«Tutti i passeggeri del volo Roma-Londra sono pregati di recarsi all'imbarco. . .»
La dolce e calda di una hostess annuncia gentilmente che il volo diretto a Londra sarebbe partito tra pochi minuti. Ci mettiamo tutti in fila, che si rivela essere un po’ lunga. La fila scorre molto velocemente. Si sentono le urla dei bambini spaventati da un luogo così enorme. Gente che corre di qua e là cercando di non perdere l’aereo. Gente che è intenta a capire l’orario dei voli. Insomma c’è tanto caos. In realtà è normale, siamo alla fine di giugno: i giorni di scuola sono terminati e tutti si apprestano a partire, sperando di staccare un po’ con la solita e stancante routine.
Una volta all’interno dell’aereo, cerco la postazione che mi è stata assegnata.
La trovo in poco tempo: è vicino al finestrino, ottima posizione per guardare il panorama.
Sistemo le mie cose e mi siedo comodamente, con la testa rivolta verso l’esterno.
È la prima volta che salgo su di un aereo, ma sono stata costretta a farlo, dato che i miei hanno trovato lavoro lì, a Londra. Dovrei essere felice lo so, ma mi mancherà Roma, i miei amici e soprattutto la mia migliore amica, Giusy.
 
*Flashback*
«Promettimi che non ti dimenticherai di me, Aly» dice Giusy, quasi a pregarmi.
«Come potrei farlo, Giù?» dico io stringendola in un forte abbraccio.
«Non finirà così, ci rivedremo! Sono sicura che ci rivedremo! Dio, mi mancherai Aly!» dice lei staccandosi un po’ per guardarmi negli occhi: aveva gli occhi lucidi.
«Mi mancherai anche tu, Giusy, ti voglio bene» dico io stringendola il più forte possibile, cercando di ritardare la mia partenza.
*Fine Flashback*
 
Nessuno mi aveva accompagnato all’aeroporto. Giusy non è voluta venire, mi ha detto: «Aly, non posso venire, mi metterei a piangere come una bambina. Ti prego, scusa»
La capivo: avrei reagito allo stesso modo perché le voglio troppo bene e ancora non mi sono abituata all’idea che dovrò cambiare vita e città.
Ero intenta a prendere il mio mp3 dallo zainetto, quando un ragazzo si materializza di fianco a me.
«Ehm.. Ciao» dice lui con voce rauca, mostrandomi un dolce sorriso.
«È libero qui?» continua lui, con un filo di imbarazzo.
«Ehm.. Certo che si!» dico io sorridendo a mia volta.
Così appena sistemato, mi porge una mano dicendomi: «Piacere, io sono Harry»
«Io sono Alice, ma puoi chiamarmi Aly» dico io sorridendo.
È proprio un bel ragazzo: occhi di un verde acceso, capelli ricci. Ha un sorriso che toglie il fiato e delle fossette tenerissime.
«Anche tu sei diretta a Londra, eh.» dice lui.
«Eh già, lì mi aspettano i miei genitori»
«Quindi sei sola ora?»
«Si, loro si sono trasferiti lì da un bel po’, io invece ho preferito finire prima il liceo, per poi trasferirmi..»
«Capito..» dice lui sorridendomi.
«Tu invece, sei solo?»
«No, no.. di là ci sono i miei amici»
«Ricevuto!» dico io sorridendo.  
Ad un tratto si sente un forte rumore provenire dall’aereo. Stringo istintivamente le mani ad entrambi i braccioli, sudando per la paura.
«Stai bene?» mi chiede lui preoccupato.
«S..si»
«Sicura? Sei pallida… Aspetta, è la prima volta che sali su di un aereo?»
«Si»
«Hai paura?»
«Certo che no!» dico guardando sicura dalla sua parte.
Lui mi guarda come a dirmi ‘davvero credi che non me ne sia accorto?’
«E va bene.. Un pochino»
Mi guarda ancora alzando un sopracciglio.
«Okok.. Sono un po’ terrorizzata» dico io arrendendomi.
Lui inizia a ridere mostrando le sue favolose fossette.
«Ehi, non ridere»dico io dandogli uno schiaffo delicato sul braccio e sorridendo leggermente.
«Ahaha.. scusa, scusa» dice lui ricomponendosi. Poi poggia la sua mano sulla mia, stringendola delicatamente e si gira verso di me.
«Ci sono io con te, non devi aver paura!» dice poi lui mostrando un sorriso rassicurante.
«Grazie!» dico io ricambiando il sorriso.
Subito dopo il decollo dell’aereo Harry si gira verso di me dicendo: «Si vede che non avevi paura, sai?»
Io lo guardo con uno sguardo interrogativo fino a che lui non prosegue: «Sai mi hai stritolato la mano..» dice con fare ovvio.
«Oddio scusa, scusa!» esclamo io diventando rossa in viso e ritirando velocemente la mano che era ancora stretta alla sua.
Lui si mette subito a ridere per la mia reazione.
«Tranquilla, non è morto nessuno!» mi rassicura facendomi l’occhiolino.
Io gli sorrido di rimando.
Poi vedo che mette le cuffie collegandole poi al suo mp3. Da esse proviene una canzone che non avevo mai sentito e mi piaceva molto.
«Che succede?» dice lui.
«Eh? No niente, perché?»
«Ho visto che mi stavi guardando…» Cavolo! È vero! Quando ti deciderai a capire che non devi fissare le persone Alice?
«Ah.. ehm no, è che sentivo una canzone provenire dalle tue cuffie e…»
«La vorresti ascoltare?» mi dice lui entusiasta.
«Certo!»
Così mi porge una delle due cuffie.

