Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MandyCri    18/07/2013    29 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/
watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=you

tu.be

Un grazie di cuore a PinkyCCh per il meraviglioso trailer e a He is my dilemma per il bellissimo banner

 



Ciao,
sono un po'  in anticipo con la tabella di marcia, ma questo capitolo ce l'avevo in mente ancora dal missing moment e quindi l'ho messo giù velocemente.

Allora innanzi tutto ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e anche il missing moment.
Mi perdonerete se questa volta non riporto tutti i nomi: perdonatemi!

Volevo dirvi che la storia è quasi al termine, ancora due capitoli e poi finisce tutto e devo dire che mi dispiace un bel po', perchè mi sono affezionata a questi due che comunque sono diventati dei grandi personaggi per me, solo grazie a voi.
Quindi grazie davvero di cuore.
Vi segnalo come sempre il gruppo facebook, difficilmente faccio spoiler, però mi piace davvero quando ho un rapporto diretto con voi ragazze, come oggi ad esempio che mi avete trattata come la JACK di turno!
Grazie tante ;)
Comunque questo è il link L'amore non è bello se non è litigarello
Se vi va cliccate!
Colgo l'occasione per farmi pubblicità. Questa è una nuova storia che sto scrivendo, perché giusto ieri mattina avevo deciso di appendere la penna al chiodo e ho cominciato un nuovo racconto.
Sono pazza, lo dico da sola!
Se vi va di leggerla si chiama L'UNIDICESIMO COMANDAMENTO

