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Autore: Sunishere    19/07/2013    24 recensioni
TRAMA DELLA STORIA:
Eileen S. Mason, una diciottenne con un passato difficile che l'ha spinta a perdere la fiducia nelle persone,
decide di trasferirsi in un piccolo paese per cambiare pagina, o addirittura libro.
Trova due coinquilini, che presto diventano suoi grandi amici, e nel loro gruppo trova anche l'amore, sebbene
all'inizio un po' tormentato per via del suo ultimo ragazzo, che facendole del male ha dato inizio ad una reazione
a catena che presto sconvolgerà Eileen, con dure verità e fantasmi del passato.
A superare questa ondata di brutte notizie e verità sconvolgenti, però, verrà aiutata dai suoi nuovi amici, nei quali
ha imparato a riporre fiducia.
DAL SETTIMO CAPITOLO:
«Grazie, ma non ho bisogno che tu mi dia l'identikit di ogni persona con cui ho a che fare.»
Lui alzò gli occhi al cielo. «Eileen, non essere stupida, lo faccio per te.»
«Mi stai dando della stupida? Cioè, ti sembro stupida io? - cominciò a parlare velocemente, come faceva sempre quando era
nervosa e agitata, oppure imbarazzata. - Mi spieghi perché ti comporti così? Non ti capisco, ci sto provando ma..»
«Eileen, chiudi la bocca.» la interruppe lui, ammutolendola all'istante. Come osava dirle di
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ventinovesimo capitolo

"Call your girlfriend, it's time you had the talk.
Give your reasons, say it's not her fault.
And when she gets upset tell her how 
you never 
meant to hurt no one."
robyn - call your girlfriend;

La mattina dopo a scuola nessuno aveva parlato granché: Liam aveva spiegato a Harry e Louis ciò che era successo, mentre Niall e Chelsie cercavano di evitare il discorso. Zayn, invece, non si era fatto vedere se non appena arrivato nell'edificio. Aveva preso i libri e, in silenzio e sotto gli sguardi degli amici, era andato in classe. Non si era visto nemmeno a mensa, né dopo la scuola. Liam aveva con lui l'ora di storia ma, come riferì più tardi, Zayn si era limitato a guardare fuori dalla finestra per tutta la durata della lezione. Mai una parola, nemmeno col vicino di banco. 
Nel pomeriggio, invece, Niall aveva accompagnato Liam a cercare un part-time e finirono per chiedere ad almeno una dozzina di bar, ristoranti e negozi prima di trovare qualcuno disposto ad assumerlo. Questo perché i suoi genitori avevano smesso di pagargli la parte di affitto dato che ormai, come dicevano loro, aveva diciotto anni e poteva cercarsi un lavoro. Niall invece veniva ancora aiutato dai suoi, ma presto avrebbe dovuto fare lo stesso.

Stessa cosa fece Eileen, che quella mattina si era recata nel bar vicino alla scuola: il giorno prima, arrivando ad Hounslow aveva visto dei volantini con scritto che si cercava un aiuto e non ci aveva pensato due volte. Non perché avesse bisogno di soldi, ma perché altrimenti non avrebbe saputo cosa fare. Inoltre aveva deciso che avrebbe ricominciato la scuola dopo Natale e doveva tenersi occupata nel frattempo, tanto per non perdere il contatto con la gente.  
E, a proposito, il giorno prima era andata a trovare Althea. La vicina era stata molto felice di rivederla e l'aveva accolta in casa offrendole un té con i biscotti. Durante la sua visita, Leen le aveva spiegato tutto quello che era successo: dell'adozione, dell'incidente di Davis e dell'incidente di Harry, la storia di Paul e per finire la "scenata" di Zayn. 
Althea era rimasta senza parole. Le aveva detto che le dispiaceva molto e poi le aveva chiesto il motivo del suo ritorno. Eileen era rimasta perplessa da quella domanda, quindi Althea le spiegò che non avrebbe cercato di convincerla a tornare, ma che scappare non avrebbe risolto nulla. Avrebbe solo rimandato i problemi. Eileen, dopotutto, lo sapeva. Sapeva quello che aveva lasciato in sospeso.
Poi Althea le aveva chiesto cosa pensava che Paul volesse quando era andato a cercarla tempo prima, ma Eileen non aveva saputo rispondere. 
Dopo essere tornata a casa, quella sera, aveva cenato da sola. O meglio, in compagnia di un grande senso di vuoto e malinconia. 


