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Autore: picchia    30/01/2008    14 recensioni
Vi siete mai chieste come mai Tom abbia i rasta? Come mai sin da piccolo abbia deciso di farsi questa particolare acconciatura,decisamente fuori dal comune per un bambino di 10 anni(non so di preciso a che età li abbia fatti)..un pò strano, no? beh, io me la sono immaginata così. In un modo tremendamente tenero.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ieri sera prima di addormentarmi ascoltavo la radio quando il dj ha passato la famosissima canzone “ no woman, no cry“ del sommo profeta BOB MARLEY.
(Se non sapete chi sia mi rifiuto di spiegarvelo! Anche solo di sfuggita credo che tutti sappiano chi sia e cosa abbia fatto. Se non è così fatevi una rapida ricerchina su Google e scaricate qualcosa da Emule. È doveroso sentire una delle sue opere! Anche se non è il vostro genere preferito!!)
Comunque..dicevo: mi è venuta una facile associazione di immagini e in breve mi sono chiesta se fosse possibile che il chitarrista dei Tokio Hotel, famoso anche per i suoi lunghi dread, non abbia preso spunto dal mitico artista reggae. Scusate, perché no? A questo mondo tutto è possibile ^_^
Premetto che non so come siano andate veramente le cose e a che età di preciso li abbia fatti. Mi sono fatta due conti e ho ipotizzato il periodo tra i 10 e gli 11 anni.

Ecco come me la sono immaginata.
Tenera.

Buona lettura!








 
PURE IO VOGLIO ESSERE FIGO!
 
 
“Bambini vi va di andare a vedere la scuola di Gordon?”- una signora alta e magra, dalla folta  e voluminosa chioma rossa, entrò nella camera allegra e in cerca delle sue piccole pesti.
“Mhhhhhh “-  ebbe un semplice mugugno poco convinto in risposta dai due.
“Ci sono tanti strumenti musicali con cui potrete suonare e cantare…vi va?”- disse in modo di convincerli
“Siiiiiiiiiii”- i due biondini iniziarono a saltare come forsennati presi dall’improvviso entusiasmo.
 
 
Chiuso il portone d’entrata si ritrovarono in un corridoio rosso pieno di quadri, all’interno dei quali vi era il ritratto di molte stelle musicali. Da quell’unico corridoio si poteva entrare in tutte le sale-prove della scuola di Gordon, il compagno di Simone, la mamma di quelle birbe bionde dai capelli a spazzola.
“Piccoli, restatemi dietro! Non voglio cercavi per ore se vi perdete! “–la signora si rivolse ai bambini che erano rimasti a fissare incuriositi da ogni personaggio fotografato.
In particolare Tom. Lui era rimasto col nasino all’insù incantato a mirare un preciso quadro, ammaliato dal magnetismo trasmesso in quell’istantanea, con una faccia da cui traspariva ammirazione verso quell’uomo così strano.
Era il primo piano di un signore di colore. Aveva un sorriso gentile sul volto e i suoi occhi davano un senso di sicurezza mista a serenità. In mano aveva una sigaretta (ma diversa da quelle di Gordon) ed era lì, rilassato e per nulla infastidito, sicuro di sé e calmo.
“Tom, piccolo, vieni?”- la voce della signora distolse il bambino dal suo stato catatonico di fronte quella fotografia
“Mamma,chi è questo signore?”- chiese allora il bimbo con  un candore disarmante
“Questo è Bob Marley! È un cantante reggae”- rispose lei sorpresa
Mh..io voglio essere come lui! “- esordì deciso il biondo
“Che cosa intendi?”
“Voglio sembrare come lui…è bello! È figo! Pure io voglio essere figo! “- esclamò gonfiando il suo piccolo petto da bambino di dieci anni.
La donna scoppiò a ridere per la troppa sincerità posseduta da quello scricciolo – “e sentiamo cosa vorresti fare?”- incalzò divertita
“Voglio questa!”- rispose dopo averci pensato un poco e indicando la ‘sigaretta’ tenuta in mano dal cantante ritratto.
La mamma strabuzzò gli occhi e negò secca
“Allora voglio questi!”- indicando sorridente quelli che dovevano essere capelli ma parevano tanto corde. Era una massa di salsicciotti nodosi e neri, di diverse dimensioni e forma, che ricadevano sciolti sulle spalle muscolose dell’uomo.
“Amore ma quelli sono rasta! Tu sei troppo piccolo per averli e poi hai i capelli corti per farli!”- terminò così la discussione, accarezzandogli la testolina bionda e trascinandoselo dentro la prima stanza a destra in cui si poteva entrare dal corridoio.
 
 
 
 
 
