Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    19/07/2013    4 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In una città come New York c’era sempre qualcuno che riusciva ad arrivare in pronto soccorso con qualcosa di grave proprio quando il Dottor Wandervitt si accingeva a terminare il turno: quella sera era stata l’ennesima vittima del giardinaggio che non aveva resistito all’impulso di fare il Cavaliere Jedi con un rastrello in mano, costringendo Alex ad un lungo intervento ricostruttivo. Quando finalmente poté tornare a casa sua era ormai l’una del mattino ed il suo umore era decisamente pessimo.
Prima ancora di inserire la chiave nella porta digrignò istintivamente i denti: quella era stata una giornata orrenda sotto ogni punto di vista ed il pensiero di condividere casa proprio con quel francese idiota ricattatore, pluriomicida con l’hobby dell’impiccagione e della circonvenzione di minore che rischiava di spedire sua sorella oltre oceano non era affatto allettante. A torturare il dottore era il pensiero di aver promesso di non fargli niente. Ma aveva dato la propria parola ad Emily di non torcergli nemmeno uno di quei quattro “cosi” che sul cranio di chiunque altro sarebbero stati definiti capelli, quindi aveva le mani legate. Dopo un profondo respiro ricacciò il conato di bile da dove era venuto e riacquistò la calma che di solito contraddistingueva il Dottor Wandervitt, poi entrò in casa.
Camminò lungo il corridoio deserto non sapendo cosa aspettarsi: Emily aveva già lasciato il West Side o Erik era riuscito a fermarla? Alex arricciò il naso riflettendo che, nell’ultimo caso, avrebbe persino dovuto ringraziare il francese idiota ricattatore, pluriomicida con l’hobby dell’impiccagione e della circonvenzione di minore; decisamente troppo! Sia l’ingresso che il corridoio erano bui e silenziosi; dalla porta della biblioteca non trapelava nessuna luce o rumore; solo girato l’angolo che conduceva alla cucina poté tirare un sospiro di sollievo: la luce della stanza era accesa e sapeva che al Fantasma dell’Opera non occorrevano le lampadine! Come sperava sua sorella era seduta al tavolo da pranzo con un libro in mano ed una tazza di tea al suo fianco.
 “Che buon profumo! Cos’hai cucinato?” chiese normalmente, come avrebbe fatto in qualsiasi altro giorno, mentre le scompigliava i capelli. Era felicissimo che fosse rimasta, lo era meno di dover ringraziare Erik, ma prima di tutto voleva sapere cos’era successo.
Io non so fare delle ficelle picarde così buone, tanto meno l’aspic de pommes!” Erik le aveva fatto toccare solo le posate per mangiare, insistendo per cucinare mentre lei doveva rispondere e declinare l’offerta di Londra. Alex guardò interrogativamente la sorella “L’aspic è un dessert freddo alle mele e le ficelle sono delle crepes con panna, funghi e prosciutto.
Sono contento che sia rimasta sorellina! Ma … lui dov’è?” chiese il fratello con tono inquisitorio.
L’ultima volta che l’ho visto suonava la discesa agli inferi di Don Giovanni … sublime, davvero sublime!” il dottore la guardò dall’alto in basso come se fosse un genitore che sa che il proprio figlio ha commesso una marachella ed aspetta una sua confessione.
Che c’è? È vero!”
“Non lo metto in dubbio!” commentò mentre si toglieva il capotto e si sedeva acanto alla sorella “Cos’è successo quando sei tornata dal Parco?
Sapendo di non poter raccontare la verità  perché avrebbe rischiato la cella imbottita di un bel manicomio provò ad essere vaga ed elusiva rispondendo con un sorriso tranquillizzante “Nulla di importante!
Tra i lati positivi di conoscere la ragazza da quando era nata c’era indubbiamente l’aver imparato quando questa cercava di nascondere qualcosa. “Emily!” disse in tono severo.
Alex!?