***

«Quindi Eileen se n'è andata?» chiese Anne mentre il figlio faceva colazione. 
Harry annuì.
«E dove?»
«Non lo so, - bofonchiò lui, la bocca piena di cereali. - Piuttosto, dov'è andato Paul?»
La madre scosse la testa. 
«Non lo so. Credo abbia trovato un appartamento nei dintorni. I soldi non gli mancano di certo.»
Harry alzò gli occhi al cielo. 
«Sai, vorrei che Eileen non se ne fosse andata,» disse dopo un po'.
Anne, che stava lavando i piatti della sera prima, si fermò. «Cosa intendi?»
«Non lo so. Magari si sarebbero sistemate le cose. Ormai la verità era venuta a galla, quindi perché andarsene proprio ora?»
«In parte la capisco. Da ciò che mi hai detto ne ha passate davvero tante quest'anno e magari voleva solo stare da sola per un po'.»
Harry annuì. «Ma sono sicuro che tornerà.»
«Anche io ne sono sicura. E vorrei conoscerla. E' bella?»
Harry annuì nuovamente, posando il cucchiaio nella tazza vuota. «Molto.»
Anne sorrise malinconica. «Anche Diana era molto bella. Paul ne era così innamorato che faceva di tutto per accontentarla. Era molto geloso di lei, perché tutti si giravano a guardarla e lei amava ricevere attenzioni.»
«Quand'è stata l'ultima volta che l'hai vista?», chiese Harry.
La madre sospirò e guardò dritto davanti a sé, contando mentalmente gli anni. 
«Era al terzo mese di gravidanza. Non dimenticherò mai il suo sguardo. Era devastata.»
«Dev'essere stato difficile per lei.»
«Molto più che difficile,» lo corresse Anne.
Harry ripensò ad Eileen. 
«Non sembra una che ama ricevere attenzioni. Eileen, intendo.»
«Che tipo è?»
Il ragazzo si grattò il mento. «E' riservata, molto fragile. Ma all'inizio non era così. I primi giorni respingeva tutti.»
Anne si tolse i guanti e si girò a guardarlo. «E poi?»
Harry sospirò. «E poi è arrivato Zayn.»

***

Eileen era al bar da quasi quattro ore e la mattinata non avrebbe potuto essere più noiosa. In tutto quel tempo si erano visti sì e no una quarantina di clienti, ma di lì a poco sarebbero arrivati tutti gli studenti della scuola vicina e il locale si sarebbe riempito. 
Stava sistemando la lavastoviglie quando sentì la porta aprirsi. Alzò lo sguardo pronta a salutare il cliente ma quello che vide la fece bloccare, la bocca dischiusa. 
«Zoey!», esclamò dopo qualche istante. 
La ragazza sgranò gli occhi. 
«Eileen? - Fece qualche passo verso di lei. - Cosa ci fai qui?»
Eileen si sentiva quasi felice di vederla. 
«Sono tornata.»
«Tornata? Intendi dire tornata tornata? Per sempre?» Anche Zoey sembrava felice, ma Leen dovette smorzare quell'allegria sul nascere.
«No, non per sempre. Non so ancora per quanto ma non ho intenzione di rimanere a lungo.»
Il sorriso dell'amica si spense leggermente. 
«Sono felice di rivederti, comunque, - disse sincera. - Allora, come mai questo improvviso ritorno?»
Leen fece spallucce. 
«Lunga storia.»
«Uhm, quando stacchi?»
Eileen guardò l'orologio dietro di sé. «Tra un'ora.»
«Potremmo passare da casa tua, io e Erin, così ci racconti. Sempre che tu voglia naturalmente,» si affrettò ad aggiungere.
Eileen annuì. 
«Certo, va bene. Vi aspetto per le tre e mezza?»
«Va bene. Ora devo scappare, sono uscita prima da scuola per una visita e volevo prima prendere un panino qui.»
«Come lo vuoi?», chiese Eileen avvicinandosi alla vetrina con i salati.
Zoey si batté un dito sulla bocca facendo correre lo sguardo lungo i tre ripiani. Infine ne indicò uno: «Prosciutto e fontina.»
«Uno e cinquanta.»
Zoey le allungò la moneta e prese il panino avvolto nella carta argentata. «Ci vediamo più tardi allora!»
Eileen la salutò con la mano e la guardò uscire. 
Dopo una mezz'oretta buona cominciarono ad arrivare gruppi di studenti, molti dei quali la riconobbero ma non la salutarono, se non tre o quattro di loro. Era tutto abbastanza triste.

