Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: mame_chan94    31/01/2008    7 recensioni
Ok, siamo giunti alla conclusione di questa lunga quanto noiosa, quanto terribile fic, che stranamente avete seguito... Vi ringrazio tutti, dal primo all'ultimo! Spero che la fine sia craina!!! >__< ci tengo, quindi se vi sembra brutta ridicola ecc.. non esitate a dirlo, non mi offenderò!! mi farà solo piacere! Intanto qui, avrete risposta alla domanda "Winry e morta?", quindi se siete un minimo curiosi andate a sbirciare, anche se comunque si era capito, era matematico! mi mancherà questa foc ma sono contenta sia finita!! Grazie a tutti/e buona letture^^ basi and kiss....
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Jean Havoc, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BUGIE

NOTE DELL'AUTRICE: Siiiiii!!!! Finalmente l'ultimo capitoloooo!!! Signore, grazie! Non ne potevo più! Non vedevo l'ora che finisse! Però mi dispiece per la mia tesorotta Liena!!! >///< Sorry tesora! Ma prima o poi la dovevo finire >///<

Comunque per ora vi lascio alla lettura, spero di vostro gradimento. I dovuti ringraziamenti e tutto il resto a dopo.

Intanto una lode alla mia musa ispiratrice di quest'ultimo chappo, "Everything Burn" di Anastacia. Se questo chappo e la fine non vi piacciono, prendetevela con questa canzone!XD Comunque buona lettura!!

Basi and kiss....

Everything Burn:11

Del treno era rimasto ben poco.

Solo le macerie.

La donna sconosciuta seduta accanto a Winry aveva posizionato delle bombe in quasi tutti i vagoni, ad eccezione di alcuni che sarebbero finiti distrutti comunque dall'impatto dell'esplosioni.

Non era rimasto nessun sopravvissuto.

Neanche uno.

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I presenti guardavano Edward preoccupati.

Ma lui non faceva altro che tremare convulsamente e stringersi sempre più in sé con le braccia.

Roy lo guardava con il terrore neglio occhi, misto alla preoccupazione che accomunava i presenti e ad una leggera incomprensione per ciò che aveva detto il biondo.

Non capiva.

E forse Edward stesso non comprendeva quanto accaduto.

Dopo un silenzio generale durato pochi minuti, Roy decise di lasciar perdere quel discorso e di incentrarsi sul mancamento di Ed.

"Su, adesso è passato, rialzati..." Disse tirandolo su per il braccio destro, mentre il minore non rispondeva e a testa basta, come in segno di arresa, si lasciava traasportare dal colonnello.

I sottoposti guardavano la scena in silenzio. Quando Edward si sedette alla poltrona di Mustang, Fallman e Breda gli si avvicinarono per constatare il suo stato di salute.

Riza rimase a guardarlo preoccupata a distanza. Poi il suo sgaurdo si posò su quello di Havoc, anch'egli in disparte.

Però sembra pure lui abbastanza preoccupato.

"Và meglio?" Chiese il moro. Ma il biondo si ostinava a non dare risposta. Proprio in quel momento la porta si aprì.

"E' successo un'incidente ad East city!" Gridò Fury sbattendo violentemente la porta contro la parete. I presenti si voltarono a guardarlo ed Edward sgranò gli occhi.

'East city...?' Ripete nella sua mente, alzandosi leggermente dalla poltrona. 'E' successo qualcosa alla zia... o a Winry?' E dopo quell'utlimo pensiero scattò contro il sergente maggiore, prendendolo con forza per le spalle.

"CHE E' SUCCESSO? PARLA!" E lo scosse più forte.

"Full metal, calmati!" Fece il Flame, cercando di allontanarlo dal povero Fury spingendolo indietro per una spalla.

"RISPONDI!" Gridò di nuovo, con la disperazione negli occhi. Fury lo guardò con pena.

"Ora basta, Edward!" Ribatté nuovamente Roy, sta volta riuscendo ad allontanarlo. Quando Ed mollò la presa si calmò, ma non demorse.

"Ti prego..." Lo implorò. L'altro lo guardò triste, provando pietà per lui.

Abbassò lo sguardo e poi cominciò a spiegare. "Ecco... Non so se ricordi ma era cominciata a girar voce riguardo ad una pazza omicida che andava in giro per tutto il mondo, per tutti i continenti e le nazioni a piazzare bombe ad orologeria..." Edward lo fissò dritto in volto. Non ricordava nitidamente di questi avvenimenti, ma a ben pensarci qualche mese prima, la sera che scappò via piangendo da Roy aveva firmato dei documenti e tra quelli gli parve di aver sentito qualcosa del genere. Si maledì per non avervi prestato maggiore attenzione.

"Ebbene, ha raggiunto anche il nostro stato e si è spostata da città in città, raggiungendo anche East City... Secondo indiscrezioni il dinamitardo folle è una donna che ha ricevuto una delusione amorosa tanto dolorosa da aver deciso di distruggere ogni luogo o mezzo dove fosse stata col suo amante o che glielo ricordasse particolarmente... Con questo si spiega il fatto che ha girato tutto il mondo, infatti erano due nobili quindi avevano fatto parecchie vacanze in un pò tutti i luoghi.....Anche se, comunque, non si comprende bene il significato di questo suo gesto. Ma sembra che alla fine il suo obbiettivo fosse raggiungere l'ultimo luogo dove erano stati insieme per poi morire lì."

"Con questo che intendi dire?"

"Vedi, ha posizionato la bomba in un treno diretto a Central City e l'ha fatto esplodere... All'interno vi era anche lei..."

"Ci sono stati superstiti?" Chiese con preoccupazione.

"Neanche uno..." Dovette rispondere a malincuore il piccolo moro. Ed lo guardò con il terrore negli occhi.

"E.... E chi sono... le vittime..? Si hanno i nominativi?" Balbettò.

"La lista non è ancora completa. Per avere maggiori informazioni e dettagli, ma soprattutto per informare le famiglie, stanno controllando tra i dati dei passeggeri." Rimase un attimo in silenzio per guardare dritto negli occhi il FullMetal. "Mi spiace Edward... Ma tra i nominativi che mi sono stati forniti ora... c'è anche una certa Winry Rockbell... Ho riconosciuto il cognome e ho pensato che potesse essere una tua parente."

