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Autore: past_zonk    19/07/2013    3 recensioni
Quando Seung Ri uscì dalla stanza, Top rise fra sé, una risata bassa e divertita, una risata giocosa “Mi stai sfidando, Ri? Mh, chissà chi vincerà questo gioco”.
Quando a Top piaceva una cosa, se la prendeva, certo, ma questa volta il gioco si prospettava più divertente del solito.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Seungri, T.O.P., Taeyang, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic...Ciao! Sono le tre meno dieci del mattino, ed io ho appena finito di scrivere questo capitolo. Devo dire che è stato molto naturale scriverlo, adoro scrivere di Jiyong, è un personaggio così interessante, almeno da come la mia mente lo dipinge in questa fic.
In realtà mi rendo sempre più conto di amare scrivere dei Bigbang in generale. Le dinamiche fra ognuno di loro sono interessanti.
Bene, detto ciò, vi lascio al capitolo, forse un po' etereo e sperimentale come stile di scrittura verso la fine. Sarà l'orario, sarà l'insonnia, sarà David Bowie.
Bene!
Buonanotte, signori!
Evey Zonk.















 

Bad boy.










Non sapeva cosa gli fosse preso.

Quando aveva cominciato a baciare Seungri, era stato davvero celestiale. Perfetto.

Oh, lo voleva da così tanto tempo.  

Choi Seunghyun andava in giro dicendo di essere il tipo che quando vuole una cosa se la prende; a volte gli sembrano solo parole vuote, perché in realtà ha vissuto una vita privandosi di tutto, non donandosi niente di importante. S’è sempre sentito così solo.

Quindi, quando Seungri aveva premuto le labbra contro le sue, il cuore gli si era stretto d’emozione.

Non si sentiva così da anni, da quando...

Da quando...

Meglio non pensarci.
Seungri. Ecco. Seungri. Meglio pensare a lui.

Quel ragazzo era entrato un po’ alla volta nel suo nido, forzando la serratura dorata con cui s’era recintato. Erano mesi che si guardavano, si sfioravano maldestramente le mani, e solo ieri Seunghyun aveva cominciato a rispondere ai segnali del più giovane.

Un giorno.

Gli era bastato un giorno per rovinare tutto.

Complimenti, Seunghyun. Record mondiale.
Sei sempre stato un campione, e lo sai. Lo sai ogni volta che ti guardi allo specchio. Guarda - guarda, per Dio! - guarda che campione sei, solo su un balcone, lui sul letto, spaventato; guardati, gli hai detto di aver bisogno di una boccata d’aria che già sai non ti servirà a nulla.

Lo vedi con la coda dell’occhio mentre si alza dal letto ed esce silenziosamente dalla stanza.

Rifletti guardando il cielo chiaro della mattina.
E’ strano, sentirsi tristi quando il sole splende così forte. Di solito queste sensazioni appartengono alla notte, e...quanto vorresti fosse buio ora! Come il tuo cuore. Nero liquido.

Perdi il senso del tempo, mentre osservi il sole, ferendoti gli occhi e pensando a cosa fare. Seguire ciò che senti o rischiare di ferire un’altra persona con i tuoi comportamenti sconsiderati? Non puoi proprio fare a meno di far male a chi ti sta vicino.
E’ nella tua indole tradire, voltare le spalle, avere dubbi, lasciare prima di essere lasciato. Forse è senso d’abbandono, forse sei solo uno stronzo.

Da qualche parte del tuo torace hai sentito una sensazione strana; quella sensazione ti ha detto che Seungri non si merita di averti accanto, di sopportare tutto quello che già sai verrà. Seungri non è forte come lui...

Osservi ancora il cielo.

“Seunghyun”

Non ti stupisce la sua voce. Non davvero.

Sei così abituato a sentirlo spuntare all’improvviso, che ormai non ti spaventa più. Potrebbe essere tanto un’invenzione della tua testa quanto reale, non ti importa. Gli rispondi lo stesso.

