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Autore: Blackie    01/02/2008    8 recensioni
Raccolta di One-shot che comprenderà vari pairing, alcuni già decisi, ma nulla vieta che mi vengano in mente altre idee!
Il primo capitolo è per le mosche bianche!
Il quarto capitolo invece, SasuNaru, è slash solo per chi lo vuole.
1.Flowers [A ShikaIno story]
2.Blood [A SasuSaku story]
3.Stars [A NaruSaku story]
4.Bonds [A SasuNaru story]
Sono gradite le recensioni^^
Elfetta
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La lapide era semplice, bianca, decorata solo con il simbolo della Foglia

 

 

Flowers [A ShikaIno story]

 

 

La lapide era semplice, bianca, decorata solo con il simbolo della Foglia.

Inciso portava un nome, solo due parole. Due povere, piccole parole, che per qualcuno non erano niente, ma per altri significavano tutto: Sarutobi Asuma.

La lapide bianca, la notte nera: un contrasto spettrale.

[Ma tu non devi temere i fantasmi]

Davanti a quella stele, nell’oscurità totale di una notte senza luna, Shikamaru stava immobile, il viso a tratti illuminato dal rosseggiare della brace della sigaretta.

[O almeno, non quelli che vivono in questo luogo]

Tutto era silenzio.

[Temi ciò che è dentro di te]

Poi quel fruscio impercettibile, un rumore quasi inesistente, lo fece voltare di scatto, teso, uno shuriken in mano.

“Chi c’è?” disse piano, la voce profonda e nervosa.

Una risata.

La risposta fu una sottile e leggera risata.

[Ridere è sempre stato il suo modo di affrontare ogni cosa]

Shikamaru abbassò la guardia, più rilassato. Che strano. Pur nell’oscurità più completa riusciva a vedere i suoi occhi ridere, come se fosse stata una splendida giornata di sole.

Si voltò di nuovo verso la lapide, rimettendo le mani nelle tasche.

 

[La sigaretta si consumò, e ne accese un’altra]

 

Sentiva il suo profumo, un delicato aroma di primavera, e si chiese cosa fosse. Gli era familiare.

[Da quando faccio attenzione al tuo profumo?]

“Che cosa ci fai qui?” . La risposta giunse da un punto sorprendentemente vicino a lui.

“Probabilmente lo stesso che ci fai tu”. Lui annuì, pur sapendo che non poteva vederlo, ma nello stesso tempo con la consapevolezza che l’avrebbe visto.

[Come è sempre stato. Come hai sempre visto dentro di me]

Espirò, lasciando filtrare una lama di fumo fra le labbra, e la sentì sospirare.

“A volte mi ricordi tanto… lui”. Il suo nome, lo stesso inciso su quella lapide che pure non potevano vedere, aleggiava sospeso fra loro.

Shikamaru sputò ancora del fumo.

[Dentro te ci sono  cose di cui non ti libererai  così]

“Non dirlo. Non è vero.” Sentì il suo sguardo interrogativo perforare il buio che li avvolgeva, e scrollò le spalle. “Era un uomo molto migliore di me”.

[Lui mi avrebbe salvato. Io non l’ho fatto]

Lei rise di nuovo, questa volta con un’inflessione amara nella voce.

E invece gli assomigli. Era il tuo maestro, Shikamaru”. Lui inarcò un sopracciglio:“Mio?”

“Lo sai che è così”.

Il silenzio ripiombò improvviso.

 

[La sigaretta si consumò ancora, e ancora un’altra fu accesa]

 

Il buio era confortante. Li circondava, cortina calda di una notte estiva.

Li nascondeva l’uno agli occhi dell’altra, ma nello stesso tempo svelava cose mai viste prima.

[Sento ogni tuo respiro, come ho sempre fatto da che è stata vita nel mio corpo]

“Da quanto tempo vieni qui, Shika?” gli si era avvicinata ancora.

Esitò: sulle prime l’istinto era di mentire. Ma quella, quella era una strana notte.

“Ogni notte, da quando… è successo”.

La vide annuire, come se avesse capito quanto gli era costata quella confessione.

[Un ninja non deve mostrare emozioni…]

E tu perché sei qui stanotte?” ritorse lui.

Per un attimo non disse nulla. Poi rispose: “Non riuscivo a… dormire.”

[I miei sogni sono annegati nel sangue]

E lui capì. Continuò ad ascoltare il suo respiro, senza più dire nulla, perché non ce n’era bisogno.

 

[Di nuovo la sigaretta morì fra le sue labbra, e un’altra rinacque fra le sue mani]

 

Poi la sentì muoversi al suo fianco. Sentì una delle sue mani su una spalla, mentre l’altra gli sfilava dolcemente la sigaretta dalle labbra. Se la portò alla bocca, traendo un respiro, e alla luce della brace la vide aspirare una lunga boccata di fumo.

[Fumo. Quell’irritante fumo che ti entra negli occhi…]

La sentì sorridere ancora, tenendo la sigaretta fra due dita.

E poi gli si avvicinò. Sentiva il suo fiato caldo di nicotina sulle labbra, misto ancora a quel profumo.

[Profumo di innocenza, di sole e di prato]

Non lo sorprese la bocca fresca che premette contro la sua. Ciò che lo sorprese furono le sue stesse mani, che si strinsero possessivamente sui fianchi di lei.

[Vi è ancora dunque un sentimento in me?]

Percorse con le dita il contorno del suo viso, e rimase sorpreso nel trovarlo bagnato di lacrime.

“Manca anche a me” fu la frase sussurrata che la sua voce gli soffiò nell’orecchio.

Ma la sorpresa più grande fu di sentire lacrime che solcavano il suo stesso viso.

[Ancora? Ancora posso piangere?]

Annuì piano, e seppellì il viso nel suo collo.

 

[Quando la sigaretta si spense, nessuno la riaccese]

 

Lo svegliò un raggio di sole, e Shikamaru si sedette, sorpreso.

Non per essersi addormentato, ma perché per una volta il suo era stato un sonno senza sogni.

Asuma non l’aveva chiamato chiedendogli vendetta, né l’aveva visto morire fra le sue braccia l’ennesima volta. Il viso accusatorio di Kurenai non era venuto a turbarlo.

[Ho visto te]

Guardò l’erba accanto a sé, e vide l’impronta del suo corpo: lei non c’era.

Shikamaru sorrise sdraiandosi di nuovo e volgendo il viso al cielo.

[Il cielo che per una volta non sembrava grondare sangue]

Il cielo era così azzurro…

[Il cielo erano i suoi occhi]

Si girò verso la lapide bianca del suo maestro, e sorrise ancora, perché un piccolo segno di lei era lì.

Chiudendo nuovamente gli occhi ripensò al profumo di Ino, quel profumo che non riusciva a capire e che l’aveva cullato per gran parte della notte. Ecco. Era così semplice…

 

[Una nuova sigaretta è accesa, un nuovo giorno ha inizio]

 

… i fiori bianchi che ora giacevano ai piedi della stele odoravano di primavera e di innocenza.

 

 

 

Fine del primo capitolo!

Il prossimo sarà di tutt’altro tenore, non anticipo il pairing ma sappiate che si intitolerà “Blood”…

Vi sarò eternamente grata se vorrete recensire *.*

 

  
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