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Autore: Noe16    21/07/2013    0 recensioni
Mi trovavo su una spiaggia. La sabbia si espandeva infinita circondata da un ' acqua cristallina. Camminavo lungo quella baia per ore ed ore, alla ricerca di qualcosa, un segno. O forse semplicemente di me stessa.
Sapevo di non dover arrendermi. Avevo già vinto troppe battaglie per lasciarmi sconfiggere da brutti ricordi.
Mio padre. Il primo uomo nel quale riposi la mia più grande fiducia fin dalla nascita. L' uomo che dovrebbe esserci in ogni momento per me, sua figlia. Lui non c' é stato, mai. Non con lo spirito.
Improvvisamente la spiaggia viene rimpiazzata da una stanza buia, la prigione del mio cuore.
Un luogo vecchio e tetro, senza un barlume di speranza. Vuoto.
E una mano che afferra la mia trasmettendomi tutta la sicurezza perduta. La mano di Harry.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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FANFICTION 

 

CAPITOLO 1

HARRY 'S STORY: " I, I wanna save you, save you, save you tonight."

L' ultima canzone finì. Ero stanco e sudato, non vedevo l' ora di potermi rilassare tranquillamente, ma sapevo che ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo prima di poter fare ciò.

Ringraziammo calorosamente le fan e ci dirigemmo dietro le quinte, per cambiarci.

Come al solito discutemmo delle fan, dei loro innumerevoli cartelloni e del concerto in generale.

Dopo mezz'ora uscimmo dall' Arena per raggiungere l' Hotel.

All' entrata, altre fan ci aspettavano, ma la sicurezza ci permise solo di fare una foto con qualcuna di loro. Detestavamo la sicurezza quando ci impediva di fare foto o autografi. Sappiamo bene, cosa significa per ogni fan poter ricevere un po' di attenzione dal proprio idolo. 

Dopo di che ci dirigemmo verso la nostra suite per prepararci a uscire.

 

MEGAN 'S STORY: Camminai a passo svelto nel traffico londinese. 

Quella sera, io e Cheryl, ci saremmo dovute trovare sotto la mia scuola per le 8:00, per poi andare a cenare in un Pub. 

Cheryl, era una mia cara amica d' infanzia con la quale ho condiviso bellissimi momenti passati a ridere, scherzare, ballare, cantare, disegnare,...

Ci eravamo conosciute in una scuola di ballo italiana, nella quale entrambe eravamo andate per la nostra passione, la danza. Allora la separazione dai miei amici e dai miei familiari era stata molto dolorosa, ma col tempo mi innamorai di Milano e del teatro La Scala, la nostalgia passò, e mi affezionai ogni giorno di più al ballo. Restai quattro anni laggiù, poi decisi di tornare in Inghilterra a studiare  un' altra mia passione, il canto.

 

HARRY 'S STORY: Quella sera sarei dovuto uscire con il mio caro amico Will, ci conoscevamo fin dalla prima media, quando ero ancora un ragazzo come tanti altri. Spesso mi mancano quei giorni. Dove potevo uscire di casa senza soffocare in una mandria di ragazze impazzite, o di poter stare in un ristorante senza che debbano riservarmi una stanza a parte per non essere disturbato, potermi vestire come voglio, senza dover essere sempre presentabile per la stampa, oppure semplicemente uscire con una ragazza con la quale voglio fare amicizia, senza che ci facciano una storia fra me e lei. Certo sono felice della mia situazione, e non la cambierei per nulla al mondo. Apprezzo tutte le fan che ci vengono a trovare all' Hotel, é bello sentirsi così importanti per qualcuno fino al punto di essere atteso in qualunque luogo tu vada. É incredibile pensare a tutto quello che ci é capitato in così poco tempo. Solo due anni fa eravamo ancora ad X Factor.

Volevamo andare in un bar e più tardi andare in un locale a divertirci dove probabilmente ci avrebbero raggiunti anche Niall, Louis, e altri due loro amici, Gary e Jaycob.

 

MEGAN 'S STORY: Erano le 7:20. 

Andai in bagno e mi feci una doccia bollente. Indossai un tubino nero con delle scarpe col tacco. Mi truccai e scelsi una borsa da abbinare. La riempì con cellulare, sigarette, portafoglio e le chiavi della stanza. Scesi verso l' entrata, erano le 7:55.

Alle 8:00 in punto, una ragazza corse verso di me, urlando il mio nome. 

Era Cheryl.

Le corsi incontro e ci abbracciammo affettuosamente.

Ero così felice di vederla! Da quando io avevo deciso di tornare a Londra, io e lei ci eravamo sempre tenute in stretto contatto, e ora lei era ritornata in Inghilterra per un mese intero. Era cambiata tantissimo da come la ricordavo, erano passati 5 anni, ed era davvero bellissima! Portava dei tacchi neri non troppo alti, che mettevano ancora di più in evidenzia le sue lunghe gambe snelle avvolte in una minigonna, indossava una camicetta a righe nere e bianche, il suoi occhi color nocciola erano sempre gli stessi, dolci e profondi, risaltati dai capelli mori ondulati.

Al suo collo pendeva un ciondolo a forma di scarpa da danza, quella che ci eravamo scambiate una vita fa. Stavo per mettermi a piangere, quando lei mi riabbracciò forte e sussurrò: "Su, vieni qui, non devi piangere. Non ci siamo viste per cinque anni, ma ora sono qui e recupereremo tutto il tempo perduto." detto ciò, mi riguardò e disse: "Andiamo? É ora di ricordare la mia buona vecchia Londra! E racconta, forza, come stai?!"

Era identica. Sempre così attiva e felice. La condussi fino al ristorante e lì parlammo del più e del meno.

 

HARRY 'S STORY:  All' uscita dal bar decidemmo di prendere la metropolitana per raggiungere il locale, si trovava nel quartiere Notthing's Hill, e saremmo arrivati in 2 minuti. Io, Niall e Louis, sapevamo che non avremmo dovuto andare in un luogo pubblico senza la sicurezza, Paul ce lo aveva proibito. Ma decidemmo che una volta tanto si poteva anche fare... 

Qualche ragazza ci salutò e ci chiese di fare delle foto.

Quella sera ci saremmo di sicuro divertiti molto, nel locale avremmo potuto ballare, scatenarci come matti, flirtare con belle ragazze, bere,... ma mentre ero perso nei miei pensieri e stavamo svoltando l' angolo di una strada, andai a sbattere contro una ragazza, che dallo scontro cadde a terra.

" Scusami tanto, non  ti ho vista! " le dissi aiutandola a rialzarsi.

Aveva forse 2 anni in meno di me, occhi verdi dalle lunghe ciglia nera, e dei morbidi capelli castani ondulati le ricadevano sulle spalle. 

Lei mi sorrise e disse " Niente, tranquillo. Sono io che dovevo guardare dove andavo, mi dispiace. " 

Quando alzò lo sguardo, incrociò i miei occhi e arrossì, facevo sempre uno strano effetto alle ragazze, e questo mi piaceva. Poi la sua amica la trascinò via dalla mia vista, salutandoci.

Io le guardai andarsene e notai che per terra era rimasto il suo cellullare, le chiamai per riportarglielo, ma poi pensai che mi sarebbe potuto essere utile.

 

MEGAN 'S STORY:  Mi ricordo ancora i suoi profondi occhi verdi, i lineamenti perfetti delle sue labbra e quei muscoli contro i quali mi ero scontrata, le sue braccia salde con le quali mi aveva risollevata, e quella voce così calda e rassicurante. Ma sapevo che  avrei dovuto dimenticarlo, i ragazzi come lui sono quelli che non vogliono cose serie, che pensano solo al sesso e a divertirsi, e poi io non li avevo di sicuro lasciato un ricordo di me in quei pochi secondi passati uno di fronte all' altro. 

Cheryl mi guardava con aria interrogativa, anche se ero sicura che avesse capito perfettamente a cosa stavo pensando.

" Ti piace, non é vero? " mi chiese, sorridendo.

" Chi? " chiesi come se non fosse ovvio.

" Smettila, ti conosco troppo bene. Il ragazzo di prima, ti piace. " affermò decisa prima di ridacchiare.

" Non lo conosco nemmeno! " ribattei decisa. " E poi sai benissimo che tipo sono io, non ho mai avuto una storia seria. " aggiunsi.

Sapevo che probabilmente Cheryl aveva ragione, ma non era possibile che avessi preso una cotta per un ragazzo di cui non conoscevo neanche il nome.

Guardai l' ora, erano le 11:37. Dovevo assolutamente chiamare mia madre.

Frugai nella mia borsa alla ricerca del telefonino, quando mi accorsi che non c' era.

" Cheryl! Il telefonino, l' ho perso." esclamai.

Lei mi prese la borsa e guardò al suo interno, non lo trovò.

" Tieni, ti presto il mio. " 

" Grazie. " Dissi.

 

HARRY 'S STORY:  Al locale rimasi quasi tutto il tempo seduto al bancone del bar, a guardarmi attorno, poi mi ricordai dell' oggetto trovato a terra poco prima.

 Era acceso e mi mandai un messaggio, per avere il suo numero. 

Ad un tratto, una mano mi si appoggiò sul petto per poi scendere sempre più giù. 

Mi girai e davanti a me, una ragazza rossa, con il rossetto sbavato e una scollatura piuttosto profonda mi disse: " Buonasera tesoro. Io sono Vicky, piacere di conoscerti. Sei nuovo qui? " aggiunse, spostando le sue mani sul cavallo dei miei pantaloni.

" lo sono Harry. " risposi.

Per tutta la serata Vicky mi continuò a girare attorno, mi offriva da bere, mi toccava, mi parlava di sé, delle persone che frequentavano il locale più spesso, finché non mi chiese di ballare con lei. 

Ci spostammo al centro della pista, dove Louis stava già ballando con quattro ragazze. 

Vicky iniziò ad avvicinarsi sempre di più a me, finché non mise le sue mani su tutto il mio corpo. Dopo un po' di tempo, mi spinse sul divano al lato della pista e si mise a cavalcioni su di me, poi si avvicinò al mio orecchio e cominciò a baciarmi e sussurrò: " A casa tua? " 

Io la guardai mentre lei attendeva risposta. Decisi di agire nel migliore dei modi spingendola da parte, raggiungendo i miei amici.

Alle 5:00 lasciammo il locale. Will andò a casa sua a piedi, con Jaycob e Gary. Mentre io, Louis e Niall avevamo la macchina che ci veniva a prendere. 

" Allora ? Com' era La Rossa? " mi chiese ridendo Louis. 

" Provocante. " risposi ridendo.

" Tu piuttosto? Eri lì con 4 ragazze!!! " aggiunse Niall.

" Mi piace tanto ricevere delle attenzioni femminili ! " ribatté Lou.

Io stavo ancora pensando alla ragazza della strada. Era davvero bellissima.

 

MEGAN 'S STORY: DRINNNNN!!!!!

Erano le 8:30. Ma per fortuna le lezioni iniziavano alle 11:00. 

Mi preparai e scesi all' entrata della UNIVERSITY QUEEN ELISABETH.

Indossavo dei jeans, una felpa e delle All Stars nere e la mia cartella, con all' interno matita, gomma, blocco da disegno e l' Ipod. Mi diressi verso la metropolitana. Mi aspettavano solo 2 fermate prima di scendere a Hide Park.

Mi piace prendere la metropolitana, piena di gente nuova da osservare, turisti che imparano a spostarsi con i mezzi di qui, uomini che vanno al lavoro. É un' ambiente caloroso e pieno di vita. Mi piace.

Uscì all' aria aperta con le cuffiette infilate nelle orecchie ascoltando le note delle The Saturdays.

Venivo quasi tutti i sabati a Hide Park, spesso per stare fra me e me, altre volte per correrre e tenermi in forma, oppure come oggi, venivo a disegnare. 

Cheryl, avrebbe preso il treno e sarebbe andata nel West Midlands, dove abitava la sua famiglia. Ci avrebbe passato il weekend, per poi tornare a Londra a spassarsela con i suoi vecchi amici, che non vedeva da tempo.

Trovai una panchina e mi ci sedetti. Ben presto gli scoiattoli mi accerchiarono in cerca di cibo, che io gli portavo sempre. Feci uno schizzo di uno di loro.

Ero assorta nei miei pensieri quando una mano mi sfiorò la spalla, sussultai e mi voltai di scatto. Due occhi verdi smeraldo mi inchiodarono sul posto.

" Credo che tu abbia perso questo. " disse il ragazzo riccio, indicando il telefono che aveva in mano. Lo guardai e riconobbi il ragazzo che mi aveva investito il giorno prima. 

" Gr-gra-grazie " farfugliai imbarazzata. Lui sorrise scoprendo così dei denti perfettamente candidi.

" Prego, bella. " rispose. 

" Ma come hai fatto a sapere che ero qui, per potermelo riportare? "

" Sono molto informato sulla tua vita privata. " scherzò. Poi aggiunse: " Ho chiamato tua madre e mi ha detto di chiamare una certa Cheryl che sapeva dove saresti stata, ed eccomi qui! " concluse.

