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Autore: Alexys88    20/07/2013    1 recensioni
«Non è assolutamente accettabile... non sono degni di ricoprire tale titolo!»
«Il loro ultimo scontro è stato a dir poco deludente... sono solo dei buoni a nulla...»
«Tsk... perchè farla tanto lunga e perdersi in chiacchiere? Stanno facendo un pessimo lavoro come Shinigami!»
«Tu cosa ne pensi...?»
«...»
«Credo sia arrivato il momento... di riprenderci il ruolo che ci appartiene di diritto...»

Una fanfiction a quattro mani mia e di Xemyd. Una saga ambientata durante i 17 mesi dopo la sconfitta di Aizen.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Chiediamo entrambi scusa per il ritardo, ma abbiamo avuto qualche piccolo problema in questi due giorni,
adesso tutto sistemato! Quindi pronti per il nuovo capitolo! Speriamo vi piaccia! :)


MINACCIA DAL PASSATO


Era ormai notte fonda nel Seireitei.
Sembrava quasi surreale il silenzio che si era creato, ormai erano tutti sprofondati nel regno di Morfeo.
Questa pace, tuttavia, venne turbata da una tremenda esplosione che risuonò per tutto il Seireitei,
svegliando bruscamente chiunque stesse dormendo.
Improvvisamente la maggior parte degli Shinigami uscirono dai loro rispettivi alloggi, e sgranarono gli occhi
nel notare una tremenda colonna di Reiatsu dal colore del sole invadere il cielo.
Solo tre di loro, tuttavia, si sbrigarono a raggiungere quella tremenda Reiatsu, preoccupati di ciò che poteva
essere successo.
Shunsui Kyoraku, Jūshirō Ukitake e Zaraki Kenpachi.
Corsero il più velocemente possibile in direzione di quella terribile Reiatsu, e i primi due sgranarono gli
occhi allo spettacolo che gli si parò davanti.
Retsu Unohana era lì, in piedi, come se nulla fosse successo, con i capelli nuovamente legati da una lunga treccia.
Ricoperta di sangue, così come erano intrise di sangue le pareti attorno a lei.
«C-Capitano Unohana…»
«Vi chiedo scusa per avervi svegliato… evidentemente non sono riuscita a controllarmi come avrei voluto…»
Kenpachi, a quelle parole, emise un grugnito scocciato, avvicinandosi alla donna e guardandosi intorno.
«Insomma… hai già fatto tutto da sola…»
La donna sorrise gentilmente alle parole del Capitano, e annuì in risposta.
«Temo di sì, Capitano Kenpachi… purtroppo le ho tolto il divertimento, e mi scuso di questo…»
«Tsk…» furono le uniche parole che proferì il Capitano prima di allontanarsi, scocciato per essere stato
svegliato e, soprattutto, per aver perso la possibilità di poter finalmente combattere contro qualcuno.
Lascio quindi Unohana da sola assieme a Ukitake e Kyoraku, i quali si avvicinarono a lei.
«Capitano Unohana… che cosa è successo?»
La donna, a quella domanda, assunse ora un’espressione seria, guardando calma i due Capitani di fronte a lei.
«Sono stata attaccata… da una persona che non ricordavo chi fosse fino a che non ha cominciato a combattere…»
I due Capitani rimasero in silenzio, in attesa di Unohana e del proseguimento della sua spiegazione.
«Questa persona… era un ex-capitano del Seireitei… il suo nome… era Yuuma…»

*°*°*

Shigekuni Genryūsai Yamamoto.
Il Capitano della prima compagnia era affacciato alla balconata della caserma della Prima Brigata.
Era preoccupato per via della tremenda colonna di Reiatsu che aveva veduto pochi istanti prima.
Sapeva bene che gli altri capitani non avrebbero tardato un singolo istante a intervenire, tuttavia non
riusciva a togliere dal suo cuore un tremendo presentimento che ormai l’aveva invaso.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 3 – Anguish