‘So c-come on
You got it wrong
To prove I’m right I put it in a song
I don’t why
You’re being shy
And turn away when I look into your eyes’

Un sorriso improvviso si apre sul mio viso, il cuore a mille. Aly ma che ti prende? È solo una canzone…
«Allora? Ti piace?» mi chiede Harry appena la canzone finisce.
«E me lo chiedi pure? È bellissima! Non l’avevo mai sentita prima…»
«Si, mi sembra un po’ ovvio!» dice lui sorridendo. Non capisco infatti lui accorgendosi della mia espressione, prosegue dicendo: «Vedi, questa canzone è… mia»
Ora lo guardo con aria stupita.
«Cioè non proprio mia, l’ho incisa qualche giorno fa insieme ai miei amici!»
«Wow, davvero complimenti! Siete bravissimi e la canzone è stupenda!»
«Grazie! Mi fa piacere che ti piaccia!»
«Me la potresti inviare? Ti pregoo!» dico io facendo una faccia da cucciolo.
«Ahaha certo che si!»
«Ohw grazie mille!» esclamo io subito dopo l’invio.
«Figurati!» mi dice facendo l’occhiolino.
Il resto del viaggio prosegue con battute, chiacchierate del più e del meno e risate che ti fanno venire il mal di pancia. Era proprio un ragazzo dolce e simpatico. Quelle fossette poi ti facevano venir voglia di coccolarlo all’infinito.
Mancava poco all’atterraggio dell’aereo, infatti ora dal finestrino, il paesaggio era più nitido.
L’aereo si apprestava ad atterrare e dopo poco le hostess ci annunciano che l’atterraggio era avvenuto con successo.
In fila ci rechiamo tutti verso le scale che ci avrebbero permesso di scendere dall’aereo.
Vedo Harry guardarsi intorno ma non capisco il motivo.
«C’è qualche problema?» chiedo io guardandolo.
«Nono, tutto ok.» mi dice lui. «Ehm.. Mi sa che devo andare a cercare i miei amici, ti dispiace se vai da sola a prendere i bagagli?» continua lui dispiaciuto.
«Certo che no! Vai pure non ti preoccupare!» dico io sorridendo.
«Grazie, grazie! Ehi, non ti perdere. Ci vediamo dopo, vicino i bagagli, promesso!» dice lui indietreggiando e facendomi l’occhiolino.
«Ahaha ok. A dopo»
Detto ciò mi giro dalla parte opposta proseguendo per la mia strada, diretta a prendere i bagagli. Cammino lentamente; non potrei fare altrimenti: una coda interminabile non mi avrebbe permesso di camminare più velocemente. I bambini ormai stavano sclerando: le urla erano insopportabili! D’altronde avevano ragione: faceva troppo caldo. Cosa che non è decisamente una cosa normale per Londra! Quelle urla mi fanno venire un lieve mal di testa. Smettetela, vi pregoo! Ci manca poco che inizio ad urlare pure io!
Dopo aver terminato la fila ed esaurito i momenti in cui avrei voluto strozzare qualcuno, finalmente, mi ritrovo di fronte ai miei bagagli.
Aspetto per un po’ Harry, ma di lui nessuna traccia. Così decido di incamminarmi verso l’uscita.
«Aly, aspetta!» urla un ragazzo dietro di me. È Harry. Gli sorrido.
«Te ne stavi andando?» mi chiede lui.
«Pensavo che non saresti più venuto!»
«Una promessa è una promessa!»
Nel frattempo, alcuni ragazzi venivano nella nostra direzione.
«Ecco, io ho portato a termine la mia missione: ho trovato questi qua!»
«Harry, poco lo spiritoso che fino a prova contraria siamo noi che ti abbiamo trovato.» dice uno di quei ragazzi. Abbozzo un sorriso divertita.
«Non ci metti molto a rimorchiare, vero Styles?» dice un ragazzo dai capelli biondi.
Inutile dire che il mio viso ha preso fuoco.
«Ragazzi, finitela di fare i bambini!» dice un altro ragazzo. «Piacere io sono Liam» continua poi quest’ultimo sorridendomi.
«Piacere Alice!» dico io ricambiando il sorriso.
«Scusa per prima, io sono Niall!»
«Non ti preoccupare, io sono Alice» dico io sorridendo.
Subito dopo si presentano in ordine: Louis e infine Zayn.
Rimango incantata dagli occhi color nocciola di quest’ultimo: sembravano brillare!
«Ehm.. Noi dovremmo andare, ti va di scambiarci i numeri?» dice Harry schiarendosi prima la voce con un colpo di tosse.
«Certo che si!» dico io staccandomi dalla mano di Zayn.
Dopo poco il suo numero è memorizzato sul mio cellulare ed il mio sul suo.
«Ci rivediamo qualche volta vero?» mi chiede Harry.
«Spero di si. Mi ha fatto molto piacere conoscervi, a presto ragazzi!» dico io salutandoli con la mano. Subito dopo salgo su di un taxi diretta alla mia nuova casa. Sono seduta sul sedile posteriore quando decido di inviare un messaggio a Giusy.

*Ehi Giù, lo sai chi ho conosciuto? Non indovinerai mai! Cinque ragazzi bellissimi! Bè alla fine questa partenza non si è rivelata essere così brutta. Ti voglio bene, baci.*








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Spazio a me!
Ciao ragazze, sono tornaaata :')
Questa è la mia nuova fanfic (ma dai? lol)
Spero vi piaccia :3
Se avete consigli da darmi, non esitate a scrivere! 
Se recensite mi farà più che piacere :3
Volevo lasciarvi qualche gif ma non so come si mettono (si, lo so sono deficiente .-.)
Se sapete come si fa, me lo potreste dire (?) Thank you <3
Ora vi lascio, ciauu bellee <3