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Autore: Cam17    22/07/2013    2 recensioni
Una serie di storie con un filo di trama appena normale, ma che si svolgono con una serie di eventi nonsense. Un vortice privo di logica, privo di senso, frutto di impegnativi cazzeggi mentali che giornalmente faccio per puro divertimento xD
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai con disinvoltura in quella che era la più grande scuola di tutto il pianeta. Avevo attraversato il deserto del Sahara e finalmente l’avevo raggiuta. Si, era situata proprio nel mezzo di esso, per fare in modo che solo i più arditi potessero entrarvici.

La porta mastodontica si chiuse alle mie spalle, ed un anziano varcò la soglia di un’altra porta, quella che si trovava in cima ad una scala in mattoni che pareva solidissima.

Scese e mi raggiunse: era vestito di bianco ed aveva capelli lunghi e barba bianca.

Mi inginocchiai tutto emozionato: << Ma… ma tu sei Dio?? >>.

L’anziano scosse la testa: << No, sono mago Merlino >>.

Rimasi inchiodato a terra: << … ma mago Merlino non si vestiva di blu con tanto di cappellino a punta? >>.

Lui si guardò la veste curioso, poi mi fissò con maggior curiosità e mi disse: << Questa veste mi piace di più >>.

<< Oh… capisco >>.

Merlino mi diede la possibilità di visitare la struttura, prima di iscrivermi.

Andai prima nella biblioteca; era una stanza enorme, dove c’erano migliaia di libri e migliaia di studenti indaffarati in ogni modo: chi correva usando i libri come pattini, chi li usava come ali per viaggiare più efficacemente fino ai piani superiori e chi invece, semplicemente, leggeva.

Ero totalmente affascinato; la mia testa si muoveva lentamente, osservando tutta quella meraviglia di conoscenza quando, ad un certo punto, mi ritrovo la faccia di un vecchio senza denti e brutto come la peste proprio vicino a me. Aveva lo sguardo assatanato.

<< S-salve >>. Dissi tutto impressionato.

<< Salve. Lei è nuovo? >>. Disse con voce losca e divertita.

<< Si, certo >>.

<< Bene bene… io sono il custode. Sei venuto per cercare un libro? >>.

<< Beh a dire il vero sono solo di passaggio… >>.

Ma l’anziano custode mi interruppe e prese un libro: << Tu lo VUOI un libro? >>. Disse con voce lunatica.

<< Hei… hei cazzo questo mi ricorda qualcosa… >>.

<< Taci e prendilo! >>. Me lo infilò in bocca, scaraventandomi con prepotente forza fuori dalla stanza, e facendomi sfondare la porta di un’altra sala.

Ero praticamente distrutto e con il libro ancora in bocca. Lo presi e lessi il titolo:

“Come sapere quando si VUOLE una gallina” del macellaio pazzo.

<< Oh Gesù! >>. Esclamai con tremendo terrore e lanciando il libro in aria, che cadde su un lampadario e lo fece cadere a terra, uccidendo due bidelli che stavano innocentemente lavando a terra.

<< Oh no li ho ammazzati! >>.

<< Tranquillo >>. Mi disse un giovane con gli occhiali << Tanto dovevano sfoltire il personale >>.

<< Ah… beh allora poco male. Che sala è questa? >>.

Lui spalancò le braccia e sorrise: << Sei nella sala delle riflessioni! Qui noi studenti diamo il massimo del nostro contributo per le nuove scoperte che rivoluzioneranno il mondo! >>.

Mi guardai attorno. Sulla destra c’erano due ragazzi vicini ad un mappamondo. Erano applicatissimi e lo osservavano con estrema concentrazione. Stavano probabilmente giungendo ad una conclusione.

Alla fine uno dei due disse all’altro con estrema sicurezza: << Secondo me la Terra è tonda >>.

L’altro lo guardò esterrefatto: << Ma che cazzo dici?? La terra è piatta! >>.

<< Si, certo, e tua madre è vergine… >>.