Finì il turno e tornò a casa, decisa a farsi una doccia prima dell'arrivo delle due amiche. 
Chissà se era ancora un brutto periodo, per Erin. L'ultima volta era chiusa in camera con la musica a palla, frutto della rottura con Matt, ma Zoey quella mattina sembrava stare bene, quindi si supponeva fosse tornato tutto a posto. 
Dopo la doccia Eileen prese dal frigorifero uno yogurt e si accucciò sul divano in attesa delle due amiche, guardando distrattamente la televisione. In realtà guardava lo schermo ma non vedeva davvero le immagini: ciò che vedeva era Zayn. Era ad Hounslow da due giorni e le mancava così tanto da vederlo dappertutto. 
Quella mattina, ad esempio, un cliente era entrato nel bar e lei l'aveva scambiato per Zayn. Non era nemmeno riuscita a guardarlo negli occhi quando si avvicinò per ordinare un caffé. 
Il suono del campanello riportò Eileen alla realtà. Saltò in piedi come una molla e andò ad aprire.

«Ciao Leen, - la salutò Zoey. - Erin arriverà a minuti, la sta accompagnando sua madre.»
Eileen annuì e la fece entrare. 
«Vuoi qualcosa?»
«Un bicchiere d'acqua magari.»
La ragazza aprì l'anta del mobiletto e prese un bicchiere. 
«Pensavo arrivaste insieme.»
«Io sono venuta a piedi, lei... - rimase un attimo in silenzio. - Preferiva venire in macchina.»
Eileen versò l'acqua fresca nel bicchiere. 
«Oh, va bene.»
Dopo pochi secondi il campanello suonò di nuovo. 
«Sarà lei, vado ad aprire.» 
Non fece in tempo ad aprire la porta che... 
«Eileen!», esclamò Erin abbracciandola senza preavviso.
La ragazza ricambiò l'abbraccio senza poter fare a meno di notare quanto l'amica sembrasse dimagrita.
 «Ciao Erin,» la salutò sciogliendo l'abbraccio.
Le due tornarono in soggiorno dove Zoey le stava aspettando seduta sul divano, il bicchiere in mano. 
«Tua madre?»
Erin si sedette con estrema cautela sul divano. 
«E' andata, doveva fare la spesa. - Si voltò verso Eileen. - Ti saluta.»
Eileen sorrise. 
«Salutamela stasera. Vuoi qualcosa?»
«No grazie. - Sorrise. - Allora, sono curiosa anche io di sapere il motivo del tuo ritorno.»
Eileen rimase a guardare l'amica. Le guance scavate le davano un'aria stanca e consumata. Scosse la testa e si guardò le mani. 
«Ho incontrato mio padre. Quello vero.»
Le due amiche rimasero a guardarla. Fu Zoey a rompere il silenzio. 
«Chi è?»
Eileen dovette spiegare di nuovo tutto, dall'incidente di Harry alla telefonata di Althea, dalla festa alla reazione di Zayn. Ormai l'aveva raccontato talmente tante volte che usava sempre le stesse parole e non era più tanto difficile come prima.

