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Autore: Essemcgregor    19/07/2013    4 recensioni
A Thor manca Jane e non solo. Il dolore provocato dalle gesta del fratello, lo spingono ad elaborare un piano, folle forse. Se l'amore è riuscito a cambiare lui, perchè non deve riuscirci con Loki?
Il suo piano però verrà intralciato non solo dallo S.H.I.E.L.D. che non si può ritenere contento di vedere di nuovo Loki sulla terra, ma da un'altra forza misteriosa, che ha tutte le intenzioni di mantenere una promessa, o minaccia, fatta poco tempo fa.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sera in cui era andato a parlare con Eir, si era dimenticato il motivo per cui la stava cercando: ovvero per chiederle di insegnargli ad usare uno stramaledetto computer. Quel tipo di tecnologia non riusciva proprio a capirla. Gli umani sprecavano il loro tempo dietro a cose del genere, invece che apprendere cose più utili come la magia, o la ricerca di un modo per viaggiare attraverso i mondi. Erano ancora fermi alla ricerca di vita extraterrestre nel loro povero sistema solare, se solo si fossero mossi a visitare gli altri mondi, ne avrebbero avute di cose da studiare e di posti da esplorare. Come diceva Thor, era meglio che non fossero a conoscenza degli altri mondi, vedere come avevano sfruttato e maltrattato il loro pianeta, lo portò a pensare che scoprendo altri mondi, avrebbero cercato prima di conquistarli, e poi di sfruttarli come stavano tutt’ora facendo con Midgard.
Si riscosse dai suoi pensieri, quando con il fratello e la sua compagna, giunsero al punto di incontro a Central Park. Si erano dati appuntamento lì al posto di un qualsiasi locale o caffetteria di New York. Lavorare in quel locale cinque giorni a settimana, gli aveva fatto sviluppare una sorta di rigetto nei confronti di ambienti al chiuso e la giornata era così bella, che era un peccato non approfittarne.
Jane si guardava intorno, stiracchiandosi di tanto in tanto e lasciandosi stringere dal dio del tuono, che rapito osservava ogni cosa.
Spesso poneva delle domande imbarazzanti sulla fauna e sulla flora del parco, domande a cui Jane rispondeva volentieri, non riusciva a credere che su Midgard i volatili fossero così piccoli, su Asgard ve n’erano di enormi.
- Cavalchi… grossi uccelli?-
Thor scrollò le spalle.
- Cavalcavo. Ho dovuto smettere quando ho rischiato di schiantarmi contro una delle torri di palazzo.-
Loki li superò rapidamente, Jane aveva cominciato a ridere, seguita da Thor che continuava a guardarla con ammirazione. Ogni volta che si guardavano, ogni volta che Jane parlava, Thor sembrava sotto l’effetto di un incantesimo. Non aveva occhi che per lei. La sua felicità dipendeva dalla felicità di lei, come se il suo mondo fosse racchiuso in quella fragile Midgardiana. Represse una specie di conato di vomito, giungendo finalmente sul ponte indicato dalla rossa, ma di lei, nessuna traccia.
Il suo sguardo si spostò verso il fiume che scorreva lento sotto di lui, riuscì ad intravedere delle ombre guizzare rapide dentro lo specchio d’acqua, ombre che i bambini accanto a lui, seguivano con eccitazione, seduti sul parapetto, sorretti dai loro genitori.
Thor e Jane lo raggiunsero lentamente, si guardarono intorno in cerca della ragazza, senza trovarla.
- Potete andare a farvi un giro? Devo parlare da solo con lei.-
Jane lo guardò inarcando un sopracciglio.
- Riguardo a cosa?-
Loki sbuffò.
- Affari che non ti riguardano Midgardiana. E ora andate.-
Thor avanzò lentamente verso il fratello, puntando un dito contro il suo petto.
- Non ti azzardare a trattarla male.-
Loki guardò gli occhi di ghiaccio del dio, inarcando un sopracciglio, fece per ribattere ma fu interrotto da una voce famigliare, alle sue spalle.
- Hey biondo, non ti azzardare a toccarlo.-
Eir era ferma poco distante da loro, le braccia conserte e l’aria contrariata. Loki roteò gli occhi al cielo, voltandosi verso di lei, mascherando il suo sorriso in una smorfia, Thor si allontanò da lui, guardandola dall’alto verso il basso, nessuna donna si era mai azzardata a rivolgersi a lui in quel modo, nessuna donna eccetto Jane.