" Piacere io sono Harry, e tu come ti chiami? " 

" Io sono Megan, piacere mio. "

" Non sei di Londra vero? Cosa ci fai qui? " mi chiese lui, gentilmente.

" Sono nata a Glasgow, e la mia famiglia risiede tutt' ora laggiù. Sono a Londra per studi. " risposi.

 Mi chiedevo perché una come me potesse interessarli tanto.

 

HARRY 'S STORY: Dopo le mie tante domande si vedeva che era a disagio.

Mi piaceva quando una ragazza si sentiva imbarazzata da me, succedeva molto spesso. Volevo conoscerla meglio, ma non era facile con una ragazza  timida, ma forse é ciò che mi ha stimolato a continuare il mio interrogatorio.

" Quanti anni hai? Io 19. " le chiesi.

" 18." Fu la sua risposta breve. 

A quel punto capì che c' era davvero troppa tensione. Mi alzai, la guardai, le presi le mani e la feci alzare.

" Dove mi porti? " chiese lei, impaurita.

" Ti offrò un caffé. " dissi fermamente. Lei non osò ribattere.

Camminavamo lungo i sentieri di Hide Park fin quando non raggiungemmo l' uscita.

" Vieni spesso qui? " Le chiesi. 

" Ogni sabato, mi piace potermi sentire libera, senza la preoccupazione del lavoro e dello studio. Proprio come gli uccelli o gli scoiattoli. Vengo a spesso a disegnare.

E tu? "

" Non vengo. " dissi. " Mai da solo " aggiunsi duramente.

Lei rimase colpita dalla durezza della mia voce e mi guardò.

" Perché? " domandò.

" Troppa gente " sospirai. " Oggi ho fatto un sacrificio."

In realtà i bodyguard erano sparsi per il parco vestiti come gente comune. Per quel motivo speravo che non ci fossero delle fan, che mi avrebbero visto e riconosciuto.

Lei era una delle poche ragazze che stavo iniziando a conoscere che non sapeva della mia fama. `

La portai nello Starbucks più vicino. 

" Cosa prendi? " le chiesi.

" Scegli prima tu. " disse.

" Niente storie, decidi. Prima le signore. " 

" Va bene. Allora imparerai a conoscermi. " disse lei con un sorriso beffardo sulle labbra.

" Prendo un caffé lungo con panna e caramello,.... " ed un' altra serie di ingredienti strambi.  Lei sorrise, e aggiunse " Cosa ti avevo detto? "

" Io prenderò un espresso semplice, grazie. " dissi sorridendo.

" Grazie " . Pagammo e uscimmo a farci un giro per la città.

" Dov' é la tua scuola? " domandai.

" Vicino alla piazza Piccadilly Cyrcus. " rispose.

" Cosa studi? "

" Musica, canto. "

 

MEGAN 'S STORY:  Ero sicura che Cheryl avesse fatto apposta a organizzare quella specie di appuntamento, ma dovevo ammettere che la cosa non mi dispiaceva minimamente. Harry era un ragazzo simpatico, gentile e sembrava davvero interessato alla mia vita privata. Ma a me non dava fastidio, mi sentivo di potermi fidare di lui, anche se ero abbastanza in imbarazzo a parlare con lui.

Decisi di iniziare a facilitare la conversazione partecipando maggiormente. 

" Raccontami un po' tu, dove vivi, il tuo lavoro, studi? "

La mia improvvisa reazione estroversa deve averlo stupito un po' ma mi rispose:

" Sono nato in una cittadina di nome Holmes Chapel nello Cheshire, a 16 anni lavoravo part-time in una panetteria mentre studiavo business, giurisprudenza, sociologia,... Poi ora lavoro come cameriere in un ristorante e vivo a Londra. " disse. Non mi sembrò molto convinto.

" E tu? Raccontami altre cose su di te " domandò pochi istanti dopo.

" Io sono a 12 anni sono andata in Italia, a Milano nella famosa scuola di danza, La Scala, e per quattro anni sono rimasta a studiare lì, ma dopo ho avuto vari problemi e ho preferito tornare in Inghilterra. Ho ripreso l' ultimo anno nella mia scuola a Glasgow e a 17 anni sono arrivata a Londra a studiare musica, nella UNIVERSITY QUEEN ELISABETH. " raccontai tutto ciò con naturalezza.

" Ti sembrerò forse indiscreto, ma che tipo di problemi avevi nella scuola di danza?" domandò dolcemente.

" Scusami, ma sono davvero dei brutti ricordi e preferirei non parlarne. " li dissi in tono un po'  brusco.

Erano le 12:00. Avevo saltato l' ora di matematica, ma non mi importava. 

" Scusa; hai ragione, in fondo non ci conosciamo neanche, non devi parlarne con me, sono stato davvero troppo curioso. " disse tranquillamente.

" Ma figurati. Non é grave. Ora scusa, ma avrei saltato già un' ora di matematica e dovrei tornare alla scuola. " dissi rassicurante.

Lui mi guardò e sorrise. Mi mancò il fiato, quei occhi, quel sorriso, era perfetto.

" Mi dai il tuo numero? " 

La domanda mi lasciò perplessa, poi reagì.

" Ok " strappai un pezzo di carta e gli scrissi il mio numero, glielo tesi.

" Grazie bella " disse, facendomi l' occhiolino.

Eravamo giunti fino ad un' entrata della metropolitana che avrei preso per tornare a scuola. 

Stavo per salutarlo, quando lui mi baciò la guancia e sussurrò all' orecchio:

" Stasera ti voglio pronta per le 7:00, passo io a prenderti. "

Poi se ne andò e mi lasciò lì, imbambolata.

 

CHERYL 'S STORY: Quella mattina ero partita alle 9:00 dalla stazione Victoria per andare a Gatwick, da lì avrei preso un' altro treno che mi avrebbe portata direttamente a Wolverhampton dove c' era mio fratello maggiore Carl, che era venuto a prendermi. Adoravo Carl, era sempre stato buono con me, mi aiutava a scuola, quando prendevo brutti voti, mi curava quando mi facevo male giocando, mi faceva sempre dei regali quando tornava dai suoi viaggi in giro per il mondo, oppure c' era sempre quando mi dovevo confidare con qualcun' altro al di fuori di Megan, per parlare delle maestre di danza o soprattutto della mia acerrima rivale, Cynthia Roberts, una delle migliori ballerine del Teatro La Scala, una di quelle ragazze sempre piene di sé, che vogliono essere migliori in tutto, e quando le chiedi consiglio su un passo di danza o altro, non ti aiutano per timore che tu possa diventare più bravo di lei.

Guardai fuori dal finestrino del treno, mi sembrava tutto tanto diverso, tutto più vecchio e triste. Improvvisamente avvistai Carl che si sbracciava sorridendo, li feci un cenno con la mano e aspettai il mio turno per scendere dal treno. Gli corsi incontro e gli saltai fra le braccia.

" Hei, calmina! Sei diventata un po`più grande di quando avevi 7 anni! " disse abbracciandomi.

" Mi sei mancato così tanto! Anche tu sei diventato più grande, mi ricordo che qualche anno fa eri 10 cm più basso di me. " risposi.

" Andiamo a casa, che mamma e papà sono impazienti di rivederti. " disse conducendomi fino alla macchina.

Arrivammo a casa. Era stranamente silenziosa, me la ricordavo davvero diversa. Mi soffermai qualche secondo davanti al cancello di legno che circondava la nostra dimora. 

Carl mi mise una mano sulla schiena e mi invitò ad entrare. Varcai la soglia e rimasi sbalordita da come era colorata. Cartelloni, palloncini e ogni genere di decorazioni colorate. Ripercorsi tutti i corridoi fino ad arrivare nella veranda, dove mi attendevano i miei genitori. Mamma e Papà. Erano cambiati davvero tantissimo, sembravano invecchiati di 20 anni. Li corsi incontro e li abbracciai.

Mi erano mancati talmente tanto. A Milano, venivano solo due volte all' anno a causa dei nostri problemi economici. Papà faceva il cuoco in un piccolo ristorante mentre mamma faceva la cameriera di giorno e la notte o nel tempo libero scriveva dei romanzi che le fruttavano un piccolo stipendio in più.

Con questi salari dovevano mantenersi, mi pagavano la scuola di danza e gli studi delle mie due sorelline, Caroline e Alicia entrambe di 13 anni. 

Erano proprio quei sacrifici che mi procurarono la forza di lavorare duramente nella scuola, ottenendo grandi risultati, volevo assolutamente renderli fieri di me. 

Passammo tutto il pomeriggio a raccontarci tutti gli avvenimenti successi in questi ultimi anni. Era bello essere tornata a casa. Finalmente avevo la sensazione di avere una residenza fissa, non come quando ero ' ospite ' della scuola. Mi sentivo al sicuro all' interno di quelle mura, circondata dalla mia famiglia. 

La sera chiamai Megan, volevo assolutamente sapere com' era andato l' incontro con il ragazzo misterioso!

 

HARRY 'S STORY: Dopo che l' avevo portata da Strabucks, Megan sembrava essersi rilassata maggiormente, forse col tempo non l' avrei più messa a disagio. Quella sera avevo già programmato che sarei passato a prenderla per le 7:00 e l' avrei portata in uno dei ristoranti più famosi londinesi, il The Ivy. 

Paul avrebbe finto di essere l' autista per poter controllare che nessuno mi si avvicinasse troppo. Detestavo quella situazione. Se almeno lei sapesse chi sono davvero! Ma non credo che mi apprezzerebbe allo stesso modo se sapesse come cambierebbe la sua vita coinvolgendola in qualcosa di serio. Tutto ciò a causa della mia fama. Vorrei poterla conoscere meglio, prima di pensare davvero a qualcosa di più. 

Ma so riconoscere le ragazze giuste da quelle sbagliate, e penso che questa sia una di quelle che non ti capitano molto spesso nella vita. Una perla rara che non mi conosceva.

Ero sdraiato sul divano, ma si vedeva che ero agitato. Per la prima volta in tutta la mia vita ero preoccupato di uscire con una ragazza. Ho sempre saputo risolvere una situazione con ognuna di loro, ma con lei mi sentivo quasi perso, non sapevo che strada prendere. 

Zayn mi vide e capì immediatamente che qualcosa non andava.

" Cosa succede? Perché sei così agitato? " chiese lui.

" Non sono agitato. É solo che stasera esco con una ragazza... " risposi bruscamente, non volevo dargli troppe informazioni.

" Dove la porti? " continuò.

" The Ivy, pensi che sia il posto adatto per un primo appuntamento? " domandai insicuro.

" Penso che sia romantico. Racconta, quando passi da lei? "

" Alle 7:00. L' ho incontrata ieri sera, prima di andare al locale, e destino ha fatto che la dovessi rivedere per consegnarle il cellulare che aveva perso... Ma non la conosco. Forse dovrei andarci piano, in fondo non sono sicura che sia quella giusta, e dovrei conoscerla meglio. " conclusi sospirando.

" Forse sì, ma allora non l' avresti invitata. E se il tuo istinto ti ha detto di conoscerla, hai fatto bene. " rispose, poi aggiunse " É una fan? "

" No, non ha idea di chi sono. Mi sono inventato che faccio il cameriere. E se ora pensa che sono un bugiardo, e mi rifiuterà? "

" Diglielo stasera, più aspetterai più la situazione peggiorerà. "

" Già, forse hai ragione, grazie mille Zayn. Sei un amico. " dissi.

 

MEGAN 'S STORY: Ero così emozionata. Harry mi aveva invitata ad uscire. Quella mattina avevo avuto modo di conoscerlo più a fondo, ed era un ragazzo davvero dolcissimo. Chiamai Cheryl per raccontarle la novità. 

Suono qualche volta poi rispose una giovane voce femminile, era sicuramente una delle due sorelle, Caroline e Alicia.

" Pronto? " risposero all' altro capo del filo.

" Ciao, sono Megan, l' amica di Cheryl, tu chi sei? Caroline o Alicia? " domandai.

" Ciao Megan ! Io sono Alicia, scusa ti passo subito Cherry. " Si sentì un urlo e poi dall' altro lato sentì una voce familiare.

" Hei! Allora, ti é piaciuta la mia sorpresa? " mi chiese Cheryl.

" Hei, abbastanza da farmi portare fuori a cena. " esclamai felice.

" Wow, non ci credo, di già? Non perde tempo questo!!! Come si chiama? É simpatico? " 

" Si chiama Harry, ha 19 anni ed é simpaticissimo, fra poco devo andare, ti richiamo domani? " chiesi.

" Ok, allora ci sentiamo domani mattina, Ciaooo " disse chiudendo la telefonata.

Mi iniziai a preparare per la cena, quando mi arrivò un messaggio da uno sconosciuto: 

" Mettiti un vestito elegante, ti porterò in un ristorante. " Firmato: Hazza.

