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Autore: intersect    19/07/2013    3 recensioni
Borbottò qualcosa come "non devo ascoltare mia madre" mentre chiudeva la porta e si immetteva in Oxford Street, diretta alla caffetteria.
Sorrise, al pensiero che l'avrebbe rivisto. Non aveva avuto più occasione di rivederlo, dato che da sette giorni a quella parte si era barricata in casa con l'intenzione di imparare anche ogni virgola del libro e non poté che apprezzare la perseveranza della madre nel farla uscire di casa.
Gli mancava terribilmente, nonostante fossero solo amici – o conoscenti.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ink may stain my skin,
My jeans may all be ripped,
I'm not perfect, but I swear,
I'm perfect for you.

The Cab – Endlessly

 

«Madalyn?» la ragazza chiuse gli occhi, prese un grande respiro e poi li riaprì. La madre – stesso taglio d'occhi, stesso naso alla francese-, la guardava appoggiata allo stipite della porta stretta nel suo cappotto beige.

«Dimmi, mamma.»

«Perché non ti rilassi qualche ora? Sono giorni che sei con gli occhi su quel libro, ti verrà un'emicrania ingestibile, dopo.» Le si avvicinò, facendo risuonare i tacchi sul parquet della camera della figlia.

Madalyn, ventiquattro anni e due occhi castani stanchi, la guardò sorridendole.

«Sono gli ultimi giorni mamma, passato quel maledetto esame potrò riposarmi e-»

«Maddie, tesoro, almeno vai a studiare in qualche caffetteria! Cambia aria!» la ragazza soppesò lo sguardo preoccupato della madre: In fondo era solo una settimana che stava studiando – o consumando,- il libro di letteratura inglese per poter superare con l'eccellenza l'ultimo esame.

Poi si sarebbe presa una pausa, dedicandosi completamente alla sua tesi.

«E va bene, andrò a studiare da Starbucks, contenta adesso?» Margaret le sorrise, scompigliandole i capelli.

«Io allora vado in ufficio tranquilla?»

«Mamma sì! - si alzò, spogliandosi della tuta grigia e della canotta arancione – vai tranquilla. Ci vediamo stasera, buona giornata!» le schioccò una serie di bacini sulle guance prima di cacciarla dalla stanza.

«Dai un'occhiata anche ai ragazzi! - la sentì gridare – uno di quei tipi che stai studiando non resusciterà per sposarti!»

Si limitò a scuotere la testa e sorridere, infondo aveva scelto Starbucks anche per quel motivo.

 

Dopo essersi lavata, pettinata i capelli in una coda di cavallo alta ed essersi truccata con un po' di matita e mascara – per mettere ancora più in risalto quegli occhi da cerbiatta – Madalyn riempì la borsa celeste con il libro, il cellulare, portafoglio e chiavi di casa. Raccattò dall'appendiabiti il cappottino nero e la sua cuffia rossa, poi si diresse fuori casa venendo investita da una Londra gelida e deserta.

Borbottò qualcosa come non devo ascoltare mia madre mentre chiudeva la porta e si immetteva in Oxford Street, diretta alla caffetteria.

Sorrise, al pensiero che l'avrebbe rivisto. Non aveva avuto più occasione di rivederlo, dato che da sette giorni a quella parte si era barricata in casa con l'intenzione di imparare anche ogni virgola del libro e non poté che apprezzare la perseveranza della madre nel farla uscire di casa.

Gli mancava terribilmente, nonostante fossero solo amici – o conoscenti.

Gli mancavano i mezzi sorrisi che gli lanciava mentre lei aveva gli occhi sul libro e lui era dietro alla cassa, il calore delle sue mani mentre a fine turno le regalava una carezza e i suoi occhi così caldi e oro, in cui Madalyn avrebbe adorato annegare.

Si ricordava ancora il loro primo incontro avvenuto qualche mese prima.

 

Madalyn entrò dentro Starbucks, notando un sovraffollamento esagerato.