Sussultò appena quando avvertì una presenza materializzarsi alle sue spalle.
«È molto che non ci vediamo… Capitano Yamamoto…»
Il Capitano, al sentire il suono di quella voce, sospirò appena, voltandosi lentamente per osservare la figura
nascosta nell’oscurità.
Del suo interlocutore nulla era visibile, se non la parte inferiore del suo vuolto illuminata appena da un lieve raggio lunare.
Il ghigno di pura malignità dipinto sul suo volto fu in grado di far comparire un leggero brivido lungo la
schiena del vecchio Capitano.
«Che cosa ci fai qui… Hiroku?»
L’altro ridacchiò divertito alla domanda che celava una qualche sorta di minaccia.
«Stà calmo, vecchio… non sono venuto qui per combattere…»
Yamamoto osservò truce l’ombra di fronte a lui, attento comunque a qualunque tipo di movimento da
parte dell’altro.
«Non ho intenzione di ucciderti, se è questo che ti preoccupa… anche se non nego che te lo meriteresti…
per via delle tue scelte che, sai, ultimamente… si sono rivelate molto discutibili…»
«Di cosa stai parlando?»
«Dei nuovi Capitani che hai scelto per il Seireitei… nessuno… nessuno di loro è all’altezza del ruolo…»
«E queste tue convinzioni sono date da cosa?» Chiese gelido il Capitano della Prima Brigata.
L’altro, col nome di Hiroku, ringhiò furente, sbattendo un pugno contro una colonna accanto a lui.
«Non provarci nemmeno vecchio! Siamo entrambi consapevoli della pessima figura che quegli inetti hanno
fatto contro Aizen! Sono stati sconfitti! Vi siete ridotti a farvi aiutare da un sostituto Shinigami! Un
sostituto si è rivelato più forte di qualsiasi Capitano!»
Yamamoto, alle parole dell’uomo davanti a lui, scosse leggermente la testa, sospirando appena.
«A parte esprimere la tua ingiustificata frustrazione… c’è qualche altro motivo che ti ha spinto a venire qui?»
Hiroku, a quella domanda, incrociò le braccia e appoggiò la schiena alla colonna che, pochi secondi prima,
aveva colpito con un pugno.
«Ingiustificata frustrazione?»
Il vecchio annuì, fissando serioso l’interlocutore.
«Sostieni che gli uomini e le donne da me scelti non sono degni di essere dei Capitani… io sono più che
sicuro del contrario… tu non conosci la loro vera potenzialità, Hiroku…»
Hiroku, dopo quelle parole ridacchiò divertito, scuotendo appena la testa.
«Molto bene… se la pensi così che ne dici di una sfida allora?»
Yamamoto inarcò un sopracciglio, non riusciva davvero a capire dove voleva andare a parare quell’uomo.
«Una sfida?»
«Esattamente… sono più che sicuro che i miei uomini riusciranno senza problemi a sconfiggere uno dopo
l’altro tutti i tuoi cosiddetti “Capitani”… e se ciò avverrà… tu cederai il posto di Capitano della Prima
Brigata a me… e sarai esiliato dal Seireitei…»
Il vecchio Capitano, a quelle parole, scosse la testa e si voltò, dando le spalle al suo interlocutore.
«Sei completamente pazzo se pensi che io possa accettare una sfida del genere…»
La risata maligna di Hiroku riecheggiò per tutta la sala, facendo rabbrividire un’altra volta Yamamoto, il
quale rimase immobile mentre l’uomo si avvicinò a lui.
«E’ un vero peccato, vecchio… perché per me… la sfida è già cominciata…»
Yamamoto sgranò gli occhi a quelle parole, voltandosi di scatto, ma ciò che trovò alle sue spalle non fu nulla
di diverso se non: il totale vuoto.
Hiroku, così com’era apparso, scomparve dalla vista del vecchio, che digrignò furioso i denti, deciso più che
mai a prendere provvedimenti.