Ad Edward gli si fermò il cuore. Stavolta non solo un battito come la volta che aveva sentito che Roy amava Riza. Non come la volta che la zia gli riferì della telefonata di Roy. Non come quando l'amore della sua vita gli aveva confessato il suo amore. No. Questa volta non si trattava di un sussulto di un solo battito. Ma fu un blocco cardiaco di diversi secondi che gli paralizzò l'intero corpo.

"Edward? Tutto apposto?" Chiese Roy poggiando la mano sinistra sulla sua spalla. Non ricevendo risposta lo richiamò con sempre crescente timore, scuotendolo leggermente. Nella testa di Ed si affollavano mille pensieri, domande... Troppa confusione nella sua mente. Gli venne un'altro capogiro, ma più forte, più violento, tanto doloroso da farlo svenire sotto gli ochhi terrorizzati dei presenti.

"ODDIO, EDWARD!" Il colonnello lo chiamò con disperazione cercando di risollevarlo da terra. I sottoposti si avvicinarono al giovane alchimista che non rispondeva più.

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La zia stava lavando i piatti, quando sentì squillare il telefono.

"Ma chi diavolo è?" Si chiese irritata. Si levò i guanti bagnati e andò a rispondere.

"Si chi è?"

< Zia? Sono io, Al.... >

"Oh, cielo! Alphonse! Come stai? Tutto bene?"

< Si... Zia... >

"Sei riuscito a chiarirti con Edward?"

< uhm-uhm...... Ascolta zia, io.... >

"E Winry? E' già arrivata? Ha preso il treno per raggiungervi, sai? Allora, è già lì?" Chiese entusiasta la vecchia Pinako. Al non rispose.

"Al, tutto apposto?"

< Zia pinako, non so come dirlo... è stato uno shock anche per me... > Disse in tono drammatico.

"..." Pinako attese una risposta, confusa.

< Ecco... C'è stato un incidente al treno per Central City... quello che ha presto Winry... > Prese un attimo di silenzio per via delle lacrime. Poi riprese. < E.... Non ci sono stati superstiti.... >

La zia abbassò la cornetta, con rassegnazione. E non sentendo risposte Alphonse non riuscì a trattanere le lacrime.

Anche se la cornetta era lontana dal suo orecchio, Pinako, poteva ancora sentire le lacrime del suo giovane nipote.

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"Dove sono...?" Si chiese il biondo aprendo lentamente gli occhi. Ma appena la luce li trafisse li richiuse di nuovo, sfragandoli.

"Finalmente ti sei svegliato...." Edward sentiva qualcosa di caldo stringergli la mancina.

"Roy? Sei tu...?" Chiese riconoscendo la voce e cercando di sforzare un pò la vista per vederlo meglio.

"Si, sono io, tranquillo...." Rispose semplicemente, stringendo più forte la sua mano.

"Che è successo....?" Chiese affaticato e con la voce ancora impastata dal sonno. Roy aspettò qualche secondo prima di rispondere, scrutando i suoi occhi lucidi e ancora semi chiusi. Poi parlò.

"Winry ha avuto un incidente..." Disse d'un fiato. L'altro lo guardò con leggero stupore. Si portò una mano alla fronte, girando il volto verso il tetto bianco di quella che probabilmente era l'infermerie dell'esercito.

"E' vero.... Ora ricordo..." Roy lo guardò. Nella sua quasi indifferenza, ci vedeva tutto il suo dolore. Il biondo sospiro mettendo il braccio destro a coprirgli gli occhi. "E' colpa mia...."

"No, non è vero..." Rispose prontamente Roy, abbassando lo sguardo.

"Si invece. Se non fosse stato per me, per il mio egoismo, per le mie bugie, Winry sarebbe ancora a Reezembool, con la zia Pinako, a sorridere felice..." Spinse ancora di più il braccio sul viso stringendo la mano destra in un pugno e contorcendo le labbra in una smorfia. Sulla guancia sinistra cadde una lacrima. Il colonnello lo guardò in silenzio, con pietà. "Mi dispiace...." Sussurrò, quasi impercettibile. "Mi dispiace..." E lo ripetè ancora e ancora, sotto lo sguardo attento e discreto di Roy che lo confortava in silenzio.

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Passò qualche giorno. Il funerale di Winry venne organizzato il prima possibile.

Di Winry non ne era rimasto nemmeno il cadavere. La tomba, lunga e semplice, era completamente vuota.

Due uomini vestiti di nero la poggiarono facilmente nella fossa. Un prete, vestito allo stesso modo, onorava la sua anima leggendo i passi della Bibbia.

La gente guardava in silenzio. Le donne coperte da veli neri piangevano la loro amica d'infanzia. Tra quei volti modificati e segnati dall'età, Edward ci rivedeva tutta la sua infanzia.

Al piangeva con una mano sul volto, stringendo una mano alla zia Pinako, che piangeva a sua volta, cercando di calmarsi con il fazzoletto bianco di lino che gli aveva fatto la sua nipote da piccola, quando cercava d'imparare il ricamo.

Edward guardò la sua unica famiglia, quella che aveva abbandonato più di una volta, con tristezza ed un profondo senso di colpa. Poi guardò le loro mani unite.

Anche nel dolore, loro erano ancora uniti.

Abbassò leggermente lo sguardo e poi si accorse di un altra musica funerea, provenire da un pò più lontano. Si guardò attorno.

C'erano molti altri funerali, e la maggior parte, probabilmente erano delle vittime del treno.

Si voltò verso Roy, che l'aveva accompagnato. Insieme a lui c'eranoa nche gli altri sottoposti che commiseravano in silenzio la tomba spoglia e vuota.

Accortosi dello sguardo posato su di sé si voltò a sua volta, sorridendogli amaramente e stringendogli la mano, incurante degli sguardi altrui, che comunque non si accorsero del gesto, troppo presi dal dolore. Gli unici furono Riza e Jean che li guardarono con tristezza. L'uomo abbassò lo sguardo e la Tenente gli lanciò un occhiata di sbieco, tornando poi a guardare la tomba.

Edward non riuscì a ricambiare il sorriso. Si limitò a voltare lo sguardo verso la lapide dell'amica, dove sopra vi erano incisi il nome ed il cognome e le date della nascita e della morte. Sentì gli occhi pizzicargli, ma le lacrime non scesero.

