- Videl, come va? -
- Chichi! Tutto bene, diciamo – ammise Videl con aria triste.
- Perché
diciamo? –
- Oggi un ragazzo è stato investito, lo conoscevo –
- Oh, sta molto male? Chi
è? –
- E’ il ragazzo che
ho incontrato ieri alla discoteca. Stanotte è stato
investito, ora è in terapia intensiva –
- L’hai conosciuto
ieri? E perché ti sta tanto a cuore? Lo conosci
da, a malapena, un giorno! –
- Non so spiegarti
perché però quel ragazzo mi ha colpito da subito, ti assicuro che
ne sono rimasta affascinata, poi ieri non te l’ho detto, ma con questo
ragazzo mi sono anche baciata –
- COSA?????
Ma come hai osato non raccontarmelo subito!!! –
chiese agitata Chichi fingendo di essere molto arrabbiata, ma in realtà
era solo molto curiosa.
- Scusa, scusami! Però
non mi era sembrata una cosa così importante, cioè
è stato un bacio, senza lingua, che ci siamo dati in un momento di
ebbrezza, io non pensavo di rincontrare questo ragazzo, però oggi
l’ho incontrato e ho capito che mi sono presa una cotta per lui –
- Te ne sei innamorata
dopo un giorno? –
- No, addirittura
innamorata! Mi piace, molto. E’ una semplice infatuazione, che già
tra qualche giorno mi sarà passata –
- Se
lo dici tu… - disse Chichi sibillina.
- E
tu invece? – replicò Videl per cambiare argomento.
- Ho una cotta – confessò Chichi, guardandosi attorno e abbassando la
voce, erano alla mensa dell’ospedale e non voleva che orecchie indiscrete
la sentissero.
- Per chi? – Videl
sgranò gli occhi per la sorpresa e per la curiosità.
- Per un mio paziente
–
- Ah. E’ proprio un
vizio innamorarsi dei pazienti –
- Non sono innamorata!
– replicò stizzita Chichi, quella affermazione
la disturbava perché, probabilmente, non aveva il coraggio di
accettarla, perché accettarla significa ammettere una verità che
disturbava, che non andava d’accordo con la realtà e che si
preferiva che fosse menzogna, supposizione e non verità.
- Scusa! Non volevo
offenderti! –
- No, scusami tu. E che mi
dà fastidio sentire dire che mi sono innamorata
quando… non è vero! –
- Non mi sembri
così convinta nemmeno tu –
- Infatti
non lo sono. Però non posso essermi innamorata
di un uomo che conosco da pochi giorni, non so nulla di lui –
- E’ bello? –
- Stupendo –
- E
allora qual è il problema? Anche se fossi
innamorata magari lui ti ricambia, aspetti che esce dall’ospedale e non
è più tuo paziente e poi ti ci fidanzi! –
- E’ sposato –
- Questo complica
leggermente le cose –
- Già –
- Magari lui la vuole
lasciare la moglie, perché si è innamorato della sua infermiera –
- Smettila,
non sei divertente! E poi io non voglio
rovinare la sua relazione con la moglie, non ne ho la minima intenzione –
- Sei sempre stata onesta
Chichi, però dovresti prendere in considerazione i sentimenti
di lui –
- Lui ama sua moglie e io
non mi voglio intromettere, primo perché lui non mi vuole e secondo io
non voglio essere l’amante di nessuno! –
- Ok, ho capito. Sono
proprio contenta di aver rivisto Gohan sai? –
- Gohan? –
- Il
ragazzo di cui ti parlavo prima
–
- Ah, sì scusa
–
- Ora, scusami Chichi, ma
la mia pausa è finita, devo andare a visitare alcuni pazienti –
- Ciao –
Videl si allontanò
e Chichi rimase lì seduta al tavolo, pensando che forse aveva ragione
Videl, forse lei si era innamorata di Goku,
però come poteva essere?
Chichi sbuffò,
troppi pensieri le vorticavano nella mente, Vegeta, la signora Son,
Videl e… Goku.
- Che
rabbia. Odio questi pensieri -
In fretta si alzò
dal tavolo e si diresse verso Pediatria, quel giorno doveva lavorare in quel reparto.
Chichi adorava
lavorare lì per un motivo semplice, amava i bambini. Certo, le
dispiaceva che fossero in ospedale, perché significava che erano malati,
però per lei era sempre una gioia vederli, desiderava tanto diventare
madre, però non aveva mai trovato l’uomo giusto con cui colmare
questo desiderio, anche perché non era una cosa facile, assolutamente
no.
Arrivò alla porta
della piccola Jane, una bella bambina di sette anni che aveva preso gli
orecchioni, in forma lieve poiché aveva fatto
il vaccino.
