«Torno
a casa», non era una cosa poi così difficile da
dire. Doveva solo aprire la
bocca, urlare e sì, perché no, magari anche fare
una scenata.
«Torno a casa»,
aveva detto irritata. L’aveva
distrattamente guardato in volto, per chiarire che no, non stava
scherzando, e
quindi si era alzata. «Me ne vado».
«Torni a
casa?», aveva ripetuto lui. E poi:
«Bene! Così non dovrò più
vedere quella brutta faccia che ti ritrovi, scema».
Non si era neppure degnato di
guardarla in faccia, gettando la ciotola che stringeva tra le dita per
terra e
sbuffando, irato. «Vattene. Se hai così tanta
paura, va’ via, forza. Vattene».
«Non sei la persona
più giusta per giudicarmi»,
gli aveva risposto.
InuYasha aveva fatto spallucce.
«E perché mai?».
«Perché chi
vive di soli ricordi non può
giudicare l’operato altrui».
InuYasha
non aveva risposto.
A
volte è meglio
chiarirsi (?).
«E
quindi», disse per la centesima volta, carezzando il
Goshinboku. «Quindi me ne
vado. A-ah, e non cercare di farmi cambiare idea perché
tanto non ci riuscirai».
Non che si aspettasse una risposta.
Insomma, il
Goshinboku era un albero. Bello, certo, ma pur sempre un albero. E gli
alberi
non parlano – semmai, le loro foglie frusciano al vento,
regalando un torpore
che spesso ricorda una piacevole risposta.
«InuYasha pensa ancora a
Kikyo», aggiunse
distratta. «E qui non c’è posto per me.
Quindi torno a casa».
Non
che
pensasse davvero di non poter restare. C’erano Sango e
Miroku, e Shippo. E
anche la vecchia Kaede, volendo essere sinceri.
Forse anche Koga, va’.
«Mamma e il nonno mi
aspettano, vogliono che
prosegua la tradizione, che mi prenda quel dannato tempio
scintoista».
Ridacchiò, nervosa, cercando di trattenere il pianto.
«Oh, Dio. Sono davvero
patetica. Non voglio andarmene, non voglio,
però restare qui significa stare male».
E
soffrire
le faceva paura.
«Chi mai si metterebbe in
gioco se sa per certo
di non poter ottenere quanto desidera?», biascicò.
Si tolse una ciocca corvina
dal volto, sistemandola con cura dietro l’orecchio, prima di
proseguire: «Io ho
sopportato, o almeno ci ho provato. Sono arrivata a un punto tale
che…».
Qualche foglia frusciò
appena, come se stesse
cercando di consolarla. Come se le suggerisse di fuggire e non tornare
più – o di
restare, di dichiararsi, di baciare InuYasha e dirsi che sì,
magari lui amava
ancora Kikyo, ma che un giorno qualcosa sarebbe potuto cambiare.
«…mi fa male
qui». Si posò la manca sul petto.
«Fa male da morire».
Questa volta, il Goshinboku non
rispose.
Non un ramo si mosse, non un
uccellino
cinguettò, non un soffio di vento sfiorò il viso
di Kagome. Solo un rumore di
passi, lontano, la fece trasalire.
«Ciao»,
biascicò la voce di InuYasha. «Ehm. Non
hai ancora cambiato idea?».
Lo interruppe: «Cosa ci
fai qui?».
«Beh».
L’hanyou arrossì, imbarazzato, poi si
portò una mano tra i capelli e si grattò la nuca
– oh, Dio, era proprio
adorabile quel bastardo! «Sango si è arrabbiata. E
anche Miroku. E quel cretino
di Shippo ha iniziato a piangere e…».
«E?», lo
incitò.
«Non voglio che tu vada
via», disse. «Non lo
voglio io e non lo vuole nessuno, e tu devi essere davvero una sciocca,
se hai
deciso di andartene senza una ragione logica. Quindi,
dato che abbiamo bisogno di te, gradirei che tu non te ne
andassi».
A Kagome sfuggì una
risatina divertita. Oh,
Kami. Kami, Kami e ancora Kami, esiste un limite alla
stupidità?
«Che
c’è?», le chiese – nel
frattempo le si era
avvicinato, era a pochi centimetri da lei e la fissava. Kagome
allungò una
mano, decisa, e lui la strinse. «Oh»,
commentò. «Allora torni».
«Allora torno», confermò. Poi lo guardò, indecisa. Sorrise. «Allora torno».
[Noticine - 20/03/10]
Mi ero detta: questa storia non verrà mai - e dico mai - modificata.
Me l'ero detta perché ero piccola, ingenua e, perché no, anche più spavalda. Credevo di aver scritto una cosa decente: a distanza di anni mi rendo conto di quanto effettivamente facesse schifo. XD
Ho tolto la dichiarazione, perché tremendamente OOC e oscenamente descritta, e ho mutato un po' la natura di questa What if?: forse non sarà più lovelove, ma credo si ben più piacevole da leggere. <3<3<3
Non ho revisionato chissà come. Non ho riscritto il tutto perché si confacesse ai miei standard odierni. Si tratta della mia prima storia, dannazione!, non potevo renderla un capolavoro (?)! XD Sarebbe stato come frodare voi poveri lettori, convincerli di essere un mito o chissà che! XDXDXD
Presto farò una nuova revisione a tutti i miei lavori, credo. Però prima aggiornerò BL e Fairytale. XD Beh, baci! <3