Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: maryciel    21/07/2013    2 recensioni
Ciel, oggetto sempre più frequente di strane allucinazioni notturne, decide di affrontare una volta per tutte gli incubi che lo attanagliano notte dopo notte, a suo rischio e pericolo...si ritroverà così in un lontano passato in cui scoprirà le origini del suo prestigioso casato, si scontrerà con la storia di un ragazzo misterioso non molto lontano da lui, e soprattutto conoscerà un Sebastian diverso, completamente estraneo all'impeccabile maggiordomo che è al suo fianco!
(è la mia prima Fanfiction, siate clementi *inchino*)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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// Eccovi l'ottavo capitolo, tutto per voi, frutto di 15 giorni infruttuosi di mare e di una settimana di full immersion nello studio e nella scrittura! Spero sia di vostro gradimento ^^

-Sei sicuro di voler andare? Non mi sembri tanto in forma....-
un giovane che poteva essere pressappoco sui 16 o poco più, dai folti capelli corvini e gli occhi così lucenti da sembrare rubini puri, osservava, con una certa preoccupazione mascherata dall’espressione indifferente, un altro ragazzo, che stava specchiandosi a poca distanza da lui....era di poco più piccolo e bassino, con i capelli di un intenso grigio-bluastro e gli occhi più profondi del mare.
-Si, stai tranquillo, non è nulla....te l’ho detto, sono inciampato in una radice mentre tornavo dalla magione, e sono caduto nel dirupo. Tutto qui!-
-Chissà perché ma le tue ferite mi sembrano un po’ troppo profonde e i tuoi lividi un po’ troppo marchiati per essere stati provocati da una caduta in un burrone-
Lionel, questo era il nome del giovane dagli occhi cremisi, non riusciva a capacitarsi. Gli aveva giurato eterna fedeltà, sapeva di poter contare su di lui per qualunque cosa accadesse, sapeva che lo avrebbe protetto a qualunque costo......ma allora perché, perché maledizione quel cocciuto cucciolo di umano si rifiutava di chiedergli aiuto? Proprio non lo capiva...
-Desire, forse è meglio se rimani a letto a riposare.....le tue ferite devono rimarginarsi, non sei ancora nelle condizioni di lavorare- lo prese per un braccio delicatamente e sfoggiò uno dei sorrisi più dolci che aveva in repertorio –e poi, non sono passati neanche 2 giorni da quando...-
-TI HO DETTO CHE STO BENE!-
Desire, il più piccolo, si divincolò dalla presa dell’altro con un po’ troppa irruenza, sbattendo il capo contro l’anta dell’armadio, e procurandosi così un bernoccolo, da sommare alla gran quantità di lividi ed ematomi che aveva sul resto del corpo. Il modo in cui se li era procurati però, restava un mistero agli occhi dell’altro, e il giovane si era ripromesso che DOVEVA assolutamente restare un mistero....perchè se il demone con cui aveva stretto un contratto appena pochi giorni prima fosse venuto a sapere di ciò che era successo la notte precedente, non ci avrebbe pensato due volte ad eliminare i responsabili.....ed era una mossa falsa che non poteva assolutamente permettersi. Innanzitutto doveva addestrare la bestia ed imparare a domarla.....poi aveva bisogno di una copertura che gli permettesse di muoversi in libertà, e soprattutto di certezze.
-E poi, di sicuro la Governante non tollererebbe una nuova assenza dal lavoro!-
-Governante?-
Desire scese velocemente in cucina, seguito dall’altro, afferrò la colazione preparata con cura qualche ora prima e si precipitò fuori, controllando che tutto fosse in ordine e chiudendo la porta a chiave, che poi ripose attaccandola alla cintura del pantalone, insieme ad una più piccola e graziosa, dettaglio che non sfuggì all’altro.