Bussò, poi
entrò, vide i premurosi genitori di Jane, intenti a guardare un cartone
animato insieme alla bimba.
- Buongiorno! Come sta
oggi la piccola Jane? –
- Bene, molto bene –
rispose la madre.
- Forse non era neanche il caso di portarla in ospedale due giorni fa, siamo
stati impulsivi – disse il padre guardando l’ora nel suo orologio
da polso.
- No. Secondo me no.
Vostra figlia stava male, è vero, avendo fatto
il vaccino, aveva soltanto una lieve forma di parotite, però è
sempre meglio prevenire che curare, meglio che l’avete portata qui dove
è stata assistita e dove si è fatta una nuova amica – concluse
lanciando uno sguardo a Jane.
- Sì! Giusto, ha
ragione la mia amica! – concluse Jane sorridendo smagliante.
- Jane, sei contenta? Oggi
potrai lasciare l’ospedale –
- Sì, però
mi dispiace di una cosa –
- E
di cosa? –
- Mi dispiace di non
vederti più –
- Oh – Gli occhi di
Chichi si inumidirono, la spontaneità e la
sincerità di Jane le provocava un’emozione incredibile, un senso
di affetto e amore verso di lei unico nel suo genere.
- Ma
non è detto che non ci vedremo mai più –
- Domani ci vedremo?
–
- No – ammise Chichi
con tristezza.
- Appunto – Jane
abbassò la testa.
- Domani no, ma un altro
giorno sì –
- Quando?
–
- Presto. Non preoccuparti
–
- Jane, non infastidire l’infermiera,
mica può sempre stare con te – l’ammonì
la madre.
- Scusa – disse Jane
rivolta a Chichi.
- Signora, non c’è
alcun problema, non la rimproveri – rispose
Chichi con dolcezza.
- Devi andartene via
subito? –
- No, Jane, non subito, perché?
–
- Mi aiuti a colorare
questo disegno? – disse Jane tirando fuori dal
cassetto del comodino vicino al letto un foglio su cui erano disegnati alcuni
animali, non ancora colorati, e una confezione di pennarelli.
- Certo, li hai disegnati
tu questi animali? –
- Sì – ammise
con orgoglio Jane.
- Sono stupendi, ero
sicura che li avessi fatti tu -
- Tesoro, scusa ma il tuo
orologio che ore fa? – chiese all’improvviso il padre
di Jane scuotendo l’orologio.
- Sono le due, perché?
–
- Maledizione –
imprecò.
- Che
succede? –
- Avevo un appuntamento di
lavoro alle due e mezza, come ben sai, il mio ufficio è
dall’altra parte della città e per arrivare puntuale sarei dovuto
partire da qui almeno all’una e mezza, però il mio orologio si
è fermato e mi segna ancora le dodici –
- Oh, mi dispiace, chiama
il tuo cliente e digli che arrivi alle tre, se parti
subito ce la fai –
- Hai ragione, inoltre
sarebbe troppo disdicevole annullare l’appuntamento, sai è un cliente importante. Ma
dov’è il mio telefono? – il padre si stava guardando
frettolosamente nelle tasche ma del telefono non v’era
traccia da nessuna parte.
Dopo qualche secondo Jane
gridò tirando da sotto il cuscino proprio il telefono del padre!
- Jane! -
Jane rideva, contenta che
il suo scherzo fosse riuscito. – Chiamo io il tuo amico –
- No, Jane ridammi il
telefonino -
- NO! – si impuntò Jane.
- Jane, non fare la
bambina capricciosa, ridai il telefono a tuo padre –
intervenne Chichi.
- NO! –
- Facciamo così
Jane: tu fai il numero però parlo io, ok? –
- Ok – rispose la bimba un poco imbronciata.
- Allora io esco, non vorrei essere indiscreta ascoltando la telefonata –
disse Chichi alzandosi.
- No
resta, altrimenti non ridò il telefono a papà – la minacciò
la bimba.
Chichi cercò lo
sguardo del padre di Jane come per chiederle cosa dovesse fare.
- Resti signorina, non mi
disturba la sua presenza –
- Va
bene – rispose Chichi risiedendosi.
- Sei
contenta ora Jane? –
- Sì papà -
- Sai come si cerca un
numero nella rubrica? –
- Sì, premendo
questo tasto! Me lo hai insegnato tu papà –
- Giusto, premi questo
tasto quattro volte ora – disse il padre indicando il numero 7 quindi per
cercare la lettera S.
- Fatto! –
- Bene, ora scendi con la
freccetta fino a che non ti dico di fermarti –
- Ok – disse la
bimba continuando a premere il tasto.
- Ferma! Ecco il numero –
La bambina lesse il nome
dell’amico del papà a voce alta.