Sedici ore fa progettavi di lasciare gli Stati Uniti ed ora ti trovo tranquillamente in cucina che ti prepari del tea verde e leggi Ibsen!  Non voglio certo i dettagli ma solo saper e cosa ti ha fatto cambiare idea!” le parole uscirono più fredde e taglienti di come avrebbe voluto, ma Alex era davvero troppo stanco per controllare il tono della sua voce.
 Emily rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo su quali informazioni sarebbe stato meglio non svelare. “Noi … abbiamo parlato e chiarito. Tutto qui!” terminò con un sorriso appena accennato.
 “Tutto qui? Avete solo parlato?” chiese poco convinto.
Non credo che il resto ti interessi!” rispose fredda.
Posso preoccuparmi per te? Voglio solo che tu non sia infelice, Emily! È forse tanto sbagliato?” Anche se Erik era riuscito a trattenere la sorella a New York non era affatto sicuro che non l’avrebbe ridotta nuovamente nello stato in cui l’aveva lasciata quella mattina!
Lei sapeva che era vero ed abbassò gli occhi. Prima ancora che si potesse scusare per il tono brusco di poco prima, la stanza si riempì di una dolce melodia cantata da una voce soffice e tenera. Sembrava una calda ninna nanna per i bambini. Era splendida anche se non si riusciva a capire da dove provenisse.
Elle est gardée par un ange” (lei è vegliata da un angelo, nda) ripeteva Erik in una melodia eufonica.
Alex sogghignò divertito: nella scelta dell’entrata in scena il Fantasma dell’Opera era un vero maestro! “Non dirmi che tu saresti l’angelo?
Io SONO un angelo dottore!” puntualizzò Erik comparendogli alle spalle e facendo in modo che la voce provenisse dal lato opposto della stanza.
Alex rise senza voltarsi “Da quando gli angeli sono seduttori?
Dimentichi di Lucifero dottore!” rispose il Figlio del Diavolo con un ghigno divertito inclinando la testa.
Emily era rimasta immobile: da quando Erik aveva manifestato la sua presenza, nella cucina era scesa quella tipica atmosfera che regna nei duelli finali dei film Western. Mancava solo la scritta Saloon o una palla di fieno rotolante! A rendere il tutto peggiore era la sensazione che l’oggetto del contendere fosse lei! Se le gambe fossero state capaci di muoversi velocemente avrebbe volentieri guadagnato la porta, ma poteva solo restare immobile ed assistere impotente allo scontro.
Alex si alzò dalla sedia accanto alla sorella e con passi lenti si avvicinò al punto dove Erik era apparso, senza distogliere lo sguardo o parlare. Contemporaneamente l’altro, nel modo più enfatico di cui fu capace, percorse metà di una circonferenza immaginaria per portarsi accanto ad Emily; puntando saldamente i suoi occhi sul dottore e lasciando trasparire il ghigno del gatto che gioca col topo.
Pensavo che saresti stato contento … dottore!” incominciò alzando un sopracciglio “In fondo Emily … la mia Emily, è rimasta! Non era quello che volevi?” chiese con ambiguamente, accompagnando quel “mia Emily” da una suadente carezza alla ragazza, che saltò sulla sedia. Nulla di personale; ma le provocazioni vanno fatte come si deve!
Dopo un istante di silenzio Alex aggrottò le sopracciglia scettico “Quindi Lucifero avrebbe mia sorella? Immagino che pretenda perfino di essere ringraziato?” anche se gli aveva chiesto di fare qualcosa perché Emily non partisse, non era certo disposto a cederla tanto facilmente! Tuttavia doveva ammettere che, indipendentemente da quanto quella conversazioni si potesse definire amichevole, era divertente! Quale fratello maggiore non si vorrebbe sentir dire da un completo folle “io esco con tua sorella e non provare a fermarmi!”
Ne pas lui! Mais l'Enfant de Diable!” ( non a lui! ma al Figlio del Diavolo, nda) cavillò soddisfatto il Fantasma con voce diabolicamente divertita ed un dito alzato. Era meraviglioso vedere Alex diviso tra l’ilarità e la voglia di prenderlo a pugni!