- Vedi, ogni Magione che si rispetti è governata da una donna addetta alla gestione della servitù, detta Governante; essa si occupa di affidare i compiti ai domestici, pagarli alla fine del mese, controllare che siano tutti in regola, assumere nuovo personale, sorvegliare la residenza.....insieme al maggiordomo è una delle figure principali a cui fare riferimento.....in pratica, fa il bello ed il cattivo tempo, evitando così ai padroni di occuparsi direttamente delle faccende più impegnative, affidandogli così soltanto decisioni frivole quali l’arredamento o la disposizione dei giardini, che variano secondo i gusti dell’ospite!- il giovane camminava agile e svelto attraverso il sentiero, seguito dal corvino che ascoltava il tutto con grande interesse
-WOOOOWWW!! Che figo! Allora puoi star certo che prima o poi diventerò una governante!-
Sembrava tutto eccitato all’idea.....Desire ridacchiò sommessamente, per poi scuotere la testa e replicare
-Ma, Lionel, la governante è una donna!-
-E io cosa sono? Ah già.....io sono un uomo! Ehehehe!!-
Era assolutamente senza speranza......
-Beh, se proprio un giorno vorrai aspirare ad una carica del genere potresti farei il maggiordomo.....ma non te lo consiglio, è un lavoro faticoso-
-Si, ma farei il bello e il cattivo tempo!-
-Era un modo di dire....in realtà è un lavoro pieno di responsabilità-
Lionel lo osservò tornando alla solita espressione di sempre
-Mah.....se lo dici tu...-
Dopo aver attraversato buona parte della selva, i due ragazzi si trovarono dinanzi ad un enorme edificio, dagli intricati bassorilievi e strette feritoie ai lati....i muri erano merlati alle estremità, e due torri alte almeno 30 metri spiccavano sul frontone est e su quello ovest. Era davvero una costruzione imponente per l’epoca. L’intero palazzo era circondato da maestosi giardini, ancora addormentati per via del freddo invernale, ma che davano l’aria di essere meravigliosamente colorati e rigogliosi durante la bella stagione. Qua e la si vedevano delle pareti annerite e degli arbusti semibruciati, ma il tutto era irrilevante nel complesso. Mentre Lionel guardava meravigliato l’ambiente circostante, Desire si avviò in fretta verso la parte opposta dell’edificio, attraversando senza la minima preoccupazione i sentieri nel giardino.
Ad un tratto, notando che il compagno era rimasto indietro assorto nelle sue meditazioni, si voltò sbuffando e cominciò ad urlargli contro
-LIONEEEELL!!! GUARDA CHE TI LASCIO QUI!!-
-Eh?Oh....SI ARRIVO!!!-
Mentre il piccolo demone correva a perdifiato per recuperare il tratto, Desire aprì silenziosamente la porta laterale addetta alla servitù, per poi addentrarsi nella buia cucina ed aprire le ante delle finestre. Notando che il giovane si era messo al lavoro completamente solo, Lionel gli si avvicinò
-Ma per caso sei l’unico servitore della villa?-
Desire si voltò un attimo verso l’altro con espressione alquanto perplessa, per poi sorridere e tornare alla sua occupazione
-No, no, ce ne sono molti altri.....è solo che per chi non abita alla magione e si arrischia ad addentrarsi prima nella selva, ha l’ordine di entrare in cucina e di attendere finchè non arriva la Governante. Però io non riesco a star fermo, anche perché fa parecchio freddo.....così quando arrivo per primo penso io ad aprire l’ambiente e a rassettare un po’. La Signora lo apprezza-
-Avete l’ordine di entrare....significa che potreste fare brutti incontri?-
-Di norma nei boschi ci sono i banditi e i tagliagole. Non è prudente addentrarsi la notte o la mattina presto.....-
“Tu però quella notte eri nel bosco” avrebbe  voluto replicare Lionel, quando sentì una porta aprirsi, da cui entrò una donna piuttosto attempata, vestita di nero con una bianca cuffietta in testa, seguita da alcune cameriere che si misero subito al lavoro.