L'undicesimo comandamento di MandyCri


Basta termino qua!
Besos MandyCri



_____________


CAPITOLO 28
 
Jack arrivò sotto casa di Jenna tutto trafelato.
Nonostante avesse messo il climatizzatore al massimo stava sudando, peggio che ad una partita di football.
Aveva la fronte e i capelli completamente bagnati.
Maledetta agitazione!
Prese lo zainetto che gli aveva preparato Chantal. Non aveva ancora guardato cosa c’era dentro.
Sua madre gliel’aveva dato prima che uscisse di casa.
- JJ prendi questo ti sarà utile, quando arriverai a casa di Jenna, vedrai! – gli aveva detto facendogli l’occhiolino.
Jack non aveva ribattuto, era talmente tanto nel pallone che aveva annuito come un imbecille a sua madre, poi l’aveva abbracciata e baciata.
Era uscito di casa, ma era tornato subito sui suoi passi, aveva preso il mazzo di calle che aveva comprato per Elizabeth che sua madre teneva in mano, perché lei già sapeva che se lo sarebbe dimenticato e aveva preso anche la busta, quella busta, che suo padre gli porgeva.
Sembrava stesse partendo per la guerra! I suoi genitori erano rimasti fermi sull’uscio e l’avevano salutato come se fosse stata l’ultima volta in cui l’avrebbero visto.
- Già gli esami! – aveva esclamato stordito, battendosi un palmo sulla fronte.
Suo padre aveva sorriso – Dai JJ! Vedrai che andrà tutto bene. È una persona, non un mostro! – aveva cercato di incoraggiarlo, ma aveva storto la bocca in modo chiarissimo – Anch’io a suo tempo mi sono cagato addosso, ma poi è andata! Vedrai che è più l’attesa di questo incontro ufficiale che il resto. Mangerete, chiacchiererete e nulla di più. Ti divertirai alla fine, ci scommetto quello che vuoi. Mica ti farà il terzo grado! Insomma… in genere si ha paura dei padri della propria fidanzata, non delle madri. Sono loro quelli burberi! Pensa quanto fortunato sei!
Chantal aveva abbassato gli occhi, poi l’aveva guardato – JJ, ha ragione tuo padre, vedrai che tutta la paura che hai è infondata… - aveva mormorato e dal tono di voce si era capito benissimo che non era molto convinta nemmeno lei di ciò che aveva detto.
Aveva preso lo zaino. Se l’era messo sulle spalle. Aveva infilato la busta nella tasca posteriore dei jeans e infine, con i fiori tra le braccia, si era diretto verso la macchina ed era stato in quel momento che aveva cominciato a sudare come un ossesso, ancora prima di entrare nel suo suv.
Si guardò nello specchietto retrovisore e poi si osservò i vestiti, disperato.
Cazzo! Era impresentabile!
I capelli gocciolavano perfino e aveva una pezza sotto le ascelle che era una cosa indecente.
Nemmeno quel giorno avrebbe fatto bella figura con Elizabeth.
Si strofinò la faccia disperato.
Non c’era proprio verso, con la genitrice pazza, lui sarebbe stato sempre un passo indietro.
Aprì lo zainetto per vedere cosa gli aveva preparato sua mamma.
Ci trovò dentro un asciugamano, due magliette di ricambio, delle salviette umidificate, un deodorante e un foglio piegato!
Nemmeno fosse partito per il campeggio o per la guerra, appunto…
Aprì il biglietto e lesse.
Ciao JJ, amore della mamma, ho pensato che saresti arrivato sudato e impresentabile dalla tua futura suocera. Posso comprendere l’agitazione e, tra l’altro, ho il ricordo ancora vivido di tuo padre la prima volta che è venuto a casa mia in veste ufficiale. Non ti dico quanto l’abbiamo preso in giro alle sue spalle e lo facciamo ancora adesso senza che lui se ne accorga! È arrivato sudatissimo e puzzava come una capra. Ho pensato quindi che queste cosette ti potessero aiutare! Vai JJ e spacca tutto.
Mamma
Tirò un sospiro di sollievo.
Per fortuna che c’era Chantal che pensava sempre a tutto.
Uscì dalla macchina e si levò la maglietta, si pulì con le salviettine e si mise il deodorante.
Sua madre era veramente un genio!
Fece un lungo sospiro di sollievo: si sentiva già meglio.