«Tutti oggi dovevano esserci?» borbottò, mentre cercava di superare la fila alle casse e cercare un tavolino in cui sedersi. Dopo aver perlustrato ad occhi stretti l'intero negozio trovò un posto libero vicino alla grande finestra e così, affrettando il passo nei suoi stivaletti neri, si precipitò a prendere il posto.

Si accomodò sulla poltroncina beige e sorrise, chiudendo gli occhi. Si beò di quell'odore di caffè e del calore che l'intero locale emanava. Quando riaprì gli occhi, un altro paio – marrone con strigliature oro, caldi, tempestosi – la fissavano sorridendo.

«Posso aiutarti?» Madalyn rimase shockata dalla bellezza che aveva davanti: Il ragazzo aveva la carnagione più scura della sua – il colore del caffellatte che beveva la mattina, e indossava il tipico grembiulino verde del negozio, che però non nascondeva la camicia a scacchi blu e bianca arrotolata fino al gomito, che metteva in mostra braccia tatuate. Sul naso, - perfetto, diritto – erano poggiati un paio di occhiali semplici, dalla montatura non troppo spessa nera.

«Un.. un frappuccino alla vaniglia e un muffin al cioccolato, grazie.» Sentiva caldo alle guance, segno intangibile del fatto che si era imbarazzata.

Cercò di dimenticare il rossore sulle guance smanettando svogliata sul cellulare, quando nella sua visuale si presentò l'ordine che aveva fatto poco prima.

«Graz-»

«Hai da fare dopo?» Madalyn sgranò gli occhi, fissando da capo a piedi il ragazzo che stava di fronte a lei: i bracci tatuati, i jeans strappati all'altezza delle ginocchia, gli occhiali: quei tipi che trovava solo nei libri, praticamente.

«No» gli sorrise, prima di nascondere le labbra dietro alla sua bevanda calda.

«Allora non scappare, fra un'ora finisco il turno!» Le dedicò il primo vero sorriso della giornata e la moretta sorrise di rimando, rimasta estasiata da tutta quella bellezza in un solo ragazzo.

60 minuti e tre cookies dopo, Madalyn e Zayn – sì, così si chiamava – stavano passeggiando per Covent Garden, vicini.

«E quindi hai dovuto abbandonare gli studi?» gli chiese Madalyn, cercando calore nel suo stesso cappotto. Zayn si voltò e le sorrise, illuminandola mentre si avvicinava premuroso e le avvolgeva un braccio intorno alle spalle e la spingeva verso di sé, dandole calore.

«Grazie..» sussurrò, cercando di non imbarazzarsi troppo.

«Mio padre è partito per la guerra, solo lo stipendio di mia madre non basta per mandare avanti tutta la baracca, così ho mollato l'Università e mi sono girato Londra a piedi tutta in un giorno, cercando un lavoro»

«E ti piace lavorare da Starbucks? Insomma..»

«Bè, non è certo il lavoro più redditizio del mondo ma mi piace. Ogni giorno vedo facce diverse, occhi, sorrisi. E quando arrivo a casa disegno tutto quello che mi ha circondato durante il giorno. Un giorno chissà, quando avrò fatto i soldi aprirò una galleria d'arte.» Rise Zayn, facendo accelerare il battito cardiaco della ragazza.

«Lo spero per te.» Gli sussurrò, prima di lasciargli un bacio sulla guancia ed allontanarsi.

«Hey! Quando ci rivediamo?» le urlò a braccia aperte, in mezzo al marciapiede.

«Presto!»

«Presto quando?»

«Presto Zayn, presto.»

 

E non aveva deluso le sue aspettative, era andata alla caffetteria anche il giorno dopo, e si erano ritrovati.

Si destò dai suoi pensieri e spinse la porta di vetro del locale, venendo investita da un calore piacevole di chiacchiericcio e caffè.

