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Autore: Ruth Spencer    18/07/2013    5 recensioni
Tesi: -Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne-.
Prove che avvalorano la tesi:
1-Sam, il mio (ex) fidanzato storico, mi ha imbrogliata tagliando fuori me e le mie amiche dalla squadra di calcio del College.
2-La notte ha portato pessimi consigli a mio fratello Fred e proprio le sue idee malsane hanno causato un pasticcio dopo l’altro nelle ultime settimane.
3-I miei progetti per il raggiungimento della frigidità sono andati in malora per colpa di un paio di occhi verdi e una faccia da schiaffi che devo sorbirmi ventiquattro ore su ventiquattro.
Conclusione deducibile dalla tesi: Sono.nella.merda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                   All’ illustre poeta Levi Lanche e al suo degno compare, il Puppet Master che ormai sono Storia
 
 
                                                      

                                                                                               Tu non puoi non riconoscere chi sono.
                                                                        Se accetti il mio amore, fammelo sapere col tuo sorriso,
                                                                       il sorriso ti si addice molto.
                                                                      Perciò sorridi sempre, in mia presenza, mio dolce amore,
                                                                     te ne prego.” (Viola, La dodicesima notte, Shakespeare)
                                                                   

 
11. Misunderstanding
Complicazioni…
 
 
 
Da quel momento in poi gli eventi si aggrovigliarono con una rapidità tale e con risvolti così inaspettati che sarà difficile ricostruire per filo e per segno il susseguirsi temporale dei fatti.
I secondi che trascorsero, prima che la professoressa McCarthy si dileguasse nell’ombra della sera, mi parvero ore. E l’avrei trovata una sensazione singolare in futuro, quando i due giorni a seguire mi sarebbero parsi fin troppo frenetici per i miei gusti.
Cercai di regolarizzare il respiro, prima di acquattarmi tra le siepi e raggiungere di soppiatto mio fratello.
-Fred! Fred!- bisbigliai con voce concitata.
Il ragazzo si voltò verso la mia direzione. –Maud?-.
Gli feci segno di avvicinarsi e appena fu a portata della mia mano, lo afferrai per il lembo della camicia tirandolo giù.
-Che ti salta in mente?- abbaiai nervosa, mentre si accovacciava al mio fianco.
-Ma…-.
-Piombi qui come se nulla fosse. Avevi detto che saresti tornato Mercoledì e oggi è Domenica. Dovevi avvisarmi!-.
-Ci sono state delle complicazioni…- cominciò a spiegare mio fratello.
-Complicazioni, complicazioni… Tu sei una complicazione!-.
-Mi spieghi perché ti agiti tanto?-.
-Perché siamo due Fred e invece ce ne dovrebbe essere uno soltanto!- sbottai con ovvietà. –Dove ti nasconderemo in questi due giorni?-.
-Non devo nascondermi. Sono tornato e tu puoi prendere il primo treno per Londra-.
-Mercoledì abbiamo la partita e tu non sai giocare a calcio!- obbiettai fremente di rabbia.
Lui fece spallucce. -Fingerò di sentirmi male e la salterò-.
Scossi la testa perentoria. -Non se ne parla. Ci sarà Sam nell’altra squadra ed io voglio vincere-.
 
 
 