Questa volta non era da solo contro Elizabeth, fortunatamente, poteva contare sull’appoggio di sua mamma.
Entrò con il busto dentro la macchina, lasciando fuori il sedere.
Un colpo secco gli colpi il posteriore.
- Ahia! – gridò andando a sbattere la testa contro la cappotta.
Uscì dalla macchina e si girò.
La signorina Rottenmeier lo stava fissando piena di sdegno – Pervertito! – gridò astiosa.
Jack provò a parlare, ma la donna lo bloccò subito, puntandogli il bastone contro il viso – Possibile che i giovani d’oggi siano tutti così? È la seconda volta che ti vedo e, guarda caso, sei sempre nudo. Che educazione hai ricevuto? Sei, forse, un maniaco? Un depravato? Devi andare dalla piccola Jenna? Ma lo sa sua madre che razza di degenerato frequenta sua figlia? La dolce e gentile Jenna, cosa le hai fatto? – la vecchia interruppe il fiume di parole e gli assestò una nuova potente bastonata in testa.
Ma dove la trovava tutta quella forza?
Jack sgranò gli occhi – Signora… io… - tentò di dire, ma ancora una volta fu interrotto.
- SIGNORA??? Dico SIGNORAAAA???? Mi stai dando forse della vecchia? Io sono ancora signorina e ne sono feria – affermò convinta – Adesso muoviti a rivestirti così mi aiuti a portare su queste borse, visto che dobbiamo fare la stessa strada!
Jack la guardò allibito.
Recuperò una maglietta pulita nello zaino e se la infilò senza dire una parola.
Prese il mazzo di fiori e chiuse la macchina.
- Puah! Calle! Ma cosa ti è venuto in mente di comprare quei fiori ad Elizabeth, ti sembra forse il tipo da calle? Dovevi comprarle delle margherite colorate. Sei proprio un testone che non capisce niente! – la signorina Rottenmeier mimò tutto il suo disprezzo scuotendo la testa.
Jack prese le due borse della spesa e la seguì in silenzio.
Non vedeva l’ora di rifugiarsi nell’appartamento di Jenna, perché era meglio subire le domande e la presenza della signora Allen piuttosto che quelle di quella vecchiaccia.
Quando finalmente si liberò della donna, era sudato più di prima.
Aveva portato per cinque piani le borse della signora – Niente ascensore, perché è pericoloso, non bisogna fidarsi di questi congegni moderni – l’aveva rimproverato con tanto di indice ondeggiante, quando aveva premuto il bottone per chiamarlo.
Arrivato al terzo piano aveva depositato i fiori davanti alla porta di Jenna e aveva proseguito per gli altri due piani, con la vecchia che continuava a riprenderlo, perché l’aveva trovato per la seconda volta ignudo (così aveva detto!).
Era ritornato quindi alla macchina aveva riaperto lo zaino e benedetto in tutte le lingue che conosceva Chantal che gli aveva messo dentro due magliette, poi era saettato senza alcun ripensamento da Jenna.
Meglio Elizabeth! Meglio Elizabeth!, continuava a ripetersi.
Adesso se ne stava lì, impalato davanti alla porta dell’appartamento di Jenna ed Elizabeth.
La giornata non era cominciata per niente bene.
Cosa gli poteva capitare ancora?
Perché il destino si era accanito contro di lui?
Un po’ tremolante suonò il campanello, sperò con tutto il cuore che fosse Jen ad aprirgli la porta.
- Jack! Ciao – Elizabeth lo salutò con calore – Vieni, accomodati. Jenna arriva subito. È da questa mattina che non si sente molto bene. Aveva la nausea e ha vomitato di tutto.
Jack impallidì.
Uno strano pensiero prese forma nella sua testa.
Che Jenna fosse…? No! Non poteva essere così sfigato… no! Non ci voleva nemmeno pensare.
Come un automa porse il mazzo di fiori alla sua futura suocera e subito prese la busta che aveva messo nella tasca posteriore dei jeans e le diede anche quella.
Elizabeth prese le calle e Jack notò subito l’arricciamento del naso. La vecchiaccia aveva ragione: alla signora Allen non piaceva quella tipologia di fiori.
Porca puttana! Non ne azzeccava mai una!
Si sedette sul divano sconsolato, mentre Elizabeth si dirigeva in cucina a finire di preparare il pranzo.