«E ora vuoi rimanere qui?», chiese Erin, la schiena incurvata.
«Sì. Pensavo di ricominciare la scuola qui a Gennaio e lavorare un po' al bar nel frattempo, ma non ho ancora deciso.»
Zoey scosse la testa. «E Zayn?» 
Eileen sospirò. 
«Non lo so.»
Erin tossì un paio di volte, poi si schiarì la voce. «Non ti ha chiamata?»
«Non ho ancora acceso il cellulare da ieri. Non credo riuscirei ad ignorare le chiamate.» 
«Accendilo ora,» suggerì Zoey.
Eileen sembrò pensarci su. 
«Va bene,» accettò infine. Si alzò dal divano e andò in camera sua. Non l'aveva nemmeno tirato fuori dalla borsa da quando era arrivata. Dopo averlo preso tornò al piano inferiore e si sedette nuovamente vicino alle due amiche. «E se non mi avesse chiamata?»
Erin fece spallucce. «In quel caso hai fatto bene ad andartene, ma scommetto che lo ha fatto.»
Eileen rimase a guardare il cellulare per qualche secondo e, d'un tratto, le tornò in mente quando Zayn glielo aveva regalato. Lo rivide nella sua camera, tendendole il sacchetto col cellulare rotto. Lo rivide avvicinarsi e baciarla. Lo rivide mentre apriva l'armadietto e le dava la scatola col cellulare nuovo. 
Risentì il formicolio allo stomaco. «Ti ho preso anche la sim e ci ho salvato il mio numero,» aveva detto orgoglioso. Lei l'aveva guardato come se fosse un pazzo, poi l'aveva baciato. Le si strinse il cuore.
«Vuoi accenderlo o no?», la incoraggiò Zoey, trepidante.
Eileen scosse la testa e lo accese. Aspettò che sullo schermo comparissero tutti i messaggi e le chiamate perse, poi li analizzò. Dopo pochi secondi sospirò. «Niente di niente. Ho solo messaggi e chiamate di Niall, Chelsie, Liam... - cercò di nascondere la delusione appoggiando il cellulare sul tavolino e scuotendo le spalle. - Me lo aspettavo.»
Erin e Zoey si guardarono senza sapere cosa fare o dire. 
«Mi spiace,» disse Zoey.
Eileen esibì il suo miglior sorriso. 
«Tranquilla, non ci sono rimasta male. Lo avevo immaginato.»
Le due amiche annuirono anche se sapevano che in realtà lei non se lo era aspettato affatto.

Leen cambiò posizione sul divano e guardò le amiche. «Ora tocca a voi raccontare. Datemi un po' di news.»
«Siamo andate a trovare Davis recentemente,» disse Erin.
«E ci ha spiegato come sono andate le cose,» concluse Zoey.
Eileen annuì. 
«Me l'ha detto.»
Zoey ed Erin si guardarono sorprese, poi tornarono a guardare l'amica. «Sei andata a trovarlo?»
«Sì, avevo bisogno di sapere che stava bene...»
«E' incredibile, - cominciò Erin. - Dopo tutto quello che ti ha fatto tu senti ancora il bisogno di sapere che sta bene.»
Eileen abbassò lo sguardo. 
«Non è una novità che è sempre troppo buona,» rispose Zoey.
Erin annuì. 
«Già. Lui ci ha detto che gli dispiace un sacco per tutto quello che ha fatto.»
«Ragazze, non voglio parlarne, - le interruppe Eileen. - Scusate.»
Zoey le mise una mano sulla gamba. «No, hai ragione. La vuoi una bella notizia?»
La ragazza annuì. 