«Hey Madalyn!» sorrise a Janet, una commessa che lavorava lì da un paio di settimane e si avviò al piccolo tavolo infondo alla stanza, poggiando il cappotto sulla spalliera della sedia e gettando sul tavolo il libro e un lapis, poi si alzò un po' le maniche del golfino blu e aprì il libro a pagina 568, riprendendo a leggere le mirabolanti avventure di William Shakespeare.

«Maddie!» alzò di scatto il viso e sorrise imbarazzata a Zayn, che si era appena tolto il grembiule per raggiungerla al tavolino e lasciarle un bacio sulla guancia, soffermandosi qualche secondo di più.

«Non ti sei fatta più vedere in questi giorni, è successo qualcosa?» le domandò preoccupato, mentre faceva segno alla sua collega di avvicinarsi.

«Portale un cappuccino e due muffin, segna per me. Pago dopo.»

«Allora, piccola Maddie, cosa succede?» fece scivolare la mano grande e callosa sulla superficie del tavolino fino ad incontrare le dita fine e delicata della ragazza, intrecciandole con le proprie.

«Niente, mi ero solo messa sotto con lo studio. Non ti preoccupare.» Gli rivolse un sorriso rassicurante e Zayn strinse la presa sulla sua mano, sorridendo di rimando.

«Stasera esci con me.»

«É una domanda?» gli chiese Madalyn ridendo, carezzando con il pollice il palmo di Zayn.

«No, voglio davvero che stasera tu esca con me.»

La ragazza soppesò la sua richiesta, infondo non ti costa niente. È carino, gentile e tu non vedevi l'ora che te lo chiedesse le disse una vocina dentro di lei, mentre annuiva al ragazzo.

«Ti passo a prendere per le 20, okay? E adesso chiudi quel libro e goditi la tua merenda. Ti accompagno dopo io a casa con l'auto!» le disse, chinandosi a lasciarle un bacio all'angolo della bocca e tornando a lavorare, ignaro del cuore di Madalyn che aveva preso a battere all'impazzata, facendo fischiare le orecchie della ragazza che tutta rossa in viso, si ributtò sul libro cercando di ignorare il suo battito cardiaco.

 

 

*

«Devo mettere per forza un vestito? Fa freddo!» protestò Madalyn, mentre la madre e la sua migliore amica Roxie le mettevano a soqquadro l'intera camera.

Quando aveva avvisato che quella sera avrebbe avuto un appuntamento e con un ragazzo decisamente carino la madre si era presa qualche ora di permesso, e la sua amica era volata a casa sua.

«Oh andiamo, chissà quante volte ti ha visto con questi stupidi jeans! Ho portato per questo le mie calze pesanti, vedrai. Non ti toglierà gli occhi di dosso!» le fece l'occhiolino Roxie, mentre esaminava con sua madre un vestito beige con delle rondini.

«Questo è perfetto, amore mio!» sua madre si espresse in mille gridolini, stringendola forte.

«E raccontami – la trascinò sul letto, mentre l'amica cercava delle scarpe adatte – com'è questo ragazzo?»

«Lavora da Starbucks, ed è...- trattenne il respiro mentre il volto sorridente di Zayn le appariva davanti agli occhi -.. meraviglioso!»

«Sono contenta per te, bambina mia.» Sorrise imbarazzata alla madre, probabilmente non ha ancora capito che è solo uno stupido appuntamento e non sto andando a sposarmi.

«Allora – richiamò la loro attenzione Roxie – questo è il tuo outfit della serata. Adesso corri a farti una doccia e poi preparati! Ah.. ti chiamo domani. Divertiti.» le lasciò un bacio sulla guancia e si dileguò fuori dalla camera, lasciandola sola.

Fissò il letto dove un vestito smanicato e corto qualche centimetro sopra il ginocchio e un cinturino in vita se ne stava steso, accompagnato da una giacca nera e ballerine classiche nere.