Passò così la cerimonia, finché, accompagnati dalle campane della lontana chiesa, la zia non prese un pugno di terra e lo gettò sulla tomba e i duoi uomini la ricoprirono completamente.

Insieme a quel funerale si terminarono anche tutti gli altri.

Finita l'intera cerimonia, presto la gente che si era raccolta si dileguò, lasciando soli i due fratelli, la zia ed il colonnello.

"Ascolta Edward... Dobbiamo parlarti..." Disse ad un certo punto Alphonse, non togliendo gli occhi dalla fossa. Mustang si sentì di troppo e si allontanò, dicendo ad Edward che lo avrebbe aspettato più avanti. Il giovane acconsentì e rimase solo con i familiari.

Calò un silenzio interminabile, accompagnato dal vento gelido che li penetrava fin nelle ossa.

"Fratellone... Noi abbiamo deciso di tornare a Reezembool." Disse interrompendo il silenzio. Ed non mostrò nessuna reazione. "Tu cos'hai intenzione di fare?" Chiese poi, voltandosi a guardarlo.

"Resterò qui a Central city. Voglio continuare i miei studi." Rispose prontamente, ancora senza degnargli uno sguardo, tenendo gli occhi fissi davanti a sé.

"Per chi? Per quale motivo? Se sono i soldi, allora puoi trovare lavoro anche lì a Reezembool!"

"Non è questo. E lo sai anche tu..."

Calò ancora un attimo di silenzio. Il minore lo guardò dispiaciuto.

"E' più importante?"

Ed non rispose ed abbassò ancora lo sguardo.

"Dimmi la verità, è più importante di noi?"

"No, ma con lui... Voglio crearmi una nuova vita. E con lui che voglio stare. Scusatemi." Poi si girò a guardare sua fratello, addolcendo lo sguardo. "Davvero..."

"Fratellone..." Sussurrò con tristezza. "D'accordo... Fai come meglio credi... Se questo può renderti la serenità, allora va bene." Entrambi distolsero lo sguardo. "Ma il nostro treno parte tra un'ora."

"Così presto?"

"Si..." Rispose con rammarico. "Mi dispiace fratellone... Ci vediamo." Disse infine abbracciandolo. La zia fece altrettanto e successivamente se ne andò via seguendo Al, che già si era avviato. Ed rimase immobile qualche secondo, guardando le loro figure allontanarsi. L' avevano abbracciato così in fretta e così freddamente, che non ebbe nemmeno il tempo di rispondere all'abbraccio.

Nel frattempo Roy aspettava l'arrivo del FullMetal.

"Non vieni con noi?" Chiese Riza, prima di seguire gli altri subordinati, notando che il colonnello si era fermato davanti al cancello del cimitero.

"No, ho una cosa da fare."

"Va bene...." Rispose avviandosi verso l'automobile, pensando fosse meglio non indagare ulteriolmente.

Roy non disse niente e vide i suoi colleghi, nonché compagni di vita, allontanarsi con le proprie auto. Aspettò Edward per tutto il tempo, con pazienza, finché non lo vide arrivare.

Quando gli fu davanti non si dissero niente, ma si guardarono intensamente.

Ed lo guardava con sofferenza e lui gli rivolgeva un sorriso di pietà.

Poi il maggiore interruppe il silenzio, porgendogli una mano.

"Ti va di accompagnarmi in un posto?" Chiese sorridendogli leggermente.

Il biondo lo guardò per poi stringergli delicatamente la mano.

"Si..." Sussurrò a fil di labbra. Tenendosi per mano, rientrarono nel cimitero.

Poco dopo si ritrovarono davanti alla tomba di Huges.

I due amanti la guardarono in silenzio, finchè il moro non si allontanò dal ragazzo per cogliere un fiore lì vicino e buttarlo sulla tomba.

"Povero Huges...." Disse Edward con tono triste. L'altro non gli rispose. "Non si sa ancora chi è l'assassino, vero?"

"No..." Edward gli strinse di nuovo la mano e gli sorrise in segno d'incoraggiamento.

"Lo troveremo, te lo prometto." L'altro lo guardò quasi sul punto di piangere, ma per tutto risposta abbracciò con foga il piccolo, facendolo restare interdetto.

"Roy... Cosa..."

"Edward... Ed..." Sussurrò stringendolo ancora più forte e affondando il viso nei suoi capelli dorati. "Ti prego, sposami."

All'altro gli si fermò per l'ennesima volta il cuore, per poi riprendere i suoi battiti all'impazzata.

"Roy... Non possiamo, lo sai anche tu..." Disse nascondendo il volto arrossatò nel suo petto.

"Allora vieni a vivere da me. Ti prego io non ce la faccio più a starti lontano, neanche per un giorno. Voglio averti sempre accanto a me."

"Roy..." Alzò il volto per guardarlo negli occhi, ma non ci riuscì. Allora lo abbracciò un pò più forte. "piacerebbe anche a me..." Il maggiore lo allontano leggermente, permettendo così all'altro di guardarlo in faccia.

"E allora perchè no?" Chiese sul punto della disperazione.

"Mi sembra ancora troppo presto."

"Ascoltami, ti ricordi quello che dissi quella notte ad Havoc, descrivendo la persona che amavo?"

"...." Lo guardò confuso.

"Pensaci attentamente." Edward seguì il consiglio e fece mente locale. Allora gli vennero in mente delle parole.

"...e se ricambiasse i miei sentimenti.... desidererei anche formare una famiglia, anche sensa figli... solo noi due..."

Le lacrime cominciarono a salire dagli occhi di Ed.

"Capisci? Non è troppo presto Edward... Io ti amo da una vita... E ora che so che tu ricambi i miei sentimenti, non posso più aspettare."

Edward cominciò a singhiozzare. "Io ti amo." Disse infine, mostrando il sorriso più dolce che aveva, un sorriso che non aveva mostrato mai, e che forse non avrebbemai più donato a nessuno, neanche ad Ed.

Quest'ultimo si buttò sulle sue braccia, sussurrando tra i singhiozzi "Anch'io...". Quasi impercettibile, ma comunque udibile per le orecchie attente di Roy. Il minore non gli diede nemmeno il tempo di farsi abbracciare, che si allontanò di colpo, facendo una faccia tranquilla e sicura, ed interrompendo i suoi pianti.