Gli risposi, e cercai qualcosa di carino da mettermi, un vestito bianco elegante con delle ballerine rosse, mi truccai e aggiustai i capelli. 

Erano le 6:45 e avevo ancora un quarto d' ora di tempo, perciò decisi di stendermi sul letto.

A risvegliarmi fù la suoneria del cellulare. Risposi immediatamente.

" Ciao sono sotto la tua scuola, scendi? " sussultai al suono della voce di Harry.

" Sì arrivo" dissi.

Mi risistemai il viso, mi guardai allo specchio.

Scesi.

 

HARRY 'S STORY: La vidi scendere attraverso le grandi porte di vetro della sua scuola. Era davvero magnifica. 

" Buonasera. " la salutai con gentilezza.

" Buonasera " rispose educatamente lei. Ma la sua testa sembrava persa altrove.

" Tutto ok? " le chiesi.

" Sì grazie. " 

Entrammo in macchina, dove rimanemmo entrambi silenziosi. Poi decisi di rompere il ghiaccio: " Ti porto al The Ivy, ti piace? " 

" Non ci sono mai stata, ma ho sentito che ci sono stati dei VIP, o sbaglio? "

" Già é vero. L' ho scelto così potrai sentirti come una star, e poi chissà che non ne troviamo una sul serio. " dissi sorridendo.

" Domani hai scuola? " domandai.

" No, é domenica " rispose, guardandomi dritto negli occhi. 

Ci guardammo a lungo senza dire niente, poi lei distolse lo sguardo. Mi misi a ridere. 

" Perché ridi? " mi chiese lei, con uno sguardo interrogativo.

" Perché nessuna ragazza finora é riuscita a sostenere il mio sguardo... " 

Arrivammo a Covent Garden, adoravo quella piazza, dove puoi venire quando non sai dove andare, e sai che troverai sempre un gruppo di persone che danno degli spettacoli di qualsiasi genere, parlare con altra gente, startene per conto tuo,... 

Entrammo nel ristorante dove il maggiordomo ci condusse in un tavolo in fondo alla sala. Ci fece accomodare e lo ringraziai.

La cameriera arrivò puntuale a prendere le ordinazioni. 

" Avete scelto? " ci chiese.

" Io prenderò il ' Fillet of sea bream ' grazie. " risposi.

" Io il ' Deep-fried haddock' per favore. "

La cameriera ci sorrise e se ne andò con le sue ordinazioni.

Per tutta la serata, parlammo un po' del più e del meno, e scoprimmo tutti e due cose nuove sull' altro. Dopo due ore passate a cenare e a discutere, lei uscì sulla terrazza del ristorante a fumare una sigaretta. La raggiunsi dopo aver pagato il conto. 

Arrivai a passo leggero da dietro di lei, la afferrai dalla vita, lei si girò di scatto e ci ritrovammo molto vicini.

Ci guardammo a lungo negli occhi poi io avanzai e lei indietreggiò, fino ad arrivare alla ringhiera della terrazza, l ' alzai facendola sedere sopra il balcone. Lei mi passò le mani fra i ricci e ci baciammo fino a far diventare il bacio quasi selvaggio. 

Ad un tratto mi scostai da lei e le dissi:

" Ti devo dire una cosa molto importante. "

 

MEGAN 'S STORY: Non avevo idea di cosa mi stesse per dire Harry. Sembrava davvero preoccupato.

" Tranquillo, a me puoi dire qualsiasi cosa. " gli dissi prendendoli il viso fra le mani.

Si guardò intorno nervosamente, la cosa sembrava davvero importante, e stavo iniziando a preoccuparmi seriamente.

"  Forza. Di cosa si tratta? " lo incitai dolcemente.

" Ti ho mentito stamattina, dicendoti che lavoro in un ristorante. " disse lui.

Era davvero bellissimo, la luce della luna illuminava il suo viso, le sue labbra dai tratti così perfetti, quegli zigomi irrigiditi, i ricci che li ricadevano ribelli sulla fronte. Ma quei occhi verdi. Potevi leggerci tutto  un passato di felicità, difficoltà, sfide, avventure. Quando sorrideva li brillavano come due perle al sole.

Mi avvicinai ancora a lui, per baciarlo. Non mi importava ciò che stava per dirmi o fare, per me c' eravamo solo io e lui, nessun' altro. Non mi importava se lo frequentavo solo da un giorno, se sapevo così poco di lui, avrei imparato a conoscerlo col tempo. Ma di una cosa ero sicura. Io avevo bisogno di lui, ne sentivo il richiamo del mio battito che accellerava, in quel momento lui era il mio tutto.

" Io... " iniziò lui, ma fù improvvisamente interrotto da delle grida scatenate.

Ci sporgemmo dalla terrazza per capire da dove provenivano le urla. 

Quattro ragazzi scesero disinvolti da una limousine nera, salutarono le fan, le abbracciarono,... Poi uno di loro dai capelli castani e una maglietta a righe, ci vide e ci salutò con la mano.

Guardai Harry. 

" Li conosci?" gli domandai.

" Ecco, vedi, io... " iniziò la frase, balbettando.

" Lui é un membro della band anglo-irlandese più famosa al mondo. " esclamò una voce acuta alle mie spalle. 

Mi voltai e vidi lo stesso ragazzo che ci aveva fatto un cenno poco prima. 

" Piacere signorina, io sono Louis, ma mi puoi chiamare Lou. Sono il migliore amico di Harry. " si presentò sorridendo allegramente, tendendomi la mano

" Ciao, io sono Megan, piacere mio. " risposi stringendogliela.

" Ciao Hazza, allora, l' hai portata al ' The Ivy'. Ottima scelta. " disse.

" Non lo avresti scelto anche tu, per portare questa bella ragazza a cena? " gli chiese lui, designandomi.

Io abbassai lo sguardo imbarazzata. Quanto avrei voluto che ci fosse Cheryl lì con me...

" Hei! Allora, dove andiamo a festeggiare oggi? " domandò un ragazzo biondo, dal tipico accento irlandese.

Dopo di lui seguirono altri due ragazzi che chiaccheravano fra di loro.

Si presentarono uno a uno con fare molto gentile. Liam, Zayn, Niall. 

" Penso che la accompagnerò alla sua scuola. Se vuoi. " disse rivolgendosi a me.

" Va bene " risposi annuendo.

" Peccato! Ma una serata in mia compagnia, la passerai di sicuro prima o poi!!! " esclamò Louis.

" Certo contaci. " gli urlai mentre ci avviavamo verso Piccadilly Circus.

Arrivati davanti al portone, ci fermammo e seguì un momento di silenzio.

" Mi dispiace di non averti detto la verità, ma non sapevo come dirtelo, davvero. " disse.

Gli presi il volto fra le mani e lo guardai negli occhi.

" Tranquillo. Posso capire perfettamente. " lo rassicurai.

" Non m' importa se attorno a te ci sono centinaia di ragazze che vorrebbero essere al mio posto, se quando esci di casa hai bisogno della sicurezza, se la gente inizierà a criticarmi. Tutto ciò é solo un dettaglio insignificante per me. " aggiunsi dolcemente.

" Grazie. " disse.

 

HARRY 'S STORY

Era così comprensiva con me. Io le avevo mentito, ma lei mi  aveva perdonato, si fidava di me. Sapeva di aver rinunciato ad una vita normale, e tutto ciò solo per me. Non mi aspettavo una reazione così da parte sua. Non ero nemmeno sicuro di meritarmi tutto ciò nella mia vita. Chi sono io? Perché me? Poteva succedere a chiunque, ma qualcuno aveva scelto me. Dio? Non penso, sarebbe una risposta davvero troppo banale. Il destino? Secondo me, tutte queste risposte sono date solo per trovare qualcuno a cui affidare la responsabilità di scelta, ma in realtà non c' é risposta. E questa era una di quelle tante domande che ci poniamo giorno dopo giorno. Da dove veniamo? Come é stato creato l' infinito? Secondo me il mondo é un incastro di nodi creato per farci riflettere sulle sue origini. Ma é così complesso che non si giungerà mai al punto di avere solo una lunga corda tesa, evoluta da tutti questi snodamenti, chiamati risposte. Chissà? 

" Hei. Davvero non m' interessa tutto ciò. " mi rassicurò lei.

" Sì, scusa. Ma mi sembra talmente strano che ci siano così tante persone disposte ad accettare

 tutto questo. " conclusi sospirando.

" Io, ora dovrei andare, qui non accettano molti ritardi e il coprifuoco é passato da un pezzo. " disse.

" Okay. " risposi. 

Mi avvicinai a lei e strofinai dolcemente il mio naso contro la sua guancia. Poi le presi una ciocca di capelli e ci giocherellai. Mi mise la mano sul petto. Ci avvicinammo l' uno all' altro... Quando sentimmo un frastuono dietro di noi. Ci voltammo di scatto. Era il bidello che ci stava osservando e aveva fatto cadere la scopa e un secchio. 

" Forse é meglio se vai... " dissi ridendo imbarazzato.

" Già, ciao Harry. Buona notte. " mi salutò sorridendo.

" Sogni d' oro. " risposi.

La vidi avviarsi su per la scalinata d' entrata e salire verso la sua stanza. Era stupenda, non riuscivo ancora a credere che lei era mia. Mia e di nessun altro. L' avrei difesa in qualsiasi modo da chiunque, mi sentivo in dovere di farlo. 

Camminai fra le strade di Londra ed a un certo punto decisi di prendere il cellulare e chiamare una persona che non sentivo da tanto tempo, la quale c' era sempre stata per me in qualunque situazione, Gemma.

 

MEGAN 'S STORY

Entrai nella stanza chiudendomi la porta alle spalle. Rimasi lì ferma, mi portai la mano alla bocca e mi accasciai a terra. Ancora non riuscivo a crederci. Io ero forse l' unica ragazza inglese a non aver riconosciuto Harry e a non aver mai sentito nominare la sua band, e ora scoprivo che lui era il mio ragazzo. Era una cosa davvero incredibile, sembrava quasi irreale. A quel pensiero mi toccai per capire se davvero non era un sogno. Quella era stata la serata più incredibile della mia vita. Probabilmente da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata per sempre, ma era così difficile da focalizzare come pensiero.

Mi rialzai barcollando e mi diressi verso il bagno, nel quale mi cambiai, per poi infilarmi nel letto. 

Era domenica. A risvegliarmi fù la chiara luce dell' alba, come al mio solito rimasi a letto ancora una ventina di minuti a riflettere su quanto accaduto la sera precedente. Una miriade di emozioni invasero il mio essere. Il mio stato d' animo fù alterato al ricordo del sapore del suo dolce bacio. Il suo tocco delicato sulla mia pelle e i suoi profondi occhi verdi smeraldo incastonati come due perle preziose. Improvvisamente una luce seguita da una vibrazione mi richiamarono alla realtà, guardai il display, mi era arrivato un messaggio da Harry. 

" Passo da te fra un' ora, preparati. " rimasi un po' spiazzata dal tono autoritario con il quale aveva scritto il messaggio, ma digitai una breve risposta di conferma e mi alzai.

Bussarono alla porta. 

"Arrivo, un' attimo! " urlai da dietro la porta.

Presi la borsa e aprì la porta. Un paio di occhi blu mi inchiodarono a terra.

 Lasciai cadere la borsa con la bocca spalancata. Le mie mani incominciarono a tremare, indietreggiai. 

Avevo perso il controllo del mio corpo. Quei occhi, inconfondibili. La mia memoria risalì a parecchi anni fa, nella mia camera da letto. Quei occhi. La porta che si chiudeva, le mie urla. La sua imponente altezza che faceva ombra su di me. Quei occhi. I miei abiti lacerati, che cadevano in brandelli sul pavimento. 

Mio padre.

Cercai di chiudere la porta della stanza, ma un grosso scarpone mi bloccò. I miei occhi si stavano erano riempiti di lacrime, mi sentivo persa. Corsi verso il bagno e questa volta fui più rapida di lui nel chiudere la porta. Mi rifugiai sotto il lavandino, mentre delle possenti mani picchiavano la porta susseguiti da terribili imprecazioni. Mi sembrò di rimanere lì ore, avevo la testa avvolta tra le mani premuta contro le ginocchia. 

Quella notte. Mia madre era andata a cena con delle sue amiche. Lei si fidava di lui. Lei ci credeva. E pure io. Ma poi... Un brivido mi percorse la schiena pensando ai avvenimenti passati.

Ad un tratto, sentì uno scossone. La porta, stava cercando di sfondare la porta. Mi misi ad urlare, rintanandomi sempre di più in me stessa.

" Megan! " sobbalzai al dolce timbro della sua voce. Harry. Lui era venuto, mi avrebbe salvata, ne ero certa.

" Hei ! Cosa pensi di fare, ragazzino? " lo ammonì mio padre. " Lascia stare, se non vuoi rischiare anche tu! " 

" Lasciala in pace! " urlò Harry. Furono le ultime parole che udì in quel momento.

