Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: MissBethCriss    21/07/2013    2 recensioni
Secondo la definizione di ohana, che corrisponde al termine famiglia, nessuno viene abbandonato. O dimenticato. Questo Blaine e Sebastian lo hanno imparato sulla loro pelle: sono stati uniti dal fato a due piccoli angeli e mai si separeranno da loro. Il fato, che per molto tempo ha remato contro di loro, ora li ha resi un ohana.
F is for Family. A family named Smythe-Anderson.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Blaine e Sebastian sfortunatamente non mi appartengono, ma sono di proprietà del nostro Ryan Murphy, pelatone fortunato; *sigh*

Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (mi fa sempre ridere scriverlo), ma è stata fatta solo per il puro piacere di scrivere di quei due baldracchi che mi hanno rubato il cuore.






babies meh





I is for I'll be missing you

A detta di Sebastian il Distretto 4 era il migliore, ma rimpiangeva di vivere a Panem una volta a l’anno e questa ricorrenza corrispondeva alla mietitura. Lui e Blaine erano sopravvissuti a cinque mietiture e gliene mancavano solo una per venir liberati da questo peso impregnato della paura del morire. Solo una mietitura li separava dall’incominciare a vivere una vita tutta loro, volevano scappare e andare in un posto dove potessero essere loro stessi senza avere la paura di venire scoperti, fra pochi mesi i loro nomi verranno tolti dalla grande ampolla e non avrebbero più avuto paura. Blaine e Sebastian avevano scoperto una grotta che li custodiva nascondendo il loro amore a tutti, non ci andavano molto spesso per non destare troppe domande ma il giorno prima della mietitura era d’obbligo.

Anche per quell’ultima volta si recarono nella loro grotta, mano nella mano, e quella sera per la prima volta non badarono al frenetico tintinnio del tempo contro loro, ma si lasciarono cullare dal leggero movimento delle onde che si infrangevano sulle rocce sotto di loro.

“Ne manca solo una, killer.”

Disse Sebastian nell’orecchio di Blaine prima di baciargli il collo e Blaine sorrise, ma era preoccupato.

“Non dirlo troppo ad alta voce.”

“Perché?”

“Perché la fortuna non può stare sempre dalla nostra parte e se domani uno di noi venisse estratto?”

“Tu non verrai estratto.”

“E tu chi sei per dirlo? Vedi il futuro adesso?”

“No, ma non lo permetterò.”

“Tu non ti prenderai il mio posto se è quello che stai pensando.”

“E tu non azzardarti a prendere il mio.”

Disse il più alto dopo che Blaine lo colpì sul petto, Sebastian ritrasse le sue mani dal corpo di Blaine e si allontanò con le mani chiuse in pugni e rigidamente posate sui suoi fianchi e leggendo negli occhi dell’altro quel addio che si rifiutavano di dire, non erano pronti. Blaine abbassò lo sguardo perché non riusciva più a sostenere quello dell’amato, sentiva una strana sensazione dentro di sé che lo allarmava, questa mietitura la sentiva diversa e non gli piaceva per niente. Incominciò a tremare e pian piano una prima lacrima si fece spazio sulla guancia per poi lanciarsi sul pavimento, Blaine la vide infrangersi e si sentì come quella piccola gocciolina, in caduta libera, ma lui non vuole toccare il fondo, non ora.

“B non fare così.”

Blaine non voleva rispondere ma le parole gli uscirono lo stesso, balbettò un “tu sei il mio futuro” e poi alzò gli occhi verso Sebastian, ma aveva la vista appannata. Il riccio andò verso di Sebastian e si rifugiò nelle sue braccia, venne stretto forte e rimasero in silenzio per il resto della notte perché non avevano ancora trovato le parole giuste da usare in certe circostanze: perché loro non potevano sapere se questa era la loro ultima notte insieme o meno; la fortuna non guarda in faccia a nessuno e poteva benissimo voltargli le spalle. Loro non potevano sapere che questa sarebbe stata la loro ultima notte fra le braccia dell’altro.

__________________________________________________________________________

 

Le mattine della mietitura nella casa di Blaine sono sempre silenziose, sua madre si rifiuta di parlare e suo padre si rifugia nel suo studio in mezzo alle sue mille scartoffie, perciò Blaine si ritrovava come al solito davanti allo specchio a provare ad allacciarsi per l’ennesima volta la camicia visto che le sue mani non volevano sapere del fermarsi.

