Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Delleran    31/01/2008    3 recensioni
«Allora l’ha fatto davvero…» mormorò Al.
Winry strinse le mani in grembo. Di cosa stava parlando?
«Cosa? » incalzò. «Parla, Al! »
«Ti farà stare peggio…» tentò di tergiversare il ragazzo distogliendo lo sguardo.
«La persona che amo è morta! Non posso stare peggio di così! »
Quello scatto sembrò convincere Alphonse.
«Mio fratello… non l’aveva detto a nessuno ma lui voleva… bhè, voleva chiederti di sposarlo. Quello è un anello di fidanzamento. »
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Pride, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Love & Pride 15 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



05
***
ANCORA DI SALVEZZA



“I always needed time on my own
I never thought I'd need you there when I cry
And the days feel like years when I'm alone
And the bed where you lie is made up on your side

When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now

When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok
I miss you”
***
Il tempo sembrava soggetto a starne distorsioni. Le giornate scorrevano lente, dall’alba al tramonto le ore sembravano non passare mai. Eppure erano già trascorsi più di tre mesi da quando era tornata a Resembool. Winry iniziava a chiedersi se quella strana percezione del tempo fosse una cosa normale. In campagna, si sa, i ritmi sono più rilassati ma non era sicura che questa fosse una giustificazione sufficiente. Quasi inconsciamente aveva ricominciato a comportarsi come prima di lasciare il paese: aiutava la nonna nell’officina di Auto-mail, faceva lunghe passeggiate con Den, andava al mercato o a procurarsi dei pezzi di ricambio. A volte aveva l’impressione di essere tornata indietro nel tempo. Compiva gli stessi gesti di allora ed esattamente come allora era in costante attesa di qualcosa. Qualcosa che, questa volta lo sapeva bene, non sarebbe mai tornato.
Winry non si era mai considerata una persona particolarmente fragile, anzi detestava nel profondo l’immagine della ragazzina costantemente intenta a piangere sull’amore perduto. Evidentemente fino a quel momento non aveva avuto la maturità necessaria per capire cosa significasse perdere qualcuno in modo così definitivo. Quando erano morti i suoi genitori, era troppo piccola e il dolore si era stemperato nel corso dell’infanzia. Ora era completamente diverso. All’inizio era stata davvero dura, le lacrime scendevano senza che se ne rendesse conto e senza un motivo particolare. Non un pianto disperato, ma uno sfogo silenzioso, un vano tentativo di riempire il vuoto che le logorava l’anima. Questo atteggiamento faceva preoccupare terribilmente sua nonna, lo capiva dagli sguardi costantemente ansiosi che le rivolgeva. Per questo si era sforzata più che poteva di reagire, di fingere almeno quando era in compagnia di aver superato il suo dramma. Quando rimaneva sola in casa però, saliva nella stanza che Ed era solito occupare durante i suoi brevi soggiorni a Resembool, si sedeva sul letto e rimaneva in contemplazione della propria mano sinistra, su cui spiccava l’anello che Ed aveva comprato per lei. Rimanere lì in silenzio era come immergersi in un mondo a parte, fatto di ricordi caldi e struggenti, di parole mai dette e di sentimenti mai pienamente espressi. Quello era diventato una sorta di rito quotidiano, un rifugio dove poteva essere sé stessa senza timore che occhi indiscreti si posassero su di lei.
Anche quel giorno, approfittando dell’assenza di Pinako, aprì la porta ed entrò nella stanza immersa nella calda luce pomeridiana. Si avvicinò al letto e lisciò le piccole pieghe del lenzuolo. Lì non cambiava mai niente. La stanza era linda e pulita come sempre, pronta ad accogliere un ospite che sarebbe potuto arrivare in qualsiasi momento.
«Come se adesso fosse di una qualche utilità…» mormorò Winry amaramente.
Tanto tempo prima, quando lui era lontano, pensava di avere tutto il tempo del mondo per riflettere sui propri sentimenti. Non aveva mai immaginato di poter desiderare così intensamente la sua presenza. Ingenuamente, credeva di essersi abituata durante gli anni dei suoi viaggi, era convinta di non avere bisogno di lui per andare avanti. Invece si era dovuta ricredere: aveva bisogno di lui, eccome! Ne aveva bisogno mentre posava le labbra sulla pietra fredda che portava al dito, mentre si rannicchiava sulle lenzuola appena lisciate, mentre chiudeva gli occhi e stringeva i lembi del cuscino.
«Mi manchi… mi manchi… stupido… STUPIDO EDWARD, MI MANCHI! »
Singhiozzi spezzati, soffocati dalle piume.
Era in momenti come quello che capiva cosa aveva portato i due fratelli a compiere il loro peccato originale, e sapeva che se ne fosse stata in grado, non avrebbe esitato ad operare a sua volta la trasmutazione umana. Anche sapendo a cosa andava incontro. Questo lato di sé stessa la terrorizzava.
«Winry! Sei in casa? »
Al suono di quella voce, la ragazza si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza. Come faceva a salvarla ogni volta che si trovava sull’orlo del baratro? Arrivava sempre quando aveva più bisogno di lui. L’unico in grado di capire i suoi sentimenti. La sua ancora di salvezza.
«Alphonse! »
Spalancò la porta d’ingresso e volò tra le braccia del ragazzo che aspettava in mezzo al vialetto, lo sguardo ancora rivolto al balcone del piano superiore.