 

HARRY 'S STORY: 

" Megan? Sono io Harry, ora puoi aprire la porta, non ti accadrà più niente, forza! " le dissi dolcemente.

Non ottenni risposta. Qualche secondo più tardi, sentì il rumore del chiavistello schiudersi.

Mi voltai verso il bagno. Eccola lì, la mia ragazza. I suoi bei occhi verdi ormai spenti, offuscati. Le sue rosee guance striate da righe nere, dovute al trucco, e quelle labbra, sempre così rosse, piene e inarcate in un sorriso, erano diventate soggetto di tristezza e malinconia. Le camminai incontro e la abbracciai. Lei era come persa in un mondo tutto suo, scappata dai tutti i problemi, dai doveri e dalle regole. Smarrita in una foresta dove tutto é migliore, alcuni lo chiamano paradiso, e forse questo é l' unico modo di nominarlo. 

Lei mi guardò e sussurrò: " Grazie... " la sua voce fioca, mi fece sentire colpevole per non essere arrivato in tempo.

Improvvisamente lei scappò dal mio abbraccio e corse al bagno, nel quale vomito per una ventina di secondi. Mi avvicinai e osservai la scena. Si rialzò e bevve un po' d' acqua dal rubinetto. 

" Vieni. " le dissi. Lei mi raggiunse singhiozzando.

La condussi fino all' entrata della sua scuola, dove ci attendeva una macchina.

"Andiamo a casa, grazie. " risposi.

Il viaggio in macchina sembrò durare un' eternità. Megan si appoggiò contro la mia spalla, chiudendo gli occhi. Decisi di chiuderli anche io, provare ad immaginarmi un mondo migliore. Un mondo nel quale esistevo solo io e lei. Ci addormentammo entrambi, uno accanto all' altro.

"Siamo arrivati. " la voce del conducente mi risvegliò. 

"Certo, grazie mille, arrivederci " ringraziai scendendo dalla macchina, dirigendomi sull' altro lato, dove risiedeva Megan.

La presi in braccio e la depositai sino al divano. Rimanemmo abbracciati a piangere tutta la notte...

 

MEGAN 'S STORY:

Mi trovavo su una spiaggia. La sabbia si espandeva infinita circondata da un ' acqua cristallina. Camminavo lungo quella baia per ore ed ore, alla ricerca di qualcosa, un segno. O forse semplicemente di me stessa.

Sapevo di non dover arrendermi. Avevo già vinto troppe battaglie per lasciarmi sconfiggere da brutti ricordi.

Mio padre. Il primo uomo nel quale riposi la mia più grande fiducia fin dalla nascita. L' uomo che dovrebbe esserci in ogni momento per me, sua figlia. Lui non c' é stato, mai. Non con lo spirito.

Improvvisamente la spiaggia viene rimpiazzata da una stanza buia, la prigione del mio cuore. 

Un luogo vecchio e tetro, senza un barlume di speranza. Vuoto. 

E una mano che afferra la mia trasmettendomi tutta la sicurezza perduta. La mano di Harry. 

I suoi occhi verdi che mi procurano l' energia necessaria per alzarmi e continuare il percorso, chiamato VITA.

Aprii gli occhi. Mi trovavo in una grande salotto arredato in modo moderno. Sul divano accanto a me, c ' era rannicchiato un' ammasso di ricci scuri. Avevamo passato tutta la notte assieme. Mi alzai per esplorare i dintorni dell' enorme casa condivisa fra i cinque giovani. Scesi le scale che mi portarono in cucina, nella quale si trovava Liam. 

" Buongiorno! " esclamai gioiosamente, facendolo sobbalzare.

" Hei ! Harry si é svegliato? Fra un' ora dobbiamo andare allo studio di registrazione. Lo svegli? " mi chiese.

Tornai al piano superiore e mi misi sopra Harry e gli sussurrai nelle orecchie:

" Buongiorno... É ora di alzarsi! Oggi ti aspetta una lunga giornata, dormiglione ! " 

"Mmmmmmmmmm... " ricevetti come risposta.

" Non farmi passare alle maniere forti... " dissi, provocatoria.

Non mi degnò di uno sguardo, motivo per il quale iniziai a baciarlo appasionatamente.

In quel momento la scena si capovolse. Harry si girò su di me e prese in mano la situazione afferrando lo schienale del divano, baciandomi selvaggiamente. Si alzò e mi portò in braccio fino alla cucina.

Ci sedemmo al tavolo per fare colazione in compagnia dei altri quattro ragazzi ancora addormentati.

" Che ne dici di venire con noi allo studio? " mi domandò Lou. 

" Davvero? Per me va bene, se non é causa di disturbo... " risposi, eccitatissima.

" Megan studia in una scuola di canto, quindi immagino che sia il suo sogno, entrare in uno studio di registrazione. " disse Harry. 

Arrossii leggermente quando mi ritrovai gli occhi di tutti puntati addosso. Mi chiedevo a cosa stessero pensando.

 

HARRY 'S STORY:

Sembrava si fosse dimenticata di tutti gli avvenimenti successi la scorsa notte. Come se non fosse successo assolutamente nulla. D' altronde dopo aver risvegliato in lei ricordi ancora freschi, era meglio se non ci pensasse più e si distraesse un po`. Portarla allo studio era stata un' ottima idea.

Salimmo sulla macchina e per tutto il percorso, i ragazzi fecero domande a Megan, sulla musica, sulla sua scuola, su dove vivesse,... Lei rispondeva cordialmente, ma sapevo che si sentiva abbastanza sotto pressione. Mi piaceva la sua timidezza. Era una cosa incredibile vedere tutte le emozioni che la colpivano per ogni singola domanda. Ma sono sicuro che se conosce meglio le persone diventa una pazza scatenata.

E io non mi sarei perso il momento in cui avremmo avuto più confidenza. Non l' avrei lasciata scappare come le mie altre ragazze. Sapevo che era forte. Avrebbe resistito, lei. Forse no, forse tutto ciò a cui stò pensando in questo momento, é dovuto al fatto che ho davvero bisogno di lei. 

Una domanda mi colpì in piena faccia durante i miei pensieri.

" Cosa? " domandai.

" Sempre il solito pensatore... Ma cosa gli hai fatto? In questi giorni non c' é mai?!? " domandò Liam a Megan, la quale mi sorrise.

Scendemmo dalla macchina. Presi per mano Megan e la feci entrare nello studio dove ci aspettavano i manager. Andammo nella sala dove avremmo inciso il nostro nuovo singolo: Best Song Ever.

" Hei Dave, può restare qui con voi, mentre cantiamo? " chiesi al

" Certo! Piacere io sono Dave. " disse rivolgendosi a Megan.

" Megan. Piacere mio " rispose lei, stringendogli la mano.

Le diedi un leggero bacio sulle labbra prima di sussurrarle: " Ti amo ".

 

MEGAN 'S STORY:

" Ti amo. "

Delle semplici parole in grado di cambiarti l' espressione in una giornata. Delle parole sicure, senza doppi sensi che riescono a farti provare emozioni incomprensibili. Senza le quali la vita é noiosa, monotona e priva di felicità. Questo per quanto mi riguarda almeno.

Poche volte ho potuto di godere di questo tipo di felicità. Ma nessuna delle mie esperienze passate poteva essere comparata con questo momento. Il modo di Harry. La sua voce mi rimbomba ancora nelle orecchie. 

É davvero difficile esprimerla a parole. La felicità é un sorriso, é libertà e una scelta.

 

Harry parlava ancora con Dave che mi si avviccinò e mi chiese:

" Harry mi ha detto che ti piace cantare, vuoi che ti spiego come funziona uno studio? "

" Mi piacerebbe tanto, grazie. " risposi.

Passammo un quarto d' ora a esplorare quel mondo a me ancora sconosciuto nel quale volevo assolutamente entrare a far parte.

" 10 secondi e si comincia! Kiss You. " urlò un collaboratore.

I ragazzi erano seduti di fronte ai microfoni, tranquilli, senza un minimo di agitazione. 

 

Oh, I just wanna take you anywhere taht you like. 

We could go out any day, any night

Baby, i' ll take you there, take you there

Baby, I' ll take you there, yeah

 

Oh, tell me, tell me, tell me how to turn your love on

You can get get anything that you want

Baby, just shout it out, shout it out

Baby, just shout it out, yeah

 

And if you

You want me too

Let' s make a move

 

So tell me girl if eveytime we touch

You get this kinda rush

Baby, say yeah yeah yeah

if don' t wanna take it slow

And you just wanna take me home

Baby, say yeah yeah yeah

And let me kiss you.

 

L' ultima frase la pronunciò Harry. Mentre la disse mi guardò sorridendo.

" Break ! " esclamò lo stesso uomo di prima.

" Allora? Ti é piaciuto? " domandò Dave.

" Sì grazie, spero che un giorno potrò raggiungere anche io, il loro livello. " dissi raggiante.

Improvvisamente delle calde mani mi si appoggiarono sui fianchi, mi girai e trovai Harry con la sua sovrastante altezza chino su di me. 

" And let me kiss you. " canticchiai appoggiando la mia fronte alla sua. 

Harry sorrise, facendo riemergere le sue fossette, quelle che tanto adoravo. 

Mi prese per mano e andammo in una sala dove c' erano cuscini sparpagliati ovunque, ci sedemmo.

" Abbiamo cantato bene? " chiese Niall intento a bere una bibita.

" Altroché ! Poi questa canzone mi piace particolarmente. " esclamai.

" Ora vogliamo sentire cantare te, però... " disse Lou.

" Sapevo che c' era una fregatura, non poteva essere tutto così bello e perfetto. " dissi sorridendo.

" Dai. In fondo vai in una scuola di canto... Prima o poi dovrai cantare davanti a qualcuno. " mi incoraggiò Zayn.

" Va bene... " dissi esitante.

 

I heard

That you' re settled down

That you

Found a Girl

And you' re 

Married now

 

I heard

That you dreams came true

I guess she gave you things

I didn ' tgive to you

 

Old friend, why are you so shy ?

It ain' t like you to hold back or hide from the lie.

 

I hate to turn up uot of the blue uninvited,

but i couldn' t stay away, I couldn' t fight it, 

I had hoped you' d see my face

and that you' d be reminded that for me it isn' t over.

 

Never mind, I' ll find someone like you, 

I wish nothing but the best for you too,

Don' t forget me, I beg,

I remember you said, 

" Sometimes it lasts in love, 

But sometimes it hurst instead, "

Sometimes it lasts in love,

But sometimes it hurst instead, yeah.

 

Era la canzone più difficile che stavo imparando a cantare. 

La mia insegnante, Zara, dice che riesco a impersonificarmi bene nel personaggio dal cuore infranto, e che il pezzo mi usciva bene, ma gli acuti erano ancora distanti dalla perfezione. 

Ci fù qualche istante di silenzio, poi Liam disse:

" Hai una voce davvero stupenda... " 

" Grazie, ma in realtà la mia insegnate dice che dovrei perfezionare ancora gli acuti. " risposi imbarazzata.

" Non ce l' aspettavamo, vero ragazzi? " disse Zayn ridendo.

Erano davvero tutti quanti sotto choc.

" In questi anni di fama abbiamo incontrato davvero un sacco di gente, che prima ascoltavamo come gente comune, ma mai avrei immaginato di essere in uno studio, con una futura star ! " esclamò Niall.

 

HARRY 'S STORY:

Afferrai la mano di Megan, che come per la maggior parte delle volte era intenta a sognare ad occhi aperti. Non la potevo biasimare, anche io quando abbiamo ottenuto il contratto discografico ero rimasto incantato dalla stupefacenza del luogo. Una casa discografica. Il sogno per ogni artista musicale. Dove hai la possibilità di raggiungere il successo e di fare quello che ti permette di vivere, cantare. La musica. Penso sia l' invenzione più grande che esista al mondo, e anche la più utile. Senza musica ci sono persone che si sentono perse, che si lasciano andare. La musica aiuta tutti. 

Ti raccoglie dalla strada e ti fa danzare sulle nuvole, ti rende felice nei tuoi momenti più bui. É come una leggera brezza che ti avvolge e questo é il segnale del legame che c' é fra te e lei. 

La musica é essenziale per la sopravvivenza interiore.

 

" Dove hai intenzione di portarmi?" mi domandò Meg.

" Hai fame? " le chiesi.

" Dipende da dove mi porti... Andiamo da Pizza Hut? " disse lei con uno sguardo malizioso.

Le sorrisi annuendo. Avevo bisogno di andare in un luogo pubblico e distrarmi un po' . Con la mia ragazza.

La guardai mentre mangiava la sua pizza. Era davvero magnifica. Il modo buffo nel addentare quel trancio fumante. I suoi capelli che le ricadevano sulle spalle.

Alzò lo sguardo.

" Cosa c' é? " chiese a bocca piena.

" Sei fantastica quando mangi. Il modo in cui inghiotti boccone dopo boccone é una visione unica. " risposi sorridente.