“Posso entrare?”

“Certo Coop!”

“Come stai?”

Blaine lo guardò molto male per il chiedergli come stava in quel momento era tutto purché una scelta saggia, Cooper lo capì subito e alzò le mani in segno di scusa.

“Dai se tutto va bene questa è l’ultima!”

“BASTA DI DIRLO! SENTO SOLO QUESTO IN QUESTI ULTIMI GIORNI! Tu, Sebastian, i vicini, devo andare avanti? No. Non è finita. Non finché non chiamano l’ennesima pedina del loro stupido gioco. Non è ancora finita.”

“Fratellino, calmati. Respira.”

Disse Cooper mettendogli una mano sulla spalla. Tutti sapevano cosa provava Blaine, bene o male per la mietitura ci passano tutti, ma Cooper capiva un po’ di più il fratello perché anni prima lui aveva perso il suo migliore amico e ancora oggi l’eco di quel cannone maledetto che segna la morte dei tributi tormentava i suoi incubi. I giochi tormentano tutti: il vincitore si porta dietro il sangue degli altri che erano degli ostacoli per la sua sopravvivenza e chi rimaneva a casa viveva col pensiero del: “potevo fare qualcosa per aiutarlo, potevo dargli più amore, potevo essere un amico migliore. . .”

Blaine fece come gli era stato detto chiuse gli occhi e respirò molto profondamente e nel momento che li riaprì Cooper capì che il suo fratellino ora stava indossando quella maschera che mostra solo il Blaine forte e sicuro di sé, quello che lascia la paura del morire a casa. A Cooper non piaceva vederlo così perché lui preferiva il Blaine che si lasciava andare e che sorrideva a quel automa che rendeva orgoglioso il proprio padre non facendo cose che amava. Cooper sospirò.

“Di sotto c’è qualcuno che ti aspetta.”

Blaine gli sorrise felice rompendo la sua maschera per una manciata di secondi per poi precipitarsi all’entrata, aveva bisogno di vederlo e aveva bisogno che questa giornata arrivasse alla fine il prima possibile.

Appena aprì la porta si ritrovò due braccia che lo avvolsero stringendolo a sé per il collo, Blaine appoggiò la testa sul suo petto ricambiando la presa prendendolo per la vita e respirando il suo odore misto alla salsedine del mare, lo strinse ancora più forte. Oggi non gli importava se gli altri li avrebbero visti e avrebbero parlato di loro. Poi si allontanò un po’ per poterlo guardare meglio e gli sorrise.

“Sei più bello del solito, c’è per caso qualche evento particolare oggi Bas?”

“Pensavo di portarti a cena fuori, di solito ci si veste eleganti no?”

“Davvero?”

“Sebastian stanno per arrivare, dovresti staccarti da mio fratello.”

Disse Cooper imbarazzato marcando la parentela, odiava interromperli, ma di certo non era l’ora giusta per dire al loro padre che Sebastian e Blaine non erano semplici amici. Sebastian prima di andarsene chiuse la porta dietro di lui e baciò Blaine sulle labbra non badando a Cooper, ma quando sentì la voce dei loro genitori si staccò da lui e corse via. Blaine rimase sulla porta e riuscì a sentire Sebastian dirgli che lo avrebbe aspettato nella piazza.

_____________________________________________________________________________

Ogni anno si ritrovavano in quella grande piazza vicino al mare in attesa che il grande orologio intona le due. Sul grande palco ci sono tre grandi sedie su una c’è il loro sindaco con gli occhi persi nel mare, c’è suo figlio la in mezzo perciò preferisce non guardare negli occhi Sebastian o la folla perché sa che lo avrebbe cercato e ora ha paura pure lui perché non sa se lui e sua moglie riuscirebbero a sopportare un’altra perdita dopo la morte della loro figlia maggiore nell’arena avvenuta cinque anni prima. A fianco del sindaco Smythe si trovava colui che aveva il compito di allenare i due tributi del Distretto 4, William Shuester, vincitore della 55 edizione degli Hunger Games all’età di 15 anni che odiava nel modo più categorico l’uccisione, non riusciva nemmeno ad uccidere un pesce con le sue mani, era dato per perso nel momento stesso in cui estrassero il suo nome dall’ampolla, ma l’Arena ti cambia e uccise coloro che rimanevano uno dopo l’altro. Ma una parte di lui morì insieme agli altri 23 tributi che uccise. E per ultima c’era colei che si occupa della cura e della presentazione Emma Pilsbury con i suoi capelli rossi fiammanti, veniva da Capitol City ed era nota per la sua fobia per lo sporco, era sempre molto disponibile con i suoi tributi. Quando scoccarono le due il padre di Sebastian si alzò e si mise davanti al microfono e lo colpì due volte per accertarsi se funzionasse e dopo iniziò il suo discorso che iniziava dagli inizi di Panem, raccontando la superiorità di quelli di Capitol City, ripercorrendo i giorni bui e le ribellioni.

