Guardo Billie.

Sta dormendo, anche se le lancette sulla sveglia segnano soltanto le dieci e tre quarti. E' strano vederlo anche solo sbadigliare prima di mezzanotte. Quell'uomo, nonostante l'età che avanza, sembra sempre pieno di energia. E' costantemente pronto a spaccare il mondo, eppure quella sera è caduto tra le braccia di Morfeo con più di due ore d'anticipo.

Accenno un sorriso quando lui si muove nel sonno allungando un braccio nello spiazzo di letto vuoto accanto a lui, lo fa sempre di notte. Billie ha bisogno del contatto fisico, ha bisogno di sapere che non è solo.

Muove il braccio cercando a tentoni sul materasso vuoto la mia presenza, ispezionando ogni centimetro con il palmo, finché io allungo la mano verso la sua, stringendola, certo non è la posizione più comoda visto che sono seduto sul tappeto in terra con un braccio allungato sul letto, ma non resisto. Ne carezzo il dorso con il pollice nel modo più delicato possibile, non voglio svegliarlo. Subito si tranquillizza rimettendosi a riposare rilassato.
Billie sotto certi punti di vista è ancora un bambino, ma non lo dico in senso negativo. Lui è, tutti i giorni, il classico uomo quarantenne che dopo il lavoro si prende una birra con gli amici, che ride, scherza e fa battute scadenti indicando la cameriera che si è appena chinata per raccogliere il cucchiaio caduto; ogni notte, il bambino che, spaventato dal buio e dai mostri, cerca protezione in chi gli sta accanto. Lo fa inconsciamente e, a dire la verità, non è nemmeno a conoscenza di quei suoi comportamenti infantili. Non glie l'ho mai rivelato, perché ho paura che si farebbe, come al solito, mille problemi al riguardo. Di notte rimango sveglio ad aspettare che lui si giri, che si accoccoli al mio petto, che mi sfiori delicato solo per constatare che io sono lì con lui. Mi piace sapere di essere così importante.

Lui mi stringe la mano e io faccio scorrere il mio sguardo su di lui, sto ancora pensando al malessere improvviso che lo ha colto e che prima, per un momento, mi ha fatto spaventare. Non mi preoccupo facilmente, se non per Billie, con lui ho sempre paura che qualcosa vada storto, che ci siano complicazioni nella nostra vita. Mi alzo, senza lasciargli la mano, e mi stendo accanto a lui. E' estate, ma lui sta tremando. Mi avvicino e gli appoggio le labbra sulla fronte. E' caldo abbastanza da avere qualche linea di febbre. Allungo la mano e prendo un lembo del lenzuolo, tirandolo copro entrambi, poi gli avvolgo il corpo con le braccia e lo faccio scivolare verso di me, lui appoggia la guancia al mio petto e smette di tremare quando io inizio a passargli cautamente la mano tra i capelli.

Abbasso lo sguardo su di lui, la luce di un unico raggio di luna che penetra dalle ante semichiuse della finestra gli sfiora una guancia, la sua pelle candida risplende nel buio della notte.

-Mike

                       (StrychnineTwitch)