- Alla buon’ora.-
La ragazza ignorò il rimprovero di Loki, si avvicinò al gruppo lanciando un’occhiataccia a Thor e salutando con un sorriso Jane, nascosta dietro di lui.
- Oggi è il mio giorno libero e me la sono presa con calma.-
Jane si fece avanti stringendo la mano di Eir con un grosso sorriso, le chiese come stava e continuò a parlare del più e del meno, lasciando i due fratelli ad attendere che finissero di parlare. Thor lanciò uno sguardo indagatore verso Loki, lo conosceva troppo bene ed era sicuro che stesse tramando qualcosa.
Loki rispose al suo sguardo con uno sbuffo, incrociò le braccia al petto, battendo il piede a terra, impaziente. Eir sembrava davvero felice di vedere Jane, rispose con cortesia a tutte le domande, raccontandole anche del piccolo incidente avvenuto qualche giorno fa, descrivendo dettagliatamente il modo in cui Loki l’aveva difesa da quei ragazzi.
Il dio del caos passò una mano sul volto, esasperato da quella conversazione che sembrava non finire più, sopportò le occhiate di Jane che sorrideva nella sua direzione mentre ascoltava il racconto di Eir, dovette pure sopportare le gomitate del fratello che ridacchiava sotto i baffi.
- Eir, non ho tutta la mattina, ti dispiace?-
Si avvicinò esasperato alla ragazza, l’afferrò per un braccio e la tirò lungo il ponte, per raggiungere l’altro lato. Thor tornò al fianco di Jane, i due li salutarono con la mano e s’incamminarono dalla parte opposta.
Eir salutò Jane da lontano, agitando la mano e assicurandole che le avrebbe fatto davvero piacere prendere un caffè con lei la settimana seguente.
Il moro procedette spedito imboccando una delle strade del parco, in cerca di un posto tranquillo dove parlare con la ragazza.
- Adoro Jane, è così simpatica! Mica avevo capito che il biondo è tuo fratello.-
Loki annuì distrattamente, si fermarono ad una delle tante piazzole del parco, si sedette su una delle panchine vicino la grande statua e fece cenno alla ragazza di fare altrettanto.
Eir cacciò dalla sua borsa il suo portatile, lo posò sulle sue gambe e sollevò lo schermo. Il dio osservò l’oggetto con estremo interesse, non avevano cose del genere su Asgard, ma ricordava di averne visti parecchi di quegli affari, sebbene non così piccoli. Stark per esempio, ne aveva la casa piena, e pure Eric Selvig, quando era stato costretto a lavorare per lui lui, ne face grande uso.
- Oh sì, mio fratello. Preferisco non parlarne. Possiamo cominciare la lezione?-
Eir emise un gemito di frustrazione, si voltò verso il moro incrociando le braccia.
- Si può sapere perché ogni volta che ti faccio domande sulla tua vita privata, cambi discorso? Hai qualcosa da nascondere?-
L’altro scosse la testa.
- Nulla da nascondere e non ho niente da dirti al riguardo. Sono cresciuto in una famiglia come tante altre e per mia sfortuna ho un fratello simile ad un grosso scimmione senza cervello.-
Fece un piccolo, ma molto falso, sorriso alla rossa, che in risposta inarcò un sopracciglio.
- Possiamo continuare?-
Con un scatto abbassò lo schermo del computer e lo ripose rapidamente nella borsa, Loki osservò quella mossa, senza capire.
- Prima mi parli un po’ di te.-
Non riusciva ancora a capire come si era ritrovato in quella situazione, maledetto il momento in cui aveva chiesto ai due di accompagnarlo al parco, forse era di gran lunga meglio farsi accompagnare da un agente dello Shield, avrebbe almeno evitato quel terzo grado.
- Mi chiamo Loki Laufeyson, sono nato in Norvegia da una famiglia piuttosto benestante, mio fratello è quella sottospecie di carciofo biondo simile ad un vichingo… e niente.-
Scrollò le spalle allungando il braccio e cercando di riprendere il prezioso oggetto che Eir continuava a tenere nascosto dentro la borsa.