Quando finì il suo discorso la folla applaudì sonoramente e il sindaco fece un cenno con la testa per poi lasciare il posto ad Emma che tutta felice salì sopra al gradino per accedere al microfono.

“Felici Hunger Games a tutti! E possa la buona sorte essere sempre dalla vostra parte! Prima le signore giusto Will?”

“Noi del Distretto 4 siamo gentiluomini, Em.”

Emma si mise un guanto bianco sulla mano destra e si avvicinò all’ampolla delle ragazze e per aumentare la suspense mescolò i nomi un sacco di volte, aumentando l’agitazione di tutti. Quando fu soddisfatta del suo lavoro prese un bigliettino qualsiasi e poi si rimise sulla pedana e aprì lentamente il bigliettino.

“Quinn Febray”

E in quel momento tutta l’attenzione venne data ad una ragazza che aveva la loro stessa età dal caschetto biondo e due meravigliosi occhi verdi, tutti la conoscevano nel Distretto 4.

“Quinn vieni qui vicino a me.”

Sebastian e Blaine approfittarono di quei minuti di distrazione della folla per potersi avvicinare ancora di più, erano vicini abbastanza da permettere ai loro gomiti di toccarsi. Sebastian era l’ancora di Blaine e mai come adesso ne aveva bisogno, e lo stesso valeva per Sebastian a differenza che lui certe emozioni le sapeva mascherare col suo sorriso beffardo sempre presente sul suo viso.

Quando Quinn fu vicina a Emma tutti quanti applaudirono e poi quest’ultima andò a pescare il nome del tributo. L’attesa a Blaine sembrò infinita e cercò subito la mano di Sebastian per prendergliela e Sebastian ricambiò subito la presa.

“Sebastian Smythe.”

Entrambi i ragazzi sbiancarono e Blaine si voltò subito verso di lui con gli occhi sbarrati e che si muovevano agitati mentre pensavano ad un modo per non farlo prendere dai Pacificatori, ma Sebastian guardava fisso di fronte a se quel fogliettino che aveva la sua vita fra le sue fibre. Sebastian respirò profondamente, era pronto.

“Mi-”

Ma Sebastian non gli diede modo a Blaine di continuare perché gli mise una mano sulla bocca.

“Ricordati che l’hai promesso.”

Gli sussurrò Sebastian mentre gli occhi di Blaine si riempivano di lacrime, Sebastian fece un cenno a Thad che gli fu subito vicino e afferrò Blaine sulla vita e con la mano libera sempre sulla bocca per non farlo urlare.

“Sebastian Smythe.”

Ripeté Emma e Sebastian si sistemò meglio la camicia e affrontò tutto il corridoio fra le persone lasciato libero per i tributi con la testa alta e il sorriso fiero. Quando salì sulla piattaforma incontrò gli occhi tristi del padre, Emma gli tese la mano e lo fece mettere di fianco a lei, quando entrambi i tributi stettero sul palco tirò sopra le loro teste le loro mani fra le urla e gli applausi di tutti.

Tutti tranne Blaine.

_________________________________________________________________________________

 

Blaine aspettò il suo turno seduto su una poltrona davanti alla porte, si tormentava le labbra arrivando a farle sanguinare. Stava aspettando che i genitori finissero di parlare con il loro figlio e Blaine riusciva chiaramente a sentire i pianti della madre mentre veniva stretta dalle braccia di Bas. Blaine non ce la faceva più di aspettare.

Quando vide che la maniglia si stava per abbassare scattò subito in piedi e si avvicinò alla porta. Quando venne aperta si ritrovò di fronte a sé i genitori di Sebastian, il padre gli passò accanto salutandolo col capo, mentre la madre gli toccò la spalla e gli baciò una guancia.