<< Figlio di puttana! >>.

I due iniziarono a suonarsele, ma qualcos’altro attrasse la mia attenzione: un ragazzo con in mano una bacchetta di legno.

<< Ehm… salve >>. Dissi quando fui abbastanza vicino a lui.

<< Oh salve. Lei è il serial killer che abbiamo assoldato per ridurre lo staff delle pulizie? >>.

<< Beh no, quello è stato un incidente. Io sono qui per iscrivermi >>.

Lui sorrise: << Oh bene. Sono sicuro che saremo ottimi amici >>.

<< Grazie mille! Hei, ma cos’è quella? >>. Indicai il pezzo di legno che aveva in mano << Cos’è, una bacchetta magica? >>.

Lui la guardò colpito, poi sorrise e mi rispose: << No, sto per farmi un clistere >>.

Sentii il mio stomaco sobbalzare. Scappai via, rifugiandomi in un bagno. Sembrava tutto sicuro quando ad un certo punto, da una delle varie porte, uscirono in ordine sette nani, un barbone puzzolente, una vecchia con le stampelle, un coniglio alto due metri e, infine, un tizio tutto spettinato, serio e bianchissimo di pelle che mi guardò nervoso e mi disse: << Tu non hai visto niente >>. E tutto ciò mentre agitava le mani vicino ai miei occhi, come se volesse ipnotizzarmi.

Il mio sguardo restò inchiodato su di lui fino alla fine della stanza, fino a quando non potei più vederlo. E fu lì che sentii dei colpi di tosse e mi girai di scatto.

<< Ma… mago Merlino! Dove diavolo era? >>.

<< Lì dentro con loro >>. Disse schietto << Allora… tu vuoi iscriverti, vero? >>.

<< Beh veramente non ne sono più molto… >>.

<< Seguimi >>. M’interruppe e mi prese per la mano, portandomi nella sala professori sopra le scale.

La sala era molto spaziosa e sistemata. Era piena di quadri di galline che popolavano strade, città, grattacieli.

<< Mio Dio… quanta ansia… quanti brutti pensieri… >>. Dissi sotto voce.

<< Forza vieni qui >>. Disse il mago.

Di fronte a me c’era un registro. Dovevo firmare.

<< Forza firma >>.

Presi la penna e mossi la mano in avanti, pronto a firmare per essere parte di tutta quella conoscenza, di tutta quella saggezza. Ma rimasi attento e schivai la coltellata con la quale lui voleva colpirmi la mano.

<< Ma che cazzo fa?? >>.

<< Zitto! Questo patto va consacrato col sangue! Tu VUOI firmare, vero?? >>.

<< Non intendo restare qui un secondo di più! >>.

<< Allora morirai! >>. Il mago tentò un fendente, ma io fui più attento e veloce, schivando l’attacco e facendolo cadere a terra con una spinta. Svenne clamorosamente, facendomi comprendere che l’età l’aveva reso assai un pappamolla.

Restai ancora a fissarlo, ma dei lenti passi attirarono la mia attenzione. L’individuo che mi ritrovai di fronte era stranamente familiare.

<< E’… è il capo! >>. Disse Merlino prima di tirare le cuoia.

Io lo fissavo con sbigottimento; era molto vecchio, si reggeva su una stampella con la mano destra e reggeva con la sinistra niente popò di meno che una gallina.

<< Cazzo… mi ci sono voluti vent’anni per ritrovare sta fottutissima gallina! >>. Disse rabbioso.

Le gambe mie tremavano forsennatamente. Il sudore cadeva a grosse gocce lungo il mio corpo:

<< No! No! Vai via! Vattene via vecchio bastardo! >>.

Lui sorrise lunaticamente: << Ma guarda guarda… quanto tempo, piccolo Thomas! >>.

<< No vattene, lasciami in pace lurido bastardo! >>.

<< Oh e adesso la VUOI sta cazzo di gallina o no??? >>.

 

   
 
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