 
Ero talmente determinata a giocare la partita contro il mio College, che chiesi aiuto (ancora una volta) a Zayn.
-Possiamo farlo dormire in infermeria. Lì c’é una lettiga più che comoda per qualche notte.- propose dopo qualche istante di riflessione, studiando mio fratello con una luce curiosa negli occhi.
-Il problema è come farlo entrare…- obbiettai pensierosa.
-Non ci avevo pensato.- sbuffò Zayn, sedendosi sul bordo di un vaso enorme posto sul retro dei dormitori maschili.
-Potreste rendermi partecipe della discussione?- protestò debolmente Fred, in piedi di fronte a me.
-Tu sta’ seduto e in silenzio. Se ci troviamo in una situazione così difficile è solamente tua la colpa.- sbottai fulminandolo con lo sguardo.
Fred, intimorito dal mio tono irruento, tacque improvvisamente.
Trascorse una manciata di secondi, prima che Zayn parlasse di nuovo:-L’unica ad avere sempre le chiavi con sé è l’infermiera. Se riesco a distrarla, tu gliele potrai sottrarre-.
Incontrammo la Signorina Cope, mentre chiudeva a chiave l’infermeria.
-Signorina Cope!-. La giovane si voltò in direzione di Zayn e avendolo riconosciuto, gli dedicò un sorriso mozzafiato. Non mi ero accorta che fosse così attraente: ventisei anni, accento americano. I capelli bruni le ricadevano ondulati sulle spalle e sulle labbra a cuore era ancora perfettamente spalmato un rossetto color ciliegia. Ora che ci pensavo, la Signorina Cope di certo faceva girare la testa a tutti i ragazzi della scuola, e forse anche a Zayn constatai sopraffatta da un irragionevole rammarico. Immaginai quante volte avesse finto di sentirsi male solo per trascorrere qualche minuto in più con lei che senza alcun dubbio ricambiava a pieno le attenzioni del ragazzo.
-Malik, che ci fai qui? Volevi chiedermi qualcosa?- gli domandò con un’espressione insieme compiaciuta e lusingata dipinta sul viso. Poi, sembrò rendersi conto della mia presenza, dietro di lui e parve contrariata.
-Si…- annaspò il moro. Si passò la lingua sul labbro inferiore, inumidendosi la bocca: con ogni probabilità si stava chiedendo come fare per prendere tempo. –Vede, domani ho una verifica…-.
-No, Malik. E’ già la terza volta che me lo chiedi da quando è iniziata la scuola. Non posso proprio…-.
-La prego! L’ultima volta! Giuro che…-.
A quel punto, la Signorina Cope si voltò completamente verso Zayn, lasciando la presa sulla chiave ancora inserita nella serratura. Io, intanto, mi ero spostata di lato aggirandola.
-Se lo facessi con te dovrei farlo con chiunque altro-.
-Non lo dirò a nessuno…- ritentò lui.
-Sarei scorretta nei confronti dei tuoi compagni.- spiegò con fare materno la giovane. Seguivo distrattamente la loro conversazione, mentre mi avvicinavo alla chiave.
Le diedi le spalle, premurandomi di controllarla di tanto in tanto e raggiunsi la porta dell’infermeria.
Proprio allora Zayn mi lanciò un’occhiata apprensiva in una silenziosa richiesta di sbrigarmi, ma la Signorina Cope intercettò il suo sguardo e curiosa di sapere cosa o chi avesse catturato l’attenzione dell’alunno, fece per voltarsi.
Sgranai gli occhi, con le mani strette attorno alla chiave ancora nella toppa e lessi la mia stessa espressione anche sul volto di Zayn.
Lui reagì in un lampo: scattò in avanti e, afferrando l’infermiera per la cerniera della giacca a vento, l’ attirò a sé con violenza. I miei occhi, se possibile, si spalancarono ancora di più, tanto da farmi male, nell’assistere al loro bacio irruento. Per un attimo, le due ombre alla luce dei lampioni sembrarono quasi fondersi, mentre la Signorina Cope, in un primo momento rigida tra le braccia di Zayn, ora faceva vagare le mani come tanti tentacoli tra i capelli di lui.
Presa alla sprovvista, dovetti reagire di fronte allo sbigottimento e ad uno strano senso di vertigini che tutto ad un tratto mi avevano colto.
Diedi le spalle ad entrambi, spaesata e con un lieve strattone liberai la chiave dalla serratura. Me la misi in tasca. Poi, tossicchiai lievemente per attirare l’attenzione della coppia.
In un baleno, proprio come era cominciato, Zayn si scostò dalla bella infermiera per scoccarmi uno sguardo eloquente.
-Zayn…-sussurrò la Signorina Cope con voce flebile. Da quando lo chiamava per nome? –Vienimi a trovare in infermeria domani. Ne parleremo con più calma-.
Ci mancava  l’appuntamento, pensai nervosa mentre l’infermiera talmente scossa si allontanava senza le chiavi, dopo un ultimo sguardo indirizzato a me. Forse, temeva che parlassi con gli altri studenti.
 