La rossa lo fermò, inarcando un sopracciglio, poggiando una mano sul petto dell’altro, ritrovandosi a qualche millimetro dal suo viso. Loki si fermò trattenendo il respiro, la mano ancora tesa a prendere la borsa di lei, riusciva sentire il suo profumo, così simile al profumo di un fiore che avevano ad Asgard, uno dei suoi preferiti tra l’altro.
- Il computer… giusto.-
Eir si allontanò di scatto da lui prendendo l’oggetto e riaprendolo con un rapido gesto. I capelli nascondevano parte del suo viso, ma a Loki non sfuggì il leggero rossore che tingevano le sue guance. La restante mattinata la passò ad ascoltare la ragazza mentre gli spiegava delle semplici nozioni di informatica, nozioni che con sua grande sorpresa, faticavano ad entrargli in testa. Si concentrò soprattutto quando le spiegò come usare un browser internet e come “navigare” su internet.
Eir era molto paziente, non le dispiaceva ripetere più e più volte le stesse identiche cose, posò il computer sulle gambe di Loki, seguendolo passo passo.
Il moro aggrottò le sopracciglia mentre cercava di capire come muovere quella dannata freccetta sullo schermo, strusciando il dito sul trackpad. A fine mattinata però, era stato in grado di visitare un paio di siti internet, capire cosa fossero le finestre pop up e come evitare di finire in siti indesiderati.
- Credo di averti detto tutto, sei un bravo studente.-
La ragazza sorrise mentre Loki le restituiva l’oggetto, era quasi sicuro di poter usare il computer di Eric, gliel’avrebbe chiesto una volta tornato a casa.
Il sole era alto nel cielo ed il parco con sua grande sorpresa, era gremito di gente rispetto alla mattina. Coppiette che giravano mano nella mano, mamme con bambini, e famigliole che ne approfittavano per fare un pic nic.
Notò che lo sguardo di Eir indugiava sulle diverse coppie che andavano in giro mano nella mano, baciandosi ogni tanto.
- Tutto bene?-
La rossa si risvegliò dai suoi pensieri, sorridendo.
- Tutto ok. Che ne dici di andare a pranzo? Offro io.-
Si alzò riposizionando la borsa sulla spalla, con un grosso sorriso. Loki indugiò per alcuni secondi, il suo stomaco implorava pietà, quella mattina aveva mangiato poco e niente a colazione. Scrollò le spalle, alzandosi, si affiancò ad Eir senza dire nulla, la ragazza scosse la testa sorridendo, prendendolo per un braccio e guidandolo attraverso il parco.
- Sei strano, Loki Laufeyson.-




Il viaggio di ritorno a casa era stata una tortura, Thor aveva pensato bene di divertirsi a stuzzicarlo e fargli domande su domande su Eir e sul suo rapporto con lei. Nonostante Jane lo ammonisse, chiedendogli di non infastidirlo, il dio del tuono non accennava a smettere, scatenando quasi una piccola rissa in taxi, con Jane che cercava di separarli e il tassista che minacciava di lasciarli per strada.
Fu sollevato di ritrovarsi di nuovo nell’appartamento di Eric, lo scienziato non c’era, aveva un appuntamento con dei vecchi amici di college.
Le finestre erano aperte con le serrande abbassate, da fuori veniva il rumore del traffico e del vociare dei passanti, il dio si sedette davanti al computer portatile dello scienziato, accendendolo così come Eir gli aveva insegnato.
Aspettò che finisse di caricare, controllò che la ricezione della connessione internet fosse buona, e dopo aver sgranchito le dita delle mani, aprì il browser internet, digitando rapidamente sulla tastiera.
Il dito si mosse sul trackpad lentamente, mentre una ad una selezionava i vari siti internet comparsi sulla prima pagina di internet. Sbuffò ritrovandosi davanti siti inutili, contenenti informazioni a dir poco ridicole. Non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo, ingoiava quelle informazioni con rapidità, aprendo un sito dopo l’altro, sembrava sotto un qualche incantesimo al quale era difficile resistere.
Il rumore di passi e il vociare lungo le scale, lo risvegliarono dalla trance, lanciò uno sguardo all’orologio, era quasi ora di cena e solo in quel momento si era accorto che aveva passato più di due ore a fissare quello schermo. Sentì gli occhi bruciare per la stanchezza, le dita indolenzite e la schiena dolorante a causa della posizione nella quale aveva forzato il suo corpo.
