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Autore: Distance_    21/07/2013    0 recensioni
"Ma io non ti amo."
"Si che mi ami."
"No, non riesco a vedere noi due."
"E' questo il punto. Devi vedere col cuore, non con gli occhi."
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Una forte risata rompe il silenzio come se un bicchiere di cristallo cadesse a terra, frantumandosi. La causa? Il nerd ha appena ricevuto un bombardamento di palline di carta imbevute di saliva da parte della classe; io ho solo riso stavolta. Il professor Wright richiama noi alunni sbattendo più volte il registro su quel dannato tavolo chiamato cattedra. Tutti si ricompongono, il silenzio continua a riempire la calda aula. Il sole fuori splende e non mi va giù il fatto che potrei stare al parco a divertirmi invece di far sudare le mie chiappe su questa sedia. La divisa da cheerleader si è appiccicata alla pelle bagnata del mio corpo, a causa del sudore.
 
Prof: Willams!
 
Giro la testa verso la lavagna e noto che il professore si rivolge a me, Chiara Williams. Accenno un sorriso per scusarmi e l’uomo di mezza età si gira verso la lavagna finendo ciò che stava facendo precedentemente. Fisso intensamente l’orologio, quelle lancette dovrebbero andare più velocemente per i miei gusti. ‘Tic, tac, tic, tac’, quasi mi stufa sentire quel ticchettio entrarmi nel cervello. Tra circa sei minuti non lo sentirò più, dato che dovremmo tornare a casa. Alzo gli occhi al cielo facendoli roteare, in segno di assoluta noia. Perché una povera sedicenne come me deve subirsi sei ore di scuola più le attività extrascolastiche? Perché in fondo è questo che sono, una normale sedicenne, seconda cheerleader della scuola e ragazza del capitano della squadra di football, James Blue. La campanella suona, così mi alzo frettolosamente e vado al banco di James, tenendo lo zaino con una spalla sola. Il biondo mi guarda con quegli occhi blu oltremare e prendendomi per i fianchi inizia a baciarmi, facendo giocare le nostre lingue. Apro gli occhi, sentendomi osservata e noto il nerd riccioluto fissare la scena. Cosa vorrà? Se magari si vestisse un po’ meglio e studiasse di meno sarebbe forte, o almeno, potrebbe esserlo. Infastidita dalle sue occhiate, mi stacco dalle labbra di James e mi dirigo a passo svelto verso Harry, il nerd. Lo guardo attentamente inarcando le sopracciglia.
 
Io: allora, cos’hai da guardare?
Harry: nulla.
Io: bene.
 
Dopo aver fatto un sorriso confuso, Harry si alza e la sua altezza rispetto alla mia stupisce tutti. Il mio viso arriva all’altezza del suo petto, il suo profumo invade le mie narici e senza accorgermene chiudo gli occhi cullata da quell’odore a dir poco magnifico. Mi riprendo solo dopo che il riccio fa una risatina profonda alla vista della mia reazione. Mi ricompongo e poi scendo in palestra per gli allenamenti con le altre. Poso il borsone a terra e iniziamo subito a provare la piramide, dato che dovremmo farla questa sera alla partita contro i Red Dragons. Luana, la cheerleader principale inizia a contare per darci il tempo e noi altre, cerchiamo di formare una piramide. Salgo all’ultimo posto, alzo le braccia, ma Sarah che è sotto di me cede e quindi crolliamo. Da li sopra cado, potrei spaccarmi qualcosa; chiudo gli occhi impaurita e dopo qualche attimo sento un atterraggio morbido. Apro gli occhi con timore e noto due diamanti davanti a me: sono gli occhi di Harry. Non li avevo mai visti da vicino, così vicino da riuscire a vedere il mio riflesso in mezzo a quel verde splendente.
 
Harry: tutto bene?
 
Mi rassicura sfoggiando uno dei suoi sorrisi, mai visti prima a causa delle nostre prese in giro e gli attacchi con le palline di carta imbevute di saliva. Forse sotto sotto, in fondo, molto in fondo, non è male. Mi rialza in piedi davanti a se e per ringraziarlo ricambio il sorriso e faccio spallucce, imbarazzata dal momento, non sapendo cosa altro fare.
 