 
 
 
Una volta sottratte le chiavi alla Signorina Cope, aprimmo l’infermeria a Fred.
-Devi andartene da qui alle sette meno un quarto. L’infermiera arriva alle sette in punto. Poi vieni nei dormitori. – mi raccomandai.
-E le chiavi? Dove le lascio?-.
-Dove le abbiamo trovate.- intervenne Zayn. –Inserite nella toppa. La Cope capirà di averle dimenticate e non incolperà nessuno-.
-Frequenterai ancora tu le lezioni per me?-.
-Si, devi metterti in pari. Intanto io penserò a farti prendere qualche voto decente-.
Feci dietro front e stavo per seguire Zayn fuori dall’edificio, quando Fred mi richiamò. –Maud?-.
-Si?-.
-Grazie-.
Feci spallucce. –Di niente. Com’è andata l’audizione?-.
-Ho ancora una reputazione, ma la risposta la sapremo tra due settimane-.
-Sono sicura che vi sceglieranno.- dissi addolcendomi.
Per l’intero tragitto dall’infermeria ai dormitori sola con Zayn, rimasi in religioso silenzio.
-Sembra simpatico tuo fratello-.
-E’ solo apparenza.- ironizzai, ma il mio tono e il mio sguardo erano talmente neutri che si sarebbe detto che fossi seria.
-Sicura di sentirti bene?-.
-Mai stata meglio-.
-E’ per la Signorina Cope?- indagò.
-Per il vostro bacio, intendi? No, affatto.- sentenziai ostentando una disinvoltura che in quel momento non mi apparteneva.
-Mi era parso…-.
-Ti era parso male.- tagliai corto, camminando a passo spedito verso la mia stanza.
-Maud, l’ho fatto solo per distrarla.- mi rassicurò il moro con l’ombra di una supplica nella voce.
-Che cuore nobile! Oh, si che Zayn Malik è un vero gentiluomo!- sputai sarcastica avanzando a tentoni nel buio.
Lui si bloccò in mezzo al corridoio, stranito. –E’ stata la prima cosa che mi è venuta in mente sul momento…-.
-Per distrarla.- completai io al suo posto.- Si, lo so. Devo ammettere però che sembravi parecchio occupato anche tu. E adesso hai perfino un appuntamento ufficiale con la tua bella infermiera. Dovresti ringraziarmi-.
-Non è un appuntamento.- rettificò Zayn.
-Io lo definirei così, invece-.
-Senti…-.
-Buonanotte.- lo liquidai lapidaria sbattendogli la porta in faccia.
I miei compagni di stanza russavano beatamente immersi nel sonno.
Volevo indietro la mia vita.
 
 
 
La mattina seguente, come stabilito, Fred uscì dall’infermeria alle sette meno un quarto, lasciando la chiave nella toppa. Corse fino ai dormitori e lanciò un sassolino contro la finestra della mia camera per avvertirmi di essere arrivato. Non appena tutti gli altri furono usciti per andare a colazione, lo feci entrare.
-Rimani dentro e non uscire per nessuna ragione.- gli ordinai e al ritorno dalla mensa gli portai una brioche ripiena di marmellata e un toast. Lasciai le chiavi della stanza sulla scrivania, prima di recuperare la mia tracolla colma di libri e recarmi a lezione.
Ma, la situazione era destinata ad incontrare delle complicazioni.
Nella stanza che dividevo assieme ad Harry, Niall e Louis, Fred trascorreva una mattinata noiosa. Sedeva scomposto sulla sedia vicino alla finestra, con i piedi incrociati sulla scrivania quando un trambusto fuori lo spinse a spostare lo sguardo sulla porta chiusa.
Mosso dalla curiosità, ai alzò e socchiuse appena la porta per sbirciare all’esterno.
Il corridoio era completamente vuoto ad eccezione di una ragazza bionda ed atletica che in quel momento si era chinata per raccogliere i libri caduti in terra.
Suppongo che fu colto da un improvviso spirito di galanteria, perché, aperta la porta, uscì e prestò soccorso alla ragazza.
-Non ti scomodare.– sibilò infastidita la ragazza dopo avergli lanciato una rapida occhiata. Fred le restituì l’ultimo libro.
-Come ti chiami?- sorrise. Lei alzò di scatto il viso per incenerirlo con lo sguardo e improvvisamente parve accorgersi di qualcosa. Sgranò appena gli occhi, prima di ricomporsi con un colpo di tosse. –Simpatico davvero, Bayler.- disse beffarda.
Fred, compreso l’errore commesso, arrossì violentemente. –Si fa per scherzare, certo-. Si strinse nelle spalle. –Che ci fai nei dormitori dei maschi?-.
-Nulla di compromettente. Cercavo Harry-.
-Oh.- disse facendo mente locale sui nomi dei suoi o i miei (ad essere pignoli) compagni di stanza.-Penso sia a lezione. Tu non hai corsi da frequentare oggi?-.
Lei lo fissò, guardinga. –Ho un’ora libera…-.
-Che ne diresti di trascorrerla insieme?-.
Ora sembrava palesemente divertita. -Direi di no, ovviamente-. Gli lanciò un’ultima occhiata derisoria, prima di voltarsi con un “Ci si vede in giro, Bayler” e sparire in fondo al corridoio.
Fred rimase ancora un po’ lì, immobile con un’espressione sognante stampata in faccia. Quando però, si riscosse, fece per tornare dentro e scoprì di aver lasciato la porta chiusa e le chiavi nella stanza.
 