“Ti sta aspettando.”

Gli disse con la voce rotta e Blaine non ebbe la forza per dirle niente.

Come Blaine aprì la porta se la chiuse subito alle spalle e si appoggiò ad essa mentre fissava Sebastian, non riusciva a muoversi. Il ragazzo alto lo capì e gli andò vicino e gli prese il volto fra le mani baciandogli le labbra ardentemente togliendogli il fiato. E quando entrambi ebbero il bisogno di respirare Sebastian appoggiò la sua testa nell’incavo del collo di Blaine.

“Devi ritornare.”

Gli disse Blaine con la voce spezzata.

“Mi hai capito?”

“Tornerò. Sono pronto.”

“Ho una cosa per te, dicono che si può portare qualcosa che appartiene al proprio distretto no?”

“Sì.”

Blaine estrasse da una delle tasche dei suoi pantaloni un sacchetto di velluto dove al suo interno c’erano custoditi due ciondoli.

“Ma questa è la tua medaglietta, B.”

“Sì. Vedi? Incastro perfetto, come noi. Ho ritagliato il tridente dal mio ciondolo per darlo a te. Il tridente era il cuore del ciondolo e metaforicamente ti volevo dire che spero che il mio cuore ti protegga nell’arena. E vedi di tornare Smythe io non voglio vivere in un posto senza te.”

“Tornerò, ma non te lo posso promettere.”

“Tu quando pensi di non farcela pensa a me, pensa al nostro futuro. Ti ricordi tutto quello che abbiamo detto vero? Pensa a noi, da soli possiamo non farcela ma insieme nessuno ci batte, io potrò pur star qui fisicamente ma sto sempre di fianco a te con la mia testa. Io credo in te. Sempre. Ti ricordi quello che dicevamo da bambini?”

“Bee e Bas alla conquista di Panem insieme per sempre. Mi mancherai da morire killer.”

Sebastian e Blaine sapevano che ormai il tempo a loro disposizione era quasi terminato e per questo dopo che Blaine gli legò intorno al collo il ciondolo col tridente  gli diede un ultimo bacio che aveva il sapore di quell’addio che si ostinavano a non dire.

“Ti amo.”

Disse Blaine fra le labbra di Sebastian facendolo sorridere. Prima di aprire la porta Blaine volle abbracciarlo un’altra volta, nessuno dei due voleva uscire da quella porta perché nel momento un cui sarebbero entranti nel vortice della preparazione ai giochi tutto sarebbe diventato troppo vero e non volevano.

“Ti amo anch’io Blaine. Tornerò.”

Gli disse nell’orecchio a Blaine.

Fecero scontrare per un’ultima volta le loro bocche e poi Blaine poggiò la mano sulla maniglia.

“Tieni gli occhi fissi su di me.”

“Sempre.”

“Sempre.”

_____________________________________________________________________________

I giorni per Blaine sembravano che non trascorressero mai, le ore cedevano il posto alle altre con una lentezza mai vista prima, Blaine provava a svolgere le suo solite mansioni, ma aveva la testa altrove ed erano più le volte che si nascondeva nella grotta che quelle in cui lo vedevi intento a intrecciare le reti o a pescare. Ma finalmente i tributi erano arrivati tutti a Capitol City e a breve si sarebbe tenuta la Sfilata e Blaine non vedeva l’ora di poter rivedere Sebastian ed era curioso di vedere che vestito avevano scelto per loro. Quella sera tutti i loro amici che facevano del gruppo dei Warblers si ritrovarono nella casa di Anderson per supportare Sebastian.

“Come va B?”

“Mi manca.”

“Bisogna trovare un modo per farti smettere si pensare a lui.”

“Che la fortuna stia dalla tua parte caro Nick.”

“Ti rendi conto che non dobbiamo più pensare alla mietitura? Perché devi sentirti così?”

“Puoi ripetere?”

“Io. . .scusa.”

“Perdona Nick alcune volte si scorda che ha un cervello e parla senza usarlo.”

“Fottetevi tutti. Me lo vedo sopra da solo.”

Ma Cooper lo bloccò e lo fece sedere di fianco a lui sul grande divano bianco e per bloccarlo gli passò un braccio sul collo, Blaine si appoggiò su di lui e appoggiò la testa sul suo petto.

