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Autore: arwen5786    01/02/2008    23 recensioni
Camminava piano alla luce fioca dei lampioni, Kakashi, le mani in tasca, l’unico occhio tenuto aperto, stanco dopo gli impegni dell’intera giornata. Sarebbe dovuto rincasare, andare a dormire.
Ma non poteva, non poteva perché doveva vederla.
Aspirare ancora una volta il suo profumo, sfiorare i suoi capelli sempre profumati di balsamo, le sue mani chiare. Il corpo snello, ancora da ragazzina.
Non riusciva più a sottrarsi alla deviazione serale, non poteva più farne a meno. Era intrappolato, e lo sapeva perfettamente.

Un pairing che non ho mai provato, che reputo affascinante, a cui spero di dare un senso.Lieve accenno di sasu-saku, come sempre.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NO REGRETS




Le persone chiacchierano, sparlano.
La gente è del tutto incapace di farsi i fatti suoi.
Soprattutto quando si può occupare di scambiarsi commenti su una delle personalità più sfuggenti e affascinanti di Konoha.
Kakashi Hatake era stato da sempre oggetto di pettegolezzi e voci, sin da quando era ragazzino.
Figlio della Zanna bianca di Konoha.
Allievo più promettente di Minato, futuro Quarto Hokage.
Ragazzo misterioso, coperto sempre da una maschera che celava il viso, oggetto di ormai famose leggende: si diceva che fosse talmente bello che avrebbe potuto mozzare il respiro.
Nessuno aveva mai pensato potesse essere perché era brutto.
No.
Kakashi Hatake era bello come un dio, seppur pochi lo avessero visto dal vero. Ma tutti lo davano per scontato.
Più era schivo, più le gente si interessava alle sue faccende. Più cercava di non parlare del suo doloroso passato, della morte della persona a lui più vicina, più le persone lo scrutavano, cercando di capire quale misterioso significato avessero le sue visite quotidiane alla tomba di Obito.
Troppo misere le loro menti per pensare semplicemente al gesto di un uomo che non avrebbe mai espiato, e dimenticato, la sua colpa passata.
Al gesto di un uomo che ancora soffriva per la perdita del suo migliore amico.
Ma c’era qualcosa che nessuno sapeva di Kakashi. Qualcosa di cui nessuno poteva malignare, di cui per il momento la riservatezza era totale.
Perché se fosse stato scoperto, le malevolenze sarebbe divenute veri e propri capi d’accusa.
E nessuno, nessuno, avrebbe potuto comprendere il perché di quanto accaduto, la misteriosa natura di quanto era sbocciato.
E di certo nessuno lo avrebbe potuto perdonare. Ma solo compatire. O accusare. O condannare


