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Autore: Armelle    20/07/2013    0 recensioni
Non lo sapeva da quanto stava chiusa lì dentro, ma che cos’è il tempo, se non un’invenzione degli uomini che ne scandisce la vita? E come ci si può dire vivi, se si è tagliati fuori dal mondo nell’immobilità assoluta?
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lo sapeva da quanto stava chiusa lì dentro, ma che cos’è il tempo, se non un’invenzione degli uomini che ne scandisce la vita? E come ci si può dire vivi, se si è tagliati fuori dal mondo nell’immobilità assoluta?

Tutta sola, con il corpo piegato, teneva le mani strette intorno alle ginocchia in un insulso tentativo di abbracciare sé stessa, unica presenza viva in quel buio opprimente simile a una notte eterna. Sentire al tatto la proprio consistenza, immersa in quella totale assenza di vita, serviva forse a renderla tale?

Erano trascorse ore, forse giorni, ma in quell’oscurità senza tregua, simili concetti perdevano ogni significato.

Seduta sul duro pavimento da un tempo indefinibile, credeva di aver finito per fondersi tutt’uno con la pietra.

Avesse avuto l’opportunità di vedersi, acquattata con la schiena ricurva, gli occhi sbarrati persi nel vuoto a rievocare, prima degli ultimi momenti di terrore, la vita a cui era stata sottratta, si sarebbe potuta vedere simile a una statua di pietra. Una di quelle spettrali figure scolpite sulla sommità della chiese gotiche, con la differenza che a loro, nella fissità a cui erano costrette attraverso i secoli, veniva data l’opportunità di far vagare gli occhi sul cielo e sul mondo. Ormai da giorni i suoi occhi, invece, scrutavano soltanto il buio tetro della cella in cui era stata relegata dai suoi aguzzini.

Non sentiva neanche più il dolore, né per opera del pavimento duro che premeva senza pietà contro la pelle delicata, né a causa della schiena ricurva ormai da troppo tempo.

Il nulla assoluto, non avrebbe mai pensato, prima di trovarsene vittima, fosse un male peggiore di ogni umana sofferenza.

Aspettava, ma cosa non sapeva nemmeno dirlo. Il buio e la pietra la separavano dal mondo. Era simile a questo l’eternità, il proseguimento dell’esistenza dell’anima dopo la morte?

Estorta con l’inganno al mondo, fuori di lì continuava ad esistere come l’aveva conosciuto, indifferente alle sue pene. La sua identità e la sua stessa partecipazione alla vita di tutti i giorni, non erano più importanti di un granello di sabbia in una spiaggia; la sua presenza non era necessaria, la sua assenza non impediva al tutto di scorrere.

  
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