«Ehi, allora ci sei. Ho suonato alla porta ma non mi ha risposto nessuno. »
«Scusa. » mormorò lei contro la stoffa morbida della sua camicia. «Ero di sopra e non ho sentito. »
Alphonse le accarezzò leggermente i capelli e lei si sciolse dall’abbraccio. Era davvero cresciuto ultimamente, per guardarlo negli occhi ora doveva alzare la testa. «Winry, stavi piangendo ancora? » chiese Al con una nota preoccupata nella voce.
«Ma no! Cosa vai a pensare! » esclamò la ragazza tentando di darsi un contegno. Che stupida a non pensare che avrebbe notato i suoi occhi arrossati. «Sono solo tanto tanto felice di vederti! »
Al sorrise e si avviò con lei verso l’ingresso. Andava a trovarla un paio di volte al mese e ogni visita era come una boccata d’aria fresca. Quando stava in compagnia di Alphonse, Winry si sentiva inspiegabilmente sollevata. Forse perché condividevano lo stesso dolore, o forse semplicemente perché la vicinanza di una persona dal carattere mite come il suo era rasserenante.
«La nonna è andata in paese, ma sarà presto di ritorno. Come va il lavoro? »
Alphonse si sedette al tavolo della cucina distendendo le gambe davanti a sé con espressione rilassata.
«Siamo letteralmente sommersi dalle scartoffie. Proprio stamattina una mensola ha ceduto per il troppo peso, sommergendo di rapporti la povera Sheska. »
Winry si sforzò di rivolgergli un sorriso convinto. Di ridere apertamente non se ne parlava proprio.
«Ultimamente non facciamo che archiviare documenti su documenti. » continuò Al. «Stanno arrivando un sacco di testimonianze. »
A quelle parole lo sguardo di Winry si incupì.
«Testimonianze di cosa? Sta di nuovo succedendo qualcosa di strano? »
Posò sul tavolo una tazza di thè e si sedette di fronte a lui.
«Grazie. Veramente non saprei. Forse qualche ricercato è tornato in circolazione. Stando tutto il tempo chiuso in archivio, non mi arrivano molte informazioni e non ho certo la possibilità di leggere tutti i rapporti. » rispose Al. «Comunque non credo si tratti di nulla di preoccupante, in città la situazione è molto tranquilla. »
Winry annuì. Ogni volta che Alphonse le parlava del suo lavoro, le raccontava qualche episodio divertente su Sheska e la rassicurava sul fatto che andasse tutto bene. Aveva la netta impressione che anche se fosse andato a fuoco il Quartier Generale, le avrebbe comunque detto che andava tutto bene. Non era una bella sensazione, ma sapeva che lo faceva solo per non far gravare su di lei le sue preoccupazioni legate al lavoro. In fondo confidava nella coscienziosità di Al per far sì che non si cacciasse nei guai.
Quando Pinako rientrò, si affaccendarono entrambe a preparare la cena, e il pasto venne accompagnato dalle chiacchiere di Al sulle novità cittadine. A quanto pareva, al centro dei pensieri di tutti vi erano le imminenti pulizie generali dell’archivio, prospettiva che gettava nel panico la povera Sheska. Chi invece non aveva altro da fare, spettegolava sull’ipotetica nuova fiamma del generale Mustang che avrebbe scatenato le ire del tenente Hawkeye. Al però giurava di non aver mai visto Mustang in compagnia di una donna che non fosse Riza.
La serata trascorse piacevolmente finché Winry decise di andare a dormire. Sapeva che con molta probabilità Al sarebbe partito l’indomani e che quindi avrebbe dovuto trascorrere più tempo possibile con lui, ma la stanchezza aveva avuto la meglio. Mentre attraversava il corridoio del piano superiore tra il bagno e la sua stanza, notò che il ragazzo e Pinako erano ancora in cucina.
«C’è stata qualche evoluzione nelle tue ricerche? » stava chiedendo sua nonna.
«Poche, in realtà. » rispose Al. «La scomparsa di Zenotaim è collocabile al cento per cento nelle due settimane in cui mio fratello è sparito, ma ovviamente non ci sono testimoni della trasmutazione. Inoltre non si hanno notizie di altre trasmutazioni eclatanti, quindi chi ora possiede la pietra filosofale, molto probabilmente non la sta usando. Non ancora almeno. »
«E riguardo all’altra ricerca? Ti sei convinto che…»
«Ho provato a parlarne con il generale Mustang, ma mi ha risposto che sono pazzo. Lui ha visto bene il corpo di mio fratello e mi ha assicurato che per lui non c’era nulla da fare già prima del crollo del magazzino. Comunque nessuno avrebbe potuto sopravvivere a quel rogo. »
Winry non credeva alle proprie orecchie: cosa stava insinuando Al? E cosa centrava di nuovo la pietra filosofale?
«Però tu non sei convinto, dico bene? » continuò Pinako.
«No, perché nemmeno tra le macerie è stato trovato il corpo. Anche carbonizzato, ma qualcosa doveva esserci! Ho chiesto l’autorizzazione a diramare un identikit e abbiamo ricevuto diverse segnalazioni. So bene che la maggior parte non è attendibile, ma una in particolare mi ha colpito: una donna ha detto ha detto di aver visto un ragazzo vestito di nero, identico a mio fratello, in compagnia di una ragazzina. Zia Pinako, te lo prometto, andrò a fondo di questa faccenda! »
Winry si sentì mancare un battito mentre si chiudeva la porta alle spalle. Edward era vivo? Com’era possibile? Se era così, perché non era tornato da loro? E perché Al non le parlava di quelle ricerche? Per non darle false speranze? Anche una falsa speranza come quella era meglio del baratro della disperazione.