-Oh, mattiniero come sempre vedo, piccolo!-
Desire si inchinò rispettosamente
-Mio dovere Signora!-
-Come mai ti sei assentato l’altro giorno? Non mi sembrava di avertene dato il permesso....-
Un brivido attraversò il piccolo, e Lionel se ne accorse.
-Mi perdoni Signora, purtroppo ho dovuto assentarmi per problemi di salute di mia sorella.....ha avuto un forte raffreddore che l’ha costretta a stare a letto, ma non si preoccupi....vi ho trovato un degno rimpiazzo!-
Detto questo, tra lo stupore generale Desire lanciò avanti Lionel con un sorrisetto sotto i baffi.
-Oh....è lui?-
Il demone stava per ribattere che lui non era affatto interessato al lavoro di domestico, che aveva già un lavoro, che non voleva assolutamente fare il lecchino di fronte a quella vecchia e soprattutto che un demone non si abbassa a fare cose del genere.....ma prontamente Desire lo mise a tacere con un occhiata più che eloquente, rispondendo al suo posto
-è un giovane immigrato Signora, ha bisogno di lavorare....-
La Governante squadrò entrambi come se fossero stati merce da mettere all’asta....poi sbuffò e si voltò come se nulla fosse
-Starà qui in prova.....addestralo tu, piccoletto, che ci sai fare!-
Dopodichè, si allontanò con passo svelto cominciando a comandare ordini a destra e a manca.
Lionel si voltò assumendo lo sguardo più truce e demoniaco che potesse riuscirgli in quel momento, ma nonostante quegli occhi avrebbero fatto scappare una mandria di bufali inferociti, Desire non si mosse e continuò le sue occupazioni come se nulla fosse, ben conscio forse del suo potere. Il corvino confuso e preda dell’ira lo trascinò con forza in disparte, chiudendolo in un angolo e sussurrandogli
- Ma si può sapere che ti è saltato in testa?-
-Si può sapere che è saltato in testa a TE?- Desire si massaggiò il braccio dolorante – ora avrò dolori per un giorno intero....-
-Non fare il piagniucoloso!-
-Non sono piagniucoloso!-
Lionel sospirò pesantemente prima di riprendere a parlare
-Perché mi hai trascinato in questa cosa? Non voglio diventare un pulisci pavimenti io!-
-L’ho fatto perché tu potessi starmi vicino idiota!-
-Oh.....giusto! devo starti vicino!- battè un pugno sul palmo come se avesse ricordato in quel momento un qualcosa di importante
-Già....cerca di obbedire a quello che ti diranno senza fare troppe storie, e nel frattempo osserva come lavorano gli altri cercando di imparare qualcosa....se ti chiedono da dove vieni sei straniero, emigrato per cercare un lavoro migliore....non hai genitori ne fratelli, punto, non devono sapere altro! Anche se non credo te lo chiederanno....tutto chiaro?-
il demone battè due volte i piedi a terra portandosi una mano alla fronte e sorridendo allegramente, mostrando i canini un po’ appuntiti e ricurvi
-YES SIR!!!-
mezza cucina si voltò a guardarli, tra lo spazientito e il sorpreso.....Desire sbuffò scostando l’altro con un braccio per poi precipitarsi al lavoro, seguendo le direttive dei più grandi.
Fu così che passò gran parte della giornata....Lionel potè così osservare una miriade di cose nuove ed emozionanti per lui, facendo più che altro spaventare gli altri domestici, i quali, poverini, consideravano lavare per terra o lucidare l’argenteria una cosa del tutto normale.....Desire dal canto suo non potè che ridacchiare sommessamente, mentre svolgeva i suoi compiti con la solita perseveranza e diligenza, chinando il capo sommessamente ad ogni rimprovero della Signora o alle ingiustizie degli altri servitori, approfittanti della apparente debolezza dell’altro. Lionel notò soprattutto che nessuno si accingeva a chiamarlo per nome, rivolgendosi a lui con vari appellativi come “piccolo”, “piccoletto” oppure “Ehi tu!”.....cosa piuttosto strana, conoscendo l’orgoglio che il padrone provava per il suo nome, e come ci tenesse a sottolinearlo ogni volta che qualcuno sbagliava a pronunciarlo.....quando andò a chiederglielo rispose sommessamente che era meglio che il suo nome fosse sconosciuto ai più, non accennando però alcun motivo plausibile.....un altra cosa da aggiungere alla lista delle cose da scoprire.