Iniziò ad arrossire masticando lentamente, per poi pulirsi le labbra con il tovagliolo.

Sul tavolo calò un silenzio tombale. Nessuno dei due sapeva cosa dire.

Deposi la mia mano sopra la sua e gliela strinsi dolcemente. Volevo rassicurarla senza l' utilizzo delle parole, per non rovinare il momento.

Le sue iridi verdi costellate da migliaia di pagliuzze dorate si illuminarono al mio tocco. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FANFICTION 

 

CAPITOLO 1

HARRY 'S STORY: " I, I wanna save you, save you, save you tonight."

L' ultima canzone finì. Ero stanco e sudato, non vedevo l' ora di potermi rilassare tranquillamente, ma sapevo che ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo prima di poter fare ciò.

Ringraziammo calorosamente le fan e ci dirigemmo dietro le quinte, per cambiarci.

Come al solito discutemmo delle fan, dei loro innumerevoli cartelloni e del concerto in generale.

Dopo mezz'ora uscimmo dall' Arena per raggiungere l' Hotel.

All' entrata, altre fan ci aspettavano, ma la sicurezza ci permise solo di fare una foto con qualcuna di loro. Detestavamo la sicurezza quando ci impediva di fare foto o autografi. Sappiamo bene, cosa significa per ogni fan poter ricevere un po' di attenzione dal proprio idolo. 

Dopo di che ci dirigemmo verso la nostra suite per prepararci a uscire.

 

MEGAN 'S STORY: Camminai a passo svelto nel traffico londinese. 

Quella sera, io e Cheryl, ci saremmo dovute trovare sotto la mia scuola per le 8:00, per poi andare a cenare in un Pub. 

Cheryl, era una mia cara amica d' infanzia con la quale ho condiviso bellissimi momenti passati a ridere, scherzare, ballare, cantare, disegnare,...

Ci eravamo conosciute in una scuola di ballo italiana, nella quale entrambe eravamo andate per la nostra passione, la danza. Allora la separazione dai miei amici e dai miei familiari era stata molto dolorosa, ma col tempo mi innamorai di Milano e del teatro La Scala, la nostalgia passò, e mi affezionai ogni giorno di più al ballo. Restai quattro anni laggiù, poi decisi di tornare in Inghilterra a studiare  un' altra mia passione, il canto.

 

HARRY 'S STORY: Quella sera sarei dovuto uscire con il mio caro amico Will, ci conoscevamo fin dalla prima media, quando ero ancora un ragazzo come tanti altri. Spesso mi mancano quei giorni. Dove potevo uscire di casa senza soffocare in una mandria di ragazze impazzite, o di poter stare in un ristorante senza che debbano riservarmi una stanza a parte per non essere disturbato, potermi vestire come voglio, senza dover essere sempre presentabile per la stampa, oppure semplicemente uscire con una ragazza con la quale voglio fare amicizia, senza che ci facciano una storia fra me e lei. Certo sono felice della mia situazione, e non la cambierei per nulla al mondo. Apprezzo tutte le fan che ci vengono a trovare all' Hotel, é bello sentirsi così importanti per qualcuno fino al punto di essere atteso in qualunque luogo tu vada. É incredibile pensare a tutto quello che ci é capitato in così poco tempo. Solo due anni fa eravamo ancora ad X Factor.

Volevamo andare in un bar e più tardi andare in un locale a divertirci dove probabilmente ci avrebbero raggiunti anche Niall, Louis, e altri due loro amici, Gary e Jaycob.

 

MEGAN 'S STORY: Erano le 7:20. 

Andai in bagno e mi feci una doccia bollente. Indossai un tubino nero con delle scarpe col tacco. Mi truccai e scelsi una borsa da abbinare. La riempì con cellulare, sigarette, portafoglio e le chiavi della stanza. Scesi verso l' entrata, erano le 7:55.

Alle 8:00 in punto, una ragazza corse verso di me, urlando il mio nome. 

Era Cheryl.

Le corsi incontro e ci abbracciammo affettuosamente.

Ero così felice di vederla! Da quando io avevo deciso di tornare a Londra, io e lei ci eravamo sempre tenute in stretto contatto, e ora lei era ritornata in Inghilterra per un mese intero. Era cambiata tantissimo da come la ricordavo, erano passati 5 anni, ed era davvero bellissima! Portava dei tacchi neri non troppo alti, che mettevano ancora di più in evidenzia le sue lunghe gambe snelle avvolte in una minigonna, indossava una camicetta a righe nere e bianche, il suoi occhi color nocciola erano sempre gli stessi, dolci e profondi, risaltati dai capelli mori ondulati.

Al suo collo pendeva un ciondolo a forma di scarpa da danza, quella che ci eravamo scambiate una vita fa. Stavo per mettermi a piangere, quando lei mi riabbracciò forte e sussurrò: "Su, vieni qui, non devi piangere. Non ci siamo viste per cinque anni, ma ora sono qui e recupereremo tutto il tempo perduto." detto ciò, mi riguardò e disse: "Andiamo? É ora di ricordare la mia buona vecchia Londra! E racconta, forza, come stai?!"

Era identica. Sempre così attiva e felice. La condussi fino al ristorante e lì parlammo del più e del meno.

 

HARRY 'S STORY:  All' uscita dal bar decidemmo di prendere la metropolitana per raggiungere il locale, si trovava nel quartiere Notthing's Hill, e saremmo arrivati in 2 minuti. Io, Niall e Louis, sapevamo che non avremmo dovuto andare in un luogo pubblico senza la sicurezza, Paul ce lo aveva proibito. Ma decidemmo che una volta tanto si poteva anche fare... 

Qualche ragazza ci salutò e ci chiese di fare delle foto.

Quella sera ci saremmo di sicuro divertiti molto, nel locale avremmo potuto ballare, scatenarci come matti, flirtare con belle ragazze, bere,... ma mentre ero perso nei miei pensieri e stavamo svoltando l' angolo di una strada, andai a sbattere contro una ragazza, che dallo scontro cadde a terra.

" Scusami tanto, non  ti ho vista! " le dissi aiutandola a rialzarsi.

Aveva forse 2 anni in meno di me, occhi verdi dalle lunghe ciglia nera, e dei morbidi capelli castani ondulati le ricadevano sulle spalle. 

Lei mi sorrise e disse " Niente, tranquillo. Sono io che dovevo guardare dove andavo, mi dispiace. " 

Quando alzò lo sguardo, incrociò i miei occhi e arrossì, facevo sempre uno strano effetto alle ragazze, e questo mi piaceva. Poi la sua amica la trascinò via dalla mia vista, salutandoci.

Io le guardai andarsene e notai che per terra era rimasto il suo cellullare, le chiamai per riportarglielo, ma poi pensai che mi sarebbe potuto essere utile.

 

MEGAN 'S STORY:  Mi ricordo ancora i suoi profondi occhi verdi, i lineamenti perfetti delle sue labbra e quei muscoli contro i quali mi ero scontrata, le sue braccia salde con le quali mi aveva risollevata, e quella voce così calda e rassicurante. Ma sapevo che  avrei dovuto dimenticarlo, i ragazzi come lui sono quelli che non vogliono cose serie, che pensano solo al sesso e a divertirsi, e poi io non li avevo di sicuro lasciato un ricordo di me in quei pochi secondi passati uno di fronte all' altro. 

Cheryl mi guardava con aria interrogativa, anche se ero sicura che avesse capito perfettamente a cosa stavo pensando.

" Ti piace, non é vero? " mi chiese, sorridendo.

" Chi? " chiesi come se non fosse ovvio.

" Smettila, ti conosco troppo bene. Il ragazzo di prima, ti piace. " affermò decisa prima di ridacchiare.

" Non lo conosco nemmeno! " ribattei decisa. " E poi sai benissimo che tipo sono io, non ho mai avuto una storia seria. " aggiunsi.

Sapevo che probabilmente Cheryl aveva ragione, ma non era possibile che avessi preso una cotta per un ragazzo di cui non conoscevo neanche il nome.

Guardai l' ora, erano le 11:37. Dovevo assolutamente chiamare mia madre.

Frugai nella mia borsa alla ricerca del telefonino, quando mi accorsi che non c' era.

" Cheryl! Il telefonino, l' ho perso." esclamai.

Lei mi prese la borsa e guardò al suo interno, non lo trovò.

" Tieni, ti presto il mio. " 

" Grazie. " Dissi.

 

HARRY 'S STORY:  Al locale rimasi quasi tutto il tempo seduto al bancone del bar, a guardarmi attorno, poi mi ricordai dell' oggetto trovato a terra poco prima.

 Era acceso e mi mandai un messaggio, per avere il suo numero. 

Ad un tratto, una mano mi si appoggiò sul petto per poi scendere sempre più giù. 

Mi girai e davanti a me, una ragazza rossa, con il rossetto sbavato e una scollatura piuttosto profonda mi disse: " Buonasera tesoro. Io sono Vicky, piacere di conoscerti. Sei nuovo qui? " aggiunse, spostando le sue mani sul cavallo dei miei pantaloni.

" lo sono Harry. " risposi.

Per tutta la serata Vicky mi continuò a girare attorno, mi offriva da bere, mi toccava, mi parlava di sé, delle persone che frequentavano il locale più spesso, finché non mi chiese di ballare con lei. 

Ci spostammo al centro della pista, dove Louis stava già ballando con quattro ragazze. 

Vicky iniziò ad avvicinarsi sempre di più a me, finché non mise le sue mani su tutto il mio corpo. Dopo un po' di tempo, mi spinse sul divano al lato della pista e si mise a cavalcioni su di me, poi si avvicinò al mio orecchio e cominciò a baciarmi e sussurrò: " A casa tua? " 

Io la guardai mentre lei attendeva risposta. Decisi di agire nel migliore dei modi spingendola da parte, raggiungendo i miei amici.

Alle 5:00 lasciammo il locale. Will andò a casa sua a piedi, con Jaycob e Gary. Mentre io, Louis e Niall avevamo la macchina che ci veniva a prendere. 

" Allora ? Com' era La Rossa? " mi chiese ridendo Louis. 

" Provocante. " risposi ridendo.

" Tu piuttosto? Eri lì con 4 ragazze!!! " aggiunse Niall.

" Mi piace tanto ricevere delle attenzioni femminili ! " ribatté Lou.

Io stavo ancora pensando alla ragazza della strada. Era davvero bellissima.

 

MEGAN 'S STORY: DRINNNNN!!!!!

Erano le 8:30. Ma per fortuna le lezioni iniziavano alle 11:00. 

Mi preparai e scesi all' entrata della UNIVERSITY QUEEN ELISABETH.

Indossavo dei jeans, una felpa e delle All Stars nere e la mia cartella, con all' interno matita, gomma, blocco da disegno e l' Ipod. Mi diressi verso la metropolitana. Mi aspettavano solo 2 fermate prima di scendere a Hide Park.

Mi piace prendere la metropolitana, piena di gente nuova da osservare, turisti che imparano a spostarsi con i mezzi di qui, uomini che vanno al lavoro. É un' ambiente caloroso e pieno di vita. Mi piace.

Uscì all' aria aperta con le cuffiette infilate nelle orecchie ascoltando le note delle The Saturdays.

Venivo quasi tutti i sabati a Hide Park, spesso per stare fra me e me, altre volte per correrre e tenermi in forma, oppure come oggi, venivo a disegnare. 

Cheryl, avrebbe preso il treno e sarebbe andata nel West Midlands, dove abitava la sua famiglia. Ci avrebbe passato il weekend, per poi tornare a Londra a spassarsela con i suoi vecchi amici, che non vedeva da tempo.

Trovai una panchina e mi ci sedetti. Ben presto gli scoiattoli mi accerchiarono in cerca di cibo, che io gli portavo sempre. Feci uno schizzo di uno di loro.

Ero assorta nei miei pensieri quando una mano mi sfiorò la spalla, sussultai e mi voltai di scatto. Due occhi verdi smeraldo mi inchiodarono sul posto.

" Credo che tu abbia perso questo. " disse il ragazzo riccio, indicando il telefono che aveva in mano. Lo guardai e riconobbi il ragazzo che mi aveva investito il giorno prima. 

" Gr-gra-grazie " farfugliai imbarazzata. Lui sorrise scoprendo così dei denti perfettamente candidi.

" Prego, bella. " rispose. 

" Ma come hai fatto a sapere che ero qui, per potermelo riportare? "

" Sono molto informato sulla tua vita privata. " scherzò. Poi aggiunse: " Ho chiamato tua madre e mi ha detto di chiamare una certa Cheryl che sapeva dove saresti stata, ed eccomi qui! " concluse.

" Piacere io sono Harry, e tu come ti chiami? " 

" Io sono Megan, piacere mio. "

" Non sei di Londra vero? Cosa ci fai qui? " mi chiese lui, gentilmente.

" Sono nata a Glasgow, e la mia famiglia risiede tutt' ora laggiù. Sono a Londra per studi. " risposi.

