in cambio le stava togliendo la vita, gli anni migliori della sua vita. Già a 20 anni con questi pensieri...

Ma a Shilla stava bene così. Nemmeno i suoi genitori si interessavano a lei, non si sentivano da due anni, e nessuno lo avrebbe fatto, e allora perchè avrebbe dovuto importare a lei?

In fondo sola stava bene: nessuno che potesse giudicarla, nessuno che l'avrebbe vista strana, o sparlata. E poi Shilla insieme agli altri si sentiva a disagio, in pericolo; perchè temava che qualcuno potesse rompere il suo muro che si era costruita per poi pugnalarla alle spalle quanto meno se lo aspetta.

Le era capitato troppe volte in passato e le era sempre venuto difficile ricominciare da capo. Il colmo di tutto lo ebbe a 11 anni, quando era alle medie: aveva trovato un ''amica''; insieme uscivano, si divertivano, andavano nella stessa scuola condividendo lo stesso banco. Credeva di aver trovato finalmente qualcuno di cui potesse fidarsi..

Quando poi un giorno, qeulla ragazzina, insieme ad altre, l'aveva portata nel retro della scuola cambiò tutto: le altre ragazze le bloccavano braccia e piedi e l'ingannatrice la pestava di botte senza nessuna pietà.

Finì soltanto quando la vide a terra, piùmorta che viva, e quando Shilla le chiese piangendo il perchè, quella rispose che la odiava.
Da allora, Shilla chiuse i ponti con il mondo esterno e promise a se stessa che non si sarebbe fidata più di nessuno.

Girò un attimo il viso ed ebbe come un vuoto allo stomaco: incrociò gli occhi azzurri di Daniel; la guardava come se fosse deluso. Ma deluso...di cosa?

Il ragazzo tornò a voltarsi, dove ancora la preside era intenta a parlare. Shilla sospirò: quel ragazzo le dava una sensaziome strana, una sorte di calore, di protezione, di disponibilat, ma anche se le trasmetteva ciò, lei non riusciva a fidarsi, nonostante quegli occhi azzurri la facessero impazzire.

Dio..nemmeno con i ragazzi aveva fortina. I ragazzi? Figuriamoci! Non aveva fortuna a trovare le amicizie e dovrebbe averla con i ragazzi?
Andrea, il ragazzo di sua cugina, aveva folgorato il cuore di Shilla e lui sembrava starci anche se non l'aveva mai sfiorata o baciata. La ragazza credeva che aveva trovato l'amore della sua vita...e invece...

Un giorno vide Andrea con sua cugina, a scambiarsi un bacio così appassionante che sembravano stare assieme da una vita. Quante volte il cuore di Shilla si era rotto e quante volte aveva cercato di curarlo facendo qualcosa che potesse distrarla.

Ormai era diventata paranioca: quando camminava per strada teneva sempre la testa bassa, sguardo malinconico, anche se le musiche del suo mp3 fossero molto pesanti e tutt'altro che tristi; Quando era con un gruppo si metteva sempre in disparte, per timore di infastidire gli altri con la sua presenza.

''Tutti pregiudizi...'' pensò Shilla.

Metaforicamente si paragonava a un riccio, che in presenza del pericoloo si raggomitolava su se stesso e guai a chi si avvicinava...potava farsi male. Sorrise: aveva fatto una simpatica metafora.

Il rumore di applausi la fece sussultare tornando alla realtà. Si era persa tutto il discorso della preside. Guardò l'orologio:cavolo...era là dentro da circa due ore!
Mano a mano, i ragazzi uscurono dall'aula andando nelle loro classi.

Shilla era in classe, seduta con i libri sul banco sola e si sentiva molto meglio rispetto a quando era in aula magna. Alzò la testa e guardò a destra: quattro filr più avanti bide Daniel parlare con un ragazzo biondo, come due grandi vecchi amici. Quanto avrebbe voluto essere al posto sel biondino.

-Scusami...- disse una voce.

Shilla si voltò verso colei che aveva parlato. Era una ragazza bionda: la stessa con cui Daniel rideva in sala. Era vestita con una maglia bianca e i jeans a pinocchietto; aveva dei libri in mano.

-Si?- fece Shilla.

-Posso sedermi accanto a te?-

La giovane si innervosì. Guardò tutto il permetro della stanza. I posti c'erano. Tornò alla ragazza davanti a sé.

-Sai? Non voglio stare da sola...- rispose l'altra.

