Confessioni:
Noi. Noi eravamo quelle che stavano in prima fila. Quelle che la gente guardava da sotto il palco, ne seguiva i movimenti. Eravamo in ogni foto degli eventi. Ci piaceva essere quelle con il cocktail, la sigaretta in mano. Quelle che si addormentavano con il ronzìo dell’alcol nelle tempie. Era schiacciante, perforante. Ma piaceva. Lasciavamo che la musica riempisse i battiti del nostro cuore. Come l'amore.
I tacchi dolevano ai miei piedi. Se ci penso sento ancora i miei polpacci tirare, l’acqua della piscina bagnare. I vestiti attaccati alla mia pelle come nastro adesivo…
Noi conoscevamo il barista, il dj, il vocalist, le cubiste. Quando entravamo in una sala dalla console echeggiava il nostro nome.
Funzionava così.
Ci piaceva così. Accenderci una sigaretta, decidere il vestito che avremmo usato il giorno dopo, parlare dei ragazzi con cui ci sentivamo.
Bere piṅa colada. Cazzo, io amo i piṅa colada.
Io a tutto questo aggiungevo le mie canne giornaliere. Così, perché non mi bastava. Il problema è che, giusto in quel periodo, cominciavo a essere sotto con le sigarette. Ho visto la mia pelle rovinarsi.
Ma, sinceramente, me ne sbatto il cazzo.
Smetterò.
Terrò solo le mie canne, quelle sì.
Eppure mi manca qualcosa.
Voglio averla, qualsiasi cosa sia.
Io
Vi prego.
Dov’è?