“Sebastian è forte. Tornerà e con quei soldi potrete fare quello che volete, ma ricordati: se scappi ricordati di me e trova un modo per dirmi ogni vostro spostamento.”

Gli sussurrò suo fratello nell’orecchio per non far sentire a nessuno quello che gli stava dicendo facendolo sorridere.

“Lo so che è forte.”

Quando la Sfilata iniziò tutti si azzittirono e Blaine trattenne il fiato fino a quando non venne inquadrato Sebastian e quando mostrarono gli occhi che guardavano fieri dritti verso la telecamera gli altri in casa Anderson videro sorridere Blaine come non faceva da giorni.

Il vestito di Sebastian era fatto di tanti fili legati fra di loro a regola d’arte, sembravano tante reti che cambiavano sfumatura a seconda di come si muovesse imitando i giochi di colore del mare, e in mezzo a quei colori un piccolo scintillio attirò l’attenzione del riccio perché riconobbe all’instante il piccolo tridente, Quinn dal canto suo sembra una sirena, era bellissima. Di tanto intanto si scambiano alcuni sorrisi accerchiati dalle urla degli spettatori che sono ammaliati dalla loro bellezza.

“Ce la farà.”

Continua a ripetere fra sé Blaine per tutto il tempo che il suo tributo è sotto ai riflettori.

_____________________________________________________________________________

I tre giorni dell’addestramento sono snervanti per Blaine e in cuor suo spera che Sebastian non faccia troppa mostra delle sue abilità, deve dare il massimo solo di fronte agli Strateghi, non deve avvantaggiare gli altri mostrandogli i suoi punti migliori. Questa volta nella grande casa degli Anderson ci sono solo Blaine, Cooper e i loro genitori.

“Chissà come se la sta cavando il tuo amico, Blaine.”

“Sicuramente bene mamma.”

“Ho sentito sua madre oggi, è a pezzi. Ann è già stato un brutto colpo per loro non credo che riuscirebbero a sopportare anche la m-“

“Non dire quella parola.”

“Blaine Devon porta rispetto.”

“Scusa, ma no ti prego. Non dirla.”

“Eravate molto amici voi due, scusa.”

Siamo molto amici.”

Rimangono in silenzio fino a quando non passano i volti dei 24 tributi con affianco il loro punteggio. I primi tributi dai Distretti favoriti ottengono un punteggio che varia dall’otto al dieci e più si avvicinano al 4 e più Blaine tormenta il ciondolo.

Quando finalmente vede il volto di Sebastian trattiene il fiato per poi rilassarsi quando vede quel dieci trionfante affianco al viso che ama.

“Dieci.”

Ripete Blaine con un sorriso sulle labbra sospirando di sollievo.

“Ce la farà.”

È ciò che continua a ripetersi come un mantra da giorni.

_______________________________________________________________________________

 

Dopo l’addestramento è l’ora delle interviste, una delle parti più belle di tutti i giochi, almeno che non sei un appassionato del sangue perché in tal caso potrebbe essere la parte più noiosa insieme alla Sfilata.

Caesar Flickerman era uno degli uomini più strani che Blaine avesse mai visto in TV, cambiava ogni anno i colori dei capelli ed erano sempre dei colori strani, quest’anno sfoggiava una chioma verde. Vengono chiamati uno ad uno i tributi, prima le ragazze e poi i ragazzi, ognuno può stare lì per tre minuti e deve dare il meglio di sé perché è una delle cose che aiutano per prendere più sponsor possibili e in questo caso posso determinare tutto il percorso dei giochi.

“Ora passiamo a Sebastian Smythe.”

Ed ecco che subito viene inquadrato il tributo del Distretto 4 con la sua giacca blu che gli cade perfettamente e dei pantaloni che gli fasciano le gambe alte di un blu più chiaro. Come per la Sfilata tendono a usare i colori del proprio distretto.

“Allora, Sebastian, come ti trovi qui?”

“Sembra di stare in un altro mondo, è fantastico qui. Ma c’è un solo problema.”

Ceasar lo guarda confuso e Sebastian gli fa cenno di avvicinarsi, come se gli dovesse dire un segreto. Sebastian appoggia il gomito sul suo ginocchio e usa il migliore dei suoi sorrisi.

“Manca il mare.”

Ceaser lo guarda e ride.

“Per un ragazzo come te credo che più il mare ti manca la compagnia che avevi lì.”