“Jiyong”

Non ti volti a guardarlo.

“Ho visto Seungri uscire”
“Hm” - schiocca le labbra, Jiyong.

“Volevo...” fa una pausa, respira, guarda il cielo, poggia le mani sulla ringhiera. Gli tremano.

Chiudi gli occhi.

“P-possiamo riprovarci?” chiede, a bassa voce.

Le palpebre ti tremano. Forse è nervosismo, o forse solo non sai cosa rispondergli.

Cosa potresti dirgli?

Un secco ‘no’?

Con Jiyong non esiste no, lo sai.

“Jiyong, non credo sia la cosa giusta”

“Non dire cazzate. Non hai mai pensato alla cosa giusta

Ti volti a guardarlo, finalmente, e ciò che riempe i tuoi occhi è solo rabbia sordida “Cos’è? Non ci posso provare? Per una volta, una sola, a fare la cosa giusta? No?” sbraiti

“La verità è, Jiyong, che io e te insieme non facciamo altro che trascinarci sempre più nel buio. Lentamente. E ci fosse qualcos’altro, alla fine, dopo il buio e la disperazione, ne varrebbe la pena. E invece, cosa? Cosa ci è rimasto di tanti anni insieme?”

Non credi di essere mai stato così sincero in tutta la tua vita.

Vedi il peso delle tue parole quasi spezzare Jiyong. Ti dispiace. Non vorresti mai ferirlo, perché sai quant’è fragile, quanto non riesca a sostenere il mondo.

Jiyong è un artista, e gli artisti non sono fatti per stare fra gli altri. Sono fatti per nuove lune e orizzonti per tutti gli altri imperscrutabili, per tramonti stellari e occhi lucenti. Gli artisti appartengono ad un altro mondo, e vivere tra noi li sfibra, li rende meno brillanti. Perdono quella patina di magia che avrebbero fluttuando nell’atmosfera.

Ecco come Seunghyun vede Jiyong.
Intoccabile, impalpabile. Come se un solo polpastrello potrebbe farlo infrangere in mille pezzi.

E, in passato, è stato con tutto il suo corpo che Seunghyun l’ha schiacciato, compresso, stiracchiato nella normalità di un letto.

E’ come voler imprigionare una stella.
Ci finisci sempre bruciato.

“Cosa ci è rimasto...” ripete vacuo Jiyong. Ha lo sguardo spento.

“Non so a te cosa sia rimasto, Seunghyun. E forse non so neanche cosa resta in me. In realtà, credo non mi sia rimasto più niente. E’ per questo che voglio riaverti. Per avere qualcosa”
Ghigni “Sei così cieco, Jiyong. Non ti accorgi di avere
tutto

“Anche tu non ti accontenti del tutto, Seunghyun”

Non puoi biasimarlo. Nonostante una vita prospera, masse di persone ad adorarti e un sogno realizzato, senti di non avere tutto. Ma è ben diverso dal credere di non avere nulla.

C’è una leggera e sottile linea fra i due concetti. Il non avere tutto e il non avere nulla.

Non sai spiegarlo neanche a te stesso con chiarezza.

Guardi il suo profilo perfetto nella luce del mattino. Seoul è già indaffarata.

C’è un leggero cambiamento nella postura di Jiyong, ma è troppo tardi quando te ne accorgi. Ti ha già spinto contro la ringhiera del balcone.

Ti ha già incastrato, proprio nel suo stile.

“Non voglio il nulla” sussurra, prima di avvicinarsi alle tue labbra.

Non ti senti in grado di fermarlo. Sarà l’abitudine a guidarti, o il senso di colpa. Facciamo la seconda.

E quando le labbra di Jiyong si posano con fame sulle tue, tu addirittura assecondi il suo ritmo sincopato. Le muovi insieme alle sue.

Perché quella stella ha perso lucentezza, e ti rendi conto di averne tutte le colpe.








To be continued...







   
 
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