“Piccoliiiiiiiiiii, sbrigatevi che il barbiere chiude!”- Simone urlò su per la rampa per richiamare i figli-
I due gemellini scesero di corsa le scale intenti da una divertente lotta fatta di spintoni e gomitate come erano abituati a fare. La mamma sorrise a quella scena e si preparò a coprire i figli con le rispettive sciarpe e cappotti. Appena gli furono davanti, infatti, iniziò a vestire il primo e finito passò al secondo..
“No mamma, io non me li taglio!!”- disse quello scostandosi dalla presa della donna
“E perché?”– lo guardò curiosa
“Devono diventare lunghi come quelli di Bob Mali! “- affermò sorridente
“Si dice Bob Marley! …e perché li vuoi lunghi?”- sempre più incuriosita e sorpresa da quella decisione
“Così posso avere i ….rasta!!”- urlò contento della sua scelta e fiero di aver detto il termine giusto
“Ah! Vuoi i rasta!”- disse secca pensando: mannaggia a Gordon e a Bob Marley!
“Si”- confermò entusiasta lui
“Lo sai che una volta fatti poi non li puoi più togliere?”- cercò di intimidirlo con una mezza bugia
“Fa nulla! A me piacciono..”- sempre più convinto
“Lo sai che devi stare tante ore seduto su una sedia per farteli fare?”- insistette ancora
“Beh..mi leggerò qualche fumetto…”-alzando le spallucce con indifferenza
“Sicuro?”- ci provò un ultima volta
“Si”- sicurissimo
“Come vuoi!” -sorrise. Alla fine era una semplice acconciatura e se era solo quello che desiderava, glielo avrebbe permesso- allora io e Bill andiamo dal barbiere e torniamo fra mezzora. Tu intanto fai il buono e torna a fare i compiti!- concluse prendendo per mano l’altro gemello, il quale durante tutto il loro dialogo era rimasto in silenzio a riflettere: a lui non piacevano i capelli disordinati. Gli dava persino fastidio quando la sua frangetta cresceva troppo e disturbava la visuale, non avrebbe di certo sopportato farseli crescere indomiti senza un taglio preciso! Non capiva il fratello e la sua nuova decisione, ma, incurante di ciò, seguì la mamma e uscì di casa per farsi sistemare il suo di taglio!
Lui ci teneva sempre a risultare in ordine!
 
 
 
 
 
“Bill, resti con me?”- chiese Tom sedendosi sulla grande poltrona del salone in cui li aveva portati la mamma, arrendendosi finalmente alla scelta presa dal figlioletto
“Perché?”- ancora doveva capire perché era anche solo andato in quel salone dato che il suo taglio era ancora perfetto.
“Mamma ha appena detto che deve tornare al lavoro e non può stare tutto il tempo qui perché ci vuole tanto…lei torna a prenderci quando la signora Neiba ha finito!”
“E io?”- della serie: e quindi?che vuoi da me?
“Tu resti con me..?”- era un’affermazione che sapeva di richiesta speranzosa
“Ma mamma dice che ci vogliono tante ore…”- rispose sbuffando, sapendo bene che comunque il suo destino era segnato. Che sfiga essere piccoli!
“Si lo so. È più di un anno che me lo dice! …Dai resta!!! Io da solo mi annoio!”- lo guardò supplichevole con quegli occhi da cucciolotto a cui nessuno sapeva resistere, neanche il suo gemello.
Infatti Bill si ritrovò costretto ad accettare e rimanere a far compagnia al fratello per tutte le 5 ore e 45 minuti del trattamento durante il quale la signora Neiba, una donna un po’ in carne di origini africane e molto simpatica, aveva trasformato la testa e i capelli di Tom in un puntaspilli o meglio in una matassa di cordoni sparati in ogni direzione.
“E questo era l’ultimo dread!”- disse Neiba chiudendo l’ultima ciocca e girando la poltrona verso lo specchio in modo da far rispecchiare il bambino.
“Ma non sono come quelli di Bob Marley!!!!!!!!”- esclamò deluso
“Oh beh, Bob Marley li aveva lunghi perché li ha avuti per tanti anni..”- rispose con tenerezza alla ingenua reazione del piccolo
“Va bene, ma lui non li aveva dritti in aria come li ho io!!!”- rifletté amareggiato
“Tu li hai così perché sono appena stati fatti! Sono tutti annodati stretti stretti..è per quello che restano dritti! Col tempo si abbassano e avrai i dread come Bob Marley” - gli spiegò la donna. Il mugugno di approvazione da parte del bimbo la fece sorridere e continuare a dargli consigli- “scuoti un po’ la testa e vedi che piano piano ti si abbassano!”- concluse convinta.
Tom non le diede neanche il tempo di farla finire di parlare che già si era messo a muovere velocemente il capo. Ripeté l’azione numerose volte sempre più deciso e divertito dal fatto che realmente i suoi rasta si stessero piegando verso la testa.
 
 
“Tom, Bill, sono tornata! Avete fatto? Neiba ha finito?”- chiese Simone entrando di filato nel salone di bellezza dove aveva lasciato i figli
“Si mamma! “-rispose per primo Bill – “Guarda che fa Tom!”- indicando divertito il gemello che prontamente iniziò a scuotere rapido la testa e quindi ad agitare i piccoli rasta biondi sbattuti a destra e sinistra ad una velocità tale da pensare volesse prendere il volo. Fiero e felice del suo risultato, con un sorriso tanto largo e contento da provocare la somma ilarità dei presenti.
Forse era per quella faccia così allegra, forse era per quel bambino che imperterrito continuava ad agitare il capo o forse era per la risata divertita del gemello che restava in sottofondo, ma sta di fatto che sia la mamma che la parrucchiera scoppiarono anche loro in una fragorosa risata che ebbe termine quando, dopo dieci minuti buoni, Tom smise di muovere la testa e si accasciò per terra esclamando: “Mi gira la testa!”
 
 
 
 
 
 
Questo è come il mio cervellino fumato ha architettato le vicende che hanno portato Tom ad essere un rasta.(e che rasta!XD)
Spero sia piaciuto.
Ringrazio in anticipo chi leggerà e commenterà…spero sarete in tanti!
kisses

Laura
  
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