Io: grazie Styles.
 
Fa un movimento con la testa per farmi capire che è tutto apposto. Continuiamo a provare la nostra coreografia e il riccio ci guarda seduto sugli spalti della palestra. Dopo una mezz’oretta abbondante mi giro e noto che Harry è sempre li, in quella posizione, ma stavolta sorride quando si accorge che lo stavo guardando. Ricambio il sorriso un po’ imbarazzata e poi torno a fare l’esercizio. Giro di nuovo lo sguardo verso di Harry quando Luana mi fa cenno di girarmi. James lascia la palla e corre sugli spalti infuriato verso il ricciolino. James è un tipo tosto, palestrato, che ottiene ciò che vuole e al primo ostacolo distrugge tutto.
 
Luana: fermalo, ti prego. Harry potrà farsi male.
Io: lo so.
 
Rimanendo paralizzata, non risolverò tutto questo. Corro verso di James cercando di fermarlo, ma lui è già a pochi metri da Harry, il quale non si è mosso di un millimetro. Questa cosa fa imbestialire James molto di più di quello che è già, per cui aumenta la velocità e anche la forza, dato che le sue dita sembrano staccarsi per la forza che sta mettendo in quel dannato pugno. E’ a pochi centimetri, io non riesco a raggiungerlo, così nel momento in cui James alza il braccio per sferrargli un pugno, urlo.
 
Io: James, no! Fermo!
 
Tutta la palestra si gira e dato che sanno cosa sta per accadere, si girano tutti dalla parte opposta. Io mi accascio a terra mettendo le mani sugli occhi per coprirli. Ho paura ad aprirli, potrei vedere del sangue e Harry a terra, ferito gravemente. Un grande silenzio regna. Sbircio attraverso le dita e vedo che Harry ha bloccato il pugno di James stando seduto, tendendo il braccio. Uno strillo di dolore fuoriesce dalla bocca di James, che poco dopo cade a terra e si sfrega il polso dolorante. Ho visto tutta la scena, solo io. Apro la bocca scandalizzata e prima che gli altri si girino per vedere cosa è successo, Harry mi fa segno di tacere e poi si avvicina all’orecchio di James per dirlo anche a lui, sicuramente. Harry si alza come se non fosse successo niente ed esce di fuori. Prendo la mia borsa e cerco di seguirlo, ma Luana mi ferma.
 
Luana: dove stai andando?
Io: devo studiare per domani, abbiamo il compito.
Luana: certo.
Io: poi ti chiamo!
 
Esco dalla palestra a passo svelto e appena esco dalla porta una voce mi fa fermare.
Harry: hey.
 
Mi giro sospirando; almeno non devo farmi un’altra corsa. Mi avvicino a lui sistemandomi la coda oramai disfatta. Ride per poi tornare serio, o almeno, così sembrerebbe.
Harry: che ci fai qui?
Io: dovevo andare…A casa a studiare.
Harry: va bene, ciao.
Io: no, fermo.
Harry: che c’è?
Io: sono qui per te.
Harry: per me?
Io: no, in senso, per avere delle spiegazioni.
 
Ride divertito, evidentemente per la mia espressione imbarazzata, seria e dispiaciuta. Alzo le sopracciglia in attesa di risposta e dopo aver scosso i suoi capelli con un movimento dannatamente sexy, mi guarda per poi iniziare a parlare. Lo fisso; fisso i suoi occhi, il suo modo di scuotere i capelli, le sue labbra… Non l’avevo mai notato prima d’ora.
Harry: ci sei?
Io: uhm, si si.
 
Mi ero incantata a vedere i suoi capelli scuotersi a causa del vento, oppure a fissare i suoi occhi verdi, o non so. Non aveva tanto l’aspetto da nerd in questo momento.
Harry: devo andare, ci vediamo.
 