"Però è comunque troppo presto!"

L'altro lo fissò con gli occhi spalancati. A quell' espressione ebete, Ed non potè fare a meno di ridere soddisfatto, allontanandosi canticchiando dall'abbracio.

"COME SAREBBE A DIRE??" Urlò una volta che si fu ripreso. Ed rise ancora.

"Che dovrai apettare almeno un'altro anno!"

"UN ANNO?"

"Già già!"

"TORNA SUBITO QUI!" Gridò cominciando ad inseguirlo, mentre Acciaio correva ridendo come un matto. Uscirono dal cimitero ancora rincorrendosi, lasciando il fiore sulla tomba, che di lì a poco volò via trascinato dal vento.

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Passò una settimana.

Edward aveva rincominciato a sorridere un pò più spesso anche agli altri colleghi. Infatti, normalmente, solo Roy riusciva a strappargli qualche sorriso.

I due innamorati si vedevano tutti i giorni in ufficio e poi uscivano insieme per poi ritrovarsi a casa di Ed. Non erano andati a vivere insieme, ma pian piano l'appartamento del fullmetal stava diventando quello del colonnello. Si scambiavano spesso efusioni, ma non erano mai andati oltre.

E poi Ed risentiva ancora della perdita dell'amica e della mancanza dei suoi familiari. Capitava spesso che Roy lo trovasse intento a guardare il pavimento, con gli occhi persi nel vuoto e con la sofferenza sul viso. Ma quando si accorgeva della presenza del moro, sorrideva di nuovo.

Il colonnello cominciò a chiedersi se stesse veramente bene, ma Acciaio rispondeva sempre di si.

Nel frattempo Edward si preoccupava per l'atteggiamente distaccato di Jean nei confronti dell' Hawkeye e dei suoi.

Si chiedeva se non fosse tutta colpa sua e di ciò che avesse detto.

Ma non aveva il coraggio di chiederlo; almeno finché non decise di chiarire definitivamente la situazione.

Quel giorno, come ormai era consueto fare, portò dei documenti al colonnello Mustang, che era da una parte contento di vedere Ed ma dall'altra tremendamente stufo del lavoro.

Il FullMetal Alchemist poggiò i documenti, facendo il solito saluto militere, al quale Roy rise leggermente. Poi si voltò verso Havoc che nel frattempo era intento a fumare la sua fidata sigaretta mentre fissava il soffitto, buttato all'indietro sulla sedia, in bilico, che sarebbe caduta da un momento all'altro.

L'alchimista gli si avvicinò per destarlo.

"Sottotenente, le posso parlare in privato?" Chiese in tono tranquillo, ma comunque serio. L'altro lo guardò di sbieco. Prese la sigaretta dalla bocca e la spense nel posa cenere.

"D'accordo..."Disse inespressivo, mettendo un pò a disegio Ed. Il colonnello e la tenente li guardavano accomunati dalla stessa curiosità. Gli altri si limitavano a svolgere il loro lavoro.

I due uomini uscirono dall'uficio comune e si diressero verso il cortile.

Raggiunsero il luogo in pochi minuti di assoluto silenzio.

Ero lo stesso dove avevano parlato l'ultima volta.

Solo che era tutto molto più squallido rispetto alla scorsa volta.

"Allora?" Chiese Havoc interrompendo il pesante silenzio e non degnandogli nemmeno un'occhiata. Si voltò a guardarlo solo quando non lo snetì rispondere. "Di cosa volevi parlarmi?"

"Ecco... Il fatto è che ultimamente non parli molto con me." Rispose il biondo, paonazzo.

"Non lo facevo neanche prima." Rimase interdetto per qualche secondo da quella risposta tanto insensibile quanto vera.

"Infatti..." Incominciò poi. "...non sono io il problema."

"E allora qual'è?" Era nervoso. Parecchio. Ma Ed cercò di restare deciso.

"Ho l'impressione che da quando abbiamo parlato tu non solo ti sia distaccato da me, ma soprattutto dalla Tenente Hawkeye. Dimmi la verità, non è solo una mia impressione, no?"

Lui lo guardò un'attimo.

"E si ti dicessi che è così?" Chiese guardandolo dall'alto in basso.

"E' così?" Si limitò a dire, dispiaciuto. L'altro sospirò.

"Tranquillo... Non è per quello." E si voltò di nuovo a guardare l'albero.

"Se ti ho offeso in qualche modo ti prego di dirmelo! Forse sono stato troppo sfacciato a dirti quelle cose! Oppure ti sono sembrato ridicolo, non so... Però ti prego, dimmi il moti..."

"E' che t'invidio." Lo interruppe. L'altro lo guardò stupito, credendo di aver capito male.

"Che?"

"T'invidio perchè tu sai rendere felice Roy." Si voltò a guardarlo. Poi chinò il capo. "E' così felice quando ti vede. Mostra sempre un sorriso gioioso. Ed è perchè sa che lo ami. Invece con Riza non è così. Proprio il fatto che io gli abbia detto di amarla l'ha turbata. Quando mi vede si sente a disagio e cerca d'ignorarmi."

"Non... Non sapevo gliel'avessi detto."

"Me l'hai consigliato tu." Disse sorridendo leggermente. Edward si sentì un pò in imbarazzo. "però non è andata come volevo.." Disse tornando pensieroso a fissare l'albero spoglio accanto alla panchina.

"Ti ha risposto di no?" Chiese dispiaciuto. L'altro taque qualche minuto e poi sospirando rispose.

"Non proprio..."

"In che senso?" Chiese confuso.

"Non ho avuto il coraggio di farla terminare. Appena ha detto "io non...", ce l'ho fatta ad ascoltare oltre.." Ed lo guardò strano.

"Hai fatto male..."

"Questo non lo puoi giudicare tu, no?"

"Non puoi sapere cosa ti volesse rispondere. Avrebbe potuto dirti qualsiasi cosa." L'altro si voltò a guardarlo, irritato ma dopotutto consapevole del fatto che avesse ragione.

"Ma cosa ne può sapere un moccioso come te?!"