 Mi chiedevo perché una come me potesse interessarli tanto.

 

HARRY 'S STORY: Dopo le mie tante domande si vedeva che era a disagio.

Mi piaceva quando una ragazza si sentiva imbarazzata da me, succedeva molto spesso. Volevo conoscerla meglio, ma non era facile con una ragazza  timida, ma forse é ciò che mi ha stimolato a continuare il mio interrogatorio.

" Quanti anni hai? Io 19. " le chiesi.

" 18." Fu la sua risposta breve. 

A quel punto capì che c' era davvero troppa tensione. Mi alzai, la guardai, le presi le mani e la feci alzare.

" Dove mi porti? " chiese lei, impaurita.

" Ti offrò un caffé. " dissi fermamente. Lei non osò ribattere.

Camminavamo lungo i sentieri di Hide Park fin quando non raggiungemmo l' uscita.

" Vieni spesso qui? " Le chiesi. 

" Ogni sabato, mi piace potermi sentire libera, senza la preoccupazione del lavoro e dello studio. Proprio come gli uccelli o gli scoiattoli. Vengo a spesso a disegnare.

E tu? "

" Non vengo. " dissi. " Mai da solo " aggiunsi duramente.

Lei rimase colpita dalla durezza della mia voce e mi guardò.

" Perché? " domandò.

" Troppa gente " sospirai. " Oggi ho fatto un sacrificio."

In realtà i bodyguard erano sparsi per il parco vestiti come gente comune. Per quel motivo speravo che non ci fossero delle fan, che mi avrebbero visto e riconosciuto.

Lei era una delle poche ragazze che stavo iniziando a conoscere che non sapeva della mia fama. `

La portai nello Starbucks più vicino. 

" Cosa prendi? " le chiesi.

" Scegli prima tu. " disse.

" Niente storie, decidi. Prima le signore. " 

" Va bene. Allora imparerai a conoscermi. " disse lei con un sorriso beffardo sulle labbra.

" Prendo un caffé lungo con panna e caramello,.... " ed un' altra serie di ingredienti strambi.  Lei sorrise, e aggiunse " Cosa ti avevo detto? "

" Io prenderò un espresso semplice, grazie. " dissi sorridendo.

" Grazie " . Pagammo e uscimmo a farci un giro per la città.

" Dov' é la tua scuola? " domandai.

" Vicino alla piazza Piccadilly Cyrcus. " rispose.

" Cosa studi? "

" Musica, canto. "

 

MEGAN 'S STORY:  Ero sicura che Cheryl avesse fatto apposta a organizzare quella specie di appuntamento, ma dovevo ammettere che la cosa non mi dispiaceva minimamente. Harry era un ragazzo simpatico, gentile e sembrava davvero interessato alla mia vita privata. Ma a me non dava fastidio, mi sentivo di potermi fidare di lui, anche se ero abbastanza in imbarazzo a parlare con lui.

Decisi di iniziare a facilitare la conversazione partecipando maggiormente. 

" Raccontami un po' tu, dove vivi, il tuo lavoro, studi? "

La mia improvvisa reazione estroversa deve averlo stupito un po' ma mi rispose:

" Sono nato in una cittadina di nome Holmes Chapel nello Cheshire, a 16 anni lavoravo part-time in una panetteria mentre studiavo business, giurisprudenza, sociologia,... Poi ora lavoro come cameriere in un ristorante e vivo a Londra. " disse. Non mi sembrò molto convinto.

" E tu? Raccontami altre cose su di te " domandò pochi istanti dopo.

" Io sono a 12 anni sono andata in Italia, a Milano nella famosa scuola di danza, La Scala, e per quattro anni sono rimasta a studiare lì, ma dopo ho avuto vari problemi e ho preferito tornare in Inghilterra. Ho ripreso l' ultimo anno nella mia scuola a Glasgow e a 17 anni sono arrivata a Londra a studiare musica, nella UNIVERSITY QUEEN ELISABETH. " raccontai tutto ciò con naturalezza.

" Ti sembrerò forse indiscreto, ma che tipo di problemi avevi nella scuola di danza?" domandò dolcemente.

" Scusami, ma sono davvero dei brutti ricordi e preferirei non parlarne. " li dissi in tono un po'  brusco.

Erano le 12:00. Avevo saltato l' ora di matematica, ma non mi importava. 

" Scusa; hai ragione, in fondo non ci conosciamo neanche, non devi parlarne con me, sono stato davvero troppo curioso. " disse tranquillamente.

" Ma figurati. Non é grave. Ora scusa, ma avrei saltato già un' ora di matematica e dovrei tornare alla scuola. " dissi rassicurante.

Lui mi guardò e sorrise. Mi mancò il fiato, quei occhi, quel sorriso, era perfetto.

" Mi dai il tuo numero? " 

La domanda mi lasciò perplessa, poi reagì.

" Ok " strappai un pezzo di carta e gli scrissi il mio numero, glielo tesi.

" Grazie bella " disse, facendomi l' occhiolino.

Eravamo giunti fino ad un' entrata della metropolitana che avrei preso per tornare a scuola. 

Stavo per salutarlo, quando lui mi baciò la guancia e sussurrò all' orecchio:

" Stasera ti voglio pronta per le 7:00, passo io a prenderti. "

Poi se ne andò e mi lasciò lì, imbambolata.

 

CHERYL 'S STORY: Quella mattina ero partita alle 9:00 dalla stazione Victoria per andare a Gatwick, da lì avrei preso un' altro treno che mi avrebbe portata direttamente a Wolverhampton dove c' era mio fratello maggiore Carl, che era venuto a prendermi. Adoravo Carl, era sempre stato buono con me, mi aiutava a scuola, quando prendevo brutti voti, mi curava quando mi facevo male giocando, mi faceva sempre dei regali quando tornava dai suoi viaggi in giro per il mondo, oppure c' era sempre quando mi dovevo confidare con qualcun' altro al di fuori di Megan, per parlare delle maestre di danza o soprattutto della mia acerrima rivale, Cynthia Roberts, una delle migliori ballerine del Teatro La Scala, una di quelle ragazze sempre piene di sé, che vogliono essere migliori in tutto, e quando le chiedi consiglio su un passo di danza o altro, non ti aiutano per timore che tu possa diventare più bravo di lei.

Guardai fuori dal finestrino del treno, mi sembrava tutto tanto diverso, tutto più vecchio e triste. Improvvisamente avvistai Carl che si sbracciava sorridendo, li feci un cenno con la mano e aspettai il mio turno per scendere dal treno. Gli corsi incontro e gli saltai fra le braccia.

" Hei, calmina! Sei diventata un po`più grande di quando avevi 7 anni! " disse abbracciandomi.

" Mi sei mancato così tanto! Anche tu sei diventato più grande, mi ricordo che qualche anno fa eri 10 cm più basso di me. " risposi.

" Andiamo a casa, che mamma e papà sono impazienti di rivederti. " disse conducendomi fino alla macchina.

Arrivammo a casa. Era stranamente silenziosa, me la ricordavo davvero diversa. Mi soffermai qualche secondo davanti al cancello di legno che circondava la nostra dimora. 

Carl mi mise una mano sulla schiena e mi invitò ad entrare. Varcai la soglia e rimasi sbalordita da come era colorata. Cartelloni, palloncini e ogni genere di decorazioni colorate. Ripercorsi tutti i corridoi fino ad arrivare nella veranda, dove mi attendevano i miei genitori. Mamma e Papà. Erano cambiati davvero tantissimo, sembravano invecchiati di 20 anni. Li corsi incontro e li abbracciai.

Mi erano mancati talmente tanto. A Milano, venivano solo due volte all' anno a causa dei nostri problemi economici. Papà faceva il cuoco in un piccolo ristorante mentre mamma faceva la cameriera di giorno e la notte o nel tempo libero scriveva dei romanzi che le fruttavano un piccolo stipendio in più.

Con questi salari dovevano mantenersi, mi pagavano la scuola di danza e gli studi delle mie due sorelline, Caroline e Alicia entrambe di 13 anni. 

Erano proprio quei sacrifici che mi procurarono la forza di lavorare duramente nella scuola, ottenendo grandi risultati, volevo assolutamente renderli fieri di me. 

Passammo tutto il pomeriggio a raccontarci tutti gli avvenimenti successi in questi ultimi anni. Era bello essere tornata a casa. Finalmente avevo la sensazione di avere una residenza fissa, non come quando ero ' ospite ' della scuola. Mi sentivo al sicuro all' interno di quelle mura, circondata dalla mia famiglia. 

La sera chiamai Megan, volevo assolutamente sapere com' era andato l' incontro con il ragazzo misterioso!

 

HARRY 'S STORY: Dopo che l' avevo portata da Strabucks, Megan sembrava essersi rilassata maggiormente, forse col tempo non l' avrei più messa a disagio. Quella sera avevo già programmato che sarei passato a prenderla per le 7:00 e l' avrei portata in uno dei ristoranti più famosi londinesi, il The Ivy. 

Paul avrebbe finto di essere l' autista per poter controllare che nessuno mi si avvicinasse troppo. Detestavo quella situazione. Se almeno lei sapesse chi sono davvero! Ma non credo che mi apprezzerebbe allo stesso modo se sapesse come cambierebbe la sua vita coinvolgendola in qualcosa di serio. Tutto ciò a causa della mia fama. Vorrei poterla conoscere meglio, prima di pensare davvero a qualcosa di più. 

Ma so riconoscere le ragazze giuste da quelle sbagliate, e penso che questa sia una di quelle che non ti capitano molto spesso nella vita. Una perla rara che non mi conosceva.

Ero sdraiato sul divano, ma si vedeva che ero agitato. Per la prima volta in tutta la mia vita ero preoccupato di uscire con una ragazza. Ho sempre saputo risolvere una situazione con ognuna di loro, ma con lei mi sentivo quasi perso, non sapevo che strada prendere. 

Zayn mi vide e capì immediatamente che qualcosa non andava.

" Cosa succede? Perché sei così agitato? " chiese lui.

" Non sono agitato. É solo che stasera esco con una ragazza... " risposi bruscamente, non volevo dargli troppe informazioni.

" Dove la porti? " continuò.

" The Ivy, pensi che sia il posto adatto per un primo appuntamento? " domandai insicuro.

" Penso che sia romantico. Racconta, quando passi da lei? "

" Alle 7:00. L' ho incontrata ieri sera, prima di andare al locale, e destino ha fatto che la dovessi rivedere per consegnarle il cellulare che aveva perso... Ma non la conosco. Forse dovrei andarci piano, in fondo non sono sicura che sia quella giusta, e dovrei conoscerla meglio. " conclusi sospirando.

" Forse sì, ma allora non l' avresti invitata. E se il tuo istinto ti ha detto di conoscerla, hai fatto bene. " rispose, poi aggiunse " É una fan? "

" No, non ha idea di chi sono. Mi sono inventato che faccio il cameriere. E se ora pensa che sono un bugiardo, e mi rifiuterà? "

" Diglielo stasera, più aspetterai più la situazione peggiorerà. "

" Già, forse hai ragione, grazie mille Zayn. Sei un amico. " dissi.

 

MEGAN 'S STORY: Ero così emozionata. Harry mi aveva invitata ad uscire. Quella mattina avevo avuto modo di conoscerlo più a fondo, ed era un ragazzo davvero dolcissimo. Chiamai Cheryl per raccontarle la novità. 

Suono qualche volta poi rispose una giovane voce femminile, era sicuramente una delle due sorelle, Caroline e Alicia.

" Pronto? " risposero all' altro capo del filo.

" Ciao, sono Megan, l' amica di Cheryl, tu chi sei? Caroline o Alicia? " domandai.

" Ciao Megan ! Io sono Alicia, scusa ti passo subito Cherry. " Si sentì un urlo e poi dall' altro lato sentì una voce familiare.

" Hei! Allora, ti é piaciuta la mia sorpresa? " mi chiese Cheryl.

" Hei, abbastanza da farmi portare fuori a cena. " esclamai felice.

" Wow, non ci credo, di già? Non perde tempo questo!!! Come si chiama? É simpatico? " 

" Si chiama Harry, ha 19 anni ed é simpaticissimo, fra poco devo andare, ti richiamo domani? " chiesi.

" Ok, allora ci sentiamo domani mattina, Ciaooo " disse chiudendo la telefonata.

Mi iniziai a preparare per la cena, quando mi arrivò un messaggio da uno sconosciuto: 

" Mettiti un vestito elegante, ti porterò in un ristorante. " Firmato: Hazza.

Gli risposi, e cercai qualcosa di carino da mettermi, un vestito bianco elegante con delle ballerine rosse, mi truccai e aggiustai i capelli. 

Erano le 6:45 e avevo ancora un quarto d' ora di tempo, perciò decisi di stendermi sul letto.

A risvegliarmi fù la suoneria del cellulare. Risposi immediatamente.

" Ciao sono sotto la tua scuola, scendi? " sussultai al suono della voce di Harry.