“No, quello è solo il mio elemento, ci sono nato là. Poi sono più una persona che fa gruppo per conto proprio.”

“Meglio non averti contro allora.”

“Meglio di no e sono pronto a tornare a tutti i costi.”

“Un ragazzo così bello e così pericoloso, mi raccomando ragazze vedetevi bene da questo faccino.”

Il pubblico ride e urla come vedono Sebastian che si gira verso di loro e gli sorride.

“Perché ci hai impiegato molto ad andare sul palco quando ti hanno chiamato?”

Il sorriso di Sebastian per un po’ perde la sua fierezza da predatore e mostra per un battito di ciglia il Sebastian che è stato separato dalla sua metà, ma dura un attimo perché Sebastian riesce subito a riprendere il controllo.

“Non me lo aspettavo, sono il più grande qui e questa sarebbe stata la mia ultima mietitura. Stavo metabolizzando questo scherzo che il destino mi ha fatto.”

“Ma ti abbiamo visto interagire con un ragazzo, era tuo fratello?”

Sebastian rise.

“No, lui è il mio. . . migliore amico. È più di un amico, quindi si potrebbe pure definire un fratello, siamo molto legati. Nemmeno lui se lo aspettava.”

“Capisco.”

No, tu non puoi capire brutto presentatore demente. Fidati. Pensò Blaine mentre sentiva l’intervista di Sebastian che fece ridere sia lui che Cooper quando sentirono la parola “fratello”.

“Smythe, sbaglio o ho già sentito questo nome qui?”

“Affatto, mia sorella ha partecipato cinque anni fa. Ma non ce l’ha fatta. È per questo che sono ancora più determinato a vincere perché devo tornare a casa.”

Disse Sebastian sfiorando il ciondolo di Blaine che usciva dalla manica della sua giacca.

“Scommetto che questo tuo tornare a casa a tutti i costi sia dovuto ad una persona speciale.”

“Sì.”

“Deve essere una persona molto fortunata se è riuscita a prendere il cuore del ragazzo bello e pericoloso. Vero ragazze?”

Tutto il pubblico urlò e batté le mani per Sebastian, col suo tono di voce calmo e sensuale stava ammaliando tutti.

“Sono molto più fortunato io, credimi.”

“Ho i miei dubbi.”

In quel momento la sirena segnò la fine dei tre minuti a sua disposizione.

“Il nostro tempo è finito. È stato un piacere parlare con te giovane Smythe. Possa la fortuna stare sempre dalla tua parte.”

“Grazie, il piacere è stato mio.”

Blaine dentro di sé esultò e anche questa era fatta, era stato bravo e pensò che sicuramente molti Sponsor avessero messo gli occhi su di lui e la sua determinazione. Ora fra lui e il ritornare vivo da lui c’erano di mezzo 23 tributi da eliminare.

“Ce l’avrebbe fatta” continuò a dirsi Blaine e pian piano incominciò a crederci.

_______________________________________________________________________________

Quest’anno l’arena si trovava in mezzo ad una foresta gigantesca dove in un lato era bagnato dal mare mentre l’altro era fitto d’alberi. Quando Blaine vide il mare ecco che per poco non si metteva piangere perché almeno c’era un elemento in quell’arena che giocava a favore di Sebastian. La gara si mosse abbastanza veloce i tributi del Distretto 1 e 2 sembravano delle macchine addestrate per uccidere e avevano già fatto fuori i tributi dal 5, 6 e 12. Altri erano morti per via delle trappole che avevano messo gli strateghi come la ragazza dal Distretto 3 e il ragazzo dal 7, mentre altri erano morti perché le loro conoscenze delle piante in un bosco erano molto limitate. A distanza di una settimana i tributi in gara si ridussero a 10. Sebastian faceva gioco per conto suo, non si fidava delle alleanze perché sapeva che prima o poi si sarebbero rivolti contro di lui e non poteva rischiare. Era riuscito a prendere un tridente e con quello si sentiva forte, c’era cresciuto con questi strumenti e se la cavava bene pure con l’arco. Si sentiva stanco per via del poco cibo e della poca acqua, ma la forza di volontà superava qualsiasi cosa. Blaine fece come gli era stata detto “tieni gli occhi fissi su di me” e lui non perse di vista Sebastian, nemmeno un attimo, nemmeno quando uccise il primo tributo che minacciava la sua salute. Tenette gli occhi fissi su di lui.