"Hai ragione..." Si tolse la giacca rossa e gliela lanciò addosso come la scorsa volta, ma sta volta più piano, quasi gliela stesse porgendo. Havoc lo guardò fisso negli occhi e il biondo rispose accennando un sorriso e poi puntare lo sguardo da un'altra parte. "Ma... Al cuor non si comanda..no?" Ripetè sorridendo le parole che gli aveva detto quella mattina. "Quindi dimostra quello che sei, mostra il coraggio di un vero uomo!" Gli fece l'pcchiolino. L'altro lo guardava interdetto con la giacca in mano. "E se può servire a darti un pò di coraggio porta quella con te!" Disse infine, mentre si allontanava, indicando la giacca. Quando Edward fu quasi completamente fuori dal suo campo visivo Havoc strinse il soprabito nel suo forte pugno e si fece coraggio.

Corse verso l'entrata opposta, quella secondaria.

Salì le scale velocemente raggiungendo l'ufficio prima che Ed potesse farlo. Entrò di botto e tutti lo guardarono stupiti per quell'atteggiamento anomalo.

Si guardò attorno e quando vide Riza gli si avvicinò diretto, lasciandola un pò spiazzata. Era da quando gli si era dichiarato con gli si avvicinava, nemmeno per parlargli.

"Tenete, la prego di seguirmi!"

"Eh...?" La povera donna venne trascinata prima che potesse dare una risposta più concreta. "Ah! Aspetti, non corra così...! Sottotenete!" Lo richiamava, ma lui non accennava a fermarsi.

Arrivarono nel cortile allo stesso modo finché Havoc non decise di fermarsi.

"Insomma, che le prende?" Chiese un pò affannata dalla corsa. L'uomo si voltò a guardarla seriamente. "Havoc...?"

Questi gli strinse la mano ancora più forte.

"Riza, non voglio più scappare."

"...."

"Io ti amo." Lei arrossì violentemente. "E sta volta voglio una risposta." La guardò negli occhi con decisione, arrossendo a sua volta. Lei abbassò lo sguardo.

"Io...."

"..." L'altro aspettava impaziente.

"E...Ecco... Anche... Io... Credo..."

"Cosa...?" L'altro non credeva alle sue orecchie. Si avvicinò al suo volto con gli occhi lucidi di speranza. "Ti prego, dillo di nuovo..." lei, ancora rossa, rimase stupida da quella sua ingenuità. Si fece più decisa.

"Ti... Ti amo anch'io." Lui sgranò gli occhi pieni di felicità e la strinse a se.

"E cosa aspettavi per dirmelo?" Lei rispose imbarazzata.

"E'.... E' colpa tua che non mi hai fatto finire...!" E si strinse un pò più forte alla sua divisa.

Finalmente anche Riza aveva cominciato a sciogliersi un pò.

Rimasero così qualche minuto.

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Edward arrivò nell'ufficio.

"Buongiorno a tutti, di nuovo...." Salutò svogliato, entrando.

"Fullmetal...?" Gli si avvicinò il colonnello, guardandolo con faccia impertinente.

"Si?"

"Si può sapere cosa hai detto ad Havoc? Si è findato qu dentro portando via con se Hawkeye."

"Ah, si?" sorrise soddisfatto.

"?" Il superiore lo guardò confuso.

"Ma come, non ha capito?"

"No."

"Le devo proprio spiegare tutto." Sospirò esasperato. "Venga con me..." Edward prese per il braccio il colonnello facendogli quasi perdere l'equilibrio.

"Hei...!" Si lamentò il Flame Alchemist. Ed nel frattempo lo trscinò fino alla finestra, seguito dagli altri sottoposti, curiosi anche loro di capire cosa fosse successo. Quando furono davanti al vetro della fonestra Edward indicò due figure nel cortile.

"Ecco, guardi!" Gli disse. I sottoposti e il colonnello si avvicinarò di più alla finestra per focalizzare meglio chi fossero idue soldati. Riconobbero Riza e Havoc.

"NON CI CREDO!" Gridarono all'unisono, attirando l'attenzione dei soldati che passavano per il corridoio. Acciaio rise soddisfatto per quanto era riuscito a fare, e non mancò di farlo presente.

"Visto? Ora avete capito? Ed è tutto merito mio!" Affermò mettendosi in posa artistica. Gli altri non staccavano gli occhi dalla finestra.

"Uao!" Disse Breda. "Chi l'avrebbe mai detto che un tappo come te potesse far mettere insieme quei due! Perchè non trovi una ragazza anche a me?"

"COSA??? A CHI HAI DATO DEL TAPPO MICROSCOPICO BRUTTO OBESO??!! E COMUNQUE TU SARESTI UN CASO DISPERATO!!"

"COME TI PERMETTI MOCCIOSETTO?" Gridò staccandosi finalmente dalla finestra. Cominciò una lunga litigata.

Roy nel frattempo continuava a guardarli. Poi si voltò verso il suo ragazzo. Sorrise. Era orgoglioso di lui.

Pultroppo Ed non si accorse di niente preso com'era dal litigio con Breda.

"Ah, Fullmetal!" Lo richiamò il moro, ricordandosi di una cosa.

"Si?" Il biondo gli prestò la sua attenzione. "Che vuole?"

"Voglio farti vedere una cosa!" Sorrise sadico.

"E sarebbe?"

"Oh, no..." Disse Fallman sospirando. "Non vorrai vantartene anche con lui? Ora basta..."

"Ma di che parla?" Chiese Acciaio perplesso. Nel frattempo Mustang si diresse verso una porta che Edward non aveva mai notato.

' Ma da quand'è che c'è quella stanza?' si chiese il minore. Roy la spalancò canticchiando.

"Ta-daaan!" Disse giulivo mostrando ad Ed la sala. Gurdando dentro Edward non potè fare a meno di mostrare il suo stupore.

"UAO!" Fece meravigliato. Infatti dietro quella porta vi si trovava un'ufficio enorme ed ordinato, ancora poco arredato, ma comunque bellissimo. "Ma cos'è? E' enorme!!"

"Vero? Non è splendido! E' il mio nuovo ufficio!"

"Il suo nuovo ufficio?"

"Esattamente!"

"Ma che se ne fa? Ha già questo!" Rispose confuso.

"Ma quello lo devo dividere con i miei sottoposti, mentre questo è solo mio!"

"Cosa?? Davvero?? Accidenti..." Disse esterrefatto. L'altro rise beffardo notando il suo stupore.

"Bello, eh?"