Cancellò la cronologia e spense il computer, aveva in mano abbastanza informazioni per finire le sue indagini. L’esaltazione e l’adrenalina che avevano preso a scorrere nel suo corpo durante quelle ore davanti al computer, scemarono, lasciando spazio a dubbi e paure.
Le rune che erano state ritrovate, erano identiche alle antiche rune che aveva studiato e memorizzato quando era un ragazzo.
Loki non era portato per la guerra, il suo fisico gracile e la sua salute cagionevole, lo avevano spinto a sviluppare una forza diversa da quella che suo fratello Thor esercitava. Aveva passato parte della sua infanzia e adolescenza, chiuso in biblioteca, oppure in compagnia di vecchi maghi e stregoni, che insegnarono lui tutto ciò che sapevano. Era stato in grado di carpire i segreti della magia, segreti che erano stati tenuti lontani e nascosti proprio a causa del loro potere distruttivo. Le rune incise su quei manufatti, erano antiche, nate forse insieme ad Odino, talmente antiche che in pochi conservavano nella loro memoria.
Tamburellò le mani sul tavolo, spostandosi dalla sua scrivania, doveva consultare di nuovo i fascicoli di Jane, non era sicuro del messaggio ritrovato su quei manufatti, ma di una cosa era sicuro, in quel messaggio era scritto anche il suo nome.
L’Antico forse lo stava cercando, reclamava una vendetta che era sua di diritto, il mantenimento di una promessa, una minaccia, che lui stesso aveva avuto modo di udire durante uno dei suoi colloqui con l’essere.
- Loki?-
Il dio scorse la figura dello scienziato, che si stagliava contro la porta di casa, il suo sguardo si posò sul moro, seduto al tavolo del salotto.
L’altro alzò lo sguardo salutandolo con un cenno del capo, immergendosi di nuovo nei suoi pensieri, una volta che l’altro ebbe risposto mormorando un saluto.
- Ti sei divertito?-
Lo scienziato si fermò in mezzo alla stanza, aprendo e chiudendo la bocca. In tutto quel tempo che Loki era stato nel suo appartamento, la loro convivenza era andata avanti seguendo una semplice regola: niente domande.
Eric evitava di farle a Loki e Loki non faticava di certo a fare finta che l’uomo non esistesse.
- Abbastanza, grazie.-
Il dio aveva lo sguardo perso nel vuoto, non sembrava aver ascoltato davvero al sua risposta, il suo debole cenno del capo smentì quel pensiero.
- Tu hai passato una buona giornata?-
Quando incrociò gli occhi verdi del dio, Eric ne sostenne lo sguardo, le mani infilate in tasca, cercando di non dare a vedere quanto a disagio si stesse trovando in quel momento.
Non ricevette risposta, fissò il dio alzarsi da tavola, e scivolare via verso la finestra che dava alle scale antincendio. Assottigliò lo sguardo quando sparì, salendo rapidamente le scale in ferro, rimase fermo fino a quando il rumore metallico che segnava la sua presenza nelle vicinanze, non divenne un ticchettio lontano.
- A quanto pare no.-
L’uomo serrò le labbra e si diresse in cucina, aveva rinunciato a provare di capirlo, si limitò a telefonare a Jane per avvertirla che era tornato, e chiederle se lui e Thor avevano voglia di cenare insieme quella sera.
Loki salì le scale rapidamente, le mani chiuse a pugno e il respiro pesante, la testa appesantita da una serie di informazioni che faticava a mettere in ordine.
Aveva bisogno di parlarne con qualcuno, doveva parlarne con qualcuno.
Il tetto del palazzo era vuoto come sempre, l’aria fresca della sera scompigliò i suoi capelli neri, che schiaffeggiarono delicatamente il suo viso.
Il sole stava lentamente tramontando oltre l’orizzonte, definito da una fitta scia di palazzi, il cielo aveva cominciato a tingersi di rosso, accompagnato da varie sfumature di arancio e blu. Il suo sguardo spaziò fino alla Stark Tower, di cui nome in lettere cubitali, era rimasta solo la “A”.