Camminava piano alla luce fioca dei lampioni, Kakashi, le mani in tasca, l’unico occhio tenuto aperto, stanco dopo gli impegni dell’intera giornata. Sarebbe dovuto rincasare, andare a dormire.
Una cena veloce, una lettura al libro, e poi a dormire.
Ma non poteva, non poteva perché doveva vederla.
Aspirare ancora una volta il suo profumo, sfiorare i suoi capelli sempre profumati di balsamo, le sue mani chiare. Il corpo snello, ancora da ragazzina.
Non riusciva più a sottrarsi alla deviazione serale, non poteva più farne a meno. Era intrappolato, e lo sapeva perfettamente.
Si fermò davanti alla porta della sua casa, dove ormai viveva sola, libera dai genitori, libera dai condizionamenti. Una casa semplice e accogliente, come lei.
Bastò che bussasse una volta, e il suo volto comparve subito, sorridente, felice.
Gli occhi verdi che brillavano di luce propria, pure in quella notte così poco illuminata.
“Yo.”
“Sei venuto.”
“Non lo avrei potuto evitare.”
“Vieni qui.”
Si baciarono sulla soglia, lei che gli abbassava lentamente la maschera, solleticandogli il viso con i corti capelli.
Lui la strinse forte, sentendosi già ribollire il sangue, ma si sforzò di avanzare e di chiudere la porta agli sguardi indiscreti. Aiutati da una notte illuminata dalla luna come quella.
Sakura gli sorrise, sfiorandogli il volto, i capelli argentei e ispidi. Lui la sollevò, come una bambina, posandola sul letto.
“Ogni sera temo sempre che non tornerai. Ho sempre paura del giorno dopo. Quando cala il tramonto è come se smettessi di vivere.”
“Non dire così. Sai che tornerei sempre. Sai che tornerò comunque. Anche se è tutto sbagliato.”
“Perché? Perché è sbagliato? Chi l’ha deciso, tu? O te l’ha detto qualcun altro?”
“E’ sbagliato e basta, Sakura.”
Lei scosse la testa, cocciuta e testarda, e gli si accoccolò in grembo, le gambe intrecciate alle sue, una posizione che lo faceva impazzire.
Kakashi aspirò il profumo dei suoi capelli. Come sempre, balsamo alla rosa.
Si baciarono, e per l’ennesima volta Kakashi dimenticò tutto.
Il fatto che Sakura fosse stata la sua allieva.
Il fatto che tra loro c’erano ben quindici anni di differenza.
Il fatto che il suo grande amore fosse stato l’allievo che aveva spezzato il cuore di tutti, lui per primo.
Il fatto che Naruto la amasse da sempre.
Kakashi le sapeva queste cose.
Ogni volta che usciva da casa sua, si ripeteva molti auto convincimenti, come un mantra, e il giorno seguente era deciso a ribadirle che la loro storia doveva finire.
Ma bastava che la rivedesse, bastava che posasse il suo sguardo su di lei, che ogni buon proposito andava a farsi benedire.
Sakura era sola. Sakura era sempre stata disperatamente, angosciosamente sola.
La maschera della felicità ben dipinta sul volto, ma il cuore irrimediabilmente danneggiato dopo la perdita più grande, la perdita di Sasuke.
E anche stavolta, come in passato, Kakashi aveva provato i familiari sensi di colpa.
Non era riuscito a salvare Sasuke.
Non era riuscito ad aiutare Naruto.
Non aveva mantenuto le promesse fatte a Sakura.
Ma, soprattutto, non era stato capace di fermarsi prima del tempo. Si era innamorato di lei.
Sakura era divenuta donna anzitempo. Il corpo forse ancora adolescenziale, vero, ma il dolore l’aveva mutata, trasformata.
Era una donna bambina, una roccia fragile, neve infuocata.
Pensare a lei significava ardire a un gioco di azzardati ossimori, immaginare una cosa e il suo contrario.
Era stata lei a fare il primo passo.
Lei che una sera l’aveva abbracciato con più forza, lei che gli aveva sussurrato parole tra le lacrime.
“Vorrei solo non essere sola. Vorrei solo andare avanti.”
Lui l’aveva guardata con stupore, paralizzato dalle emozioni devastanti che provava. Nulla di paterno. Non aveva trattenuto le parole, senza rifletterci.
“Tu non sei sola. Io ci sarò sempre, Sakura.”
Lei l’aveva fissato, con le mani delicate gli aveva abbassato la maschera, e lui non aveva reagito. Intrappolato nel suo sguardo annacquato.
“Lo so. Tu ci sei sempre stato. Tu hai sempre creduto in me. Tu non mi abbandoneresti mai. Vero, Kakashi?”
Lui aveva sussultato lievemente. Niente più sensei. Niente più del loro antico rapporto.
Decisamente le cose erano cambiate, e lui non aveva fatto nulla per fermarle, lasciandosi trascinare in un vortice senza fine.
Quella sera era stata la sera del loro primo bacio. Da allora, erano trascorsi due mesi.