Si spogliò piegando quello che aveva indosso e lo poggiò sulla sedia, poi si recò in bagno e si fece un bagno caldo che durò tre quarti d'ora. Si era avviata d'anticipo, così poteva fare le cose con molta più tranquillità. Alle 19.10 era già in intimo, con i capelli avvolti nell'asciugamano. Si avvicinò al letto e prese le calze, infilandosele con cura per paura di romperle e quando arrivò alla vita, a sistemarle trasse un sospiro di sollievo.

Poi si avvicinò allo specchio che aveva in camera e si diede un colpo di phon, lasciando però i suoi capelli ancora un po' umidi. Si avvicinò quindi con cautela al letto ed indossò il vestito, stringendo il cinturino in vita e calzando le ballerine.

Prese dal portagioie un paio di orecchini in oro a forma di rondine che le avevano regalato i suoi genitori per il compleanno e lì indossò, poi mise alcuni braccialetti, lasciò l'orologio sul polso destro e mise una collanina lunga a forma di cuore. Infilò nella piccola borsetta di cuoio il portafoglio, le chiavi e un pacchettino di fazzoletti poi attaccò la piastra per i riccioli nella corrente e mentre aspettava che si scaldasse il ferro si mise la matita e una generosa dose di mascara sulle ciglia, mise un po' di fondotinta per darsi colorito e un strato di lucidalabbra rosato, non troppo volgare. Si arricciò i capelli e poi spense il tutto, sospirando rumorosamente.

Vedi di non fare stupide figure di merda si ripeté, mentre scendeva le scale e poggiava la giacca sulla spalliera del divano, in attesa dell'arrivo di Zayn.

«Sei bellissima tesoro.» Le sussurrò la madre, mentre poggiava sul tavolino quella sera apparecchiato solo per due una ciotola di insalata.

 

Quando sentirono il campanello suonare trattennero entrambe il respiro, poi Madalyn si avviò lentamente alla porta, aprendola.

«Wow.» Fù il primo commento di Zayn, che non smetteva di fissarla.

«Sei..sei..bellissima.» L'imbarazzo di Madalyn schizzò alle stelle, mentre si stringeva nelle spalle e chiuse gli occhi, quando sentì i tacchi della madre rimbombare nel corridoio.

«Tu devi essere Zayn, giusto? Piacere io sono Margaret.»

«Buonasera signora Matthews»

«Oh, chiamami Margaret. Comunque adesso andate su, non perdete tempo.» Madilyn annuì e tornò verso il divano prendendo la giacca e la madre la bloccò.

«É molto più carino di quanto mi avevi detto, non preoccuparti di fare troppo tardi. Solo... prendi precauzioni!»

«Mamma!» le rivolse uno sguardo stizzito mentre la signora di fronte a lei – che il quel fragente le assomigliava tanto, solo con qualche segno del tempo in più viso, le faceva un occhiolino.

Si avviò a passo svelto verso la porta, chiudendosela dietro la schiena e concedendosi un respiro, poi guardò il ragazzo davanti a sé:

Zayn indossava un pantalone nero stretto e sopra un maglioncino grigio scuro, con una giacca di pelle e ai piedi un paio di scarpe classiche.

«Sei bellissimo anche tu.» si lasciò sfuggire lei, mentre lui le prendeva la mano e la portava verso la macchina.

In macchina parlarono del più del meno, concedendosi ogni tanto un'occhiata dolce, uno sfiorarsi delle dita, poi niente più.

Arrivarono dopo pochi fuori ad una pizzeria dall'aspetto grazioso, e dopo aver parcheggiato, Zayn si affrettò ad aprire la porta a Madalyn che gli sorrise, baciandogli una guancia.

 

Dopo aver mangiato la pizza, e dopo che Zayn era riuscito a pagare tutto lui trattenendo un sorriso quando la ragazza aveva messo il broncio, si erano incamminati lungo una vietta di san pietrini e negozietti piccoli e colorati.