"Già...." Il colonnello si avvicinò a lui per non farsi notare dagli altri, che comunque erano tornati al loro lavoro esasperati dall'atteggiamento bambinesco del loro superiore.

"Così potremo stare un pò da soli..." Gli sussurrò maliziosamente all'orecchio. L'altro arrossì vistosamente.

"I...Io non...." Ma non potè più "balbettare" niente perché fù interrotto da Jean che entrò con foga, esattamente come prima.

"EDWARD!" Urlò attirando l'attenzione di tutti i presenti e anche quelli fuori dall'ufficio. Si guardò attornò finché non lo vide accanto al Colonnello, quasi nascosto dalla porta. Gli si fiondò addosso abbracciandolo. "GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!"

"Ehm...." L'altro non riuscì né a dire né a fare niente. Il colonnello guardava irritato.

Ed gli chiese mentalmente scusa. Poi guardò Havoc in viso.

Sembrava così contento.

E non potè fare a meno di farsi sfuggire un sorriso, un pò per la soddisfazione di averlo aiutato, un pò per la felicità di aver finalmente fatto pace con lui.

Nel frattempo Riza era rimasta impalata in mezzo al cortile stupita dalla fuga improvvisa di Havoc.

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Si fece sera, e i due alchimisti tornarono a casa insieme.

Roy aveva ancora un'espressione irritata e per tutto il tragitto non parlò ne degnò Edward di uno sguardo.

"Eddai..." Disse il biondo. "Perché sei così arrabbiato?" L'altro si fermò guardandolo lo storto.

"Questa è la seconda volta che un altro uomo ti abbraccia!" Il minore sgranò gli occhi.

"Cosa? E' solo per questo?"

"Come sarebbe a dire solo per questo?! Io sono geloso, sai?"

"Ah,ah,ah!" Rise piegandosi in due. "Sei troppo carino!" E rise ancora. L'altro arrossi arrabbiato.

"Non sono carino! Comunque sono stanco di vedere gli altri che ti abbracciano, tu sei il mio ragazzo punto e basta!" Ed smise di ridere, guardandolo negli occhi diventando color porpora. Roy si accorse di ciò che aveva appena detto e arrossì ancora di più. "No, cioé... Volevo dire...!" Edward non lo fece terminare abbracciandolo con forza. Il moro rimase spiazzato.

"Sono contento... Di essere il tuo ragazzo..." Sussurrò piano, spingendosi più forte contro il petto.

"Ed..." Lo abbracciò a sua volta.

Rimasero così qualche minuto.

"Edward?"

"Si?"

"Dimmi la verità... Tu ancora ti senti in colpa per Winry vero?" Lo allontanò leggermente per guardarlo bene in viso. Ed restò in silenzio, stupito.

Poi portò lo sguardo da un'altra parte.

"No... Cosa te lo fa pensare?"

"Il fatto che tu spesso sia triste e pensieroso..." Affermò convinto.

"..."

"Ed... me ne puoi parlare tranquillamente, non devi essere così orgoglioso..."

"Roy... Ti ringrazio, ma... Non me la sento.." Disse abbassando lo sguardo.

"Va bene, non importa.." Sorrise dolcemente per poi stringergli la mano. "Andiamo a casa adesso, ok?"

"Si..." Sorrise anche lui.

Si diressero verso l'appartamento ancora in silenzio e una volta arrivati mangiarono insieme per poi andare direttamente a dormire.

Inconscemente, durante il sonno, si strinsero a vicenda la mano.

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I giorni seguenti furono ripetitivi, come gli altri. L'unica differenza era che Jean aveva ripreso a parlare sia con Ed che con Riza, e che i due erano andati a vivere insieme.

Per il resto era tutto uguale.

Un'altra piccola differenza era che Roy passava molto più tempo nel suo nuovo ufficio, piuttosto che con gli altri sottoposti, aspettando con ansia l'arrivo di Ed (e un pò meno dei suoi documenti), per parlare e stare un pò insieme.

Una mattina come le altre, però, sentirono una voce venire dall'ufficio accanto, quello che Roy condivideva con i colleghi.

"Scusatemi, è qui il Fullmetal?"

"Si." Sentirono rispondere Riza. "E' nell'ufficio privato del colonnello che discutono."

"Bene."

I due sentirono i suoi passi avvicinarsi alla porta e presto si staccarono dal loro abbraccio. Quando l'uomo bussò Roy gli diede il permesso di entrare.

"Buon giorno.." Salutò l'uomo. "Scusate il disturbo."

"Si figuri." Rispose Roy in tono serio, mentre Ed faceva il saluto militare. A giudicare dall'uniforme e il numero si stelle, doveva essere un maggiore. E l'aspetto che aveva dava proprio quell'impressione. Era alto, robusto, e nonostante la sua età e le ruge che segnavano il suo volto era muscoloso e appariva sano. I baffi e i capelli ben ordinati erano color argento.

"Cercavo l'alchimista d'Acciaio e mi hanno detto che l'avrei trovato qui."

"Ai suoi ordini." Rispose prontamente il biondo, alzandosi e ripetendo il saluto.

"Questi documenti sono per lei." Disse il soldato porgendogli una busta ben rilegata. Ed l'aprì.

"Cos'è?"

"Riguarda la sua prossima missione." Acciaio lesse il contenuto, mentre Roy aspettava impaziente una risposta notando lo sguardo preoccupato di Ed.

"U... Una guerra..?" Sussurrò a fil di labbra. Mustang non credeva alle sue orecchie.

"Mi spiace che un ragazzo giovane come lei debba partecipare alla guerra, ma sono ordini dall'alto." Poi s'inchinò educatamente. "Buona giornata." E lasciò l'ufficio. Edward fissava il foglio con lo sguardo perso nel vuoto. Roy lo guardava con gli occhi spalancati.

"Non può essere..."

"Edward...." Il moro gli si avvicinò e lo strinse a sé.

"Così improvvisamente...."

"Tranquillo... Non durerà molto, vedrai, tornerai presto..." Cercò di rasserenarlo, ma lui era il primo ad essere turbato.

"Roy... Io non voglio lasciarti..." Si strinse a lui.

"No, stai tranquillo. E' sicuramente una semplice ribellione, le solite! Non devi avere paura."

Ed non rispose, spingendosi verso di lui ancora di più. Poi parlò.

"Domani..."

