CAPITOLO 4
Oggi. Corridoio della scuola.
Ora di matematica.
Giulia è uscita per prendere
una boccata d’aria da quell’interminabile susseguirsi di formule, teoremi e
calcoli. Non ha mai sopportato la matematica, nemmeno alle
medie.
Mette le cuffie alle orecchie,
decide di dedicarsi una canzone, per staccare del tutto la
mente.
“Notte prima degli esami,
notte di polizia...,” Venditti canta forte, in un concerto solo per
lei.
Raggiunge le scale, scende
qualche gradino e si siede sul penultimo. Si lascia cullare da quelle note
romantiche e quasi si addormenta.
La canzone finisce. Peccato,
avrebbe volentieri saltato qualche altro minuto di quella giornata squallida, ma
non può.
Si alza a malavoglia e si
dirige verso la classe. Passa davanti ai bagni, lo sgabuzzino dei bidelli, altre
due porte verdi, uguali a quella della sua classe, e poi è arrivata.
Tira un lungo respiro, poggia
la mano sulla maniglia e apre la porta.
Si siede veloce, come per non
farsi notare, ma non ce la fa.
- Farletti, stavo giusto
cercando un volontario per l’interrogazione di
oggi.
La prof. l’ha sempre odiata,
dal primo giorno del primo anno, ma che ci può fare lei, povera vittima
dell’interrogazione giornaliera.
- Io non sono una volontaria.
Anzi, farei volentieri a meno della sua
interrogazione.
- Molto divertente. Ora vieni
alla cattedra e vediamo come ti sei preparata.
Se vuole sapere come si è
preparata sarà un’interrogazione molto corta. Ieri sera ha avuto di meglio da
fare. O di peggio, dipende.
-
Allora.....
La prof. sta sfogliando
lentamente le pagine del libro di aritmetica col suo dito affusolato e
rugoso.
- Mi dica il primo teorema di
Euclide.
Bene! E chi sarebbe
quest’Euclide? Ci ragiona attentamente.
- Beh, stando al teorema di
Euclide si deduce che....
Si deduce che.... Non sa
neanche lei che cosa vuole dire.
- Farletti? Si
deduce....
La porta si spalanca. Il
bidello entra trionfante in classe, consapevole di aver salvato uno degli
alunni, probabilmente interrogato alla cattedra.
- Ci sarebbe un piccolo
problema. Il preside la desidera nel suo ufficio il prima
possibile.
-
Certo.
Lancia uno sguardo fulmineo a
Giulia, è lei quella salvata.
La professoressa esce
velocemente dalla classe, il rumore dei suoi tacchi si allontana sempre di più,
mentre quello delle urla degli alunni lo può sentire solo il
bidello.
Daniele si alza, va verso la
cattedra, vuole chiedere spiegazioni a Giulia.
Sara lo vede, fiuta aria di
guai ed è più veloce.
- Giulia, te la sei vista
brutta. C’hai un culo. Mancano dieci minuti e figurati se la prof. ci mette di
meno col preside!
Lascia un’aria di mistero che
solo l’amica può intendere.
Secondo Sara, la prof. di
matematica, Ghincetti, e il preside, hanno una storia d’amore, piena d’intrighi
e di passioni folli. Per lei, lo fanno sulla cattedra del preside, vicino alla
macchina del caffé e pure sui tavoli della mensa, ma Giulia la conosce troppo
bene, sa che alla sua fantasia, non ci sono limiti.
Daniele si allontana
sconsolato, ha capito che, almeno per oggi, non avrà
risposte.
La campanella dell’ultima ora
è quella che sembra non suonare, mai.
Però, dopo le preghiere di
tutti e ventiquattro i ragazzi della classe, con un flebile tintinnio, segna la
fine della giornata di scuola.
Anche oggi suona. Per Giulia,
ancora più in ritardo di tutti gli altri giorni.
Si catapulta fuori, seguita da
una ragazza ansiosa di trascorrere un pomeriggio con lei e rincorsa da un
ragazzo in cerca di disperate risposte.
Giulia e Sara fanno sempre la
strada insieme. Una volta la facevano anche con Daniele, ma da un mese no. Da un
mese, quel tratto di strada è più silenzioso, meno allegro e molto più
lungo.
Daniele sapeva come farle
ridere, come far dimenticare loro una brutta giornata o un’interrogazione andata
male; da quel pomeriggio, però, quella strada era colma di ricordi, di strane
emozioni, di malessere.
Le due amiche avevano cercato
un percorso alternativo, ma l’unico era molto più lungo e
stancante.
Immersa in questi pensieri,
Giulia era arrivata a casa, aveva salito le scale e si era sdraiata sul letto.
Aveva annullato l’incontro con
Sara con un semplice “Non mi sento molto bene” e ora era in camera sua, a
contemplare il soffitto.
La ragazza prese l’I pod, si
mise una cuffia nell’orecchio destro e attese l’inizio della sua canzone
preferita: “Domani”
Le venne in mente il giorno
del concerto.
L’aveva accompagnata proprio
lui. Erano arrivati sei ore prima del concerto e si erano presi un bel posto in
seconda fila.
