Per il canadese era impossibile non
notare quanto fosse
cambiata la capitale francese, un tempo molto frequentata da lui stesso.
Faticava a riconoscere molte delle strade più affollate e
molto probabilmente
si sarebbe perso se non fosse stato al fianco
dell’affascinante rappresentante
di quella tutt’ora magnifica nazione.
Kumajirou camminava al loro fianco emettendo qualche verso scocciato,
non aveva
voglia di muovere un solo passo e aveva anche una gran fame, ragion per
cui
Matthew aveva deciso di portarlo con sé.
“A cosa pensi?”
“Mi è sempre piaciuta la Francia.”, gli rivelò con un certo imbarazzo. In un primo momento, il francese, si dimostrò piuttosto stupito nel sentirgli pronunciare quelle parole, ma a quanto pareva ne era rimasto felice.
“Lo so.”, rispose socchiudendo gli occhi per una manciata di secondi. Un tempo era solito ricordarglielo, era un bambino piuttosto vivace con chi conosceva e riteneva fosse necessario rivelare il suo apprezzamento per quella nuova terra che si trovava a visitare.
Il canadese distolse lo sguardo. Stava di nuovo pensando al passato. Possibile che non riuscisse a fare altro in quel momento? La presenza del francese gli provocava una simile nostalgia da dover rivangare ogni singolo momento della sua infanzia passata al suo fianco?
“Nel posto dove stiamo andando cucinano dell’ottimo cibo.”, gli rivelò l’altra nazione decidendo di cambiare argomento.
“Puncakes?”, domandò il più giovane portando una mano a posarsi sulla testolina dell’orso che sembrava piuttosto affaticato.
“Anche.”, confermò.
Il canadese si trovò a sorridere e si fermò quando il suo sguardo si soffermò sulla Senna. Le acque erano calme, complici l’assenza di un solo filo d’aria e il cielo sereno privo di nuvole.
Non si accorse minimamente del “Ti piacerà” che il francese pronunciò per continuare quella conversazione. No, ormai il canadese era perso nei suoi pensieri. Quelle acque l’avevano portato in un posto lontano dove, moltissimi anni prima, per la prima volta si era trovato a provare una profonda malinconia.
Il mare azzurro circondava la nave sulla quale si erano imbarcati ormai da diversi giorni. Il giovane Matthew, ancora bambino, osservava la vasta distesa d’acqua dall’oblò della stanza che gli era stata assegnata.
Francis,
l’uomo che l’aveva
portato con sé, gli aveva raccontato di una terra diversa da
quella dove aveva
vissuto fino ad allora. La Francia.
Ma cosa poteva esserci di così diverso? Animali differenti?
Frutti? Diversi metodi
di caccia? No, le differenze andavano ben oltre, il piccolo
l’aveva capito alla
sola vista del rappresentante francese che ai suoi occhi risultava fin
troppo
diverso dalla gente della tribù.
Gli avevano negato la sua tunichetta bianca, quella identica a quella
che
indossava suo fratello Alfred, e gli avevano fatto indossare vestiti
eleganti e
dall’aria raffinata, a dire la verità anche un
po’ scomodi.
Nessuno gli aveva detto dove fosse andato Alfred. Francis aveva
accennato
qualcosa riguardo a un’altra terra e gli aveva promesso che
un giorno lo
avrebbe rivisto. In realtà ci credeva poco.
“Matthew!”,
fu proprio
la voce di quel francese a risvegliarlo dai suoi pensieri poco felici.
Il bambino,
un po’
restio, si voltò a guardare il più grande che si
era affacciato alla porta: sul
suo viso vi era dipinto un grande sorriso ed aveva l’aria non
poco annoiata,
probabilmente era andato da lui con l’intento di svagarsi.
“Francis.”, pronunciò il suo nome con
poco entusiasmo. Non provava risentimento
nei suoi confronti, semplicemente gli riusciva complicato fidarsi di
lui, erano
troppi i segreti si cui l’altro era a conoscenza e di cui non
gli parlava.
“Arriveremo domattina.”, lo informò il
francese andando a sedersi sul bordo del
letto con le sue solite movenze eleganti.
Chissà
se in Francia
erano tutti come lui? Alcuni degli accompagnatori del più
grande, a suo dire,
risultavano fin troppo ridicoli per il modo in cui erano conciati. Lui
non era
un esperto di abbigliamento, nel posto in cui era vissuto non era una
cosa
considerata troppo importante, ma li trovava non poco divertenti e a
stento
riusciva a trattenere una risatina in loro presenza.
“Oui…”, rispose il piccolo con un
pessimo accento francese che sembrò donare un
sorriso allegro al biondo. Da quando si trovava su quella nave,
Matthew, era
stato rimproverato non poche volte per la sua poca conoscenza del
francese, che
a dire la verità aveva sentito per la prima volta solo pochi
giorni prima,
proprio quando quello sconosciuto gli aveva parlato del viaggio.
“Bien.”, annuì Francis senza perdere il
sorriso,”Hai domande particolari,
Matthew?”
Domande? Non gli avevano risposto a un solo interrogativo,
perché avrebbe
dovuto chiedergli altro? No, non ci avrebbe ritentato, almeno non ora.
“No…”, scosse il capo per poi tornare a
rivolgere i suoi occhi viola fuori dall’oblò.
Il primo giorno era stato tentate di saltare giù da quella
nave, continuava a
ripetersi che era ancora in tempo per tornare dalla sua gente, dalla
sua
famiglia, ora si era rassegnato.
“Ti piacerà…”,
mormorò il francese che nel frattempo si era alzato per
avvicinarsi nuovamente alla porta. Gli sarebbe piaciuta? Questo il
bambino non
lo sapeva. Per ora aveva una conoscenza ben limitata della terra dove
erano
diretti. L’unica cosa che sapeva era che l’eleganza
e lo sfarzo vi regnavano
sovrani, o almeno questo gli aveva raccontato il rappresentante
francese che
sembrava non poco entusiasta di poter tornare a casa.
Matthew non rispose, si limitò ad annuire senza troppa
convinzione e a
respingere quei lacrimoni che minacciavano di rigare quelle guanciotte
non più
rosee. Non voleva andare in quel posto. Voleva tornare a casa sua, ma
aveva
paura anche solo di pronunciare quel desiderio. Cosa gli avrebbero
fatto se si
fosse rifiutato di seguirli? Gli avrebbero negato per sempre di vedere
il suo
fratellone?
La porta si chiuse, questo voleva dire che Francis l’aveva
lasciato nuovamente
solo.
Lui non poteva capire l’angoscia che in quel momento
opprimeva il piccolino.
Lui, ormai adulto, non era a conoscenza delle esigenze del bambino che
difficilmente di sarebbe abituato alla sua nuova vita.
Forse nel vederlo in difficoltà gli avrebbe rivelato uno di
quei segreti che la
piccola nazione bramava così tanto? Dopotutto ci sperava.
Speranza vana o meno non gli rimaneva altro.