Quando Blaine vide l’immagine di Quinn a fine giornata sullo schermo della TV colpì dei cuscini che si trovavano vicino a lui, imprecando a bassa voce. Non erano mai stati molto legati, ma era una persona meravigliosa, ma sapeva che prima o poi sarebbe successo, le voleva bene me se lei sopravviveva voleva dire che Sebastian non sarebbe tornato a casa e non poteva pensarlo.

Da qualche giorno la situazione nell’arena era molto stazionaria e Sebastian si preoccupava di cosa stessero architettando gli Strateghi, sicuramente un modo per far avvicinare tutti i tributi in un unico punto per farli massacrare a vicenda tutti insieme e ora Sebastian si trovava veramente da solo dopo che aveva visto il volto di Quinn proiettato nel cielo notturno.

Blaine che manteneva tutte le parole date mantenne gli occhi fissi su Sebastian anche quando quest’ultimo troppo distratto a cercare una sorgente d’acqua non sentì il passo leggero della ragazza del distretto 2 che lo colpì. Blaine tenne gli occhi fissi su di lui anche quando Sebastian si piegò a terra, non riusciva a capire dove l’avessero colpito, intorno a lui non esisteva più niente se non Sebastian che si teneva un fianco e la sua faccia contratta dal dolore. Blaine non ci voleva credere, non lo accettava. Anche Sebastian fece come gli era stato detto, perché sentiva che le forze lo stavano abbandonando sempre di più e sapeva che mancava poco, quindi pensò a Blaine e al futuro che insieme avevano pensato tante volte: in un mondo diverso da Panem, lontano da qui liberi di vivere la vita che vogliono, liberi di amarsi anche in mezzo a tutti. Si immaginò la loro piccola Utopia, ma non attuava il dolore, niente aveva il potere di farlo. Ripensò a Blaine e a quelle labbra che non potrà ribaciare. In quel momento sperò che quel cannone sparasse presto il suo colpo per non poter più pensare. Blaine invece pregava il contrario: che non gli avessero colpito una parte vitale.

Né Blaine e né Sebastian sentirono il colpo perché entrambi vennero avvolti dal buio.

_____________________________________________________________________________

 

"Sebastian!"

Urlò Blaine mentre cadeva dal divano sbattendo il gomito sul tavolino basso del soggiorno, mentre un'altra cannonata veniva sparata da una nave pirata in un documentario in onda in uno dei canali della TV. Il piccolo Andrew che si trovava nella stessa stanza con il suo papa si spaventò un po' vedendolo così spaesato perciò si avvicinò cauto verso di lui.

"Papa?"

Appena lo senti Blaine si alzò in piedi e andò di corsa verso suo figlio.

"Oh piccolo mio, quando sono felice di vederti."

Lo strinse forte a se e il piccolo Andrew per reggersi bene su di lui gli cinse i fianchi con le gambette e si aggrappò forte sul suo collo.

"Papà hai avuto un incubo? Vuoi Kiwi?"

"Ne ho avuto uno bruttissimo. Devo solo vedere daddy ora."

Andrew posò una sua manina sua guancia ricoperta con un po' di barbetta e lo accarezzò come facevano i suoi papà dopo un brutto incubo, Blaine gli sorrise baciandogli la fronte.

"Va meglio papa?"

"Oh si, non ho più paura ora. Grazie."

Andrew gli sorrise tutto felice. Quando Blaine senti un altro sparo deve far scendere Andrew per andare nello studio, sapeva che tutto quello che aveva vissuto era solo un sogno, ma doveva sentire Sebastian vivo sotto le sue mani prima di far tranquillizzare il cuore. Prima di lasciare solo Andrew di salotto cambiò canale scegliendo uno per bambini.

Aprì delicatamente la porta dello studio e quando entrò si trovò un Sebastian con gli occhiali da lettura intendo a leggere un libro a Emily, stupendosi del fatto che Andrew non stava li con loro, ma quando lesse che era l'ennesima storia con le principesse capì perché Andrew aveva coltivato un odio per queste storie che sfiorava l'assurdo, ne aveva le tasche piene di queste principesse e Sebastian sapeva che questa era solo una fase che sarebbe passata presto, Andrew sperava che questo "presto" si decidesse di arrivare.