Jenna arrivò qualche minuto dopo. Era pallidissima e sembrava stesse soffrendo molto.
- Ciao Jack – mormorò con un filo di voce, prima di sedersi vicino a lui e appoggiare il viso sulla sua spalla – Scusa ma non mi sento molto bene. Non mi era mai capitato prima di sentirmi così, forse dipende anche da tutta l’acqua che abbiamo preso ieri.
Cristo Santo! Era tutta colpa sua, ma cosa gli era venuto in mente? Perché aveva fatto quella cosa?
- Ciao Jen – le diede un leggero bacio sulla fronte, per capire se avesse la febbre, ma appurò con uno strano disappunto che era fresca come una rosa, non era l’influenza il problema della sua ragazza – Cos’hai esattamente? – chiese ansioso.
Voleva sentire quali erano i sintomi e capire se preoccuparsi o no per quella cosa che avevano fatto il giorno precedente.
Non poteva essere così… così… così cecchino, per la miseria!
Jenna si accoccolò vicino a lui – È da questa mattina che ho la nausea e i crampi alla pancia. Ho vomitato tutta la colazione e poi solo succhi gastrici – disse sconsolata.
Fu in quel momento che Jack cominciò a pregare.
Poco dopo Elizabeth li chiamò e si accomodarono in cucina.
La signora Allen scherzò tutto il tempo e tenne alta la conversazione.
Il pranzo fu incubo e a Jack sembrò fosse passato un secolo da quando si era seduto a tavola.
Strani pensieri popolarono da subito la sua mente, tanto che si estraniarlo dalla situazione.
Jenna non aveva toccato quasi cibo e ogni volta che sua madre le metteva qualcosa sul piatto, faceva delle strane facce. Si era già alzata due volte per andare in bagno a vomitare, per ritornare poi sconsolata al suo posto – Niente! Non mi sono mai sentita così strana, cosa mi sta succedendo?
Jack era una corda di violino, talmente si sentiva teso.
Ma che cazzo aveva combinato?
Aveva sorriso tiratamene alle battute di Elizabeth, ma il più delle volte non aveva ascoltato una sola parola.
Lui non se ne intendeva di quelle cose.
Se una donna era incinta le nausee cominciavano da subito?
Sapeva che la maggior parte delle volte la nausea arrivava alla mattina, ma lui non ne sapeva proprio niente. Non si era mai posto quel tipo di problema.
Non vedeva l’ora di andare a casa e cercare su internet e se non avesse capito nulla, si sarebbe confidato con Chantal.
Chi meglio di sua mamma poteva spiegargli certe cose?
Dio! Cosa aveva combinato…
Finalmente il pranzo finì, Jenna si alzò subito – Mamma! Devo andare in bagno – gridò, sparendo subito dietro l’uscio.
Elizabeth scosse la testa preoccupata – Cose di donne, purtroppo! Tu non puoi capire – disse scuotendo la testa.
Per forza non capiva! Non era mai stato incinto lui!
La situazione gli si presentò gravissima davanti agli occhi.
E adesso? Elizabeth sapeva già tutto? Cosa le avrebbe detto? Ma soprattutto cosa avrebbe detto lei?
Si sarebbe preso le sue responsabilità. Questo era poco, ma sicuro!
Addio college, addio sogni, addio speranze.
Aveva gettato tutto al vento, solo per la sua stupida voglia di avere Jenna tutta per lui, di amarla come non aveva mai amato nessuna prima di lei.
Che pirla!
Ma si poteva essere più stupidi di così?
Si accasciò sulla sedia senza forze. Cosa c’era di peggio di questo?
- Veniamo a noi, caro Jack!- la voce squillante di Elizabeth lo riportò bruscamente alla realtà.
Ecco! Come non detto…
Alzò velocemente gli occhi sulla donna che gli stava sventolando la busta con i suoi esami del sangue sotto il naso con una espressione sadica dipinta sul volto – Vieni andiamo di là e ci accomodiamo sul divano.
Seguì sconfitto la signora Allen. Era giunta la sua ora e non aveva nemmeno Jenna che poteva aiutarlo spiritualmente.
Si accomodarono sul sofà uno di fronte all’altra.
Elizabeth sfilò il foglio dalla busta con una lentezza esasperante.
Jack non aveva paura dei risultati.
Ovviamente li aveva già guardati. Era sano come un pesce. Aveva più paura dell’esito del folle pomeriggio d’amore con Jenna.
