Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: White Dreamer    22/07/2013    6 recensioni
Bianco, viola, marrone, nero, grigio, verde, rosa, rosso, arancione, giallo, blu.
Undici colori. Undici frammenti di vita. Sasuke, dalla fanciullezza alla vita adulta.
Per il tuo compleanno pulcino.
:::
SasuSaku, accenni NaruHina
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

I colori sono i veri abitanti dello spazio.
La linea non fa che viaggiarvi attraverso e percorrerlo; essa passa soltanto.
I.Klein

 
 
 
Bianco: Il colore della luce, dell’innocenza e della purezza.
 
 
Le bolle di sapone danzano nella stanza. Volano leggere come farfalle.
 
Cerchi di afferrarle, impavido.

“Otouto mi spieghi che stai facendo?” Squittisci felice, gli vai incontro investendolo in pieno.
“Nii san sei tornato!”. Lo abbracci in estasi, era da tre giorni che non lo vedevi. Ti stringe forte a sua volta, poggiando la fronte tra i tuoi capelli.
 
L’acqua continua a scorrere.
 
“Non vorrei sembrare pressante ma cos’è sto disastro?”.
Ti stacchi, corrugando la fronte “Non lo vedi nii san?”. “Vedo solo che stai prosciugando le riserve idriche mondiali”.
Ridacchi “E’ una sorpresa per la mamma”. Lo prendi per mano, avvicinandolo al lavabo. “Sto lavando i piatti”.

Vieni inaspettatamente sollevato da terra. Itachi ti ha tirato via da una pozzanghera. “Attento otouto che scivoli”. Sorridi felice. Il tuo fratellone è il più bravo del mondo.
Adocchia il pomodoro che hai in mano “Mi sembra che tu ti stia rifocillando”. Annuisci “Si anche quello”.
Sospira andando verso il rubinetto.

Lo talloni. “Nii san lo sai un cosa?”.
Chiude il flusso d’acqua. “No otouto, ma sono certo che saprai illuminarmi”. Ridacchi, ci stavi pensando giusto ieri. “I pomodori non sono verdure”.
“Otouto, con tutta la buona volontà è parecchio difficile stare dietro alle tue idee futuristiche”.
“Ma è vero ti dico!”. Avvicini il succoso bottino a portata di labbra. “Avanti assaggia”. “No grazie”.

Spalanchi gli occhi. Possibile? “Non ti piacciono?!”. Quella era quasi blasfemia. “No Sask’è”. Ti arruffa i capelli. “E che è mezzo mangiucchiato e ricoperto di bava”.
“Io non sbavo!”. Avrebbe terminato il pasto senza condividere. Tanto meglio.

Lo vedi trattenere una risata. Che fa, prende in giro? Lo trafiggi minaccioso. “Perché non sono verdure?”. Oh finalmente una domanda sensata.
Alzi un dito. “Perché le verdure sono orribilmente puzzolenti, i pomodori no”.
Si gratta il mento. “Lungi da me nel contrariare un esperto nell’industria alimentare”. “Già”. Sorridi contento.
 
 
 
 
 
 
Viola: Il colore del sogno, della fragilità e dell’instabilità emotiva.
 

Cosa c’è di peggio nel sapere che tutte le persone a cui vuoi bene sono morte? Un buco nero senza fondo si forma nello stomaco.
Quattro giorni prima non ti saresti neanche posto la domanda.
Dove eri? Eri al mercato con la mamma. Le camminavi al fianco, radioso.
 
L’acqua riposa calma sotto di te.
 
Ed eri felice vero? Felice perché Lui sarebbe tornato dalla missione e avreste giocato insieme. Lo speravi tanto.
Ora non più. Non ne saresti in grado. La speranza è per i deboli e i deboli non raggiungono i propri obiettivi.  Era stato Lui a dirlo.

Il ricordo di quegli occhi rossi ti fa tremare.
 