Appena Sebastian sentì un paio di occhi che lo fissavano alzò gli occhi dal libro e sorrise a suo marito ed Emily lo imitò subito.

"Ehi."

"Ehi."

Dissero entrambi nello stesso momento e si sorrisero a vicenda non badando molto alla piccola Emily che reclamava le attenzioni del suo papà.

"Papa daddy mi sta leggendo una storia in francese!"

"In francese?"

"Si, ho pensato di iniziare con le piccole cose. Capisce molto, è brava la nostra principessa."

Disse tutto sorridente mentre le sfiorava i capelli per poi avvicinarsi a lei dicendole qualcosa che Blaine non riuscì a capire. Emily guardò prima Blaine e poi Sebastian e gli sorrise, poi scese dalle sue ginocchia e uscì dalla stanza.

"Non dovevi mandarla nell'altra stanza, lo sai?"

"Sì, ma mi sembravi un po' turbato e preferivo restare un po' da solo con te. Le ho detto di prepararsi che dopo andiamo a prendere un gelato."

Disse Sebastian mentre si alzava dalla poltrona per potersi avvicinare a Blaine che come se lo vide vicino gli strinse le braccia intono ai fianchi e Sebastian rispose immediatamente all'abbraccio. Appoggiò la sua testa sul suo petto e il suo battito gli sembrò una delle più belle sinfonie che avesse mai ascoltato, era assurdo di come alcune volte dei sogno ti sembrano così reali tanto da compromettere la realtà.

"Ehi che è successo?"

"Mi prenderai per pazzo."

"Non l'ho fatto tanto anni fa lo dovrei fare adesso?"

"Prometti di non ridere?"

"Croce sul cuore. Mi sembra di parlare con i nostri figli."

"Ho sognato che noi stavano a Panem e tu venivi estratto e andavi a combattere nell'area e ti uccidevano. In quel momento in TV stavano dando un qualcosa sui pirati e quel cannone ha reso tutto così reale che quando mi sono svegliato pensavo veramente che eri morto."

"Aspetta... Panem? The Hunger Games?"

Blaine si limitò ad annuire.

"Non avevamo passato questa fase molti anni fa?"

"Tu non puoi capire come tutto sembrava reale."

"Era solo un sogno Blaine. Ci sono io con te ora."

Blaine si lasciò cullare da Sebastian stretto nel suo abbraccio per un'altro po' non aveva la benché minima voglia di allontanarsi da lui. Sebastian gli alzò il viso per poi baciarlo gentilmente e quando si staccò da lui Blaine gli regalò un sorriso. Poi Sebastian abbassò il suo viso verso l'orecchio di Blaine.

"Tu mi ami: vero o falso?"

Gli disse sussurrando facendo diventare ancora più grosso il sorriso di Blaine.

"Vero."

Gli disse Blaine nella bocca del marito che rispose al suo bacio con più passione di prima.

"Vero."

 

Beth’s Corner.

Buona domenica a tutti! Allora partiamo con lo scusarsi per domenica scorsa, mi ero ripromessa di essere almeno regolare con questa ff, ma diciamo che ho saltato l’aggiornamento domenica scorsa per un motivo che tutti noi conosciamo e non potevo aggiornare. Se le cose andassero come noi vogliamo adesso il paradiso o quello in cui credete avrebbe un angelo in meno.

Ormai il mio Blaine è solito fare questi sogni in cui Sebastian è sempre uno dei miei personaggi preferiti e che ogni volta fa una brutta fine, non lo faccio perché odio Sebastian, solo perché sono più legata a Blaine e Darren in primis e perciò mi sa difficile farne una del genere con lui.

Sinceramente non so che dirvi, da una settimana a questa parte sono veramente  a corto di parole e ringrazio il fatto che l’avevo finita sabato scorso.

Mi scuso per chi sta seguendo Boy B e sto collezionando ritardi su ritardi: abbiate pazienza con me sono arrivata in un punto “critico” e non voglio rischiare di rovinare tutto.

Ringrazio la beta per tutto quello che fa, veramente grazie. Un grazie anche a chi legge e soprattutto a quel tesoro di courage_forever veramente grazie e appena ho un po’ di tempo in più rispondo a tutto, promesso.

Un abbraccio a tutti perché in questi giorni non fanno che bene.

Spero che questa cosina vi sia piaciuta.

May the odds be aver in your favor.

Love always,

Beth.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: MissBethCriss