***
“I've never felt this way before
Everything that I do reminds me of you
And the clothes you left, they lie on the floor
And they smell just like you, I love the things that you do

When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now

When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok
I miss you”

When you’re gone © Avril Lavigne



CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!
Scusate il ritardo dell'aggiornamento, ma le cose da fare sono sempre tante e il tempo sembra sempre meno. lo so che suona come una scusa, ma vi assicuro che purtroppo è così, sigh...
"When you're gone" è una canzone che adoro e vi consiglio di ascoltarla mentre leggete. Per me è diventata la colonna sonora ufficiale di questa storia insieme a "Stay" di Elisa che accompagna il capitolo 15. CALDAMENTE CONSIGLIATA!! (Però tenete a portata di mano i fazzoletti...)
Allora, venendo al capitolo, siamo tornati da Winry! Poveretta, se penso a come si sente, mi sento male anch'io. Mentre scrivevo mi sono immedesimata al punto che non riuscivo più a smettere di descriverla e mi venivano le lacrime agli occhi (forse è per questo che mi sono dilungata tanto... che sia masochista???) Dal prossimo torniamo da Al, anche lui non è messo molto bene...
Chibisimo: Come sono contenta che ti sia piaciuto quel capitolo!! Spero che tu abbia apprezzato un po' la comparsata di Russell e non sia solo per i pianti di Al... :-p Non piangere anche tu o finiremo in un mare di lacrime! ^_^
Fairy88: Al potrà sembrarti strano, ma lui non ha visto il corpo di Ed e non riesce a convincersi che sia morto davvero. Per questo, dal suo punto di vista, in fondo è come se non fosse morto. Bisogna solo scoprire cos'è successo... e non è detto che questa sua fissazione alla lunga sia un male... Vedrai!
meby138: Grazie per i complimenti, mi fai tantissimo piacere! Anche questo è un capitolo di stallo, ma per raccogliere informazioni bisogna fermarsi per un po'... Ebbene sì, quella dell'anticipazione era Winry! E non è tutto...
lunachan62: Ben riemersa! Prometto che appena ho un filo di tempo rispondo alla tua mail! Addirittura una droga? E' la prima volta che mi dicono che provoco dipendenza, oddio, devo preoccuparmi? ^_^
Bacioni a tutti!!
YUKI-CHAN

p.s. Stamattina mi sono dimenticata di postare la traduzione della canzone. A chi interessasse, eccola!

Ho sempre avuto bisogno di tempo per me
non ho mai pensato che avrei avuto
bisogno che tu fossi lì quando piangevo
e i giorni sembrano anni quando sono sola
e il letto dove sei disteso è messo a posto dal tuo lato

Quando vai via conto i passi che fai
Vedi quanto ho bisogno di te adesso?

Quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
Quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
Quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata
Mi manchi

Non mi sono mai sentita così prima d'ora
Tutto ciò che faccio mi ricorda te
ed i vestiti che hai lasciato sono sul pavimento
ed hanno il tuo profumo, amo le cose che fai

Quando vai via conto i passi che fai
Vedi quanto ho bisogno di te adesso?

Quando sei lontano
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza
Quando sei lontano
manca anche il volto che conoscevo
Quando sei lontano
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire per farmi sempre andare avanti fino alla fine della giornata
Mi manchi




Next -> "Raggiungere il limite"
(Evidentemente quello che aveva visto il generale Mustang era la pura e semplice verità, nessuna morte simulata, nessun machiavellico piano degli Homunculus. Era tutto vero.)

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Delleran