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Autore: CamyLiamDirectioner    20/07/2013    1 recensioni
Questa è la mia seconda FF, l'altra è da completare cmq... Questa è di tutt'altro genere. E' la storia di un ragazzo che tutti voi conoscete!! Liam: una storia triste e reale.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Caro Diario,
lo so che come al solito è strano che un maschio abbia un diario ma sei l’unico amico che ho.
Beh, volevo soltanto dirti che domani, 29 Agosto, è il mio compleanno e compio 16 anni. Lo so che è da molto che te lo scrivo ma voglio essere sicuro che te lo ricordi… Beh, ora devo andare a farmi le mie solite 32 punture per il mio problema… Ciao!’
Liam.
Ciao a tutti, per chi ancora non mi conoscesse, io sono Liam James Payne; sono un ragazzo sensibile, dolce, affettuoso e solo… Solo… Odio dire questo ma è così purtroppo… Devo accettarlo.
Da quello che avete dedotto, domani è il mio compleanno e compio 16 anni! Sono  contento di diventare sedicenne… Comunque, ora scusate ma devo andare a scuola, sono in ritardo.
 
Eccomi davanti a questo imponente edificio. A me piace andare a scuola, mi piace perché imparo cose nove e istruttive… Comunque, in mezzo ai miei libri di scuola ho degli inviti di compleanno da dare ai miei compagni di classe. Farò una bellissima festa.
Entro e vado all’armadietto: ecco, questo è il mio armadietto, queste bozze sono le testate che i bulli della scuola mi ci hanno fatto dare… Si, sono stato picchiato da dei bulli. Per me non è una cosa nuova, la mia vita è così, mi picchiano sempre. La mia vita: è una merda.
Non serve lamentarsi, tanto so che è così… Va beh, dai… Prendiamo i libri della lezione e andiamo in classe. Arrivo in classe e mi trovo l’enorme sedere della nostra bidella davanti alla faccia. Aiuto… la bidella annuncia che il Professore di biologia non sarebbe venuto per un lutto in famiglia e quindi potevamo rimanere per due ore in classe senza fare niente. A quelle parole, un gran baccano inondò l’aula. Io rimango tranquillo al mio banco, aspettando che le due ore passassero in fretta.
Ecco, bene, sono tutti tornati al proprio posto, ora posso alzarmi e distribuire gli inviti. Mi alzo e mentre li distribuisco vedo che un mio compagno lo strappa gettandolo a terra e pestandolo. Io lo guardo sconvolto e triste e lui mi guarda con un sorriso malefico.
ascio perdere e continuo a distribuire gli inviti. Poi ad un certo punto, quando torno al mio banco, vedo che tutti i miei compagni si mettono in cerchio come per discutere… (credo della mia festa) Poi, uno di loro si gira e mi guarda. Cosa vuole? Che vuoi? Mi fissa e poi ride. Cosa vorrà?
Non lo so… Non lo so proprio… Spero che verrà qualcuno… Speranza vana… Che vitaccia la mia.
DRIIIIIIINNNN!!!!!
Suona la campanella della terza ora: questo significava che finalmente le due lunghe ore erano finite.
Ora rimanevano due lunghe e noiose ore di italiano. Dopo queste due ore, ci sarà la mensa e poi tutti dritti a casa! Questa è la parte che mi piace di più.
Mentre sono immerso tra i miei pensieri, ecco che, una ragazza della mia classe mi passa vicino e:
Ragazza: ’Sai stasera sono libera.’
L: ‘Okay… E allora?’
R.: ‘Beh, so che sei vergine e quindi volevo sapere se ti andava di perderla per non rimanere l’unico povero sfigato vergine.’
L: ‘Ehm… No grazie, non sono interessato.’
R:”Okay, come vuoi… Qui c’è il mio numero comunque. Chiamami se cambi idea.” Mi fa l’occhiolino.