Si sedette a gambe incrociate a terra, senza scettro sapeva che era impossibile, ma sapeva che l’Antico stava cercando lui, sapeva anche che era una follia cercare di mettersi in contatto con lui, sapeva tra l’altro che non ci sarebbe riuscito, ma valeva la pena tentare.
Svuotò la mente, anche senza scettro era ancora in possesso di parte dei suoi poter magici, magari non bastevoli per un incantesimo del genere. Svuotò la mente, lasciando che i rumori prodotti dalla città, scemassero lentamente.
- Loki?-
Una voce famigliare lo costrinse a riaprire gli occhi, non ebbe bisogno di voltarsi per vedere chi fosse il suo proprietario.
- Non so cosa vi insegnano su questo reame, ma non è educazione disturbare chi sta… meditando.-
Jane si sedette accanto a lui, le gambe incrociate a terra e lo sguardo perso verso il panorama della città, al contrario di quanto pensasse Loki, stava sorridendo. Era una delle poche persone che non prendeva male le sue offese, anzi sembrava quasi le trovasse divertenti.
- Cosa vuoi.-
Il suo tono seccato non provocò nessuna reazione nella scienziata.
- Ho delle informazioni che ti possono ritornare utili.-
Il dio si voltò a guardarla, assottigliando lo sguardo, il sole sembrava rendere ancora più pallido il colore della sua pelle. I suoi occhi verdi incontrarono quelli nocciola della scienziata, che infilò una mano nella borsa a tracolla accanto a lei, cacciando una serie di fogli.
A quanto pareva non erano documenti dello Shield, o avrebbe ritrovato il logo dorato in cima ad ogni singolo foglio, sembravano fogli appena stampati, al tatto infatti erano ancora tiepidi.
- Ti ho chiesto il significato di quelle rune, e mi pare chiaro che tu non ne sappia nulla, altrimenti non avresti fatto delle ricerche su internet.-
La bocca di Loki si aprì e si richiuse a scatti, Jane lo guardò divertito.
- La prossima volta dì a Eir di insegnarti a cancellare la cronologia. Eric si è accorto che hai usato il suo computer.-
Thor aveva ragione tutto sommato, Jane non era così stupida come sembrava. Quando voleva era più efficiente di un agente dello Shield. Per essere un’insulsa scienziata, sapeva il fatto suo. Tornò a guardare i fogli leggendone il contenuto, roteò gli occhi al cielo quando si accorse che ogni foglio riportava storie e leggende riguardanti i luoghi dove le rune erano state ritrovate. Non era sua intenzione cominciare a informarsi sulle leggende Midgardiani e su cosa credevano o meno.
- Leggile attentamente, c’è una cosa che accomuna tutti questi luoghi. Anche un bambino ci arriverebbe.-
L’altro si voltò verso di lei fulminandola con uno sguardo.
- Non sfidare la mia presenza, Midgardiana. Solo perché ti permetto di stare qui, non vuol dire che sei la benvenuta.-
Jane scrollò le spalle.
- Sono venuta qui a condividere le mie informazioni con te, potevo benissimo avvertire lo Shield delle mie scoperte, ma non l’ho fatto.-
Il dio valutò se ciò che aveva detto la scienziata, corrispondeva al vero o meno, non c’era malizia nel suo sguardo, sembrava peraltro serena.
- Cosa vuoi dire? Che sei qui per ricattarmi? Contrattare? Non ho intenzione di collaborare con te.-
La mora si girò a guardarlo inarcando un sopracciglio.
- Ti ricordo che sei bloccato qui, senza poteri e che senza di me non vai da nessuna parte. Non sono stupida Loki, nessuno lo è allo Shield.-
Si guardarono negli occhi, l’uno cercava di studiare le mosse dell’altro. Jane sostenne il suo sguardo senza problemi, senza paura o timore, Loki dal canto suo dovette ammettere che era vero, Jane aveva in mano informazioni che gli servivano e lui senza magia non era in grado di fare nulla, Jane invece con le sue conoscenze, poteva arrivare laddove lui non riusciva.
