22/07/2013
23 recensioniPrologo
“Charlie, sei uscita da scuola?”
“Si mamma... sono sulla strada di casa. Circa cinque minuti e sono arrivata, non preoccuparti. Tu intanto apparecchia.”
Chiuse il cellulare sbuffando.
Charlotte Sweads si era trasferita a Londra a causa del lavoro dei genitori, dalla sua città natale Bristol.
Da un po’ di tempo giravano voci sul ritorno in città di una famosa banda criminale, che aveva fatto molto scalpore per delle grandi rapine in banche, rapimenti, giri di droghe e omicidi.
Charlotte era sempre stata una ragazza che non ammetteva le sue paure, ma ogni volta che ne sentiva parlare in televisione, rabbrividiva.
La madre, ormai da circa due mesi la chiamava ogni volta che usciva da scuola per assicurarsi che stesse bene. Lei, dal canto suo, avendo diciannove anni, da una parte si sentiva grata per avere dei genitori che si preoccupassero per lei, ma bisognava ammettere che alcune volte la madre diventava veramente apprensiva per un niente.
Insomma, erano solo pochi chilometri da fare a piedi, e con delle amiche che la accompagnavano poteva sentirsi più che sicura.
Si fermò davanti ad una vetrina di un negozio di scarpe ad ammirarne un paio rosse lucide con il tacco da quindici centimetri.
Nei suoi sogni, le avrebbe indossate per un red carpet. Charlotte sognava di diventare un’attrice famosa, così i genitori l’avevano segnata ad un corso di teatro.
Riprendendosi dai suoi sogni ad occhi aperti, guardò l’orologio e si accorse di essere in ritardo, e scattando velocemente, allungò il passo verso casa.
“Mamma! Sono tornata!” urlò sulla porta di casa, pulendosi le scarpe sullo zerbino.
“Ciao tesoro, il pranzo è pronto. Vieni o si fredda tutto!” disse la signora sorridendo alla figlia, schioccandole un bacio sulla guancia e pulendosi le mani sporche di farina sul grembiule da cucina.
“Hai sentito? Una nuova rapina in banca... C’è stata stamattina, ad un quartiere poco lontano dal nostro.” Disse la madre tagliando una fettina di carne.
“Li hanno fermati?”
“No, il telegiornale dice che sembra si siano volatilizzati. Nessuno riesce a vedere le loro facce e soprattutto non li riescono a prendere. È incredibile, quei tre ragazzi sono il peggiore incubo della polizia!” disse la madre alzando il volume della televisione.
Finito di mangiare, Charlotte andò in camera sua e accese il computer.
Fece una breve ricerca su internet, tanto per avere maggiori informazioni su questi criminali.
“Tre malviventi uccidono un’anziana signora durante una rapina in banca.”
“Arrestati due ragazzi per possesso illegale di droga, si cercano i pusher.”
“Omicidio Brooks, ricercata la banda composta da tre ragazzi di cui non si conosce ancora il volto.”
“Viene ritrovata morta ragazza di sedici anni, sparita precedentemente per un mese.”
Charlotte restò senza fiato quando tutti quegli articoli di giornale le apparvero come notizie principali, nella ricerca.
Potè andare avanti per ore a scorrere tutti i colpi messi a segno da quei ragazzi.
Sentì un brivido percorrerle la schiena, come se qualcosa di brutto sarebbe potuto succedere da un momento all’altro.
Sperava di esser diventata pazza e che fosse solo la sua immaginazione.