Lei si chiama Abby ed è la puttana della scuola, si dice che abbia avuto la sua prima volta nel bagno dei maschi della scuola…  Io voglio che la mia prima volta sia speciale; con la persona che amo, la ragazza che mi fa venire i brividi, voglio avere la mia prima volta con una persona speciale per me. Ecco, tutto qua.
Arriva la Professoressa di italiano e dice:
“Ragazzi, prendete i fogli protocollo: stamattina testo personale.”
Okay, odio italiano ma sono abbastanza bravo. Testo personale… Io posso scrivere: la mia vita fa schifo! Facile no?
Prof.ssa: “Dovete scrivere della vostra vita, inventate un titolo.”
Prendo il foglio e inizio a scrivere:
“Una vita migliore
  La mia vita è la vita peggiore di tutte. Sono nato “morto”, nel senso che si credeva che fossi morto perché a malapena respiravo; poi, ho sempre sofferto per un problema a un rene che ancora mi porto dietro.
Sono costretto a farmi 32 punture mattina e sera per cercare di aiutarmi a non peggiorare, anche se è impossibile non peggiorare. È triste lo so, ma è la mia vita… Beh, poi sono solo, senza  amici e senza ragazza. Non ho altro da raccontare perché la mia vita fa schifo. Tutto qua.”
Okay ora consegno anche se prenderò un voto basso, non importa. La mia vita è questa.
Consegno e suona la campanella, ora tutti dritti alla mensa.
Faccio la fila e vado verso il mio posto finchè, due ragazzi non mi accerchiano.
“Che volete da me?”
Non rispondono e di scatto mi buttano il vassoio del cibo addosso, poi, uno dei quattro mi tira un pugno nella pancia facendomi cadere in terra e poi anche gli altri iniziano a picchiarmi.
“Che vi ho fatto!! Che vi ho fatto!!”
Uno dei due risponde:
“Quel tavolo è nostro capito?!”
“Si okay, scusate io non volevo!”
Uno mi prende per la maglietta e mi porta fuori dalla mensa e mi butta in un cassonetto.
Cazzo, non di nuovo!! Stavolta, mi hanno anche picchiato!! Ho gli occhi gonfi e perdo sangue dappertutto.
Vita di merda… Piango.
Continuo a piangere. E pensare che a me sarebbe piaciuto diventare famoso e mettere su una band, anche di cinque persone magari… Cantare, cantare è la mia passione, la mia vita, il mio modo di essere… Ma ora basta pensarci tanto è un sogno impossibile, la mia vita è segnata vin dall’inizio. Dire che la mia vita è una merda è farle un complimento. Perché piango, perchè! Non ce n’è ragione!! Tanto una merda è e sempre resterà…
Mentre cercavo di non piangere, arriva una ragazza che non avevo mai visto in vita mia e, con delicatezza, mi aiuta ad uscire e, tenendomi in piedi, mi porta al bagno della scuola.
“G-g-g-grazie…” dico tentennando dal dolore.
“Niente…”
Mi “cura” e poi, dopo avermi fasciato dice:
“Beh, io ora devo andare, Ciao!!”
“Aspetta, dimmi almeno il tuo nome!!”
Non mi risponde ed esce dal bagno correndo.
L’ho vista male e non saprei neanche riconoscerla, ho due occhi che sembrano pomodori!!
Ora è meglio tornare a casa, una bella dormita mi farà dimenticare tutto.
Vado a casa a piedi e quando arrivo mia madre:
“Che cosa ti è successo?!?!”
“Mamma, mi hanno picchiato…”
“Che cosa?????”
“Si mamma…”
“Domani vado a parlare con il preside!!”
“Io vado a dormire, non ceno stasera…”
“Okay, vai e riposati.” Dice ancora incazzata da quello che le ho detto.
Vado in camera mia e mi spoglio, lasciandomi solo in mutande.
Chissà chi era quella ragazza di oggi… Devo scoprirlo… Beh, magari domani. Ora ho sonno. Notte!!
 
  
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