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Autore: flood    21/07/2013    4 recensioni
"Da quel giorno, lei divenne il mio pubblico. Non seguivo più le telecamere, ogni parola che pronuciavo era rivolta a lei, ogni gesto, ogni sorriso. Nella platea i miei occhi cercavano solamente quella meravigliosa coppia di lapislazzuli che erano i suoi. Ecco che rinacque la passione per il mio lavoro. Si, diciamo pure per il mio lavoro..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se qualcuno dovesse scrivere un romanzo su questi momenti della mia vita il titolo più adatto sarebbe "cronache di piccoli miracoli". (*)
Avevo ormai perso la speranza di risentire il profumo di quella donna che dominava i miei pensieri aleggiare nel corridoio di ingresso degli studi televisivi.
Avevo perso la speranza di poter riattingere a quello squarcio di cielo che sono i suoi occhi.
Stavo pensando di farmi del male, di fare in modo di essere ricoverata in ospedale e avere una scusa per sentirmi più vicina al suo mondo, al suo posto, al reparto di pediatria.
A mali estremi, estremi rimedi...
Avrei chiesto di lei a qualche infermiera, avrei anche solo trascorso il tempo ad aspettare di vederla passare fuori dall'uscio della porta, ne sarebbe valsa la pena.
Invece, fece tutto lei.
Decise lei di rendermi la donna più felice del mondo, facendo capolino nel mio camerino esattamente 7 minuti prima della diretta.
«È permesso?»
Avrei giurato fosse la sua voce.
«Sono Arizona!»
Mi permise di confermarlo: non era frutto della mia immaginazione.
Si muoveva, bussava, parlava...e splendeva, potei affermare fissando lo specchio di fronte a me e alla porta.
Mi girai lentamente, avevo quasi paura che sparisse.
«A..Arizona.»
Pronunciai il suo nome come per verificare di non essere nel bel mezzo di un sogno.
«Non mi sembri...entusiasta di vedermi. Forse ho fatto una cavolata.»
«No, no, no...no. Ci sono, eccomi. È solo che...non pensavo saresti davvero tornata.»
«Io rispetto le promesse, Calliope.»
Risentire il modo in cui faceva risuonare le sillabe del mio nome mi provocò un brivido che percorse la mia spina dorsale come una scossa.
6 minuti.
«Allora, ti fa piacere o no?» chiese sistemandosi una ciocca di capelli dorati e abbozzando un sorriso accecante.
«Si,si,eccome!»
«Yay!» esclamò con grinta.
Credo che questo sia stato decisivo.
Fatale.
Il segnale del via, il semaforo verde, la goccia che fece traboccare.
Traboccare il mio cuore di amore. Per lei.
Un suo stupido evviva pronunciato con decisione mi fece aprire gli occhi: mi ero innamorata di quella donna.
Così energica, solare, a me complementare.
Non potei fare a meno di sfoderare uno di quei sorrisi rari, che riservo solo alle persone speciali.
5 minuti.
«Perchè tu ne sia sicura, sono qui solo per una persona oggi» riprese a parlare.
«Ti toccherà subirti il suo monologo in diretta nazionale prima che lei ti riservi del tempo»
«Aspetterò. Ho sempre aspettato una come te, una che mi facesse tremare le gambe e sudare le mani, una che mi facesse vibrare la voce e borbottare lo stomaco. Potrò aspettare un'oretta di più.»
4 minuti.
Ero senza parole per la sua risposta e mi accorsi a malapena che era ancora ferma all'ingresso.
«Entra» sussurrai.
«Mancano solo 3 minuti»
«4! In 4 minuti si può vincere una gara, trovare un tesoro o fare un grande affare. Si può persino decidere di acquistare una casa in 4 minuti. Si può comprare un biglietto aereo per l'altra parte del mondo, si può rischiare la proprio vita o quant'altro. Mai sprecare 4 minuti, Arizona.»
Il mio straparlare l'aveva fatta ridere.
«In 4 minuti si può far ridere qualcuno e scoprire che ha la risata più bella del mondo» aggiunsi.
Questa volta assumemmo entrambe un'espressione seria e lei decise di accettare il mio invito ad entrare e accostarsi pericolosamente a me, tanto da farmi chiudere gli occhi.
Avrei voluto sporgermi verso le sue labbra più di qualunque altra cosa al mondo, ma la sua voce rimbombò nel mio orecchio.
«Mi hai fermamente convinta sull'importanza di 4 minuti, ma a me ne servono di più. Voglio trascorrere con te quanto basta per qualcosa di...approfondito» disse lei in tono divertito, scegliendo con cura le parole. «Per ora, tempo scaduto.»
Così dicendo richiuse la porta alle sue spalle.
Avrei voluto rispondere che tutte le frasi in difesa dei 4 minuti erano delle stronzate.
Le avrei dedicato una vita intera, altro che 4 minuti.
Ma non feci in tempo a muovere un dito che la porta si spalancò nuovamente.
Mi battè il cuore speranzoso, ma era solo l'addetto a trascinarmi sul palco.
Ciak, si gira.

L'angolo dell'autrice: In 4 minuti si può anche recensire il capitolo di una storia e far felice l'autrice! Ho convinto anche voi?
"Mai sprecare 4 minuti" -cit. xoxo,
- flood <3

* è il titolo di un libro di Darcie Chan, che non c'entra niente, ma mi ispirava!

  
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