 
 
 
Il test di chimica non era stato particolarmente difficile.
-Fred,- mi interpellò Louis a mensa. –Cosa hai risposto alla seconda domanda?-.
Socchiusi gli occhi, tentando di ricordare. –Mi sembra la C -.
Louis si passò una mano tra i capelli con un sospiro di sollievo. –Meno male, anch’io-.
Mi servii del pollo nel piatto, prima di passare il vassoio a Niall. -Dov’ è Zayn?- domandai mentre masticavo.
-L’ho intravisto nell’aula di Geografia.- mi rispose Liam. -Sembrava di cattivo umore…-.
-Ah, eccolo!- intervenne Harry  indicando l’entrata.
Ma, più che di malumore, Zayn mi parve sconvolto. I capelli avevano perso la loro solita piega, gli occhi scuri saettavano rapidi da una parte all’altra e la camicia bianca della divisa era sbottonata all’altezza del colletto sgualcito.
Appena ci individuò seduti ad un tavolo in disparte, sfrecciò verso di noi ad una velocità supersonica.
Harry distolse l’attenzione dal purea spalmato sulla sua fetta di pane. –Zayn, hai l’aria stravolta.- osservò prima di tornare a discorrere con Louis.
A quel punto il moro si chinò subito su di me. –Fred non c’è in camera sua.- soffiò nel mio orecchio.
No. No. No.
Persi un battito e divenni bianca come un cencio.
-Fred, sei impallidito tutto d’un colpo. Stai bene?- fece subito notare Louis.
-C-credo di avere la febbre…- balbettai, tastandomi la fronte sudata con aria sofferente.
-Meglio passare in infermeria per accertarsene.- convenne Zayn, reggendomi il gioco. –Ti accompagno-.
Mi alzai e lo seguii fuori dalla mensa. –Com’è successo?- sbottai appena fummo in cortile.
-Non lo so. Sono entrato con le chiavi di Louis solo per controllare che andasse tutto bene e …boom. La stanza è vuota e di Fred nessuna traccia. – spiegò allarmato, percorrendo il selciato.
-Hai controllato da qualche parte?-.
-No, a parte il corridoio del dormitorio e il tragitto per andare a mensa-.
-Dove si sarà cacciato?- mugugnai, ma feci solo un altro passo che mi bloccai. –Ho dimenticato la borsa nella mensa-.
-Che importa! La prenderanno gli altri-.
-No, preferisco andarla a recuperare. Poi, cercheremo Fred, prima che combini altri guai-.
Ma, proprio mentre ci apprestavamo a tornare indietro, il vero Fred apriva la porta della mensa.
Cominciava ad avere fame, e non avendomi incontrata, aveva deciso di sgattaiolare fino al buffet, mangiare qualcosa e andare via senza che nessuno lo notasse. Non fece in tempo però a raggiungere il centro della sala che si sentì chiamare.
Lasciò vagare lo sguardo tra i tavoli e scorse un ragazzo castano che lo invitava ad avvicinarsi.
Seppur di malavoglia, acconsentì e una volta giunto lì lo vide seduto assieme ad altri tre ragazzi.
-Ragazzi, ho una gran fame!- esclamò.
-Non dovevi andare in infermeria?-.
-No, cioè si. Ma…-.
-Zayn?-.
Fred confuso si guardò attorno come aspettandosi che qualcuno o qualcosa dovesse spuntare da un momento all’altro dal pavimento. –Chi?-.
Il ragazzo castano, strizzò gli occhi azzurri chiedendosi cosa avesse quel giorno il loro compagno di stanza. I suoi amici d’altronde non sembrano di diverso avviso: il riccio e il suo vicino lo fissavano straniti e il biondo sembrava sul punto di scoppiare a ridere. –Hai l’aria strana. Avevi detto che saresti andato in infermeria con Zayn…-.
Zayn, Zayn, Zayn…-Oh quelZayn!- esclamò d’un tratto Fred, portandosi le mani alle tempie con fare teatrale. –Per un attimo avevo pensato a quello conosciuto in Mozambico!-.
I quattro ragazzi, da parte loro, parevano sempre più perplessi.
-Sei stato in Mozambico?- chiese scettico.
-Sicuro. La scorsa estate, con i miei e mia sorella-.
-Ed io che pensavo che se lo fosse inventato di sana pianta il Mozambico.- celiò il ricciolino con aria divertita.
-Sembri diverso…- constatò il ragazzo dagli occhi azzurri squadrandolo da capo a piedi.
Proprio allora, io e Zayn dall’oblò della porta della mensa individuammo mio fratello in piedi, vicino a Louis.
-Aspetta in dormitorio.- fu l’ordine asciutto di Zayn prima di schizzare dentro.
-Sei più alto.- stava dicendo Harry, quando il moro li raggiunse. –E ti si è…abbassata la voce-.
-Colpa del mal di gola!- esclamò Zayn, circondando le spalle di Fred in un abbraccio amichevole.
–Già.- fece Fred.
-Lo porto in infermeria-.
-Ha detto di essere andato in Mozambico-.
-La febbre fa brutti scherzi.- minimizzò Zayn, prima di far ruotare Fred su se stesso e di pilotarlo verso l’uscita.
-Comincio a non capirci più nulla.- disse Louis, guardandoli mentre si allontanavano.
-Il mondo è matto.- fece spallucce Harry.
 