Fu verso più o meno l’ora di desinare che la situazione precipitò. Desire era insieme a Lionel, seduto tranquillo nelle cucine, quando vide una domestica correre a perdifiato verso di lui, affannata a sistemarsi la cuffietta in testa e a legarsi i capelli
- RAGAZZINO URGENZA!!!- sarebbe caduta addosso ai due se Lionel non l’avesse sorretta per un pelo
-Che succede? Ho fatto qualcosa di male? I fiori non li ho rotti io, è stato il forte vento di questi giorni, e nella sala....- si affrettò ad alzarsi ed a spiegare alla giovane tutto ciò che poteva essere fuori posto per quel giorno
-MA CHE HAI CAPITO IDIOTA! Ci serve subito una mano....uno dei camerieri addetto a servire al tavolo della Padrona ha preso una storta perché qualcuno ha messo troppa cera sulle scale, e ora siamo a corto di personale!!-
Desire sussultò a quell’ordine implicito, mentre Lionel faceva finta di non sentire fischiettando per la stanza
-E....quindi?- deglutì sperando di aver capito male
-E QUINDI SBRIGATI A CAMBIARTI CHE TRA POCO TOCCA A TE!-
la giovane sembrava spazientita dal suo comportamento
-Ma non ho mai servito ai tavoli io....-
-Tranquillo non è difficile! Su, vieni con me!-
-Se permette milady ci penso io al mio padr....ehm, al mio amico! Non vorrete certo disonorarvi ammirando le grazie maschili prima del tempo, vero?-
Lionel si era messo in mezzo e con le sue maniere da perfetto latin lover stava tentando di sedurre la ragazza per farla allontanare.....Desire sospirò di sollievo; se si fosse scoperto il marchio sul suo petto sarebbero stati guai seri.
-Oh...ma no, io....certo che no!- la ragazza si allontanò rossa fino alla punta dei capelli
Dopo appena pochi minuti, il giovane era riunito insieme agli altri camerieri, con accanto il piccolo demone che lo seguiva passo passo...lo afferrò per una mano avvicinandolo e sussurrando al suo orecchio
-Dimmi che non centri tu in questa storia!-
-Per quanto riguarda la cera....beh, non mi hanno spiegato “quanta” ne dovevo mettere....però non sono stato io a proporti come sostituto, lo sai....comunque tranquillo, ti aiuterò io se ti servirà una mano....tranquillamente e silenziosamente!-
Desire lo guardò con tono canzonatorio ma con un sorriso fiducioso che sollevava qualsiasi peso dall’implicito rimprovero.
Arrivò il momento di servire. Con il proprio vassoio in mano ogni cameriere si recò silenziosamente all’ingresso della sala da pranzo della maestosa residenza....due di loro aprirono la porta della sala introducendosi all’interno.
Era abbastanza grande e rettangolare, con le pareti seminude ma tappezzate di arazzi e di scudi recanti lo stemma di famiglia, il soffitto a volta ed un grande camino in fondo alla parete. In ogni angolo vi era apposta un imponente armatura, e le tende erano di caldo velluto rosso. Esattamente al centro, un enorme tavolo di legno e marmo troneggiava imponente, posato su un tappeto tanto grande quanto antico. A capotavola infine, vi era il trono dedicato al padrone di casa, e le sedie tutte intorno, con 20 posti in totale.