" Sì arrivo" dissi.

Mi risistemai il viso, mi guardai allo specchio.

Scesi.

 

HARRY 'S STORY: La vidi scendere attraverso le grandi porte di vetro della sua scuola. Era davvero magnifica. 

" Buonasera. " la salutai con gentilezza.

" Buonasera " rispose educatamente lei. Ma la sua testa sembrava persa altrove.

" Tutto ok? " le chiesi.

" Sì grazie. " 

Entrammo in macchina, dove rimanemmo entrambi silenziosi. Poi decisi di rompere il ghiaccio: " Ti porto al The Ivy, ti piace? " 

" Non ci sono mai stata, ma ho sentito che ci sono stati dei VIP, o sbaglio? "

" Già é vero. L' ho scelto così potrai sentirti come una star, e poi chissà che non ne troviamo una sul serio. " dissi sorridendo.

" Domani hai scuola? " domandai.

" No, é domenica " rispose, guardandomi dritto negli occhi. 

Ci guardammo a lungo senza dire niente, poi lei distolse lo sguardo. Mi misi a ridere. 

" Perché ridi? " mi chiese lei, con uno sguardo interrogativo.

" Perché nessuna ragazza finora é riuscita a sostenere il mio sguardo... " 

Arrivammo a Covent Garden, adoravo quella piazza, dove puoi venire quando non sai dove andare, e sai che troverai sempre un gruppo di persone che danno degli spettacoli di qualsiasi genere, parlare con altra gente, startene per conto tuo,... 

Entrammo nel ristorante dove il maggiordomo ci condusse in un tavolo in fondo alla sala. Ci fece accomodare e lo ringraziai.

La cameriera arrivò puntuale a prendere le ordinazioni. 

" Avete scelto? " ci chiese.

" Io prenderò il ' Fillet of sea bream ' grazie. " risposi.

" Io il ' Deep-fried haddock' per favore. "

La cameriera ci sorrise e se ne andò con le sue ordinazioni.

Per tutta la serata, parlammo un po' del più e del meno, e scoprimmo tutti e due cose nuove sull' altro. Dopo due ore passate a cenare e a discutere, lei uscì sulla terrazza del ristorante a fumare una sigaretta. La raggiunsi dopo aver pagato il conto. 

Arrivai a passo leggero da dietro di lei, la afferrai dalla vita, lei si girò di scatto e ci ritrovammo molto vicini.

Ci guardammo a lungo negli occhi poi io avanzai e lei indietreggiò, fino ad arrivare alla ringhiera della terrazza, l ' alzai facendola sedere sopra il balcone. Lei mi passò le mani fra i ricci e ci baciammo fino a far diventare il bacio quasi selvaggio. 

Ad un tratto mi scostai da lei e le dissi:

" Ti devo dire una cosa molto importante. "

 

MEGAN 'S STORY: Non avevo idea di cosa mi stesse per dire Harry. Sembrava davvero preoccupato.

" Tranquillo, a me puoi dire qualsiasi cosa. " gli dissi prendendoli il viso fra le mani.

Si guardò intorno nervosamente, la cosa sembrava davvero importante, e stavo iniziando a preoccuparmi seriamente.

"  Forza. Di cosa si tratta? " lo incitai dolcemente.

" Ti ho mentito stamattina, dicendoti che lavoro in un ristorante. " disse lui.

Era davvero bellissimo, la luce della luna illuminava il suo viso, le sue labbra dai tratti così perfetti, quegli zigomi irrigiditi, i ricci che li ricadevano ribelli sulla fronte. Ma quei occhi verdi. Potevi leggerci tutto  un passato di felicità, difficoltà, sfide, avventure. Quando sorrideva li brillavano come due perle al sole.

Mi avvicinai ancora a lui, per baciarlo. Non mi importava ciò che stava per dirmi o fare, per me c' eravamo solo io e lui, nessun' altro. Non mi importava se lo frequentavo solo da un giorno, se sapevo così poco di lui, avrei imparato a conoscerlo col tempo. Ma di una cosa ero sicura. Io avevo bisogno di lui, ne sentivo il richiamo del mio battito che accellerava, in quel momento lui era il mio tutto.

" Io... " iniziò lui, ma fù improvvisamente interrotto da delle grida scatenate.

Ci sporgemmo dalla terrazza per capire da dove provenivano le urla. 

Quattro ragazzi scesero disinvolti da una limousine nera, salutarono le fan, le abbracciarono,... Poi uno di loro dai capelli castani e una maglietta a righe, ci vide e ci salutò con la mano.

Guardai Harry. 

" Li conosci?" gli domandai.

" Ecco, vedi, io... " iniziò la frase, balbettando.

" Lui é un membro della band anglo-irlandese più famosa al mondo. " esclamò una voce acuta alle mie spalle. 

Mi voltai e vidi lo stesso ragazzo che ci aveva fatto un cenno poco prima. 

" Piacere signorina, io sono Louis, ma mi puoi chiamare Lou. Sono il migliore amico di Harry. " si presentò sorridendo allegramente, tendendomi la mano

" Ciao, io sono Megan, piacere mio. " risposi stringendogliela.

" Ciao Hazza, allora, l' hai portata al ' The Ivy'. Ottima scelta. " disse.

" Non lo avresti scelto anche tu, per portare questa bella ragazza a cena? " gli chiese lui, designandomi.

Io abbassai lo sguardo imbarazzata. Quanto avrei voluto che ci fosse Cheryl lì con me...

" Hei! Allora, dove andiamo a festeggiare oggi? " domandò un ragazzo biondo, dal tipico accento irlandese.

Dopo di lui seguirono altri due ragazzi che chiaccheravano fra di loro.

Si presentarono uno a uno con fare molto gentile. Liam, Zayn, Niall. 

" Penso che la accompagnerò alla sua scuola. Se vuoi. " disse rivolgendosi a me.

" Va bene " risposi annuendo.

" Peccato! Ma una serata in mia compagnia, la passerai di sicuro prima o poi!!! " esclamò Louis.

" Certo contaci. " gli urlai mentre ci avviavamo verso Piccadilly Circus.

Arrivati davanti al portone, ci fermammo e seguì un momento di silenzio.

" Mi dispiace di non averti detto la verità, ma non sapevo come dirtelo, davvero. " disse.

Gli presi il volto fra le mani e lo guardai negli occhi.

" Tranquillo. Posso capire perfettamente. " lo rassicurai.

" Non m' importa se attorno a te ci sono centinaia di ragazze che vorrebbero essere al mio posto, se quando esci di casa hai bisogno della sicurezza, se la gente inizierà a criticarmi. Tutto ciò é solo un dettaglio insignificante per me. " aggiunsi dolcemente.

" Grazie. " disse.

 

HARRY 'S STORY

Era così comprensiva con me. Io le avevo mentito, ma lei mi  aveva perdonato, si fidava di me. Sapeva di aver rinunciato ad una vita normale, e tutto ciò solo per me. Non mi aspettavo una reazione così da parte sua. Non ero nemmeno sicuro di meritarmi tutto ciò nella mia vita. Chi sono io? Perché me? Poteva succedere a chiunque, ma qualcuno aveva scelto me. Dio? Non penso, sarebbe una risposta davvero troppo banale. Il destino? Secondo me, tutte queste risposte sono date solo per trovare qualcuno a cui affidare la responsabilità di scelta, ma in realtà non c' é risposta. E questa era una di quelle tante domande che ci poniamo giorno dopo giorno. Da dove veniamo? Come é stato creato l' infinito? Secondo me il mondo é un incastro di nodi creato per farci riflettere sulle sue origini. Ma é così complesso che non si giungerà mai al punto di avere solo una lunga corda tesa, evoluta da tutti questi snodamenti, chiamati risposte. Chissà? 

" Hei. Davvero non m' interessa tutto ciò. " mi rassicurò lei.

" Sì, scusa. Ma mi sembra talmente strano che ci siano così tante persone disposte ad accettare

 tutto questo. " conclusi sospirando.

" Io, ora dovrei andare, qui non accettano molti ritardi e il coprifuoco é passato da un pezzo. " disse.

" Okay. " risposi. 

Mi avvicinai a lei e strofinai dolcemente il mio naso contro la sua guancia. Poi le presi una ciocca di capelli e ci giocherellai. Mi mise la mano sul petto. Ci avvicinammo l' uno all' altro... Quando sentimmo un frastuono dietro di noi. Ci voltammo di scatto. Era il bidello che ci stava osservando e aveva fatto cadere la scopa e un secchio. 

" Forse é meglio se vai... " dissi ridendo imbarazzato.

" Già, ciao Harry. Buona notte. " mi salutò sorridendo.

" Sogni d' oro. " risposi.

La vidi avviarsi su per la scalinata d' entrata e salire verso la sua stanza. Era stupenda, non riuscivo ancora a credere che lei era mia. Mia e di nessun altro. L' avrei difesa in qualsiasi modo da chiunque, mi sentivo in dovere di farlo. 

Camminai fra le strade di Londra ed a un certo punto decisi di prendere il cellulare e chiamare una persona che non sentivo da tanto tempo, la quale c' era sempre stata per me in qualunque situazione, Gemma.

 

MEGAN 'S STORY

Entrai nella stanza chiudendomi la porta alle spalle. Rimasi lì ferma, mi portai la mano alla bocca e mi accasciai a terra. Ancora non riuscivo a crederci. Io ero forse l' unica ragazza inglese a non aver riconosciuto Harry e a non aver mai sentito nominare la sua band, e ora scoprivo che lui era il mio ragazzo. Era una cosa davvero incredibile, sembrava quasi irreale. A quel pensiero mi toccai per capire se davvero non era un sogno. Quella era stata la serata più incredibile della mia vita. Probabilmente da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata per sempre, ma era così difficile da focalizzare come pensiero.

Mi rialzai barcollando e mi diressi verso il bagno, nel quale mi cambiai, per poi infilarmi nel letto. 

Era domenica. A risvegliarmi fù la chiara luce dell' alba, come al mio solito rimasi a letto ancora una ventina di minuti a riflettere su quanto accaduto la sera precedente. Una miriade di emozioni invasero il mio essere. Il mio stato d' animo fù alterato al ricordo del sapore del suo dolce bacio. Il suo tocco delicato sulla mia pelle e i suoi profondi occhi verdi smeraldo incastonati come due perle preziose. Improvvisamente una luce seguita da una vibrazione mi richiamarono alla realtà, guardai il display, mi era arrivato un messaggio da Harry. 

" Passo da te fra un' ora, preparati. " rimasi un po' spiazzata dal tono autoritario con il quale aveva scritto il messaggio, ma digitai una breve risposta di conferma e mi alzai.

Bussarono alla porta. 

"Arrivo, un' attimo! " urlai da dietro la porta.

Presi la borsa e aprì la porta. Un paio di occhi blu mi inchiodarono a terra.

 Lasciai cadere la borsa con la bocca spalancata. Le mie mani incominciarono a tremare, indietreggiai. 

Avevo perso il controllo del mio corpo. Quei occhi, inconfondibili. La mia memoria risalì a parecchi anni fa, nella mia camera da letto. Quei occhi. La porta che si chiudeva, le mie urla. La sua imponente altezza che faceva ombra su di me. Quei occhi. I miei abiti lacerati, che cadevano in brandelli sul pavimento. 

Mio padre.

Cercai di chiudere la porta della stanza, ma un grosso scarpone mi bloccò. I miei occhi si stavano erano riempiti di lacrime, mi sentivo persa. Corsi verso il bagno e questa volta fui più rapida di lui nel chiudere la porta. Mi rifugiai sotto il lavandino, mentre delle possenti mani picchiavano la porta susseguiti da terribili imprecazioni. Mi sembrò di rimanere lì ore, avevo la testa avvolta tra le mani premuta contro le ginocchia. 

Quella notte. Mia madre era andata a cena con delle sue amiche. Lei si fidava di lui. Lei ci credeva. E pure io. Ma poi... Un brivido mi percorse la schiena pensando ai avvenimenti passati.

Ad un tratto, sentì uno scossone. La porta, stava cercando di sfondare la porta. Mi misi ad urlare, rintanandomi sempre di più in me stessa.

" Megan! " sobbalzai al dolce timbro della sua voce. Harry. Lui era venuto, mi avrebbe salvata, ne ero certa.

" Hei ! Cosa pensi di fare, ragazzino? " lo ammonì mio padre. " Lascia stare, se non vuoi rischiare anche tu! " 

" Lasciala in pace! " urlò Harry. Furono le ultime parole che udì in quel momento.

 

HARRY 'S STORY: 

" Megan? Sono io Harry, ora puoi aprire la porta, non ti accadrà più niente, forza! " le dissi dolcemente.

Non ottenni risposta. Qualche secondo più tardi, sentì il rumore del chiavistello schiudersi.