 
 
 
Ed ecco il nuovo capitolo, un po’…movimentato! Che ne pensate?
Il prossimo sarà quello della partita e il successivo l’epilogo. Ma, forse non ci lasceremo tanto presto (per chi vorrà…) perché avrei in mente un seguito, sullo stesso tono di Tomboy, ma con molte, essenziali differenze. Prima di mettermi all’opera però, desideravo conoscere un vostro parere. I particolari potrò darveli nel my space dell’epilogo, così non vi rovinerò certe sorprese. Nel caso vi piacesse la prospettiva, inizierò a pubblicarla appena terminata anche Penfriends.
Ah, il ventuno vado in montagna con i miei: penso di riuscire a postare il ventesimo capitolo di Penfriends, ma quanto a Tomboy ci rivedremo direttamente il trenta luglio :(
A parte questo, devo fare un grazie enorme a chi lascia una recensione/preferisce/segue e ricorda questa storia; chi mi tiene tra gli autori preferiti e chi invece legge e basta. Grazie, sul serio! Siete meravigliose, tutte quante! *.*
Inutile dire che mi farebbe immensamente piacere conoscere il vostro parere su questo capitolo xx

Per qualsiasi cosa sono su ask: http://ask.fm/RuthSpencer 
Vado a rispondere alle recensioni <3

Caty
 

 Ps. Ho appena pubblicato una storia, è un po' particolare e durerà cinque capitoli. Se qualcuno di voi volesse darci una sbirciatina, ne sarei felicissima :D  -   C'era una volta un caso umano  - !!!!!
 

   
 
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