- Son! Il tuo amico si
chiama Son Goku! -
- Esatto. Diventi sempre
più brava a leggere, ora premi il tasto verde e poi dammi il telefono –
- Sì –
Chichi era rimasta con la
bocca socchiusa per la sorpresa, Son Goku?
Aveva sentito bene o le
sue orecchie l’avevano ingannata? Eppure era
sicura di aver udito perfettamente le parole di Jane, immediatamente si chiese
che lavoro facesse il padre di Jane, perché aveva ben sentito da lui che
Goku non era suo amico ma suo cliente.
- Signor Son? Sono l’avvocato
Cesare, la cercavo per dirle che ritardo perché
ho avuto un imprevisto, la prego di scusarmi, arriverò al mio studio
alle tre, se ha il tempo di aspettarmi mi farebbe grande favore - disse il
padre con il telefono appoggiato all’orecchio.
Chichi pensò che
all’altro lato del telefono c’era Goku,
poi si fece due calcoli mentali, lei aveva incontrato Goku all’una e
mezza e lui andava di corsa come se fosse in ritardo, Cesare aveva detto che
aveva un appuntamento con lui alle due e mezza, quindi Goku andava di fretta perché
temeva di non arrivare in orario all’appuntamento con Cesare! Certo che
era proprio buffo, erano nello stesso ospedale, però non lo sapevano e
si dovevano incontrare dall’altra parte della città!
Chichi sorrise pensando
alla stranezza della vita, poi si riconcentrò sulla telefonata.
- Grazie signor Son, sto
arrivando, mi scusi ancora! –
In fibrillazione il padre
mise giù il telefono, salutò velocemente la moglie e Jane, poi
uscì dalla stanza correndo.
- Cesare diventa euforico quando ha tra le mani una causa importante –
disse la moglie come per giustificare l’atteggiamento frettoloso del marito.
- Già, beh meglio
per lui se ha tante cause importanti –
- Certo, fa un lavoro che
a volte non gli piace, però ci mette passione –
- Perché
a volte non gli piace? –
- Vede, Cesare fa l’avvocato
divorzista, quindi a volte gli dispiace vedere giovani coppie che vogliono
divorziare –
- Un avvocato divorzista? –
- Sì, esatto –
Chichi sbarrò
gli occhi, Goku era andato da un avvocato divorzista.
Perché? Si voleva forse separare dalla signora Son?
Mille interrogativi riempivano
la mente di Chichi e lei non sapeva trovare risposta per nessuno di quelli.
- Scusate
ma adesso devo proprio andare. Stasera prima che torni a casa vengo qui a salutarti, ok Jane? -
- Va bene, ma devi proprio
andartene? –
- Sì, devo proprio –
Chichi schioccò un
bacio a Jane e uscì dalla stanza, andando verso altre
stanza per fare le quotidiane visite ad altri bambini.
Quando finì erano
le tre e mezza passate, stanca si diresse verso la
sala delle infermiere per riposare un attimo, prima di arrivare incrociò
Vegeta.
Nella mente rievocarono i
ricordi di quello che aveva visto nella stanza 2,
Vegeta e la signora Son avvinghiati che consumavano la loro passione.
Non voleva parlare con lui però non poteva evitarlo anche perchè lui
la stava chiamando.
- Chichi? Ma dove eri finita, è un’ora che ti cerco! -
- Ero in
pediatria – disse con voce pungente, non riusciva a fare a meno di
giudicare sbagliato l’atto di Vegeta, sapeva che non aveva alcun diritto di
giudicarlo, però non riusciva a restarne indifferente come avrebbe voluto.
- Ok, mi devi aiutare. Intervento
chirurgico –
- Va bene, che intervento
è? –
- Intervento al cuore.
Dobbiamo mettere un pace-maker nel cuore di una sessantenne, mi hanno affidato
l’operazione, serviva un’infermiera e
visto che tu sei l’infermiera meno irritante ho pensato a te –
- Sempre gentile! –
rispose ironicamente Chichi guardandolo di traverso.
- Lo so, spesso lo sono
troppo… -
- …poco –
completò Chichi zittendo Vegeta.
- Veramente volevo dire
troppo e basta! – replicò a bassa voce Vegeta.
- La signora ha bisogno di
un pace-maker temporaneo o permanente? – chiese Chichi.
- Permanente, ecco siamo
arrivati –
- Bene –
Vegeta e Chichi entrarono
in una sala chirurgica, dentro vi erano altri due medici e qualche altro infermiere come da prassi, dopo aver indossato il
vestito da chirurgo e aver anestetizzato solo la parte operante della signora l’intervento
iniziò.
Fu un intervento da
manuale, senza alcuna complicazione e perfettamente riuscito.