«Sono stata davvero bene Zayn, davvero.»

Lui si avvicinò al suo viso, stringendola forte a sé e baciandole la fronte.

Quando arrivarono alla fine del viottolo il viso di Zayn si illuminò, ed entrò dentro al negozio costringendo la ragazza a rimanere fuori.

Mentre aspettava il ritorno del ragazzo Madalyn estrasse dalla borsa il cellulare, notando un sms e un messaggio su WhatsApp.

Aprì l'applicazione notando il messaggio di Roxie.

Procede tutto tranquillo. Lui è meraviglioso come al solito!

Ma ti ha baciato?

Non ancora R, ma non voglio correre.

Ohhh, sei proprio una tenera pulcina. Forza, corri dal tuo principe!

Salutò l'amica e poi lesse il messaggio della madre, che chiedeva notizie trepidante.

«Tutto ok, capo. Mi ha offerto la cena e adesso stiamo passeggiando. Ci sentiamo dopo, un bacio.»

Posò giusto in tempo il cellulare nella borsa quando vide uscire Zayn dal negozietto, con una piccola bustina in mano.

«Cosa hai comprato?» gli chiese divertita, cercando di curiosare nella busta.

«Adesso vedrai!» estrasse un piccolo cofanetto blu con i brillantini, e dentro c'era un piccolo anellino di plastica.

«E questo?» rise, appoggiandosi con la testa sul braccio del ragazzo.

«É per te. Lo so che non è l'oro dei tuoi sogni, ma spero che tu voglia indossarlo.» le sussurrò in un orecchio, baciandole la guancia. Poi prese il piccolo cerchietto e lo infilò all'anulare destro della ragazza.

«Cosa vuol dire questo?» la ragazza lo fissò negli occhi, cercando di trattenere lo sguardo su quell'ambra liquida che la stava abbracciando.

«Significa che vorrei poterti vedere ancora, Maddie. E non come amica.»

Madalyn aprì la bocca per dire qualcosa, ma Zayn la precedette e poggiò le proprie labbra su quelle della ragazza che per qualche secondo rimase immobile, in esitazione, poi ricambiò il gesto del ragazzo muovendo le labbra sopra le sue.

La mano della ragazza finì tra i capelli di Zayn, cercando di tirarselo addosso il più possibile. Il sapore della birra e della sigaretta che aveva fumato prima le invasero la bocca, chiedendone ancora di più. Quando rimase a secco di respiro si staccò, respirando a bocca aperta.

«Wow.. chi l'avrebbe mai detto che Madalyn Matthews fosse una tipetta così aggressiva!» ridacchiò lui, spingendola un po' prima di abbracciarla e stringersela addosso.

«Aspettavo questo momento più o meno da quando mi hai lasciato sul marciapiede mesi fa.»

Madalyn lo fissò nuovamente, sfiorando la linea dritta della mascella pulita di barba per l'occasione, per poi salire verso il naso e incappando negli occhiali neri, che aveva tenuto lo stesso.

«Lo sai che questi occhiali ti danno un'aria da piccolo nerd sexy?» ridacchiò la ragazza, stringendosi addosso a lui. Non voglio più staccarmi da lui.

«E ti piacciono i nerd sexy?» le domandò, mentre si dirigevano di nuovo verso l'auto del ragazzo.

«Sempre avuto un debole per i ragazzi nerd e sexy.»

Risero insieme, mentre le loro mani erano intrecciate e si carezzavano a vicenda.

Quando arrivarono davanti al veicolo nero, Zayn appoggiò Madalyn alla portiera e le se appiccicò addosso, baciandola con più passione.

La ragazza fece scorrere le mani sul maglioncino del ragazzo e le attorcigliò intorno al suo collo, avvicinandolo a sé.

Si baciarono per altri minuti che parvero anni, per poi staccarsi sorridenti.

«Dio, mi sento benissimo!» urlò stringendola forte a sé Zayn, mentre Madalyn iniziò a ridere.