- D’accordo.-
Quella parola fu abbastanza per la scienziata, che prese di mano i fogli e li distribuì ordinatamente sul pavimento in pietra. Loki osservò la donna mentre parlava e indicava figure e citazioni, la teoria che stava esponendo, non era del tutto sbagliata. Jane continuò a parlare approfittando del silenzio dell’altro per completare il suo discorso. Non si inoltrò in spiegazioni scientifiche, ma era chiaro che dentro di lei, stava avvenendo una battaglia: aiutare Loki voleva dire tradire la fiducia dello Shield, d’altro canto, la sua curiosità la stava spingendo a continuare quella ricerca. Loki provò tenerezza per quella donna: così fragile e piccola, sembrava di rivedere se stesso, chiuso nella biblioteca di Asgard, chino sui libri. La stessa espressione del viso, la stessa concentrazione.
Distolse lo sguardo da lei, ascoltando le sue parole fino alla fine, Jane forse non si stava rendendo conto che ciò di cui stavano parlando, andava oltre la scoperta di nuove stelle e pianeti, oltre a semplici calcoli e teorie.
Quando finì di parlare, si limitò ad annuire e scrollare le spalle.
- Quando cominciamo?-
 
 
 
 
Non era la prima volta che durante la sua pausa pranzo, Eir si rifugiava insieme a Loki nella grande dispensa del retrobottega. Il dio aveva cominciato ad abituarsi alla sua presenza, a quel suo modo di fare e alla sua capacità di ignorare ogni suo singolo ordine. Più volte gli aveva ricordato che non sopportava essere disturbato durante la sua mezz’ora di pausa, cosa che lei puntualmente faceva, imponendogli la sua presenza.
Giorno dopo giorno aveva cominciato a ignorarla, per poi sopportarla e mano a mano, cominciare ad abituarsi alla sua presenza.
Ogni giorno Eir gli raccontava qualcosa di se stessa, piccoli aneddoti della sua vita, per Loki era così breve, quasi un battito di ciglia, per la ragazza invece era quasi un’eternità. Era destinata a crescere più velocemente di lui, a invecchiare e poi morire nell’arco di pochi anni, lui invece era destinato all’immortalità. Quanti ne aveva visti di uomini e donne vivere e morire, durante la sua vita?
- E poi sono caduta da cavallo rischiando di rompermi la spina dorsale.-
La voce della rossa lo risvegliò dai suoi pensieri, si voltò a guardarla inclinando la testa di lato, anche lui era cascato da cavallo la prima volta che aveva provato a montarne uno, ricordava ancora gli scherni degli altri ragazzi, e la rabbia di Thor quando gli altri non la smettevano di ridere.
- La cosa non mi stupisce.-
Eir alzò lo sguardo dal suo panino per incrociare gli occhi dell’altro, una piccola scintilla di divertimento, brillò negli occhi di lui.
- Sei un’imbranata, non poteva finire altrimenti il tuo primo tentativo di cavalcata.-
La ragazza si alzò in piedi, posò il suo panino sulla cassa accanto a quella dove era seduta e squadrò il dio dalla testa ai piedi. Loki la guardò con un sorriso sornione sul volto, adorava farla arrabbiare, gli riusciva sempre e le reazioni di Eir erano sempre così buffe. Gonfiava le guance e diventava rossa quasi quanto i suoi capelli.
- Allora ti sfido Loki Laufeyson, ti sfido ad andare a cavallo.-
Il dio spostò lo sguardo altrove, facendo una piccola smorfia.
- Non essere ridicola, non si possono cavalcare cavalli in questo posto.-
Eir tornò a sedersi accanto a lui, addentando il suo panino con aria pensierosa, rimasero alcuni secondi in silenzio, prima che la ragazza spezzasse di nuovo il silenzio.
- C’è un maneggio fuori città, è di una mia amica, potremmo andare lì e passare una giornata insieme, magari il prossimo fine settimana.-
Sembrava quasi titubante nel fare quella proposta, la voce era diventata quasi un sibilo, con la coda dell’occhio Loki potè vedere le sue mani stringere convulsamente il suo panino, un netto cambio rispetto alla spavalderia dimostrata prima.
Non diede una risposta, si limitò a scrollare le spalle e staccare un altro morso al suo di panino. Eir prese un grosso respiro, si alzò incartando il suo tramezzino, evitando accuratamente di guardare il dio.
- Io vado, ci vediamo di là.-
Loki non disse nulla, si limitò a guardarla andare via, sentendosi piuttosto a disagio quando la porta si chiuse alle sue spalle. Eir era solita avere cambiamenti d’umore repentini, riusciva a passare da felicità a rabbia nel giro di un nanosecondo, eppure in quel momento non gli era sembrata arrabbiata, semmai triste.