Quando l’intervento
finì Chichi e Vegeta uscirono dalla sala
operatoria e si diressero verso l’atrio, erano le sei del pomeriggio e il
sole cominciava a tramontare illuminando l’atrio con i suoi raggi rossi e
arancioni.
Chichi non riusciva
più a trattenersi, non poteva sopportare di lavorare accanto a Vegeta
portandosi quel segreto, così prima che si separassero
decise di dirglielo.
- Perché
sei andato a letto con la signora Son? -
Vegeta sbloccò
di colpo guardando Chichi allibito, lei aveva scoperto il suo segreto? Come
aveva fatto?
- Come? Che
stai dicendo? -
- Ti ho visto. Nella
stanza 2 ieri avvinghiato alla signora Son, perché? Se
volevi qualcuno con cui divertirti perché proprio una donna sposata e
poi perché in ospedale? E se vi avesse visto il
marito? Un altro infermiere o dottore? Il direttore? Che
avresti fatto? –
- Non ci ha visto nessuno.
Poi come ti permetti di spiarmi? -
- Errore. Io ti ho visto,
e forse non sono stata l’unica. Io non ti ho spiato! La porta era socchiusa, mi è bastato avvicinarmi per vedervi –
- Lo dirai al marito? –
- No, non lo farò.
Non è mio compito. Sarete tu e sua moglie a decidere se dirlo a Goku o
meno –
- Allora perché me
lo hai detto? –
- Per
farti sapere quanto penso che tu sia vile –
Chichi si allontanò
per tornare nella stanza di Jane per salutarla, Vegeta rimase qualche minuto
nell’atrio, riflettendo sulle parole di Chichi, forse aveva ragione lei,
si stava comportando da vile con Bulma, in fondo la faceva solo soffrire in
qualunque modo guardasse la questione, le faceva commettere
l’adulterio e non potevano essere che amanti nell’ombra.
Si disse
che forse avrebbe dovuto troncare ogni relazione con Bulma per il suo bene.
Note:
L’avvocato Cesare è un personaggio da me puramente inventato, lo
stesso vale per Jane, la moglie dell’avvocato e la signora con il
pace-maker.
Recensite! Recensite!
Scusate la lunga attesa, ma aggiornare in questo periodo mi è
proprio difficile.
Goku è andato da un
avvocato, forse per divorziare da Bulma? Forse perché si è innamorato
di Chichi? Cosa farà Vegeta? Troncherà
la sua relazione con Bulma o continueranno ad essere amanti?
Saprete tutto nei prossimi chappy!
Parte medica: Il pace-maker un apparecchio che stimola
elettronicamente la contrazione cardiaca quando questa non è assicurata autonomamente.
L’apparecchio vieni sistemato mediante
intervento chirurgico in anestesia locale, nella parte toracica o addominale. Un pace-maker può essere impiantato temporaneamente o
permanentemente. Vivere con un pace-maker comporta visite e controlli
elettrocardiografici frequenti e alcune precauzioni, quali non lavorare presso
centrali elettriche e fare attenzioni alle porte magnetiche; per il resto non
ci sono problemi.
Tutto preso dal mio libro
di medicina ^^
Volevo chiarire una cosa
per la questione della cancellazione della ff, io volevo cancellarla perché
pensavo che alle persone che leggono non piacesse e
che, per questo, non la commentassero, scusate se mi sono espressa male. Ribadisco che non
la cancellerò.
Ringraziamenti:
vale_88: penso che si sia capito dove era diretto Goku! Ora manca solo sapere perché!
Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Vegetina: sono
anche la mia coppia preferita in Dragonball! Però anche Chichi e Goku li adoro! Goku
è andato dall’avvocato Cesare, ora resta da capire perchè! Spero
che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Swwtcicia: grazie mille, mi fa piacere che la storia ti piaccia!
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Temari_93: grazie! Aspetto con ansia le tue recensioni! Anch’io
adoro Vegeta! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
lilla4eve: non ti preoccupare della recensione! Io avevo fatto quell’annuncio
perché temevo che la storia fosse brutta e che per questo nessuno la
recensisse! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
lillax: mi dispiace che il chappy non sia stato presto,
scusami. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
sexxxychichi: Goku è andato da un avvocato divorzista, resta solo da capire perché!
In questo chappy c’è un po’ di suspance ma
è necessaria alcune volte. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un
besos!
BULMA_007: grazie del complimento! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Clover chan: devi chiamarmi Marty!! ^^ Grazie per i
complimenti, spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Spero di aver scritto
tutti i vostri nickname correttamente, se ne ho storpiato qualcuno scusatemi tanto.
Ringrazio tutti per i complimenti.
Scusate gli errori di
grammatica.
Baci.
Marty De Nobili.