♫♪♫♪

*°*°*

Il giorno seguente, Byakuya, nonostante l’attacco al Capitano Komamura e al Capitano Unohana, era ancora
una volta sulla terra.
Gli era bastato sapere che entrambi erano ancora vivi.
Sapeva benissimo che, se ci fosse stata qualche emergenza, il Capitano Yamamoto avrebbe sicuramente
convocato una riunione.
Non avendo ricevuto nessun tipo di chiamata, aveva deciso di dedicarsi ancora una volta a quella misteriosa ragazza.
La stava seguendo ormai da quasi tre ore, e in tutto questo tempo la donna non aveva fatto altro che
dedicarsi a faccende come fare la spesa, shopping o altro.
Il Capitano si ritrovò quasi a prendersi a schiaffi mentalmente da solo.
Vi erano sicuramente cose molto più interessanti da fare che seguire quella ragazza per tutta Karakura.
Non riusciva, tuttavia, a fare a meno di seguirla.
Il solo vederle il volto gli ricordava incredibilmente Hisana.
Un lieve cipiglio confuso si dipinse sul volto di Byakuya quando vide la ragazza entrare in un parco.
Continuò, comunque, a seguirla, non capendo il motivo del cambio di direzione preso dalla ragazza.
Fino ad un attimo fa sembrava si stesse dirigendo verso casa, perché questo cambio repentino di strada?
Scosse mentalmente la testa, decidendo di non pensare al motivo, ma sussultò quando la ragazza, nel
punto più isolato del parco, si voltò e incrociò le braccia al petto, con espressione visivamente scocciata.
«Sinceramente… non ne posso più! È più di un mese che mi segui! Sei uno stalker o qualcosa del genere,
per caso? Esci fuori!» Gridò al nulla, quasi imbestialita.
Quelle parole fecero allargare leggermente gli occhi al Capitano per lo stupore.
Che si stesse davvero riferendo a lui?
«Sto parlando con te! Razza di tipo strano con gusti veramente discutibili in fatto di moda!»
Decisamente si stava riferendo a lui…
Il suo sguardo tornò per l’ennesima volta ad essere impassibile prima di decidere di mostrarsi finalmente
agli occhi della ragazza.
La vide sospirare scocciata e annuire, lui la osservava calmo, mentre lei sembrava quasi scrutarlo.
«Era ora…»
Rimase immobile, statuario come sempre, non aveva intenzione di proferire la benchè minima parola
davanti a lei.
Prima che lei potesse, comunque, dire qualsiasi cosa, una risata maligna echeggiò alle loro spalle,
costringendo Byakuya, quindi, a voltarsi lentamente nella direzione di quel suono.
Di fronte a lui apparve un uomo che sembrava avere più o meno la sua stessa età.
Il lungo cappotto nero dallo stile prettamente vittoriano fasciava il suo corpo quasi come una seconda
pelle, mentre i decori argentati su di esso riflettevano la luce del sole che filtrava tra le fronde degli alberi.
Byakuya continuava ad osservare in silenzio l’uomo di fronte a lui, i suoi occhi si andarono a scontrare con
quelli viola della figura misteriosa.
«Kuchiki Byakuya… finalmente…»
Il Capitano rimase in silenzio, non rispondendo, era intento più che mai ad analizzare ogni singolo dettaglio
dell’individuo di fronte a lui.
L’uomo, in risposta al suo silenzio, ridacchiò divertito e incastrò il suo bastone da passeggio, che sembrava
quasi il simbolo della sua appartenenza a una qualche famiglia nobiliare, nell’angolo del gomito e ora,
con le mani libere, fece canzonatorio un lieve applauso di fronte al Capitano.
Il suono uscì fuori ovattato per via degli eleganti guanti bianchi che l’uomo indossava.
«Non potevo di certo aspettarmi una risposta immediata… la tua famiglia è ben conosciuta per i suoi silenzi…»
Byakuya rimase, ancora una volta, impassibile alla provocazione, e continuò a fissare con freddezza
l’individuo di fronte a lui.
Una forte folata di vento fece muovere prepotenti sia l’haori dello Shinigami che il cappotto lungo fino alle
caviglie dell’uomo, rivelando gli eleganti pantaloni neri e degli stivali neri, anch’essi da nobiluomo.
Lo sconosciuto si passò una mano tra i corti capelli neri tirati all’indietro prima di cominciare, poi, a
“giocare” con uno dei due ciuffi che gli ricadeva davanti al volto.
«Erano anni che aspettavo questo momento…»
«Chi è lei?» decise, infine, di chiedere lo Shinigami.
L’uomo, in tutta risposta, ghignò maligno e si inchinò di fronte a Byakuya, mostrando ancora una volta le
sue eleganti movenze, trattenendo ancora il bastone col braccio.
«Il mio nome è Hideaki… e sono colui che eliminerà definitivamente ogni traccia della famiglia Kuchiki…»
   
 
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