"Cosa domani?" Chiese confuso l'altro.

"Parto domani.... Alle sei..." Si allontanò da lui con lo sguardo fisso al pavimento. Per Roy era troppo presto. Non voleva. Ma non riuscì a dirgli niente. "vado a North City..."

"Cosa? Là sopra?"

"Si..."

Roy non seppe più che dire. Ora si che era preoccupato. Quello era il luogo più orribile della terra. Il freddo, il gelo che ti entra nelle ossa fino a farti congelare, le rocce dure e taglienti... E le persone senza pietà. lì ci ha visto morire milioni dei suoi soldati e amici. "Roy...."

I due rimasero in silenzio a guardarsi. Qualsiasi parola da parte di Roy sarebbe stata di troppo. E Acciaio non se la sentiva di dir niente.

Era successo tutto troppo in fretta per loro.

Roy però non poteva accettare che Ed andasse da solo.

Pochi minuti dopo la visita del maggiore, infatti, si diresse direttamente dal Comandante Supremo. Aveva detto che era un'ordine dei piani alti,no? E chi c'è più in alto di quel bastardo?

Arrivò a passo spedito all'ufficio del Fuhurer, non curandosi di salutare i suoi superiori o di rispondere quando chiedevano dove stesse andando così di fretta.

Quando arrivò a destinazione spalancò maleducatamente la porta. La segretaria sobbalzò in aria.

"Oh! Lei è il Colonnello Mustang?" Chiese portandosi una mano al petto per calmare il cuore impazzito dopo lo spavento.

"In persona." Si limitò a rispondere dirigendosi verso la porta dietro la quale stava il Comandante.

"Mi spiace, ma non può entrare senza il permesso..!" Cercò di trattenerlo, ma invano.

"Mi lasci, devo parlare al Comandante!"

"Come si permette di dare ordini? Lei non...!" Ma non terminò la frase perché venne interrotta dall'arrivo dell'interessato.

"Che succede qui?" Chiese tranquillamente l'uomo.

"Oh, scusi se l'abbiamo disturbata!" S'inchinò la donna. "Ma quest'uomo voleva..."

"Parlare con lei, se permette." Concluse al suo posto Roy, con fare deciso.

"E riguardo a cosa?"

"Riguardo alla missione del mio sottoposto Edward Elric, l'Alchimista d'Acciaio."

Il Comandante lo scrutò qualche secondo, per poi invitarlo a entrare e congedando la segretaria. Quando furono dentro si accomodarono entrambi nelle poltrone che circondavano l'elegante tavolino da thé dell'ufficio.

"Allora, qual'è il problema?" Chiese poi, il maggiore dei due.

"Acciaio è un mio sottoposto, e non comprendo il motivo per cui ebba andare da solo. Se prorpio deve essre mandato al fronte, allora voglio andare anch'io con lui."

L'uomo sospiro.

"Vede Colonnello... Teoricamente Edward non è più il suo sottoposto."

"Come?"

"Per quanto mi risulta, l'Alchimista d'Acciaio aveva accettato d'esser suo sottoposto solo per ottenere informazioni riguardanti la pietra filosofale, o erro?"

"No, ma che c'entra questo?" Chiese confuso il moro. L'altro manteneva un tono rilassato.

"C'entra, perchè Acciaio, poco dopo aver raggiunto il suo scopo ha chiesto di essere messo in una posizione indipendente. Non si è chiesto il motivo per cui non faceva altro che stare chiuso in ufficio, e perchè come gli altri suoi sottoposti non stava nel suo?" Roy non seppe che dire. "E non solo..." Continuò. " Ma c'è anche da contare il fatto che dopo che il Fullmetal ha lasciato l'esercito e poi è rientrato, la cosa si è ulteriormente confermata. Quindi qualsiasi cosa riguardi Accciaio, non deve necessariamente comportare un suo intervento."

Mustang rimase zitto qualche secondo, sottomesso da quelle parole.

"Ma perchè avete mandato proprio lui?"

"Questa è un'informazione riservata." Rispose prontamente, guardandolo serio. Roy lo fissò dritto negli occhi, pensando bene di non andare troppo oltre. A malincuore salutò il Comandante Supremo ringraziandolo per l'attenzione.

Lasciò l'ufficio rassegnato all'idea che Ed sarebbe dovuto diventare un'assassino come lui.

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Le poche ora che li dividevano dalla partenza passarono in fretta.

Non dissero niente né hai sottoposti né hai parenti di Edward. Probabilmente avrebbero cercato di trattenerlo, ed Edward non poteva sottrarsi al suo compito.

E poi volevano essere sé stassi almeno in quel momento, senza dover badare agli sguardi altrui.

A salutare Ed, infatti, c'era solo il Colonnello.

Per maggior sicurezza non s'incontrarono alla stazione: decisero di dirsi addio davanti all'entrata secoindaria del Quartier Generale, dove un'auto militare attendeva Ed per raggiungere la ferrovia.

C'era freddo e i due alchimisti si limitavano a guardarsi negli occhi, assaporando ogni secondo.

Poi Ed parlò.

"Roy...?" Atirò timidamente la sua attenzione.

"Si?"

"Posso chiederti una cosa?"

"Dimmi."

"Se io... Se io non dovessi più tornare.." Edward abbassò lo sguardo, mentre a quelle parole Mustang lo prese prontamente per le spalle.

"NO ED! NON LO DEVI DIRE NEANCHE PER SCHERZO! TU TORNERAI E...!"

"Ti prego Roy... Lasciami finire..." Lo interruppe tristemente. L'altro lo lasciò piano, rassegnato.

"Va bene..."

"Se io non dovessi tornare mai più..." Continuò. "... Se dovessi morire in guerra... Ti prego..." Abbassò ancora lo sguardo. "Dimenticami."

"Cosa...?"

"Fatti una nuova vita. Non pensare più a me e trovati una donna. Creati una famiglia. E' la cosa migliore... Voglio che tu non pensi più a me, capito?" Fece un sorriso tanto amaro, quanto dolce.

"Ed... No..."

"Ti chiedo solo di farmi una promessa..." Roy lo ascoltò attentamente. Ed taque qualche secondo, per trattenere le lacrime. "Quella panchina.. La panchina dove abbiamo litigato..." Il ragazzo cominciò a indietreggiare. "Sotto quell'albero.... Non ci andare con nessun'altra. Ti chiedo solo questo." Una lacrima gli rigò il volto mentre cominciò a correre verso l'auto.