«Mia madre è incinta!», esclamò.
Eileen sgranò gli occhi e guardò Erin, che già lo sapeva. 
«Ma è fantastico!»
«Spero sia una femmina, - disse Erin. - Sarebbe bellissimo.»
Leen annuì. «E tuo fratello?»
«Ne è felicissimo anche lui, ma pensa che sarà un maschietto, o almeno spera. Ora è tornato al college e ha intenzione di tornare per le vacanze di Natale. Credo proprio che ti verrà a salutare,» disse con un occhiolino. 
John, il fratello ventitreenne di Zoey, aveva sempre avuto un debole per Eileen e ogni volta che tornava dal college andava a trovarla.

Eileen rise. «Per me va bene.»
Il resto del pomeriggio lo passarono parlando del più e del meno. 
Erin raccontò che il brutto periodo era passato ed Eileen non poté fare a meno di notare quanto sembrasse debole e spenta mentre diceva che aveva dimenticato Matt. Per un motivo che Leen non capì poi, Zoey posò una mano sulla gamba di Erin mentre quest'ultima parlava. C'era qualcosa che non andava ma se non ne parlavano era perché nonvolevano parlarne. 
Nel tardo pomeriggio Eileen le invitò a rimanere per cena. Tutto sembrava tornato a come era una volta ma lei, anche se ora era in compagnia, non riusciva a smettere di sentirsi sola... E si stava stancando di sentirsi così.



***

La settimana passò velocemente sia per Eileen che per Niall, Liam, Chelsie e gli altri. Anzi, per tutti tranne che per Zayn.
Per tutti quei giorni aveva parlato il meno possibile ed era sempre rimasto in casa dopo la scuola. Sentiva che il motivo per il quale Eileen se n'era andata era solo e solamente lui, ma non riusciva a decidersi sul da farsi. Avrebbe dovuto mettersi l'animo in pace? Non aveva nemmeno provato a chiamarla. Si sentiva così in colpa.
Era sabato pomeriggio quando, mentre stava cercando di capire matematica, gli venne l'impulso di fare qualcosa. Non sapeva bene cosa, ma aveva bisogno e sentiva di dover fare qualcosa. Non poteva lasciar perdere tutto quanto.
In meno di un quarto d'ora era davanti a casa di Chelsie, aspettando che quest'ultima gli aprisse la porta.  
Ad aprire, però, fu un signore molto alto, tutto sorridente. 
«Cosa cerchi giovanotto?»
«Sono un amico di Chelsie, lei è in casa?», chiese intimorito dalla spropositata altezza di quell'uomo.
«Sì, te la chiamo subito. - Rientrò in casa e si affacciò sulle scale. - Cece, un tuo amico ti cerca!»
Pochi secondi dopo la biondina scese di fretta le scale, sorrise al padre e si avvicinò all'entrata. Sembrava perplessa quando si chiuse la porta alle spalle. 
«Che ci fai qui?»
«Devo fare qualcosa,» disse lui.
Chelsie corrucciò la fronte. 
«In che senso?»
«Non posso permettere che finisca tutto così. E' colpa mia e tocca a me rimediare.»
«E perché lo dici a me?»
Zayn sospirò. 
«Perché non so come fare. Non so dove sia andata e scommetto che non risponderebbe alle mie chiamate.»
Chelsie abbassò lo sguardo. Lei sapeva dove avrebbe potuto trovarla, ma... 
«Non so, Zayn.»
«Cosa non sai? Chelsie, devi aiutarmi.» I suoi occhi erano così scuri e supplicanti che lei avvertì una stretta al cuore. 
Si morse il labbro inferiore senza sapere cosa fare. Eileen le aveva detto di non dire a nessuno che sarebbe tornata ad Hounslow, ma d'altra parte Zayn sembrava davvero disperato. 
«Forse so dove potresti trovarla,» mormorò senza convinzione.
Gli occhi del moro sembrarono illuminarsi di speranza. «Dove?»
«Hounslow,» disse infine.
Zayn fece un passo indietro mettendosi le mani nei capelli e avvicinando i gomiti, quasi come per nascondersi. Sembrò pensarci per qualche secondo, poi annuì. 
«Ci vado. Ci vado questa sera.» 
Chelsie deglutì senza smettere di chiedersi se avesse fatto la cosa giusta. 
«E cos'hai intenzione di fare?»
«Voglio chiederle scusa, dirle che non è colpa sua, che non volevo farle del male e che sono stato un completo idiota.»
L'amica gli fece un sorriso d'incoraggiamento. 
«Spero che vada tutto bene.»
«La riporterò indietro. Farò di tutto, te lo assicuro.» Detto ciò girò sui tacchi e, con molta determinazione, entrò in macchina. Le rivolse un sorriso non molto convinto e mise in moto, sparendo dopo pochi secondi.
Chelsie lo guardò andare via, sperando con tutto il cuore di vederlo riuscire nel suo intento. Eileen mancava a tutti quanti e lei sapeva che se c'era una persona che poteva portarla indietro, quella persona era senza dubbio Zayn.



