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Autore: letyourcolors_burst    18/07/2013    2 recensioni
La nonna decide di raccontare a suo nipote, Tom, la storia di due sorellastre conosciute da giovane.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più che nemiche, erano sorelle. Partecipante al contest omonimo.

“Alla veneranda età di novantuno anni, riesco ancora a ricordare e ad essere coinvolta sentimentalmente nella storia di due ragazze, che ora hanno un’età di poco inferiore alla mia. Vedi, Tom, certe cose si imprimono sulla pelle come cicatrici, e te le porti dietro per tutta la vita. Mi piace raccontare questa storia alle giovani generazioni, affinché possano capire il vero valore della complicità tra fratelli.” Ero seduta sulla mia vecchia poltrona a dondolo, quella che a Tom piaceva tanto. Tom è mio nipote, adesso ha sedici anni. Quando gli raccontai la storia ne aveva solo sei, e gli insegnò a rispettare il sentimento dell’amicizia. Aveva la faccia furba di una volpe, e la tenerezza di un cucciolo di cane. Passavo le ore a raccontargli le storie, gli aneddoti, come di solito i giovani le chiamano. “Dicevo, queste due sorelle vivevano proprio nella casa accanto alla mia. Le case di una volta erano molto più grandi e semplici di quelle di oggi, e non c’erano tutti i comfort che ci sono oggi. Ma questa è un’altra storia, che un giorno ti racconterò. 
Le due sorelle si chiamavano Avery e Leigh. Non erano sorelle di sangue, ma tutto il mio paese le considerava tali. Leigh era la più piccola, aveva solo dodici anni; era stata adottata un anno prima dai miei vicini. Avery aveva diciotto anni, e nonostante tutto, la sua sorella adottiva le piacque molto. Erano entrambe bionde, ma i loro capelli davano il meglio di sé sotto il sole. Diventavano davvero splendidi. Ed è questa la storia che voglio raccontarti, Tom.                                                           
Erano le persone più in empatia che conoscessi, ma un giorno, vedi, Tom, un giorno andò tutto all’aria.” Arrivata a quel punto, giusto per aggiungere un po’ di suspense, presi in braccio il mio piccolino, che era rimasto supino sul tappeto persiano fino ad allora. Credo che gli piacesse veramente ascoltare le mie storie. Ripresi la narrazione: “Passarono cinque anni dal giorno in cui Leigh venne adottata, cinque anni di amicizia profondissima. Poi arrivò il giorno in cui Avery compì ventitré anni e desiderò i capelli biondi di una volta. Col tempo, infatti, i suoi capelli color del miele si trasformarono in una zazzera color del fiele. Era molto gelosa di sua sorella, i cui capelli splendevano aurei più che mai. Per essere precisa, desiderò proprio i capelli di sua sorella, e da quel giorno, comprendendo che i suoi capelli sarebbero rimasti tali e quali, cominciò la rivalità che portò tutto alla rovina. Le gare ai capelli più belli erano sempre più frequenti; Leigh era sicura di averli molto più belli della sorella, e viceversa. Litigavano sempre più arditamente, ed arrivarono persino a picchiarsi. Come reagiresti se ti dicessi che tutt’oggi non parlano tra loro? Poveri noi, quella rivalità le distrusse.” Misi giù Tom, forse si era stancato di stare sulle mie ginocchia. Mi chiese come avessero potuto rompere un’amicizia così bella per una cosa così stupida, ed io mi sorpresi di quanto fosse intelligente il mio piccolino. Gli risposi, allora, che la gelosia è la cosa più meschina di questo mondo: sarebbe capace di renderti un assassino, quel mostro che si insinua dentro di te. Ed è davvero difficile liberarsene una volta per tutte. Poi mi chiese come andò a finire, e così chiamai a me tutti i ricordi di quel periodo, affidandomi alla memoria che ormai era diventata selettiva, dato che ricordava solo alcune cose; per mia fortuna, erano solo cose belle. “Allora finì che io diventai amica di entrambe, in tempi diversi: questo vuol dire che Leigh non sapeva che io fossi amica di Avery, e viceversa di nuovo. Questo viceversa porta i guai, mi sa. Ognuna di loro mi parlava male della sorella; mi accorsi ben presto che il loro astio era molto più forte di quanto immaginassi. Ma io rimasi neutrale nella mia posizione, non diedi ragione a nessuna delle due. Sai una cosa? Risolsi un bel niente, e continuarono ad odiarsi per tutta la loro vita. Sai un’altra cosa? Oggi verranno entrambe qui, farò un ultimo tentativo. La speranza è l’ultima a morire, ricordalo per sempre, Tom.” Appena finì di raccontare la storia, arrivò Avery. Aveva festeggiato il suo ottantasettesimo compleanno un mese e dieci giorni prima. La feci accomodare. Leigh si fece attendere un po’ di tempo in più, ma arrivò lo stesso. Aveva ottantuno anni. Feci accomodare anche lei. Incredibile ma vero, nessuna delle due riuscì a riconoscere l’altra. Decisi allora di non presentarle per quello che erano, avrebbero fatto da sole. Fu tutto perfetto: Leigh negli anni aveva cambiato nome, strinse la mano ad Avery e disse di chiamarsi Kate, la sorella ricambiò la presentazione. Portai Tom con me in cucina con la scusa di andare a preparare un tè. “Tom, hai visto? Nessuna ha riconosciuto la sorella. Scommetti che diventano amiche senza sapere che in realtà sono nemiche da una vita?” Tornai con il tè. Avevo vinto la scommessa; le trovai a commentare sui mariti.                                                                                              
“Quello, Tom, fu il giorno più bello della mia vita”. Risposi così alla lettera che mi aveva mandato pochi giorni prima, chiedendomi di raccontare il giorno che ricordo con maggiore felicità proprio come se avessi dovuto raccontarlo ad un bambino di sei anni.

  
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