Aggrottò le sopracciglia cercando di capire cosa potesse aver detto o fatto per farle cambiare umore così velocemente, non gli pareva di averle detto nulla di offensivo, aveva solo evitato di raccogliere una sfida, o meglio di fare una scommessa che sicuramente lui avrebbe vinto, Eir non era il tipo di persona che accettava le sconfitte o le umiliazioni.
L’umore della ragazza si tenne costante per tutto il pomeriggio, al contrario però di quando era arrabbiata, rimase silenziosa, a malapena parlava con gli altri colleghi, evento piuttosto raro. L’ultima volta che era stata così silenziosa era dovuto a causa del concerto dei Muse alla quale non era potuta andare a causa turno notturno.
- Sei pronto?-
Clint Barton era in piedi vicino il bancone, il sorriso soddisfatto sul volto nel vedere Loki chino su un tavolino, a raccogliere dei bicchieri di carta e pulirlo con straccio e disinfettante. A quanto pare l’agente dello Shield era ancora irritato nei suoi confronti, al contrario degli altri Avengers, era l’unico a non riuscire ad accettare e sopportare la sua presenza.
- Ho quasi finito, devo terminare di pulire questi tavoli.-
Eir comparve accanto a lui togliendogli di mano straccio e spruzzino, buttò i due bicchieri di carta nel sacco nero che stava trascinando per il salone, evitando accuratamente di guardarlo.
- Puoi andare, qua ci penso io.-
Salutò cortesemente Barton e lo spintonò di lato, mentre finiva di pulire il suo tavolo. Loki rimase a guardarla mentre andava via, attirata da un cliente che cercava di attirare la sua attenzione, agitando la mano. Loki rimase a fissare la rossa per alcuni secondi, risvegliato dalla trance da Barton, che non riuscì a trattenere una risata.
Il dio lo fulminò con lo sguardo, si tolse il grembiule e si incamminò verso il retrobottega, seguito dall’agente.
- Sei un mago a farti degli amici, complimenti.-
Barton si appoggiò contro l’armadietto di metallo accanto a quello del dio, Loki aprì il suo con uno scatto, infilandoci dentro il grembiule e riprendendo il giubbino di pelle, diventato il suo capo di abbigliamento preferito.
- Taci.-
Barton sembrava trovare soddisfazione nello sfotterlo, lo seguì ridacchiando fino all’uscita sul retro, tenendo il passo dell’altro, che sembrava quasi cercare di scappare dalla sua presenza.
Attraversarono il parco in silenzio, Loki era impaziente di tornare a casa e soprattutto di liberarsi della presenza dell’arciere, che quel giorno lo infastidiva più del solito, non aveva smesso di ridere sotto i baffi per tutto il tempo.
La macchina dello Shield era parcheggiata sul ciglio della strada, il motore acceso, un altro agente vestito con giacca e cravatta, li aspettava.
Loki si accomodò sui sedili posteriori, aspettando che anche l’altro montasse in macchina, per tornare a casa. Al contrario delle altre volte, Barton si accomodò sui sedili posteriori accanto a lui, il sorriso sulle labbra e lo sguardo divertito, fece cenno all’agente di partire dopo aver chiuso la portiera. La macchina si mosse lentamente, inserendosi senza problemi nel traffico cittadino.
- Cosa hai fatto per farla incazzare?-
Loki si voltò di scatto, le labbra serrate in una smorfia.
- Non vengo di certo a parlare con te, di lei.-
Barton abbassò lo sguardo incapace di reprimere uno sorriso. Seguirono alcuni secondi di silenzio, rotto soltanto dal rombo dell’auto e dai rumori del traffico cittadino.
Loki si era chiesto per tutto il giorno cosa fosse preso ad Eir, aveva pensato ad un malore, ma la sua tesi era affondata dopo aver visto con quanta affabilità chiacchierava con i clienti, più volte aveva beccato i suoi colleghi di lavoro, guardarlo in malo modo, quasi pensassero che il motivi del malumore di Eir, fosse lui.