Gemi, tenendoti la testa tra le mani.Forse era un brutto sogno. Si doveva esserlo.
Stringi gli occhi e trattieni il fiato. 
Vuoi tornare in quel mondo dorato. Dove i fratelli non sono pazzi assassini ma presenze amorevoli. Che ti pizzicano la fronte e ti proteggono da ogni male.
 
Quando li riapri vedi solo il tuo riflesso.
 
Sospiri.
Meno di una settimana fa avevi otto anni, ora te ne senti molti di più.
 
Lanci un sasso nell’acqua.
 
Sei orfano, sei solo, sei senza una guida.
 
Sei un Uchiha.

 

Quando lo specchio d’acqua riflette la Sua immagine, un odio sconfinato scuote il tuo essere.
Ti avvolge nelle sue spire, spingendo l’amore nelle profondità del tuo cuore.

 

Sei un vendicatore.

 
 
 


Marrone: Il colore della terra, della tenacia, della sicurezza.
 

La vita sta nelle cose semplici. Anche la felicità a pensarci bene, ma tu non sei né allegro né gioioso - ma sei vivo.
Il Team 7 – numero che dovrebbe simboleggiare l’equilibrio – è formato da: un imbranato esagitato, una sanguisuga viziata e un guercio sfornito di orologio biologico – il ritardatario cronico per intenderci.
Quella non era banalità era alienazione in stadio avanzato. La vita sta nell’anormalità. Si, molto meglio.
 
Tu comunque cerchi di essere superiore a tutto quello. Anche se sono le dieci del mattino e il filibustiere non si è ancora presentato per il vostro corso di sopravvivenza.
La rosa borbotta maledizioni su qualche dieta vegana e il bell’addormentato sbava saliva verdastra.  Che pezzi d’idioti senza spina dorsale.
 
 
Cinque ore dopo pensi sempre che siano dei pezzi d’idioti, ma almeno li trovi sopportabili. Il maestro spacciandosi per guru, aveva parlato di necrologi, di tizzi che ti mollano in asso e di ninja che non prendono sul serio il loro mestiere.
E’ stato istruttivo in fin dei conti, anche se rimani dell’idea che quella bandana da predone sia sospetta.
 
 
Cinque giorni dopo ti sei rassegnato al fatto che le colonie feline non siano una leggenda urbana, ma una realtà con cui i ninja dodicenni devono convivere.
I loro servizi sociali non si limitano a recuperare bestie a quattro zampe. Sono impegnati nel giardinaggio, nell’assistenza degli anziani, nell’apicoltura, nell’agrumicoltura.
Una rottura infinita.
 
 
Cinque mesi dopo hai modificato i tuoi parametri. Gli avvenimenti che hanno costellato quei mesi sono molteplici e c’è dolore e sofferenza in molti di essi. Hai capito che sei debole e che non basta allenarsi, devi sputare sangue se vuoi raggiungere il tuo obbiettivo.
Il potere che ti è stato donato non è altro che una falsa scorciatoia. Non ne esistono, ora lo sai.
 
Poi ci sono loro, Naruto e Sakura, che hai cominciato a rispettare – giusto un poco.
La voglia di confrontarti con Naruto – che rimane comunque una testa quadra - cresce ogni giorno e Sakura è sì una sanguisuga, ma una sanguisuga intelligente.
Infine c’è Kakashi, che è un grande maestro, ma rimane un bradipo narcolettico.
 
 
 

Nero: Il colore delle tenebre, del dolore, della corruzione.
 
Determinazione. Eri determinato ad andartene e lui non poté fermarti.
“Non permetterò che Orochimaru ti prenda con sé! Ti porterò indietro anche a costo di spezzare ogni singolo osso del tuo corpo”.


Sei un bambino Naruto. Che crede nei legami eterni. Stolto.
I legami sono fatti apposta per essere spezzati.


Te ne andasti e il serpente t’insegnò bene. Quando sognò di volare, feci quello era necessario. Questa è pura pazzia, ma tu ci hai voluto provare lo stesso, e per prendere il pulcino dal nido sei diventato tu preda di un falco adulto.
Avevi ottenuto i Suoi occhi a modo tuo ed eri pronto ad affrontarlo. Con un nuovo team partisti, ma lo trovasti solo dopo molto tempo.
 