Ma perché non aveva usato la testa in quella circostanza?
La risposta era semplice: aveva ragionato con qualcos’altro!
Quanto avrebbe voluto il bastone della signorina Rottenmeier, in quel momento, per prendersi a bastonate in testa da solo.
Ma poi a cosa sarebbe servito?
Da lì a poco ci avrebbe pensato Elizabeth.
Si strofinò le mani sulla faccia, mentre la mamma di Jenna leggeva attentamente i risultati.
- Bene Jack, sei meno stupido di quello che pensavo o forse solo fortunato! – gli disse con uno strano sorriso.
- Elizabeth i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare me stesso – soffiò con un filo di voce.
Lei annuì – Ho delle domande da farti e spero tu sarai sincero con me.
- Lo sarò… - rispose, anche se la voce gli uscì bassissima.
Jenna era ancora in bagno, perché ci metteva tanto?
Il giorno dopo sarebbe andato subito in farmacia a comprare un test di gravidanza. Aveva visto una pubblicità in televisione che ce n’era uno che, se positivo, ti diceva perfino da quante ore la donna era incinta.
Ma cosa aveva combinato? Maledetto lui…
- Quante ragazze hai avuto Jack?
La domanda lo colse impreparato.
E chi lo sapeva? Non aveva mai tenuto il conto. E checcazzo! Non le segnava mica in un’agendina – Diverse… - rispose scoraggiato.
Se le domande fossero state tutte così, sarebbe stata una giornata davvero difficile.
- Diverse, quante?
- Non lo so… non ho una lista della spesa…
Elizabeth scoppiò a ridere – Jack sei un vero spasso! – disse asciugandosi le lacrime, poi cercò di darsi un contegno e divenne seria – Va bene, continuiamo. Mi sembri sincero. Hai mai avuto una ragazza fissa?
- No, Jenna è la prima e spero anche l’ultima – rispose monotono.
Un lampo di gioia attraversò gli occhi della signora Allen – Devo ammettere che ci sai fare Jack! Bene… Hai fatto sesso con tutte?
Sussultò – Più o meno, con quelle che ci stavano da quando avevo circa quattordici anni: si.
- Comprendi anche il sesso orale con questa risposta? – chiese lei con un ghigno.
- Si – il monosillabo gli uscì come uno sparo.
Fortuna che erano seduti comodamente su un divano.
Gli sembrava sempre di più, un interrogatorio vero e proprio, stava sudando e non aveva più magliette di ricambio.
Adesso capiva perché Chantal gliene aveva messe due.
La prima era per il suo arrivo a casa di Jenna, come sua madre aveva scritto sul biglietto. Aveva immaginato che la tensione si sarebbe fatta sentire, mentre l’altra era per il post interrogatorio…
Solo che, grazie alla vecchiaccia, si era bruciato la seconda maglietta, accidenti a lei!
- Lo sai vero che anche il sesso orale deve essere fatto con la protezione, a parte quello spiacevole episodio con mia figlia, spero che tu sia stato sempre attento…
Jack sussultò per la milionesima volta.
Sentì le guance prima congelarsi e poi andare a fuoco – Mio padre è un dottore – disse non capendo più nemmeno lui a cosa stava rispondendo – Mi ha spiegato tutto e mi ha fatto una testa grande come una casa sulle malattie che si trasmettono con il sesso, quindi a parte quello s…piacevole episodio con Jenna, sono sempre stato attento, ecco…
Elizabeth assottigliò gli occhi – Ok, ti credo. Ti faccio solo un’ultima domanda e poi ho finito e ti darò il mio verdetto – disse, non riuscendo a trattenere il sorriso.
Jack sgranò gli occhi.
Aveva come l’impressione che la donna lo stesse prendendo un po’ in giro e che tutte quelle domande non gliele facesse per sapere realmente qualcosa di lui, ma solo per divertirsi alle sue spalle, per vedere la sua reazione e metterlo in imbarazzo.
Aggrottò le sopracciglia e la fissò immusonito.
Ah! Ah! Che divertente!, pensò tra sé e sé – Ok – rispose invece. Non poteva certamente farla arrabbiare, in fin dei conti!
- Hai mai fatto sesso, sesso completo, hai capito cosa intendo insomma… senza precauzioni, Jack? Intendo senza preservativo, se non ti è chiara la domanda.
