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Autore: Heart_ShapedBox    20/07/2013    2 recensioni
Cosa può succedere quando, per caso, ci si trova ad una festa di compleanno di cui si conosce soltanto la festeggiata? Fu così che iniziò l'avventura di Sara. Qualcuno di voi, cari lettori, si aspetterebbe che in questa storia i due protagonisti, un ragazzo ed un ragazza, si incontrino ad una festa e si innamorino entrambi al primo sguardo. In effetti no, questa è un'avventura diversa dalle altre, dove non tutto va come dovrebbe andare ma, invece, il tempo se la prende comoda e Cupido decide di aspettare a scoccare la seconda freccia...
*CARI LETTORI, non spaventatevi se troverete tanti capitoli da leggere, sono molto corti e potrete sempre leggere il tutto con calma, quando ne avrete voglia, io non ho nessuna fretta e non darò mai e poi mai degli obblighi a chi legge; ma vi prego di non rinunciare a dare un occhiata alle storie, soltanto perché hanno un "tot. numero di capitoli", perché, a parer mio, è una stupidaggine. Siete daccordo? :)*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 13 – Il giorno dei tonfi
 
Suonai al campanello di Greta e, come al solito, andammo a scuola insieme.
Una volta giunte alla meta ci accorgemmo di essere arrivate tra le prime, perciò ricavammo un angolino del marciapiede per chiacchierare indisturbate:
<< Allora, cosa avete intenzione di fare tu ed Erika? >> domandai.
<< Pensavo a qualche dispetto: qualche scarabocchio a destra e a sinistra, qualche “full” inaspettato.. sai com’è, cose discrete >> spiegò la mia amica.
Di lì a poco ci raggiunse anche quella che doveva essere Erika e si unì al nostro gruppo, per definire meglio i dettagli del piano. Era una ragazza minuta che, molto probabilmente, era sembrata a tutti una studentessa delle medie, più che del liceo; ma mai giudicare una persona dalla propria statura o dalla propria massa corporea, perché quella “tappetta”, come veniva spesso chiamata, era un concentrato di energia e di positività. I capelli castani erano tagliati a caschetto sbarazzino e il colore era a tratti interrotto da meches bionde; il corpicino era esile e snello ma lei sembrava non esserne contenta e aveva la convinzione di dover dimagrire. Perché tale decisione? La maggior parte delle ragazze anoressiche lo diventano perché pensano di esser grasse mentre, in realtà, quello è il loro peso forma. Seppi che anche Erika era un’amica d’infanzia di Greta ed era la sua migliore amica, oltre a me.
Passammo così una decina di minuti a parlare tra di noi, in particolare dei cantanti e degli attori che ognuna preferiva. Come la mia migliore amica, Erika era una Directioner e non si vergognava ad ammetterlo; per quanto riguardava me, beh, rimanevo sulla regola del “semplice uno”, ovvero: Selena Gomez.
Qualche minuto dopo la campanella suonò ed io dissi loro un’ultima cosa, prima di entrare nella “prigione”:
<< A ricreazione non verrò in 1°B. Voi comunque non ditegli che i dispetti sono da parte mia, per favore.. >>.
<< Sicuro >> risposero in coro le due migliori amiche.
A quel punto sparii nella mischia di alunni che si dirigevano verso le aule e per poco non mi ritrovai spiaccicata alla porta della 1°A. Posai lo zaino sulla sedia accanto a Catherine e sentii un tonfo provenire dall’ingresso della stanza, – ma allora non sono l’unica scema ad essere stata trasportata dalla corrente.. ahn, vedi – pensai, e feci un sorrisetto notando che persino Tina si era schiantata contro la porta a causa del fiume di ragazzi. Qualche secondo dopo ci fu un altro tonfo da parte di Luigi e Livia.
Dopo essermi assicurata che i miei amici stessero bene, tornai a sedere e feci per rilassarmi, tirando fuori i libri.. e borda, un altro tonfo! - E ma allora! Schiantiamoci tutti e facciamola finita! - Non riuscii a trattenere una risata a quel pensiero e gli altri mi guardarono come se avessi perso qualche rotella. Decisi che era meglio stare accostata all’ingresso ad afferrare al volo i miei compagni, prima che qualcun altro si facesse del male serio. Acchiappai Marta e per un pelo Ilenia non mi venne addosso. Il mio migliore amico mi diede una mano ed esclamò, ridendo:
<< Ma cos’è stamani? Il giorno dei pasticci sulla porta? Ahahah >>. Risi.
Purtroppo la nostra non è una gran struttura e siamo tutti più o meno ammassati tra il primo ed il secondo piano; perciò, mentre gli alunni cominciavano a diradarsi, riuscii a distinguere qualche viso familiare: riconobbi una ragazza della classe di Greta, che mi pareva dovesse chiamarsi Viola, subito dietro di lei notai Laura ed Alessia che spettegolavano animatamente, ed infine, Alessandro e Pietro. Entrambi si accorsero della mia presenza e Pietro non perse occasione per battere una pacca sulla schiena dell’amico, sussurrando:
<< Eeeh, Sara.. >>. Avrei voluto interromperli e rispondere - “eh Sara” cosa? Ora non posso più neanche starmene tranquilla sulla porta, che la gente passa e si mette a parlare di me? -.
Dopo ben cinque ore di scuola, tornai a casa sfinita. Come potete sperare di sopravvivere a 3 ore consecutive di latino? Roba da pazzi! Voglio dire: mancava la professoressa di matematica (estremamente vulnerabile quando si tratta di clima freddo, in particolare a fine novembre ed inizio dicembre) ma ciò non significava che avrebbero dovuto far rimanere la prof. di latino per coprire le due ore mancanti, potevano benissimo chiamare qualcuno di un’altra sezione.