Sei diventato più alto?
Furioso, lasciasti che fosse la tua sete di vendetta a guidare la tua lama. Cosa vedi con il tuo Sharingan Sasuke? Vedo te, morto!
Bene, allora vediamo quanto è buona la tua vista.
Diedi tutto te stesso e proprio quando pensavi che fosse giunta la tua ora, cadde a terra, sconfitto.
 
Alla fine i tuoi occhi non sono andati più in là dell'apparenza. Solo parole, sporche menzogne.
Una storia che viene dal passato. Una storia di potere, di guerre, di tradimenti.
Itachi aveva pianificato tutto. Bugie, bugie, nient’altro che bugie. Guardati adesso tu sei vivo. No, no, no. E’ tutto sbagliato.
Quello stesso uomo che sterminò il clan, non fu in grado di uccidere te.
Era un nuovo mondo.
Per lui la tua vita era la sola ragione di esistere.
Un nuovo giorno.
 
Il tuo viaggio ricominciò. Il team Hebi aveva un solo e unico scopo, distruggere Konoah e i suoi abitanti.
Incontrasti ostacoli di ogni tipo. Combattesti e uccisi, in una spirale senza fine. Quando incontrasti il tuo vecchio team eri temprato da nuove cicatrici. E Naruto interpretò la parte dell’impavido eroe puro di cuore, patetico.
Moriremo insieme. Potremmo capirci nell’altro mondo.


Al diavolo Naruto, tu pensi di conoscermi, ma non è così.

 

E poi la guerra sconvolse tutto. Distrusse quello che era rimasto intatto, falciò gli uomini come spighe di grano e plasmò delle leggende.
Combattesti anche tu per la libertà, perché il mondo faceva già abbastanza schifo senza che uno schizzato prendesse il controllo dell’intero genere umano. Ma la situazione non era risolta.
Quando ti trovasti di fronte al bivio, scegliesti di rivoltarti contro il sistema.
E come al solito l’Uzumaki, alias “l’eroe del mondo ninja”, si frappose fra te e i tuoi piani.
La Valle Della Fine venne spazzata via dalla vostra furia.
Ti consumasti gli occhi fino a farli sanguinare, ma non avesti scampo contro il potere illimitato di Kurama.
 
Fu l’unico scontro in cui tu sia mai uscito sconfitto.
Quando non riuscisti più ad alzarti, rimanendo in sua balìa, si accostò al tuo orecchio e ti disse “Le ossa non te le ho spazzate alla fine, contento?”.
 

No Naruto, non sono contento, perché dovrei?
Era meglio se mi spezzavi l’osso del collo, sarebbe stata una fine onorevole.

 
 
 
Mi riportasti al villaggio sulle spalle. 
Fu solo molto tempo dopo che ti ringraziai per averlo fatto.
 
 
 
 

Grigio: Il colore del crepuscolo, del rifiuto e dell’abbandono.
 
“Dannazione Sasuke alzati!”.
Non lo ascolti, sei sdraiato su quel letto da mesi ormai. Di solito se lo ignori abbastanza a lungo leva le tende.
Ti senti tirare per il bavero della maglietta. Forse no. “Che cosa pensi di dimostrare eh?”.
E’ furioso, questa volta lo è davvero. Tenti di metterlo a fuoco, ma la tua vista danneggiata scorge solo una confusa massa di oro e azzurro.
“Se non firmi quei documenti, giuro su Dio che te li faccio mangiare” sibila a mezzo centimetro.

Chiudi gli occhi.
Perché non lo lascia andare? Perché non lo lascia mai andare?
Era la sua vita cazzo, poteva farne ciò che voleva. Il suo più grande desiderio era di iniettarsi della morfina nel braccio, perché fare tante storie?
Non gli davano in mano neanche un bisturi, che lo lasciassero crepare di overdose.