Il sangue gli si gelò nelle vene.
Non poteva dire di no, sarebbe stata una bugia dato che l’aveva fatto in quel modo, proprio il giorno prima, ma non poteva nemmeno dire di sì, perché poi Elizabeth avrebbe voluto sicuramente sapere con chi e lui non glielo poteva certo dire.
Un rivolo di sudore gli scese sulla fronte.
Abbassò lo sguardo quando quello indagatore della mamma di Jenna si fece più acuto.
Che Dio l’aiutasse.
Rimase zitto, ostinato nel suo mutismo. Cosa doveva fare adesso?
Una bugia a fin di bene non era un peccato. Non aveva mai mentito in vita sua, o meglio le poche volte che l’aveva fatto era stato scoperto subito e, tra l’altro, era successo tanto tempo prima.
Non aveva bisogno di dire una cosa per un’altra.
I suoi genitori gli erano sempre stati vicini, in qualsiasi momento della sua vita e lui era sempre stato un bravo figlio, perché non aveva mai combinato casini allucinanti, certo… almeno fino a quel momento!
Oh Dio! E se Jenna fosse stata veramente incinta, come gliel’avrebbe detto a suo padre e a sua madre?
Deglutì vistosamente e si rese conto che aveva la gola secca. Mandò giù a vuoto.
- MAMMAAAAAAA… VIENI SUBITO QUI! – l’urlo di Jenna lo salvò.
Dio esiste!, pensò.
- Scusa Jack arrivo subito, tanto so già cosa mi deve chiedere. Sempre la stessa storia – sbuffò Elizabeth.
Jack rimase impalato.
Si raggomitolò su stesso portando la testa alle ginocchia.
Sarebbe diventato padre, sempre se i suoi genitori ed Elizabeth non l’avessero ammazzato prima.
Gli veniva da piangere, come aveva potuto essere così stupido?
Un’unica cazzata in vita sua aveva rovinato completamente il suo futuro.
Che stupido, idiota, imbecille!
L’avrebbe amata lo stesso la sua Jenna anche se avessero usato il preservativo.
No! Aveva avuto la splendida idea di non attendere qualche settimana per fare quell’esperienza con lei. Poteva aspettare che Jenna prendesse la pillola, ma lui, invece, era stato ingordo, avido!
Si morse le labbra ripetutamente.
La vecchiaccia del quinto piano aveva ragione a prenderlo a bastonate.
E Jenna?
Aveva rovinato anche a lei la vita e tutto perché era stato uno schifoso egoista.
Lei sarebbe stata quella che avrebbe subito le conseguenze più di lui.
Stupido, idiota!
Era ancora assorto in questi pensieri quando madre e figlia fecero capolino nel salotto.
Si rizzò immediatamente – Come stai? – chiese a Jenna guardandola dolcemente.
Lei gli sorrise – Adesso meglio, grazie Jack. Ho preso un antidolorifico e va meglio e poi finalmente il peggio è passato. Intendo la nausea… è stata proprio potente.
Jack la fissò smarrito – Mi dispiace tanto, io non volevo, dimmi cosa posso fare per rimediare. Ti giuro mi prenderei tutto il tuo dolore se fosse possibile… – balbettò quasi con le lacrime agli occhi.
- Jack! Se potessi dartelo te lo passerei volentieri, ma purtroppo questo è il destino della donna – raddrizzò la schiena e gli puntò l’indice contro - Donna, tu partorirai con gran dolore. Uomo, tu lavorerai con gran sudore! – recitò.
A Jack vennero le convulsioni e senza rendersene conto scoppiò a piangere.
Jenna e Elizabeth accorsero subito al suo capezzale – Santo Cielo, non credevo fosse così sensibile questo ragazzo, sei proprio fortunata Jen, quasi ti invidio – sussurrò la signora Allen.
- Jack cosa ti prende? – gli chiese Jenna preoccupatissima.
- Non sai quanto mi dispiace… - riuscì a dire tra un singhiozzo e l’altro.
Elizabeth scosse la testa e poi alzò le spalle – Bè Jenna, se deve reagire così ogni volta che ti viene il ciclo, quando vi sposerete, ti consiglio di venire a stare da me, quella settimana! – e poi se ne andò alzando le braccia in aria.
Jack spalancò gli occhi: non aveva, come al solito, capito niente di niente!
Che giornata di merda!

 

   
 
Leggi le 29 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MandyCri