“A cosa pensi?”
Sakura gli accarezzò il petto nudo, e poi la cicatrice dell’occhio. Kakashi si girò verso di lei: quegli occhi, quegli incredibili occhi smeraldo.
Talmente grandi che ogni uomo avrebbe potuto affogare.
“A nulla.”
“Bugiardo.”
“Un uomo ha i suoi pensieri.”
“Ma quando hai quell’espressione significa che stai pensando a cose brutte. Se pensi a cose felici il tuo occhio sinistro si illumina, assume guizzi più scuri. Se pensi a cose tristi, si annerisce. Diventa spento.”
Ancora una volta rimase stupito dalle sue parole.
Ancora una volta sconfitto, perché lei lo conosceva meglio di sé stesso, ormai.
“Sei un’attenta osservatrice, Sakura. Lo sei sempre stata.”
“E quindi?”
“E quindi hai ragione. Penso che è sbagliato.”
“Di nuovo.”
“Sì. Di nuovo.”
Lei gli si strinse accanto, il viso sul petto. E lui sentiva chiaramente le lacrime che già bagnavano le ciglia lunghe.
“Perché.”
“Perché è sbagliato, Sakura. E lo penserò sempre. Nessuno accetterebbe…questo. Siamo costretti a viverlo clandestinamente,e poi sai bene che io…io sono troppo…”
Dio, quanto odiava quella parola necessaria. Fu lei, sferzante, a dirla.
“Vecchio?”
Kakashi annuì.
“Sì.”
“Il fatto che ti ami non conta nulla? Non me ne frega nulla degli altri. Né dell’età. A differenza tua.”
“Nemmeno a me. E anche io ti amo. Ma devo pensare anche al tuo futuro.”
Su quello non aveva alcun dubbio. L’amava. E proprio per quello era pieno di paletti.
Sakura si alzò, mettendosi a sedere vicino alla finestra. In controluce, illuminata dalla pallida luce lunare, era ancora più bella. Trasparente come un sogno.
Quando si girò verso di lui, il suo volto rifletteva il dolore, il vero dolore.
“Non lasciarmi anche tu. Non farlo, Kakashi…senza di te, la mia vita diverrebbe vuota. Ancora una volta.”
Quell’implicito riferimento a Sasuke lo fece sobbalzare.
Il nome aleggiava nell’aria. Il nome di quel ragazzo che era sempre rimasto un fantasma, ma, e lui lo sapeva bene, che soltanto lui avrebbe potuto cancellare dal cuore di Sakura. Definitivamente.
E, che dio avesse pietà della sua anima, era quello che voleva.
Cancellare Sasuke. E avere Sakura per tutta la vita.
Per quanto fosse sbagliato, per quanto agli occhi altrui fosse assurdo.
La raggiunse alla finestra, e la abbracciò stretta.
“Sai che non ti lascerò mai, io. Te l’ho premesso. E voglio mantenere la promessa.”
Sakura nascose il volto tra le sue braccia, e lui assaporò inebriato il tepore della pelle, e subito dopo la morbidezza delle labbra, che lo cercarono.
Ancora una volta sapeva che i suoi propositi del giorno dopo si sarebbero infranti. Giorno dopo giorno. Non l’avrebbe mai potuta lasciare, no.
Kakashi Hatake aveva troppi rimpianti del suo passato.
E anche troppi rimorsi.
Per una volta, quindi, voleva cullarsi di una sola speranza: in qualche modo ce l’avrebbero fatta.
E che la parola futuro potesse avere un senso.






Ve l’ho detto, sto cimentandomi in svariati pairing. E ho avuto questa ‘illuminante’ ispirazione. Perché questa scelta? Ce ne sono pochissime su questa coppia: da quando poi mi sono iscritta io, credo veramente un numero esiguo.
E invece trovo che Kakashi e Sakura insieme siano pieni di fascino: perché lui comprende lei, ma ha sempre compreso Sasuke più di chiunque altro.
Perché Kakashi ha tanti elementi con Sasuke.
E in un’ipotetica relazione con Sakura, credo che reagirebbe proprio così…ma sceglierebbe la felicità, invece che sfuggirla come Sasuke.
Se vi fa pena non importa eh…io procedo a tentativi!
Ma intanto posto una bella immagine sulla coppia…
http://kungpow333.deviantart.com/art/Kakasaku-All-you-ever-wanted-52482723
Un grazie a chi leggerà e in particolare a chi lascerà un commento
Camilla
  
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