Quel pomeriggio sarei uscita con Marco e non avevo la più pallida idea di dove mi avrebbe portata. Era quasi l’una e dovevo mangiare e fare i compiti, dopodiché, il mio migliore amico sarebbe passato a prendermi alle tre.
Mentre facevo gli esercizi di inglese chiamai Greta sul telefono fisso e misi il vivavoce:
<< Ciao Gre’! Ti sei divertita oggi? >> le chiesi, sapendo cosa avrebbe risposto.
<< Non l’avrei mai creduto ma.. si! Alessandro si è beccato una bighellata in testa da parte mia (però non tanto forte), mentre Erika gli ha scarabocchiato la copertina del quaderno di geografia. E, quando abbiamo finito, gli abbiamo detto “da parte di Sara”, come avevi ordinato >> era soddisfatta del lavoro compiuto, eppure c’era qualcosa che non mi tornava.. Ripassai mentalmente le ultime parole della mia migliore amica e ricordai:
<< Gre’, no! Cosa non avevi capito della frase “non ditegli che i dispetti sono da parte mia”? >>.
Io mi chiedo: perché? Ma perché, tutte le sacrosante volte che cerco di fare le cose per bene, c’è sempre qualcosa che non va? Perché comprendono tutti il perfetto contrario?
Greta rimase zitta e, soltanto dopo qualche secondo, la sentii sussurrare un “ops”.
<< Fa niente, non è un problema >> le dissi.
<< Perdonaci... non avevamo capito bene >> si scusò.
<< Non preoccuparti, non è grave >> la rassicurai.
Alle tre ero pronta e scesi in anticipo per evitare che il campanello svegliasse mia mamma durante uno dei suoi rari sonnellini pomeridiani. Vidi Marco giungere poco distante e gli venni incontro, salutandolo come al solito.
<< Bene, adesso mi puoi dire dove stiamo andando? >> domandai curiosa.
<< Non ancora, lo vedrai quando saremo lì. O forse lo riconoscerai strada facendo >>.
<< Chi lo sa; però muoviamoci perché devo tornare entro le cinque, fa buio presto >>.
<< Tranquilla, faremo veloce, basta solo che muovi un po’ quelle zampette da gallina >> mi fece l’occhiolino e seppi che mi stava prendendo in giro.
<< Grazie mille eh! >> ribattei, altrettanto scherzosa.
Ci furono vari intervalli di silenzio nella nostra conversazione, mentre continuavamo a camminare attraversando strade, svoltando a destra, a sinistra e passando sotto e sopra ponti. Il luogo in cui ci trovavamo mi sembrò familiare, finché non arrivammo ad una grande piazza completa di panchine e giardinetti nei dintorni; e fu allora che lo riconobbi: Campo di Venere, il quartiere di Alessandro.
<< Hai capito dove siamo? >> chiese Marco, intuendo la mia agitazione.
<< Campo di Venere >> risposi, ma lo feci come se stessi annunciando il nome di un territorio di guerra << perché mi hai portata qui? >>.
<< Pensavo ti piacesse scoprire dove abita Alessandro. Magari, passando davanti a casa sua, potresti incontrarlo, chissà, il caso.. >> mi sorrise, non aveva cattive intenzioni. Quindi mi condusse poco più in là della piazza e svoltammo un angolo, trovandoci in “via Giovanni Ferrara”.
<< Eccoci arrivati >> il mio migliore amico indicò il numero 13 di una palazzina a due piani. Mi avvicinai e lessi sul campanello i nomi “Ricci – Magnani”.
<< Sai, oggi li ho sentiti.. lui e il suo amico >> confessò Marco.
<< Ah si? >> mi voltai stupita, ricordando che si trovava con me sulla porta.
<< Probabilmente Alessandro gli ha parlato di te o di qualcosa che è successo recentemente, hai una vaga idea di cosa potrebbe essere? >>.
<< Forse la storia del kit kat, lunedì >> e gli raccontai ciò che era accaduto.
<< Mhm quasi certamente i ragazzi gli avranno chiesto cos’è successo quel giorno; siamo abbastanza curiosi quando si tratta di certe cose >> strizzò l’occhio.
<< Mah.. speriamo che sia vero! >>.
Mi diressi verso la piazza, per tornare a casa, ma sentii qualcosa cadere alle mie spalle. Mi voltai e vidi il mio migliore amico a terra. Scoppiai a ridere, pur non volendo; era più forte di me:
<< Ahahahah non ci credo, di nuovo! >> mi faceva male la pancia dalle troppe risate << oddio, questa è davvero la giornata dei tonfi! >>.
 
 
_ _ Another point of view _ _
 
Sentivo qualcuno che rideva, fuori, vicino alla mia finestra. Mi affaccia e vidi colei che non mi sarei mai aspettato di trovare. Tenevo il cellulare in mano, proprio in quel momento, e rilessi il messaggio più recente - ho una vampiretta sotto casa – sorrisi come uno stupido a quel pensiero. Mio fratello, Davide, si avvicinò chiedendo cosa stessi guardando; non appena la vide mi tirò una gomitata ed io uscii dalla stanza, per dare una mano a mia mamma con la cena.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Terra chiama autrice! Terra chiama Sara!*
Quand’è che ho pubblicato l’ultima volta? Ieri? Ok.. sono decisamente un mostro della scrittura xD Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e prometto che nei prossimi ci saranno più cose interessanti, e, dato che questo racconto è tratto da una storia vera, direi che ve lo posso assicurare ;) Un grandissimo grazie a tutti quelli che recensiscono, a chi mette la storia fra le preferite/seguite e anche a chi legge soltanto :D A presto! I love you all guys! <3

  
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