"ED!" Lo chiamò il Colonnello. L'auto parti appena il Fullmetal vi salì sopra. Ed si affacciò e vide il moro che lo rincorreva. "TE LO PROMETTO ED! TI PROMETTO CHE TORNERAI INDIETRO E CHE CI RIVEDREMO ANCORA SEDUTI SU QUELLA PANCHINA! E CHE QUANDO TORNERAI DIVENTEREMO UNA FAMIGLIA!" Urlò dalla strada, facendo commuovere Ed.

"ME LO PROMETTI? DAVVERO? NON E' UNA BUGIA?" Chiese.

"SI, QUESTA NON E' UNA BUGIA! E' UNA PROMESSA!" Allungò una mano per afferrare la sua. La strinse per un secondo, finché l'auto non prese troppa velocità per raggiungerla. In pochi secondi sparì completamente dalla sua vista. "E' una promessa... Edward..." sussurrò ancora, affannato, mentre fissava il punto in cui l'auto era scomparsa.

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"Heilà, Roy!" Salutò allegramente Havoc. Il moro si destò dai suoi pensieri.

"Buon giorno Havoc, oggi sei mattiniero!" Fece del sarcasmo. L'altro finse un'offesa.

"Tsè! E' solo che non ho sentito la sveglia!"

"E la tua bella fidanzatina?" Chiese malizioso. L'altro taque arrossendo leggermente. "Si, si! La sveglia!" Rise di gusto il colonnello.

Poi Jean si voltò a guardare l'albero.

"Sono passati tre anni, eh?" Chiese nostalgico. Roy abbassò lo sguardo.

"Già..." Havoc si sedette sulla panchina, prendendo posto accanto al superiore.

"Non ci sono ancora notizie di Ed?"

"No, sembra che ancora non sia stato ritrovato." Il biondo gli mise una mano su una spalla.

"Tranquillo, lo troveranno..."

"Grazie..." rispose accennando un sorriso.

Parlarono qualche minuto e poi il sottotenente andò via lasciando di nuovo solo il colonnello. Quest'ultimo si rivolse all'albero accanto all'ormai nota panchina.

"Edward... Mi avevi detto che non avrei dovuto portarci nessun'altra qui sotto, se tu non fossi più tornato.... Ma se è Havoc va ancora bene, no?" Chiese malinconicamente alla pianta. Non ricevendo, abbassò lo sguardo amareggiato. Ma poi sentì una voce dietro di lui.

"Tranquillo... Non penso che tu con Havoc abbia speranze, perciò va bene."

Roy si voltò, credendo fosse un sogno. Lo fece lentamente, timoroso di scoprire che fosse solo un'allucinazione. Ma quando guardò dietro a sé capì che era vero.

Edward era davvero lì, era davvero tornato.

Ed era un' Edward un pò più alto, col fiso un pò più maturo e i capelli più lunghi. Con qualche ferita sul corpo e un viso sereno, ancora innocente.

"Ed... Sei tu?" Sussurrò piano.

"Si..." Rispose sorridendo nel modo più dolce che conoscesse.

Roy gli corse incontro, abbracciandolo.

"Sei tornato.... Sei qui... Edward..." Lo strinse ancora più forte, per non farlo più andare via.

"Me l'avevi promesso, no? Che ci saremmo incontrati ancora sotto quest'albero."

"Si."

"Ma mi avevi promesso anche un'altra cosa..." Disse sorridendosi, staccandosi leggermente per guardarlo negli occhi.

"Che cosa?" Chiese paonazzo. Ed gli diede un bacio casto e veloce.

"Che saremmo diventati una famiglia, no?" Roy sgranò gli occhi.

"Edward..." Questi sorrise pieno di amore.

"Ti ricordi la domanda che mi hai fatto al funerale di Winry? Fammela ora..." Lui lo guardò pochi secondi e poi gli prese la mano.

"Edward Elric... Vuoi sposarmi?" Lui sorrise.

"Si, Roy Mustang, lo voglio..." E si baciarono di nuovo.

Quella era una promessa....

....The End.

NOTE FINALI: Fine terribile?? Spero tanto di no!! Se non vi piace non fatevi scrupoli e ditemelo chiaramente!! io non sono brava a scrivere e la fine di una storia è la cosa più difficile, quindi immaginate!!

Intanto volevo fare una piccola precisazione in questo capitolo: quando il Comandante dice "questa è un'informazione riservata" il motivo è che volevo far assomigliare un pò più la fic alla storia originale, infatti volevo far sembrare fosse una spece di piano degli homunculus o roba simile (anche se poi non c'entra niente), tutto qui^^ potete immaginarvi qualsiasi tipo di motivazione.^^

Poi volevo anche dire un'altra cosa: io mi sono porata la testa con la storia che non vedevo l'ora che la fic finisse, ma devo dire che mi mancherà tantissimo!

Grazie a lei ho conosciuto un sacco di persone fantastiche, davvero!

e le ringrazio tutte qui:

chibimayu

mua

inuyasha94

Bad Girl

Roy Mustung sei uno gnocco

liena

eLiSeTtA

Ringrazio anche le persone che hanno commentato una o poche volte (grazie di cuore >///< ) e quelle che hanno semplicemente letto^^

Un'altro ringraziamento va a coloro che l'hanno aggiunta ai preferiti, e cioé:

Bad Girl
BeautifulKirja
chamaedrys
chibimayu
dodo
eLiSeTtA
giochan
inuyasha94
liena
Lynliss
mua

Vi ringrazio davvero tantissimo (ma un commentino no? ç__ç).

Infine grazie a chi per mezzo di questa fic mi ha messo tra le autrici preferite (levatemi, non lo erito >__< ) e a chi mi ha sostenuto.^^

Grazie anche alla mia sorellona che ha fatto MIRACOLI, egittofona e la qui non presente Laura^^ la mia cugi che la legge anche se fa pena....ç__ç grazie......ç_ç

Grazie veramnete a tutti, non sarei riuscita a fare niente senza di voi...

E RIPETO! Se il finale non vi è piaciuto ditelo senza tanti giri di parole!! No problem!!

grazie a tutte^^

basi and kiss....

Mame_Chan94

  
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