Entrai con
disinvoltura in quella che
era la più grande scuola di tutto il pianeta. Avevo
attraversato il deserto del
Sahara e finalmente l’avevo raggiuta. Si, era situata proprio
nel mezzo di
esso, per fare in modo che solo i più arditi potessero
entrarvici.
La porta
mastodontica si chiuse alle
mie spalle, ed un anziano varcò la soglia di
un’altra porta, quella che si
trovava in cima ad una scala in mattoni che pareva solidissima.
Scese e mi
raggiunse: era vestito di
bianco ed aveva capelli lunghi e barba bianca.
Mi inginocchiai
tutto emozionato:
<< Ma… ma tu sei Dio?? >>.
L’anziano
scosse la testa: <<
No, sono mago Merlino >>.
Rimasi
inchiodato a terra: << …
ma mago Merlino non si vestiva di blu con tanto di cappellino a punta?
>>.
Lui si
guardò la veste curioso, poi
mi fissò con maggior curiosità e mi disse:
<< Questa veste mi piace di
più >>.
<<
Oh… capisco >>.
Merlino mi diede
la possibilità di
visitare la struttura, prima di iscrivermi.
Andai prima
nella biblioteca; era una
stanza enorme, dove c’erano migliaia di libri e migliaia di
studenti
indaffarati in ogni modo: chi correva usando i libri come pattini, chi
li usava
come ali per viaggiare più efficacemente fino ai piani
superiori e chi invece,
semplicemente, leggeva.
Ero totalmente
affascinato; la mia
testa si muoveva lentamente, osservando tutta quella meraviglia di
conoscenza
quando, ad un certo punto, mi ritrovo la faccia di un vecchio senza
denti e
brutto come la peste proprio vicino a me. Aveva lo sguardo assatanato.
<<
S-salve >>. Dissi
tutto impressionato.
<<
Salve. Lei è nuovo?
>>. Disse con voce losca e divertita.
<<
Si, certo >>.
<<
Bene bene… io sono il
custode. Sei venuto per cercare un libro? >>.
<<
Beh a dire il vero sono solo
di passaggio… >>.
Ma
l’anziano custode mi interruppe e
prese un libro: << Tu lo VUOI un libro? >>.
Disse con voce
lunatica.
<<
Hei… hei cazzo questo mi
ricorda qualcosa… >>.
<<
Taci e prendilo! >>.
Me lo infilò in bocca, scaraventandomi con prepotente forza
fuori dalla stanza,
e facendomi sfondare la porta di un’altra sala.
Ero praticamente
distrutto e con il
libro ancora in bocca. Lo presi e lessi il titolo:
“Come
sapere quando si VUOLE una
gallina” del macellaio pazzo.
<<
Oh Gesù! >>. Esclamai
con tremendo terrore e lanciando il libro in aria, che cadde su un
lampadario e
lo fece cadere a terra, uccidendo due bidelli che stavano
innocentemente
lavando a terra.
<<
Oh no li ho ammazzati!
>>.
<<
Tranquillo >>. Mi
disse un giovane con gli occhiali << Tanto dovevano
sfoltire il personale
>>.
<<
Ah… beh allora poco male.
Che sala è questa? >>.
Lui
spalancò le braccia e sorrise:
<< Sei nella sala delle riflessioni! Qui noi studenti
diamo il massimo
del nostro contributo per le nuove scoperte che rivoluzioneranno il
mondo!
>>.
Mi guardai
attorno. Sulla destra
c’erano due ragazzi vicini ad un mappamondo. Erano
applicatissimi e lo
osservavano con estrema concentrazione. Stavano probabilmente giungendo
ad una
conclusione.
Alla fine uno
dei due disse all’altro
con estrema sicurezza: << Secondo me la Terra
è tonda >>.
L’altro
lo guardò esterrefatto:
<< Ma che cazzo dici?? La terra è piatta!
>>.
<<
Si, certo, e tua madre è
vergine… >>.
<<
Figlio di puttana! >>.