Dopo averlo salutato con la mano, mi dirigo a passo svelto verso casa mia. Arrivata davanti la porta, noto un bigliettino da parte dei miei genitori. ‘Hey Chiara, staremo fuori per due settimane. Casa è libera, cerca di non rompere niente e di fare meno feste possibili, grazie. Le chiavi sono al solito posto…Riordina qualche volta. Mamma e papà xx’ Ancora con questa storia, ‘papà’. Lui non è mio padre e non lo sarà mai, mi dispiace dirlo. Lui e la mamma si conoscono da poco e tra di loro è già scattata la scintilla; ma no, non sarà mai mio padre, anche perché se dovesse essere come lui non sarebbe una buona cosa. Mi sveglio da questi pensieri che vagano per la mia testa quando sento una voce femminile chiamare il mio nome. Giro lo sguardo verso destra e noto una bellissima ragazza, alta, sorridente, con i capelli lunghi fino alla spalla che mi saluta sorridente scuotendo la mano in alto. Luana è la mia migliore amica da quando sono venuta a vivere qua, all’età di otto anni. Prima, infatti, vivevo in Italia e lo si nota dal mio nome. I miei genitori sono sempre fuori casa a causa dei loro lavori molto impegnativi che li obbligano a spostarsi per il mondo. Mia madre è infatti una stilista e mio padre architetto. Si, sono una riccona, ma non viziata, i miei soldi li sto mettendo da parte per il college e per i viaggi che vorrei fare in futuro. I miei pensieri vengono interrotti da un frastuono: il clacson dell’auto di mia sorella Monica.
Monica: hey nanetta, che fai fuori casa come una demente?
Io: nanetta?! Stavo leggendo il bigliettino che ci hanno lasciato mamma e papà.
Monica: che dice?
Io: sole per due settimane.
Monica: feste, feste e feste!
Io: studio, studio e studio casomai! Siamo quasi alla fine, il minimo che tu possa fare è studiare o verrai bocciata, di nuovo.
Monica: sta zitta! Ci vediamo poi.
 
Cosa ho fatto per meritarmi una sorella come lei? Certo, è più grande, è bellissima, ha due occhi verdi che fanno invidia al mondo e un sorriso magnifico. Dicono tutti che siamo molto simili, ma a me non sembra proprio; abbiamo due caratteri completamente differenti e questo, per me, è un bene. O almeno credo. In alcuni momenti siamo identiche, quasi a far paura. Oltre a lei, avevo anche un fratello maggiore; era un angelo, il bene che ci volevamo tra fratelli era indescrivibile. Stavamo sempre insieme, fin quando, quella notte del 31 gennaio di due anni fa tutto cambiò.
-31 gennaio, due anni fa-
“Dai mamma, ho sedici anni, non sono più un bambino!”
“Oh andiamo, mi sto solo preoccupando per te! Divertitevi tu e Brit!”
“Tesoro, ricorda le precauzioni!” Papà, sempre il solito.
“Papà!” Si vede dal suo bel faccino che George, mio fratello, è imbarazzato. Dopo una piccola risatina, prende il suo giacchetto e viene a baciarmi la guancia. “Mi raccomando, se un ragazzo cerca di baciarti a mezzanotte, chiamami, chiaro cupcake?” Sempre il solito.
“Starò a casa con mamma e papà, l’unico ragazzo che potrà baciarmi sarà l’orsetto di peluche.” La sua risata mi contagia, così lo accompagno alla porta ridendo. Mi stampa un ultimo bacio sulle labbra accompagnato da un “ti amo cupcake”.
Mezzanotte passa, l’una, le due, le tre, le sei del mattino. Non è più tornato, non ho più sentito la sua voce, i suoi baci e il suo meraviglioso modo di suonare la batteria. Un incessante battere alla porta mi fa scattare per aprirla; due carabinieri, un telefono e una collana con su scritto ‘Monica&Chiara”. E quella notizia, quella notizia inaspettata che ha cambiato la vita della famiglia Williams. Lui non avrebbe più suonato la batteria, o almeno, non qui tra noi. Era un angelo oramai, il più bello di tutti.
-fine flashback-






Look at me!
Eccomi qui ^-^ E’ una nuova storia (ma va?!) che ho scritto perché non posso continuare l’altra per il semplice motivo che non sono a casa mia, dove ho salvato tutti i capitoli seguenti. Beh, spero vi piaccia, presto posterò il secondo capitolo che è già in fase di scrittura c: se volete seguirmi su twitter sono @myidols6.



  
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