- Loki ti prego, non ce la faccio a vederti così. Davvero. Quella ragazza deve averti fuso il cervello!-
Il dio si voltò verso di lui di scatto, lo prese per il bavero della giacca e lo guardò minacciosamente, l’autista gettò un’occhiata dallo specchietto, allarmato, Barton lo tranquillizzò con un cenno della mano.
- Per prima cosa calmati, seconda cosa: se mi dici che cosa hai combinato, posso provare ad aiutarti.-
Barton fece un piccolo sorriso, Loki lo lasciò andare emettendo uno strano verso seccato, incrociò le braccia al petto, lanciandogli un’occhiataccia. Si ritrovò qualche minuto dopo, a raccontargli cosa era successo, della conversazione avuta con Eir, della sua proposta di andare a cavallo e della sua reazione alla sua non risposta.
Parlare con lui era l’ultima cosa che avrebbe fatto, ma tutto sommato l’agente aveva ragione, aveva passato il pomeriggio a chiedersi cosa potesse aver fatto per farla arrabbiare, sebbene non mostrasse alcun segno di rabbia. Sembrava più abbattuta, magari triste.
- Fossi stata in lei neanche ti avrei chiesto un appuntamento, ma l’amore è cieco e quella ragazza mi sembra piuttosto pazza, non dovrei stupirmi più di tanto.-
Lo sguardo del dio si posò sull’agente, che guardava distrattamente fuori dal finestrino, le dita della mano tamburellavano sulla sua gamba.
- Era una scommessa la sua, scommessa che avrebbe perso. Vado a cavallo da quando sono un bambino, al contrario di lei.-
Barton si voltò lentamente verso di lui, sorridendo ironicamente.
- Tu sì che riesci a far sentire una donna, desiderata.-
L’altro inclinò la testa di lato, la bocca semi aperta.
- Loki sto scherzando, ti sto dicendo che sei un coglione e che hai offeso quella povera ragazza.-
Si passò una mano tra i lunghi capelli neri, sospirando pesantemente.
- Midgardiani! Le vostre usanze sono proprio primitive.-
Barton inarcò un sopracciglio.
- Cos’è da voi non funziona così il corteggiamento di una donna? Non la invitate a uscire e cose del genere?-
Loki scrollò le spalle.
- Forse. Chiedi a Thor, l’esperto in queste cose è lui.-
Barton scosse la testa ridendo, Loki non riusciva a trovare nulla di divertente in quello che era successo, sapere che era stato lui la causa della tristezza di Eir, non lo faceva sentire proprio bene. Barton sembrò intuire cosa stesse pensando, gli tirò una gomitata per attirare la sua attenzione, il suo sorriso era sparito.
- Stai tranquillo, si sistema tutto. Natasha ti sta aspettando di sopra, è curiosa di sapere cosa hai combinato con Eir, saprà darti una mano.-
Loki roteò gli occhi al cielo, non c’era modo di conservare la propria privacy. Avrebbe voluto rispondere che non gli importava nulla di Eir, che poteva anche rimanere con il muso appeso per la restante settimana, ma avrebbe mentito. Sopportava la permanenza in quella fogna di reame, solo grazie a lei, e vederla così triste non lo faceva sentire affatto bene. Annuì uscendo dalla macchina, adesso aveva due grossi problemi da risolvere, e mettendoli in confronti, aveva cominciato a giudicare più semplice affrontare il problema Chitauri, rispetto al problema Eir. 





Angolo Autrice


Eccomi tornata con un nuovo capitolo, credevate che non avrei aggiornato più? 
E invece no! Grazie a chi si è informato sulla mia pagina Facebook, sull'andamento della storia. 
Giuro ho tutto in mente, il problema è trovare tempo per scrivere. 
Non ho betato l'ultima parte, tra l'altro aggiunta proprio poco fa, quindi per favore in caso di errori, o meglio orrori, 
perdonatemi! Ma davvero non ce l'ho fatta a revisionare tutto e non mi andava di farvi aspettare ancora.
Sempre se quei pochi lettori che mi seguivano, continueranno a farlo :D 

Ho trovato una beta! Il prossimo capitolo lo lascerò revisionare a lei, forse l'aggiornamento avverrà più velocemente. 

Grazie ancora a chi legge, sopratutto a chi recensisce... mi date la forza di continuare questa FF! 

Al prossimo capitolo!

Esse
   
 
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