L’idiota riprende a scuoterlo “Non ti servirà comportarti così sai?”. Gli stringe la spalla “Ci stai tirando matti tra me, Sakura e Kakashi”.
Oh certo, il mitico Team 7. Unito fino alla morte.
Sveglia Naruto, questa è la vita reale.

Stufo di quei fastidiosi scossoni, afferri il braccio del biondo, stringendolo. Senti le vene pulsare. “A che servirebbe?” chiedi con voce roca. “Non cambierebbe niente”.
Dal suo sospiro capisci che è emozionato. La tua prima frase da giorni. “Tornare a vederci ti sembra niente?”.
Digrigni i denti. Fanculo l’operazione. Hai solo bisogno della tua Katana. Un suicidio rituale è anche meglio della morfina. Glielo dici.
“Voglio che tu mi dia una cazzo di lama lunga dieci centimetri”. La consegna dei tuoi effetti personali era chiedere troppo per quello stolker complessato.
 
 
Trattiene il fiato.
Aveva finalmente smesso di scuoterlo come un sacco vuoto. “No” sussurra debolmente “Non lo farò – lo sai che non lo farò”.
E dire che ci speravi. Poggi la testa sulla sua spalla, sospirando. Era solo un derelitto, che se ne facesse una ragione.
“Cosa devo fare Teme?”.  Te l’ho appena detto rospo decerebrato.
“Riuscirò a salvarti dal tuo scassamortoso vittimismo. Puoi starne certo”.
Adesso si dava al sarcasmo?

Commenti velenoso “Perché se non mi salvi non hai le palle per diventare Hokage?”.
“No Sasuke, è perché ti voglio bene”.
Senti uno sfarfallio allo stomaco. Ringhi nervoso “Che scusa di merda”.
E naruto – il coglione – ride.
 
 



Verde: Il colore della primavera, della rinascita e dell’equilibrio.
 
C’era troppo rosa e giallo insieme. E due sorrisi così smielati da fare venire il diabete.
“Ci vedi bene Teme?”. L’azzurro ti scruta luminoso.
Sbuffi. Che bisogno c’era di quel pandemonio? Annuisci tranquillo.
Quello ovviamene sghignazza.

Sposti l’attenzione sulla seconda figura.
Sakura è cambiata, non è più la ragazzina insicura dei tuoi ricordi. Ha misurato e provato la sua forza combattendo al tuo fianco, anche se era successo mesi prima.
Dei, sembra passata una vita.
Le fai un lieve cenno col capo, ti ammicca e risponde energica. “Non devi sforzare la vista nei prossimi giorni, ma l’operazione è riuscita, non ci sono complicazioni”.
Senza alcun pudore ti appoggia una mano sulla spalla. “Andrà tutto bene vedrai”.
Sembra lo stia dicendo a se stessa.
 
Eccerto che andrà tutto bene!”.
Inspirando lo riprende bonaria. “Naruto smettila di urlare, siamo in un ospedale non in un’osteria”.
“Vi ci porto guarda. Quando lo dimetti, andiamo a sbronzarci, offro io!”.
“Niente ramen?”. Ti rendi conto di aver parlato quando i due ti guardano radiosi.
Giri la testa, imbarazzato. E’ vero, sei loquace quanto un arbusto rinsecchito, ma insomma, un po’ di contegno.
 
“Non ti ho mai visto ubriaco Sask’è, è un esperienza che non voglio perdermi”.
Sbuffi. Tu che bevi alcolici? No grazie, sei astemio dalla nascita.
Non lo senti avvicinarsi, ti dà una spallata a sorpresa. Ti giri e lo trapassi con l’onice, hai ucciso per molto meno. “E piantala di fare il morto antipatico complessato”.
“Hai seguito una lezione di grammatica e non me lo hai detto?”.
 