I due iniziarono
a suonarsele, ma
qualcos’altro attrasse la mia attenzione: un ragazzo con in
mano una bacchetta
di legno.
<<
Ehm… salve >>. Dissi
quando fui abbastanza vicino a lui.
<<
Oh salve. Lei è il serial
killer che abbiamo assoldato per ridurre lo staff delle pulizie?
>>.
<<
Beh no, quello è stato un
incidente. Io sono qui per iscrivermi >>.
Lui sorrise:
<< Oh bene. Sono
sicuro che saremo ottimi amici >>.
<<
Grazie mille! Hei, ma cos’è
quella? >>. Indicai il pezzo di legno che aveva in mano
<< Cos’è,
una bacchetta magica? >>.
Lui la
guardò colpito, poi sorrise e
mi rispose: << No, sto per farmi un clistere
>>.
Sentii il mio
stomaco sobbalzare.
Scappai via, rifugiandomi in un bagno. Sembrava tutto sicuro quando ad
un certo
punto, da una delle varie porte, uscirono in ordine sette nani, un
barbone
puzzolente, una vecchia con le stampelle, un coniglio alto due metri e,
infine,
un tizio tutto spettinato, serio e bianchissimo di pelle che mi
guardò nervoso
e mi disse: << Tu non hai visto niente >>.
E tutto ciò mentre
agitava le mani vicino ai miei occhi, come se volesse ipnotizzarmi.
Il mio sguardo
restò inchiodato su di
lui fino alla fine della stanza, fino a quando non potei più
vederlo. E fu lì
che sentii dei colpi di tosse e mi girai di scatto.
<<
Ma… mago Merlino! Dove
diavolo era? >>.
<<
Lì dentro con loro >>.
Disse schietto << Allora… tu vuoi iscriverti,
vero? >>.
<<
Beh veramente non ne sono
più molto… >>.
<<
Seguimi >>.
M’interruppe e mi prese per la mano, portandomi nella sala
professori sopra le
scale.
La sala era
molto spaziosa e
sistemata. Era piena di quadri di galline che popolavano strade,
città,
grattacieli.
<<
Mio Dio… quanta ansia…
quanti brutti pensieri… >>. Dissi sotto voce.
<<
Forza vieni qui >>.
Disse il mago.
Di fronte a me
c’era un registro.
Dovevo firmare.
<<
Forza firma >>.
Presi la penna e
mossi la mano in
avanti, pronto a firmare per essere parte di tutta quella conoscenza,
di tutta
quella saggezza. Ma rimasi attento e schivai la coltellata con la quale
lui
voleva colpirmi la mano.
<<
Ma che cazzo fa?? >>.
<<
Zitto! Questo patto va
consacrato col sangue! Tu VUOI firmare, vero?? >>.
<<
Non intendo restare qui un
secondo di più! >>.
<<
Allora morirai! >>. Il
mago tentò un fendente, ma io fui più attento e
veloce, schivando l’attacco e
facendolo cadere a terra con una spinta. Svenne clamorosamente,
facendomi
comprendere che l’età l’aveva reso assai
un pappamolla.
Restai ancora a
fissarlo, ma dei
lenti passi attirarono la mia attenzione. L’individuo che mi
ritrovai di fronte
era stranamente familiare.
<<
E’… è il capo! >>. Disse
Merlino prima di tirare le cuoia.
Io lo fissavo
con sbigottimento; era
molto vecchio, si reggeva su una stampella con la mano destra e reggeva
con la
sinistra niente popò di meno che una gallina.
<<
Cazzo… mi ci sono voluti
vent’anni per ritrovare sta fottutissima gallina!
>>. Disse rabbioso.
Le gambe mie
tremavano
forsennatamente. Il sudore cadeva a grosse gocce lungo il mio corpo:
<<
No! No! Vai via! Vattene via
vecchio bastardo! >>.
Lui sorrise
lunaticamente: <<
Ma guarda guarda… quanto tempo, piccolo Thomas!
>>.
<<
No vattene, lasciami in pace
lurido bastardo! >>.
<<
Oh e adesso la VUOI sta
cazzo di gallina o no??? >>.