«Riportami a casa mia pazzo.»

«Non voglio portarti a casa tua.» Mormorò triste, mentre si sedeva al posto di guida.

«E dove vuoi portarmi?» le chiese la ragazza voltandosi verso di lui.

«A casa mia! Voglio farti vedere i miei disegni.»

«Ci sono anche io in questi disegni?» le domandò, mentre alzava il volume della radio che stava passando Endlessly dei The Cab.

«Certo che ci sei anche tu. E non solo in un disegno Maddie, tu sei ovunque.»

«Allora voglio venire a casa tua, fammi vedere come sono vista dai tuoi occhi.»

Zayn si sporse verso di lei, giusto il tempo di darle un bacio e poi stringerle una mano, mentre si dirigevano verso casa sua.

Il moro parcheggiò sotto ad un condominio e le aprì la portiera, da vero gentiluomo.

«Prometti di non scappare anche se vedrai un po' di casino?» le chiese, mentre prendevano l'ascensore e Zayn premeva “2”

«Giuro!» portò la mano sul cuore Madalyn, ridendo.

Quando furono fuori il portoncino di casa di Zayn, la ragazza trattenne il respiro neanche dovesse gettarsi da 40 metri, esibendosi in un triplo tuffo carpiato.

Entrati dentro, Madalyn sorrise.

Era il tipico appartamento di un 25enne che lavorava da Starbucks: sul tavolino basso del salotto c'era ancora qualche lattina di birra e il cartone di una pizza di PizzaHut. Fece un passo avanti e notò i quadri sparsi nell'abitacolo.

«Li hai fatti tu?» chiese a Zayn, mentre il ragazzo era in cucina a riempire due bicchieri d'acqua.

«Se intendi i quadri sì, li ho fatti tutti io.» Madalyn annuì e lo raggiunse nella cucina, dove lo abbracciò dal dietro e poggiò la guancia sulla sua schiena.

Zayn sorrise impercettibilmente mentre strinse le mani della ragazza che erano intrecciate sul suo stomaco.

«Sai – iniziò, mentre si voltava verso di lei e le carezzava una guancia – una presenza fissa di una donna in questa casa sarebbe ottima.» Madalyn piegò il capo di lato.

«Cosa mi stai chiedendo, di preciso Malik?»

«Beh, che con calma.. magari con il passare dei mesi sarebbe bello alzarsi la mattina e invece di riempire una tazzina di caffè, riempirne due e portartela a letto perché sei una dormigliona.» la ragazza nascose il viso nel petto del ragazzo e respirò il suo profumo.

«Riempirti di ritratti mentre dormi con il lenzuolo stretto addosso, che ti compre il corpo dopo che la notte abbiamo fatto l'amore»

«Prepararti la cena il giorno del tuo compleann-»

«Sta' un po' zitto» lo riprese lei, baciandolo dolcemente e staccandosi da lui solo quando senza respiro.

«Sì Zayn, sì. Mi piacerebbe davvero tanto.»

«Che cosa?»

«Venire a stare qui, tra qualche tempo.. e questo intende che sì, voglio iniziare una relazione con te.»

Zayn si fece scappare un urletto, poi l'abbracciò forte e le baciò la fronte.

«Ti voglio bene, piccola Maddie.»

«Anche io Zaynie, anche io.»



Ascoltando ad oltranza, (qausi allo sfinimento) la canzone sopra citata (Ascoltatela, è davvero bella. Tra l'altro se seguite il testo, noterete che una cosa che faccio fare a Zayn, viene detta nella canzone.)
Mi piaceva fino a metà oneshot, poi mi fa schifo. 
Ma come al solito io sono molto masochista e ho continuato fino in fondo.
Spero vi piaccia, davvero :)
Nonostante tutto mi ci sono impegnata, e stanotte/stamattina nella mia testa era più bella, davvero.
Un bacione a tutti voi! 
:) x

   
 
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