Intanto la povera Emily, oggetto della contesa, spostava gli occhi dall’uno all’altro come se stesse guardando un incontro di tennis; peccato che si sentisse pallina e coppa contemporaneamente! Non riusciva a capire quanto stessero facendo sul serio e quanto stessere solo giocando. Un brivido gelido le era corso lungo la schiena quando Erik l’aveva sfiorata; per un attimo aveva davvero avuto la sensazione che quell’indice appartenesse al Diavolo in persona! Se, invece, guardava il fratello poteva vedere l’adrenalina scorrere nelle vene ed aumentare quello strano misto tra divertimento e “non azzardarti a toccare mia sorella altrimenti ti apro in due!”! Facevano entrambi paura! Paura forse non era la parola giusta, ma la ragazza poteva avvertire benissimo il crescente desiderio di uscire da quella stanza! Non poté impedire al suo corpo di irrigidirsi e di portare istintivamente gli occhi verso la via di fuga più vicina.
Alex vide la sorella contrarsi, non l’aveva vista tanto tesa nemmeno durante il ballo delle debuttanti o al colloqui d’ammissione all’università! Prima che potesse pensare a qualcosa vide la mano destra di Erik appoggiarsi dolcemente su una spalla: la teneva aperta ed immobile, eccetto il pollice intento a lasciarle delle piccole carezze. Non c’era alcuna malizia in quel gesto, non era affatto paragonabile a quello di pochi minuti prima; era … rassicurante? Per quanto incredibile non riuscì a trovare altre parole per descriverla! Sembrava proprio una sorta di “tranquilla va tutto bene”! Ed aveva anche funzionato: Emily aveva chiuso leggermente gli occhi e, respirando profondamente diverse volte, si era rilassata un po’.
Tutti i bravi medici sviluppano la capacità di analizzare i dettagli del comportamento delle persone che hanno davanti, per avere maggiori informazioni con cui elaborare la diagnosi, e tutto quello che il dottor Wandervit vedeva in quel momento era un uomo che teneva davvero ad Emily e che non avrebbe concesso a niente e nessuno di recarle danno! Sapendo di cosa era capace il Fantasma dell’Opere, sospettava che in questo compito avrebbe avuto più successo di lui! Sebbene stesse parlando di uno stalker, maniaco, rapitore con gli hobby della circonvenzione di incapace e dell’impiccagione; poteva forse chiedere di meglio?
Peccato che Jack e Sofie non avrebbero mai potuto incontrare l’uomo che si sarebbe preso cura della loro figlia! Sarebbe stato interessante vederli alle prese con Erik e le sue varie eccentricità durante le riunioni di famiglia! In realtà era più interessato a come sarebbe stata ricambiata la loro ipocrita disapprovazione! Non poté trattenere una leggera risata mentre lasciava la stanza. “Erik!” lo chiamò appena fu in un punto che per Emily era ceco.
Mentre l’altro si girava vide distintamente lo sguardo da “fammi pentire di questo e ti uso come cavia per la sperimentazione scientifica!” a cui rispose con una smorfia di sfida, lui non era certo un topo da laboratorio, e non gli avrebbe certo dato questa soddisfazione! “Si dottore?”
Credo di essermi dimenticato!” rispose alzando gli occhi al cielo con evidente falsa ingenuità.
Divertente dottore!
Buona notte coniglietto!” disse prima di varcare la soglia.
Lei si girò verso la porta prima di ricambiare l’augurio “Notte Alex!”, ma il fratello era già in corridoio diretto al piano superiore. “Erik cos’era esattamente quello?” La si poteva dire una conversazione amichevole o no?
A cosa ti riferisci mon ame?” rispose il Fantasma facendo finta di non capire l’oggetto della conversazione.
La ragazza portò il dito nella direzione in cui si trovava il chirurgo fino a pochi minuti prima e poi aprì la bacca per dire qualcosa che rimase ferma nella sua mente appena si accorse che l’altro sogghignava da sotto la maschera palesemente divertito da tutta la situazione. Ritirò il dito e sospirò con rassegnazione “Lascia perdere. Ho la sensazione che mi ci dovrò abituare!
   
 
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