Mi voltai verso il bagno. Eccola lì, la mia ragazza. I suoi bei occhi verdi ormai spenti, offuscati. Le sue rosee guance striate da righe nere, dovute al trucco, e quelle labbra, sempre così rosse, piene e inarcate in un sorriso, erano diventate soggetto di tristezza e malinconia. Le camminai incontro e la abbracciai. Lei era come persa in un mondo tutto suo, scappata dai tutti i problemi, dai doveri e dalle regole. Smarrita in una foresta dove tutto é migliore, alcuni lo chiamano paradiso, e forse questo é l' unico modo di nominarlo. 

Lei mi guardò e sussurrò: " Grazie... " la sua voce fioca, mi fece sentire colpevole per non essere arrivato in tempo.

Improvvisamente lei scappò dal mio abbraccio e corse al bagno, nel quale vomito per una ventina di secondi. Mi avvicinai e osservai la scena. Si rialzò e bevve un po' d' acqua dal rubinetto. 

" Vieni. " le dissi. Lei mi raggiunse singhiozzando.

La condussi fino all' entrata della sua scuola, dove ci attendeva una macchina.

"Andiamo a casa, grazie. " risposi.

Il viaggio in macchina sembrò durare un' eternità. Megan si appoggiò contro la mia spalla, chiudendo gli occhi. Decisi di chiuderli anche io, provare ad immaginarmi un mondo migliore. Un mondo nel quale esistevo solo io e lei. Ci addormentammo entrambi, uno accanto all' altro.

"Siamo arrivati. " la voce del conducente mi risvegliò. 

"Certo, grazie mille, arrivederci " ringraziai scendendo dalla macchina, dirigendomi sull' altro lato, dove risiedeva Megan.

La presi in braccio e la depositai sino al divano. Rimanemmo abbracciati a piangere tutta la notte...

 

MEGAN 'S STORY:

Mi trovavo su una spiaggia. La sabbia si espandeva infinita circondata da un ' acqua cristallina. Camminavo lungo quella baia per ore ed ore, alla ricerca di qualcosa, un segno. O forse semplicemente di me stessa.

Sapevo di non dover arrendermi. Avevo già vinto troppe battaglie per lasciarmi sconfiggere da brutti ricordi.

Mio padre. Il primo uomo nel quale riposi la mia più grande fiducia fin dalla nascita. L' uomo che dovrebbe esserci in ogni momento per me, sua figlia. Lui non c' é stato, mai. Non con lo spirito.

Improvvisamente la spiaggia viene rimpiazzata da una stanza buia, la prigione del mio cuore. 

Un luogo vecchio e tetro, senza un barlume di speranza. Vuoto. 

E una mano che afferra la mia trasmettendomi tutta la sicurezza perduta. La mano di Harry. 

I suoi occhi verdi che mi procurano l' energia necessaria per alzarmi e continuare il percorso, chiamato VITA.

Aprii gli occhi. Mi trovavo in una grande salotto arredato in modo moderno. Sul divano accanto a me, c ' era rannicchiato un' ammasso di ricci scuri. Avevamo passato tutta la notte assieme. Mi alzai per esplorare i dintorni dell' enorme casa condivisa fra i cinque giovani. Scesi le scale che mi portarono in cucina, nella quale si trovava Liam. 

" Buongiorno! " esclamai gioiosamente, facendolo sobbalzare.

" Hei ! Harry si é svegliato? Fra un' ora dobbiamo andare allo studio di registrazione. Lo svegli? " mi chiese.

Tornai al piano superiore e mi misi sopra Harry e gli sussurrai nelle orecchie:

" Buongiorno... É ora di alzarsi! Oggi ti aspetta una lunga giornata, dormiglione ! " 

"Mmmmmmmmmm... " ricevetti come risposta.

" Non farmi passare alle maniere forti... " dissi, provocatoria.

Non mi degnò di uno sguardo, motivo per il quale iniziai a baciarlo appasionatamente.

In quel momento la scena si capovolse. Harry si girò su di me e prese in mano la situazione afferrando lo schienale del divano, baciandomi selvaggiamente. Si alzò e mi portò in braccio fino alla cucina.

Ci sedemmo al tavolo per fare colazione in compagnia dei altri quattro ragazzi ancora addormentati.

" Che ne dici di venire con noi allo studio? " mi domandò Lou. 

" Davvero? Per me va bene, se non é causa di disturbo... " risposi, eccitatissima.

" Megan studia in una scuola di canto, quindi immagino che sia il suo sogno, entrare in uno studio di registrazione. " disse Harry. 

Arrossii leggermente quando mi ritrovai gli occhi di tutti puntati addosso. Mi chiedevo a cosa stessero pensando.

 

HARRY 'S STORY:

Sembrava si fosse dimenticata di tutti gli avvenimenti successi la scorsa notte. Come se non fosse successo assolutamente nulla. D' altronde dopo aver risvegliato in lei ricordi ancora freschi, era meglio se non ci pensasse più e si distraesse un po`. Portarla allo studio era stata un' ottima idea.

Salimmo sulla macchina e per tutto il percorso, i ragazzi fecero domande a Megan, sulla musica, sulla sua scuola, su dove vivesse,... Lei rispondeva cordialmente, ma sapevo che si sentiva abbastanza sotto pressione. Mi piaceva la sua timidezza. Era una cosa incredibile vedere tutte le emozioni che la colpivano per ogni singola domanda. Ma sono sicuro che se conosce meglio le persone diventa una pazza scatenata.

E io non mi sarei perso il momento in cui avremmo avuto più confidenza. Non l' avrei lasciata scappare come le mie altre ragazze. Sapevo che era forte. Avrebbe resistito, lei. Forse no, forse tutto ciò a cui stò pensando in questo momento, é dovuto al fatto che ho davvero bisogno di lei. 

Una domanda mi colpì in piena faccia durante i miei pensieri.

" Cosa? " domandai.

" Sempre il solito pensatore... Ma cosa gli hai fatto? In questi giorni non c' é mai?!? " domandò Liam a Megan, la quale mi sorrise.

Scendemmo dalla macchina. Presi per mano Megan e la feci entrare nello studio dove ci aspettavano i manager. Andammo nella sala dove avremmo inciso il nostro nuovo singolo: Best Song Ever.

" Hei Dave, può restare qui con voi, mentre cantiamo? " chiesi al

" Certo! Piacere io sono Dave. " disse rivolgendosi a Megan.

" Megan. Piacere mio " rispose lei, stringendogli la mano.

Le diedi un leggero bacio sulle labbra prima di sussurrarle: " Ti amo ".

 

MEGAN 'S STORY:

" Ti amo. "

Delle semplici parole in grado di cambiarti l' espressione in una giornata. Delle parole sicure, senza doppi sensi che riescono a farti provare emozioni incomprensibili. Senza le quali la vita é noiosa, monotona e priva di felicità. Questo per quanto mi riguarda almeno.

Poche volte ho potuto di godere di questo tipo di felicità. Ma nessuna delle mie esperienze passate poteva essere comparata con questo momento. Il modo di Harry. La sua voce mi rimbomba ancora nelle orecchie. 

É davvero difficile esprimerla a parole. La felicità é un sorriso, é libertà e una scelta.

 

Harry parlava ancora con Dave che mi si avviccinò e mi chiese:

" Harry mi ha detto che ti piace cantare, vuoi che ti spiego come funziona uno studio? "

" Mi piacerebbe tanto, grazie. " risposi.

Passammo un quarto d' ora a esplorare quel mondo a me ancora sconosciuto nel quale volevo assolutamente entrare a far parte.

" 10 secondi e si comincia! Kiss You. " urlò un collaboratore.

I ragazzi erano seduti di fronte ai microfoni, tranquilli, senza un minimo di agitazione. 

 

Oh, I just wanna take you anywhere taht you like. 

We could go out any day, any night

Baby, i' ll take you there, take you there

Baby, I' ll take you there, yeah

 

Oh, tell me, tell me, tell me how to turn your love on

You can get get anything that you want

Baby, just shout it out, shout it out

Baby, just shout it out, yeah

 

And if you

You want me too

Let' s make a move

 

So tell me girl if eveytime we touch

You get this kinda rush

Baby, say yeah yeah yeah

if don' t wanna take it slow

And you just wanna take me home

Baby, say yeah yeah yeah

And let me kiss you.

 

L' ultima frase la pronunciò Harry. Mentre la disse mi guardò sorridendo.

" Break ! " esclamò lo stesso uomo di prima.

" Allora? Ti é piaciuto? " domandò Dave.

" Sì grazie, spero che un giorno potrò raggiungere anche io, il loro livello. " dissi raggiante.

Improvvisamente delle calde mani mi si appoggiarono sui fianchi, mi girai e trovai Harry con la sua sovrastante altezza chino su di me. 

" And let me kiss you. " canticchiai appoggiando la mia fronte alla sua. 

Harry sorrise, facendo riemergere le sue fossette, quelle che tanto adoravo. 

Mi prese per mano e andammo in una sala dove c' erano cuscini sparpagliati ovunque, ci sedemmo.

" Abbiamo cantato bene? " chiese Niall intento a bere una bibita.

" Altroché ! Poi questa canzone mi piace particolarmente. " esclamai.

" Ora vogliamo sentire cantare te, però... " disse Lou.

" Sapevo che c' era una fregatura, non poteva essere tutto così bello e perfetto. " dissi sorridendo.

" Dai. In fondo vai in una scuola di canto... Prima o poi dovrai cantare davanti a qualcuno. " mi incoraggiò Zayn.

" Va bene... " dissi esitante.

 

I heard

That you' re settled down

That you

Found a Girl

And you' re 

Married now

 

I heard

That you dreams came true

I guess she gave you things

I didn ' tgive to you

 

Old friend, why are you so shy ?

It ain' t like you to hold back or hide from the lie.

 

I hate to turn up uot of the blue uninvited,

but i couldn' t stay away, I couldn' t fight it, 

I had hoped you' d see my face

and that you' d be reminded that for me it isn' t over.

 

Never mind, I' ll find someone like you, 

I wish nothing but the best for you too,

Don' t forget me, I beg,

I remember you said, 

" Sometimes it lasts in love, 

But sometimes it hurst instead, "

Sometimes it lasts in love,

But sometimes it hurst instead, yeah.

 

Era la canzone più difficile che stavo imparando a cantare. 

La mia insegnante, Zara, dice che riesco a impersonificarmi bene nel personaggio dal cuore infranto, e che il pezzo mi usciva bene, ma gli acuti erano ancora distanti dalla perfezione. 

Ci fù qualche istante di silenzio, poi Liam disse:

" Hai una voce davvero stupenda... " 

" Grazie, ma in realtà la mia insegnate dice che dovrei perfezionare ancora gli acuti. " risposi imbarazzata.

" Non ce l' aspettavamo, vero ragazzi? " disse Zayn ridendo.

Erano davvero tutti quanti sotto choc.

" In questi anni di fama abbiamo incontrato davvero un sacco di gente, che prima ascoltavamo come gente comune, ma mai avrei immaginato di essere in uno studio, con una futura star ! " esclamò Niall.

 

HARRY 'S STORY:

Afferrai la mano di Megan, che come per la maggior parte delle volte era intenta a sognare ad occhi aperti. Non la potevo biasimare, anche io quando abbiamo ottenuto il contratto discografico ero rimasto incantato dalla stupefacenza del luogo. Una casa discografica. Il sogno per ogni artista musicale. Dove hai la possibilità di raggiungere il successo e di fare quello che ti permette di vivere, cantare. La musica. Penso sia l' invenzione più grande che esista al mondo, e anche la più utile. Senza musica ci sono persone che si sentono perse, che si lasciano andare. La musica aiuta tutti. 

Ti raccoglie dalla strada e ti fa danzare sulle nuvole, ti rende felice nei tuoi momenti più bui. É come una leggera brezza che ti avvolge e questo é il segnale del legame che c' é fra te e lei. 

La musica é essenziale per la sopravvivenza interiore.

 

" Dove hai intenzione di portarmi?" mi domandò Meg.

" Hai fame? " le chiesi.

" Dipende da dove mi porti... Andiamo da Pizza Hut? " disse lei con uno sguardo malizioso.

Le sorrisi annuendo. Avevo bisogno di andare in un luogo pubblico e distrarmi un po' . Con la mia ragazza.

La guardai mentre mangiava la sua pizza. Era davvero magnifica. Il modo buffo nel addentare quel trancio fumante. I suoi capelli che le ricadevano sulle spalle.

Alzò lo sguardo.

" Cosa c' é? " chiese a bocca piena.

" Sei fantastica quando mangi. Il modo in cui inghiotti boccone dopo boccone é una visione unica. " risposi sorridente.

Iniziò ad arrossire masticando lentamente, per poi pulirsi le labbra con il tovagliolo.

Sul tavolo calò un silenzio tombale. Nessuno dei due sapeva cosa dire.

Deposi la mia mano sopra la sua e gliela strinsi dolcemente. Volevo rassicurarla senza l' utilizzo delle parole, per non rovinare il momento.

Le sue iridi verdi costellate da migliaia di pagliuzze dorate si illuminarono al mio tocco. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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