***

Quella sera Eileen aveva invitato Althea a cena, che aveva deciso di preparare la pizza. Quel gesto le ricordò Niall e Liam, che al sabato sera la ordinavano sempre, come se fosse una tradizione di famiglia. Certo, non era la stessa cosa, ma il gesto in sé le ricordava dei suoi due coinquilini e la faceva sentire meno sola.
Durante l'intero pasto la vicina le aveva raccontato tutto quello che era successo nel quartiere da quando Leen se n'era andata. Il che sarebbe stato interessante, se non fosse per un piccolo dettaglio: le persone in questione avevano dai sessanta agli ottant'anni.
Gli aneddoti e i pettegolezzi erano divertenti ed Eileen aveva capito che Althea le stava raccontando tutto ciò solo per tirarla su di morale, e per questo le era grata. 
Era stata una settimana abbastanza noiosa e monotona: tutte le mattine stava cinque ore al bar a servire i clienti, poi tornava a casa e mangiava da sola, puliva casa e guardava qualche film alla televisione fino a quando non si addormentava sul divano. Spesso si svegliava a mezzanotte e andava a farsi la doccia per poi tornare a dormire, altre volte restava lì fino alla mattina dopo. Un paio di volte Althea le aveva portato qualche manicaretto e una teglia di lasagne.
Quella mattina era stata altre cinque ore al bar e la prima settimana ad Hounslow si era conclusa con quella cena in compagnia di Althea. Non male, pensò Eileen. Almeno aveva qualcuno con cui parlare.

«Ti è piaciuta la pizza?» chiese Althea indicando il vassoio che le aveva portato.
Eileen annuì. 
«Buonissima, complimenti. Dovresti insegnarmi a farla.»
L'anziana signora rise, gli occhi ridotti a due fessure. Era davvero dolce. «Va bene cara, un giorno lo faremo.»
Un tuono le fece trasalire. Eileen guardò fuori dalla finestra: non pioveva ancora ma sarebbe arrivato presto un gran temporale. 