Il giovane si guardò un po’ in giro, senza farsi scoprire....apprese che quella sala almeno non era cambiata dall’ultima volta in cui vi era stato....ma non appena guidò lo sguardo al trono a capotavola, il cuore ebbe un balzo e lo stomaco si contorse in una dolorosa fitta....sapeva che sarebbe andata così, ma non riusciva a controllarsi....il dolore era forte....ma non per il fatto di non vedere più quella dolce figura maschile che una volta gli era stata da guida....ma per il fatto di vedere “lei”, che lo fissava con sguardo abbastanza stupito, ma evidentemente felice della sua presenza in sala.
Tutti gli ospiti presenti quel giorno erano rivolti con sguardo adorante verso colei che ora sedeva al trono del precedente Conte Phantomhive: era una splendida donna dai lunghi capelli argentei, lasciati ricadere sulle spalle in una pettinatura raffinata ed elegante, fluenti sul morbido abito violaceo di flanella, che metteva ancor più in risalto i suoi splendidi occhi verde smeraldo....era su per giù sulla trentina, ma ne dimostrava anche di meno....una rara bellezza da trovare, ma a Desire non faceva che provocare il voltastomaco....forse perché era a conoscenza di ciò che nascondeva sotto quegli occhi così splendenti e alle creme ringiovanenti.
Al momento la donna stava conversando con un uomo seduto accanto a lei, alto e fiero, e che sembrava corteggiarla
-Allora mi dica Milady Delais....si è abituata al fasto della nobiltà?-
-Oh, non posso lamentarmi a dire il vero! Dopo l’incendio la residenza ha perso molte delle sue comodità....ma credo che non si faccia molta fatica ad abituarsi allo sfarzo, non è vero?-
Entrambi scoppiarono a ridere. Desire si affrettò a trattenere una smorfia e si avvicinò ai due servendoli silenziosamente e con il capo chino, sperando di non essere notato o richiamato. Ma a quanto pareva la sorte aveva deciso di abbandonarlo per quel giorno.
-Ma guarda guarda.....il mio servitore preferito-
Desire si bloccò come un pezzo di ghiaccio, per poi lanciare alla donna uno sguardo di odio profondo, che tuttavia sembrò divertirla parecchio.
-è il vostro pargolo Milady?- intervenne l’altro lord
-Certo! Lui è il mio piccolo pupillo! Non è vero tesorino?-
Il giovane deglutì a fatica, per poi sorridere sgraziatamente alla Signora
-Per me è un onore poter entrare nelle sue grazie....”padrona”-
La Nobildonna sorrise, all’apparenza un lieve sorriso dolce come poteva esserlo quello di una virginea fanciulla, ma che con uno sguardo più attento rivelava malizia e malvagità.
Nel frattempo, approfittando della confusione generale, Lionel si era infilato di soppiatto nella sala, ma non trovando altro posto ove nascondersi si era ritrovato rannicchiato sotto il grande tavolo di marmo, facendo attenzione a non urtare i piedi degli ospiti. Seguiva passo passo i movimenti del padrone, alzando qualche gonnella di tanto in tanto senza farsi scoprire, oppure annodando insieme i lacci delle scarpe dei gentiluomini....insomma, combinando qualche guaio!
Impegnato com’era a servire e a resistere alle provocazioni della contessa, Desire non si accorse neanche della presenza dell’altro, fino a che il demonietto non decise arbitrariamente di sfiorargli la gamba, cosa che lo fece sussultare al momento, per poi rassicurarlo.....almeno Lionel era con lui....se fosse successo qualcosa avrebbe potuto aiutarlo!
E fu proprio in quel momento infatti che la situazione crollò.
Nessuno infatti si era accorto che qualche goccia d’olio era stata versata in terra, proprio a portata di piede....chiunque avrebbe potuto scivolarvi, ma a quanto pare la Sfortuna aveva già prescelto la sua vittima....ossia un ragazzino dai capelli grigio bluastro, con l’umore dello stesso colore. Desire infatti vi poggiò tranquillamente il piede sopra, senza accorgersi di nulla....fu quando poi provò a muovere il piede che rischiò di scivolare all’indietro rovesciando questa quella e mariastella, se non fosse intervenuto Lionel a sorreggerlo prontamente con la coda.