Shilla non voleva sembrare scortese, così a malavoglia accettò. La collega le si sedette accanto.

-Non mi sono presentata, mi chiamo Ester.- fece la ragazza porgendo la mano.

-Shilla...- rispose stringendo la mano forzata.

-Piacere!- esclamò Ester allegra -Spero che non disturbo!-

-Ma no, figurati...-


E così, Shilla si ritrovò a malincuore una compagna di banco che aveva il carattere opposto a quello suo. Le ore passarono in fretta, dopo aver seguito la lezione di psicologia e di lingue straniere, con una donna di madrelingua. Ci fu l'intervallo, ed Ester si voltò verso Shilla.

-Andiamo a fare un giro?- propose.

Shilla diventò di ghiaccio....quella frase l'aveva già sentita alle medie, da una persona che voleva volentieri dimenticare. Le lanciò un'occhiata storta, poi le diede un secco ''No!'' all'oferta.

-Perchè no? Non stare sempre da sola. Non hai detto una sillaba da quando sono iniziate le lezioni.-

-Non sono un tipo molto eloquente...- commentò la giovane.

-Sei sicura di non voler venire?- continuò Ester.

-Si...- concluse Shilla.

Daniel scese le scale, e si mise davanti a loro.

-Ciao bimbe! Che fate?-

-Stavo cercando di farla uscire dalla classe.- spiegò Ester.

-Bene! Allora ti dò una mano!-

Daniel prese Shilla per il braccio e la trascinò fuori, seguito da Ester. Il giovane si mise in mezzo ai due, tenendole per il braccio, anche se parlava con la bionda.

Shilla camminava a pari passo con loro, ma guardava altrove. Il ragazzo offrì loro qualcosa da mangiare e da bere, continuando la passeggiata. Poco dopo Daniel si rivolse a lei.

-Allora, Shilla, hai trovato compagnia?-

-Così sembra...- rispose fredda.

-E non sei felice?- incalzò il moro.

Shilla non rispose; Daniel le mise un braccio intorno alle spalle avvicinandola a sé e con l'altra mano le carezzava la guancia. A Shilla le si bloccò la circolazione sanguigna, il cuore in gola e il viso stava reagendo a quel contatto.

Si irrigidì: le piaceva, ma le dava anche fastidio...però avrebbe voluto che sarebbe durato per sempre.

-Sai che non mi va' di vederti così...- le sussurrò all'orecchio.

Intensi brividi percorso il corpo della giovane, a partire dal collo e scendere fino ada arrivare alla gamba. Non riusciva a parlare, si era bloccata.

-Che stai facendo...?- domandò tutto d'un fiato con il corpo duro.

Lui continuò a sfiorarla con le dita: -Voglio esserti amico.- rispose -Voglio che stai in compagnia.-

Di colpo. Shilla si tolse: -Grazie, ma non c'è bisogno che mi aiuti. Mi scelgo da sola i miei amici.- esordì seria.

E adesso? Perchè quella rezione? Ah, si... la paura del crollo del muro....la gelosia per Ester... la presenza di Ester.

La bionda prese Daiel per la mano e lo portò via con aria allegra. Quando furono distanti Shilla vide Daniel prendersela in braccio e abbracciarla. Sentì la rabbia e la frustazione bollirle dentro.

''A che gioco stai giocando?'' si domandò stringendo i pugni.


Finalmente arrivò a casa nel tardo pomeriggio: l'Università fini alle 4:30 e quando uscì, Shilla dovette andare al ristirante. Adesso era a casa, tranquilla. Andò a gettarsi pesantemente sul letto, senza spogliarsi e si appisolò.

Più tardi suonò il campanello: erano le 21:00. Si svegliò a causa del suono e , intontita, andò ad aprire.

-Ciaoooo!!- fecero due voci.

-Costanza...Marco...che ci fate qui?-


Costaza e Marco: una ragazza carina dai capelli scuri lisci e occhi verdi e Marco, un ragazzo con i caoelli rossi alto e ben impostato. Due innamorati, ma Shilla non provava nessuna repulsione per loro, anzi, trovava gradevole la loro compagnia.

Ogni volta che vedeva una coppia di innamorati scambiarsi effusioni ne soffriva tantissimo, ma con loro due era diverso: sembravano due estranei quando stavano con lei e questo Shilla lo apprezzava.

-Siamo venuti a farti un po' di compagnia!.- disse Marco uscendo da dietro la schiena una bella scatola di pizza.