«Questo è bello forte, - disse Althea guardando dalla stessa parte di Eileen. - E' meglio che torni nella mia casettina.»
La ragazza annuì sovrappensiero, si alzò e cominciò a disfare la tavola. «Oddio! - esclamò poi, mettendosi una mano sul viso. - Avevo steso fuori dei vestiti, saranno volati via!»
Althea si alzò dalla sedia. «Andiamo a prenderli prima che cominci a piovere.»
«Tu resta pure qui, erano giusto tre o quattro magliette.» Eileen uscì dalla porta e girò attorno al porticato. Lo stendino era per terra e le magliette erano poco distanti, tutte appallottolate. Avvertì le prime gocce di pioggia, quindi chiuse in fretta lo stendino, raccolse le magliette e tornò sotto al porticato. Intravide Althea appena fuori dalla porta che la guardava in un modo strano. «Dammi le cose, le porto dentro. Tu hai visite,» disse, facendo segno col capo verso la strada.
Eileen seguì lo sguardo della vicina e, scrutando tra il buio della sera, lo vide: era vicino alla sua macchina, il giubotto di pelle alzato sopra la testa per coprirsi dalla debole pioggia, la maglia di un grigio scuro che faceva intravedere una striscia di pelle appena sopra la vita. 
Era davvero lui? Non riusciva a capire se era tutto solo frutto della sua mente
 o se lui era davvero là, ad una trentina di metri da lei, che la guardava con occhi bui. La sua immaginazione non poteva davvero essere così fervida, giusto? 
Il cuore le batteva così forte e si sentiva così felice e arrabbiata e contenta e triste e confusa e la sua mente non riusciva a formulare un solo pensiero che avesse senso. Era davvero lui? Non riusciva a smettere di chiederselo.

Alla fine, dopo mille pensieri e sensazioni, lei si limitò solamente a sussurrare. «Zayn?»
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Spazio autrice:
Tadaaaaaaaannnnnn! Ecco il ventinovesimo capitolo hjbsd
Allora allora allora allora, calmi tutti. Siamo quasi ad un punto di svolta. Ci siamo.

Che ne pensate di questo capitolo?
Cioè hcbjdsn Zayn si è preso le sue responsabilità ed è partito alla ricerca della sua Eileen...
Secondo voi riuscirà a portarla indietro? Si farà perdonare? 
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, aaaaaahhhh cjhsab sono felice.

Sono felice perché io ho voi e voi siete le migliori in assoluto.
Dopo il 28esimo capitolo ho ricevuto tanti di quei messaggi che non vi sto nemmeno a dire.
Bellissime recensioni, dolcissime, dove mi dite che vi sono mancata e che siete felici che io sia tornata ad aggiornare...
Mi fate FELICE. Ve ne sono grata, davvero! 
Ho visto che l'idea del libro vi piace e, anche se devo ancora decidere se cambiare trama o meno, comincerò a lavorarci :)
Sarà difficile e una cosa moooolto lunga, ma ci proverò. 
Sinceramente non mi sento all'altezza di una cosa del genere, ma io ci provo perché diventare una scrittrice è il mio sogno e
vedere che tutte voi mi sostenete è bellissimo, davvero, non posso nemmeno descrivervi a parole quanto sono felice!

Passo ai ringraziamenti perché altrimenti non finisco più lol
Grazie alle 1219 persone che hanno recensito, omg, siete le migliori.
Grazie alle 495 che seguono la storia e alle 386 che la preferiscono dgbjsnsds.
Grazie alle 110 che la ricordano e alle lettrici silenziose (il primo capitolo è a 18.494
 visualizzazioni!)
Grazie infine alle 96 che mi hanno messa tra gli autori preferiti cbhsan davvero siete le migliori, basta.

Volevo dirvi due cose:
1. Non ho più intenzione di cambiare il titolo ma voglio re-inserire la chitarra di modo che il titolo abbia senso lol
2. Io vi amo tanto tanto. 

Inoltre volevo ritagliare un piccolo spazio per scrivere RIP Cory Monteith.
Io seguo Glee da sempre e mi sono affezionata incredibilmente a questo ragazzo e quando ho saputo che era venuto a 
mancare ci sono rimasta davvero, davvero molto male. Ancora non realizzo.

Concludo ripetendovi che vi sono grata e che vi voglio davvero tanto bene!
Grazie perché mi seguite anche se vi faccio aspettare e rimanere in ansia, ma lo faccio con affetto lol :)

Un grande abbraccio a voi, ci "vediamo" nel prossimo capitolo e, spero, nelle recensioni :)
Tanto, tanto, tanto, tanto, TANTO amore, Becks 
  
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