-Tutto bene?- sussurrò a fior di labbra il più grande, adagiandolo comodamente dietro gli ospiti, in modo da non poter essere scorto da nessuno
-S-si....ma ora non posso camminare con la scarpa unta....maledizione!- Desire stava già disperandosi scoppiando in uno dei suoi pianti silenziosi ed infiniti, ma il diavoletto non si perse d’animo, e sorridendo diabolicamente gli sussurrò
-Se non puoi camminare....allora basta scivolare!- gli fece l’occhiolino
-M..ma.....-
-Tu lascia fare a me....e seguimi! Hai mai camminato sul ghiaccio?-
il piccolo annuì confuso
-Allora non sarà difficile....alzati presto!-
Lionel aiutò il giovane a rialzarsi, intimandogli di stare il più fermo possibile....dopodichè afferrò una bottiglia d’olio con la coda dal tavolo, sperando che nessuno lo avesse notato, per poi spargerla dinanzi ai piedi dell’altro
-Ma....che....stai....facendo?- sussurrò a denti stretti guardandolo con disperazione
-Shhh...lascia fare a me....-
e così la danza cominciò. Con una spinta veloce da parte del demone Desire si ritrovò a scivolare per tutta la sala compiendo salti acrobatici e giravolte (sempre con l’aiuto di una certa persona) che sbalordirono a dir poco tutti i presenti. Inizialmente era faticoso, ma ben presto il giovane si adattò così bene alla nuova condizione che gli sembrò di averlo fatto da una vita intera....scivolava, danzava, saltava, e contemporaneamente serviva il tutto con un tempismo perfetto, impeccabile fino all’ultimo....il resto dei camerieri si era fatto da parte, troppo stupiti per poter fare qualunque cosa....sembrava scivolasse lento sulle corde perfette di un violino, creando musica sublime....o forse pareva un angelo dai capelli argentei, che vola leggero sulle sue ali dorate, o ancora un piccolo elfo dei boschi....
Lionel, dal canto suo si riteneva più che soddisfatto dell’operato del padrone....non c’era più neanche bisogno delle sue spinte! Mano a mano che Desire continuava a servire le portate, tra la delizia e il divertimento dei presenti, lui a poco a poco asciugava l’olio con le tovaglie di riserva, sempre senza farsi notare, silenzioso ed accorto.
Quando ebbe finito, non c’era neanche una goccia d’olio a terra. Desire si fermò come d’incanto accanto alla Contessa, reggendo in mano una bottiglia di vino
-Desidera brindare, Contessa?-
La donna lo guardò con evidente compiacimento
-Ma certo! Versa il vino prego!-
-Ogni suo piccolo “desiderio” è un ordine-
lei gli porse il bicchiere cogliendo perfettamente il riferimento al suo nome e sorridendo malignamente. Fu l’uomo accanto a lei ad alzare per primo il bicchiere e a lanciare il brindisi
-Alla nuova Contessa di Phantomhive, Càliste Delais! A lei un augurio di una lunga reggenza come signora assoluta del casato-
Risposero tutti in coro un sonoro “SALUTE”.
Desire sospirò, congedandosi nel modo silenzioso con cui era venuto.
Non appena varcò la soglia della sala però i camerieri lo assalirono riempiendolo di lodi e complimenti (alcuni sinceri, la maggior parte palesemente falsi, lo sapeva), accompagnandolo fino alle cucine, dove lo attendeva già Lionel, arrivato lì chissà come.
-Com’è andata piccoletto?- gli lanciò uno sguardo d’intesa
-Oh....tutto liscio come l’olio!- il piccolo gli fece l’occhiolino per poi sistemarsi accanto a lui e desinare il meritato pasto, tranquillo e sorridente come sempre.

  
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