Alle dieci e mezza di sera i
Finley avevano fatto la loro entrata sul palco e avevano iniziato a cantare il
primo brano del loro secondo disco. Che emozione sentirli cantare! Che emozione
cantare con loro! Che emozione stare abbracciata a Daniele per tutto il
concerto! A lui non era mai piaciuto quel gruppo, ma l’aveva accompagnata
volentieri, per vederla sorridere.
Giulia decise di scacciare in
fretta quel pensiero e di cambiare immediatamente canzone. Quella non era più la
sua preferita.
Chiuse gli occhi, aspettò che
la canzone seguente iniziasse e, poi, si
addormentò.
Sognò il momento mai arrivato
di dargli un bacio. Un momento magico, che lei sapeva non avrebbe mai
dimenticato, ma ora quella meravigliosa sensazione le dava fastidio. Pensare che
a lui non avrebbe fatto piacere, che non sarebbe stato molto importante, la
faceva stare troppo male. Preferiva dimenticare.
Sono le tre del pomeriggio,
Daniele e lì. Davanti alla scuola, proprio dove Mariangela gli aveva detto di
aspettarlo.
Quando lei gli aveva chiesto
se gli andava di accompagnarla a nuoto, non c’aveva pensato due volte. Era la
ragazza più bella di tutta la scuola e lui aveva avuto il privilegio di poterla
vedere in costume da bagno, come rifiutare.
Ora, però, dopo averla
aspettata per mezz’ora, si stava chiedendo se non fosse stato tutto uno scherzo
di pessimo gusto.
Era seduto su una delle
panchine nella piazza e guardava verso i gradini della scuola, nella vana
speranza di vederla arrivare, dirigersi di corsa verso di lui e scusarsi con un
bacio passionale.
Quella era stato il suo
desiderio sin dall’inizio. O prima o dopo, voleva baciarla, a lungo e con
intensità.
Chiuse gli occhi e s’immaginò la scena. Che bello sarebbe stato! Se fosse stato.
Sentì vibrare il telefonino
nella tasca. Tirò fuori il vecchio modello di Nokia e, per pochi secondi, sperò
che fosse stata Mariangela a scrivergli un
messaggio.
Non era lei. Federico gli
chiedeva come stava andando con Marilena e perché quella mattina era così
rabbuiato.
Daniele non sapeva come
rispondere alla prima domanda e non voleva rispondere alla
seconda.
Accidenti a lui, non aveva
pensato a Giulia per tutto il pomeriggio e ora ci voleva quell’idiota a
ricordargli della sua esistenza.
Quella
stupida ragazza viziata che gli aveva rovinato metà anno scolastico. Veramente una stronza.
Subito dopo aver pensato
queste amare parole, si sentì un mostro orribile. Come poteva pensare così di
quella persona meravigliosa che gli era sempre corsa in aiuto, anche non sapendo
per quale motivo. Era stato lui lo stronzo.
D’altronde lei non aveva
nessuna colpa. Non si comanda all’amore. Non si può decidere per chi farsi
mancare il respiro, per chi dimenticarsi persino di mangiare. Giulia si era innamorata di Daniele, ma lui non
di lei, non al momento giusto. Pensarla a piangere sul suo comodissimo letto
tutto arancione e rosso gli provocava una stretta al
cuore.
Una tristezza nell’anima prese
a dilagarsi, anche un’incontro con Mariangela lo avrebbe tirato
su.
Il pomeriggio era rovinato. Tanto valeva andare a casa.
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Eccomi...sono tornata!!! Lo so, per pubblicare questo cap c'ho messo una settimana, ma se sapeste cosa mi è successo in questi giorni, credo che capireste.
In ogni caso...ecco il quarto capitolo della storia. Per Daniele e Giulia si prevedono tempi duri,ma loro ce la faranno...o no?!?
Che bello tenervi sulle spine ^_^ !!! No, scherzo, cercherò di aggiornare presto, d'ora in poi, promesso!!!
Passiamo, come d'abitudine, ai ringraziamenti.
Kia 93: sai...è veramente orribile!!! anche perchè quando capisci che lui non prova lo stesso per te, ti senti crollare il modo addosso ed è difficile trovare l'uscita dal pozzo buio in cui si cade...W l'allegria ^_^ !!! Va beh...la smetto di deprimermi, grazie ancora!!!
Cherie lily: questa storia sembra così vera, perchè è vera, e non è altro che la mia storia!!! Magari le cose fra me e il mio migliore amico non sono andate così per filo e per segno, anzi, sono state più umilianti, ma il senso è lo stesso. Sono contenta che ti piaccia ^___^ !!!
Miss_miky: non hai idea di quanto ti capisca!!! mi dispiace per te e il tuo amico, ma, se vuoi un consiglio, se i tuoi sentimenti verso di lui sono veri e forti, non mollare, continua a sperare in un suo interessamento. Se poi credi che lui provi le stesse cose, ma sia timido, allora prova a fargleilo capire, che ti piace... bene, dopo questo angolo dei suggerimenti, ti ringrazio del commento!!!!
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