Shilla li fece accomodare nel salone, e di colplo la malinconia la abbandonò, facendo entrare in scena la vera Shilla: i suoi occhi spenti, adesso brillavano di felicità; le sue labbra strette in una smorfia triste, adesso sorridevano, mostrando un sorriso bianco e delle belle guanciotte le formavano il viso.

Prese la scatola di pizza e ne afferrò una fetta, mangiandola; Costanza e Marco le si sedettero accanto e seguirono il suo esempio.

Poco dopo la ragazza attaccò una musica forte, metallica, molto gradita da loro. Poi Shilla prese l'iniziativa di scherzare, ridere, prendere l'amica e ballare, di riempire una bottigli d'acqua ghiacciata e versarla sulla testa di Marco.

Per punizione, il ragazzo la costrinse ad asciuguarlo e Shilla aveva già in mente un altro scherzetto: dopo aver preso dal bagno asciugamano e asciugacapelli andò dall'amico; prima gli frizionò i capelli con la tovaglia, non facendogli male, ma con modo deciso e quando Marco si lamentava lei lo prendeva in giro.

Poi toccò al phone: mentre gli asciugava i capelli glieli scompigliava per dispetto. Fu buffo veder alla fine la chioma rossa del giovane tutta gonfia e le ragazze risero di cuore. Shilla lo beffeggiava, lo canzonava.

Marco le si buttò addosso e le fece il solito; a lui si unì la fidanzata e Shilla rideva...rideva...

Nessuno dei suoi compagni l'avrebbe vista in quella maniera: la Shilla che ride, che gioca, che scherza, che si diverte... la Shilla che vive.

Lei era così solo con loro due, perchè si sentiva a suo agio: purtroppo il suo vero animo era costretto ad uscire poche volte.
Con gli altri non si mostrava così perchè aveva paura: paura che gli altri la prendessero in giro, che si approfittassero di lei, che la credessero strana.

Allora preferiva mettere un muro subito, che nessuno poteva superare, solo loro due...e porse qualcun'altro...


Si erano fatte l'1:00 del mattino e loro erano ancora lì che scherzavano. La sala u po' disordinata, ma almeno si erano divertiti.

-Amore andiamo via?- Chiese Marco.

-Eh si... e un po' tarduccio...- rispose lei

-Oooh...dovete proprio andare?- fece Shilla con una smorfia dispiaciuta.

-Eh si...- rispose Marco mettendosi il giubbotto ed estraendo le chiavi, poi abbracciò Shilla e le diede un bacio sulla guancia. -Mi sono proprio divertito! Ci vediamo.- le disse mentre usciva.

Costanza la strinse forte a sé, carezzando gentilmente la schiena.

-Ti voglio vedere sempre così.- le sussurrò all'orecchio.

-Magari...- mormorò Shilla, sentendo che la solitudine stava rincasando nel suo animo.

-Ti voglio bene!- fece Costanza da fuori.

-Anche io!- ribatté Shilla guardandola.

Li vide salire in macchina, ingranare la marcia e partire, sparendo lungo la via. Rientrò nella diora dove poco prima c'era allegria adesso c'era silenzio. Che tristezza...

Rimise ordine nel salone, tolse lo scatolo di pizza le lattine di Coca e spazzò a terra. Andò poi in bagno e si fece una doccia veloce, indossando il pigiama.

Si indirizzò verso la camera da letto e si infilò sotto le coperte. Prima di dormire, prese il cellulare per puntare una sveglia: bide sul display una bustina lampeggiare; le era arrivato un messaggio di testo.

Andò a controllare: il messaggio arrivò alle ore 23:35 e la cosa che la sorprese di puù è che era un numero che non conosceva.

''Ciao piccola, domani staremo assieme, ok? Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare, ci tengo eh? Un bacio. Notte piccola.''

Ma chi era? Forse aveva sbagliato numero. Si può darsi...poco dopo ne arrivò un altro e lo guardò. Stavolta Shilla si terrorizzò, era lo stessso numero di prima e diceva:

''Approsito Shilla, scusa se oggi ti sei seccata...Notte ancora, spero di non averti svegliata.''

Ma chi era? Spense il telefono...non voleva avere altre sorprese.


Amici!Ciao! Vi piace spero di si!! ^^ Grazie a:

Vitina: Grazie per seguirla e per averla messa fra i preferiti.

Arumi_Chan:Ciao! Grazie per seguirla! Un bacio!!

Alla prossimaaa!! ^^

  
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