Ignorando la frecciatina continua a ciarlare, ormai è in universo tutto suo. “Si sarà interessante”.
Interessante quanto un dito nello sfintere. Sospiri.
Ti vuoi trasferire a Suna, almeno lì le persone sono aride a sufficienza, non berciano entusiasti per qualunque stronzata e rispettano la pubblica decenza.
“Ti spiacerebbe spostarti? Sei fastidiosamente mefitico, vai a farti una doccia”. Non metti così tante parole insieme dall’ultima volta che hai usato lo sharingan. Almeno è per una buona causa.
Mentre ascolti vagamente i lamenti dell’Uzumaki, ti accorgi dello sguardo verde su di voi.
Sakura si tiene una mano sulla bocca, sta soffocando una risata.
 
Ti mordicchi il labbro. Forse aveva ragione, sarebbe andato tutto bene.
La felicità è un sentimento che ti è sconosciuto e non andresti mai a cercarlo, ma se bussa alla tua porta puoi anche provare a farlo entrare.
 
In quella camera d’ospedale, tra il carrello dei medicinali e il termosifone elettrico c’era il Team 7.
 
 
 
 

Rosa: Il colore della giovinezza, dell’amore appena sbocciato.
 
“Te ne sei ricordato” Sakura guarda la scatola quasi tenesse una bomba a orologeria.
Sbuffi di rimando. “Non è sta gran cosa”. Cielo, le femmine. Che seccatura.
Ti sorride radiosa “Sasuke Uchiha che fa un regalo di compleanno. E’ praticamente una dichiarazione d’amore”. Si rende conto di quella che ha detto perché si sbriga a ritrattare mortificata. “Oddio no – non – non è come credi!” Deglutì, stritolando il pacchetto nero carbone. “Si dunque - che stavo dicendo?”. Borbotta frasi sconnesse.

Probabilmente sei latteo cadavere.
Ti schiarisci la voce. “Si beh, auguri comunque”. Lei torna a guardarti, più tranquilla.
Scarta curiosa la piccola confezione fino a che non ne scopre il contenuto. “Sono – sono”. Annusa circospetta, guardandoti poi sconvolta “Sasuke! Mi spieghi di grazia?”.

Svelto le tiri via il regalo da sotto il naso. Pessima idea, decisamente una pessima idea. “Non importa. Fa che non sia successo niente” rispondi offeso.
“No, ma - aspetta”. Sospira condiscendente “Fammi capire, volevi avvelenarmi?”.
“No!”. Oddio, tu che urli. La fine del mondo è vicina. Infili le mani in tasca. “Insomma non sapevo che regalarti”.

Alza un sopracciglio, divertita. “E non potevi comprare un mazzo di fiori?”.
Spalanchi gli occhi. Tu non fai doni floreali. Già era tanto che era andato dallo speziale.
“Sei un caso sociale Sasuke”.
 
Rimani scandalizzato davanti a tanta sfacciataggine. Dieci anni prima non avrebbe osato tanto.
Dieci anni prima neanche tu avresti osato tanto. E quello che stai per fare è ancora più indecoroso.
Dovevi avvertirla? Non ne eri sicuro. Ventidue anni e neanche uno straccio di esperienza. Quello si che era indecoroso.
Appoggi la scatola al muretto, avvicinandoti circospetto.
“Ti sto per baciare”. Che non venisse poi a lamentarsi, tu l’avevi avvertita.
Sakura comunque rimane lì imbambolata, con la bocca leggermente aperta e gli occhi verdi liquidi - non muoveva un muscolo.
Ha un principio di attacco di panico? Rifletti mentre ti avvicini a quelle labbra. No, dovrebbe essere rossa e con i battiti accelerati.
Assomiglia più a una statua di sale.
 

Quando raggiungi il tuo obbiettivo, si sciolse come cera calda tra le tue mani.

E non ci fu più bisogno di parlare.
Le capsule al cianuro dimenticate sul muretto.

 
 
 




Rosso: Il colore del fuoco, della passione e della sensualità.
 

Affondi in lei con spinte lente e regolari e quando geme il tuo nome ti perdi completamente.
Era un sollievo, perché potevi smettere di pensare. C’era solo quel corpo, quel seno, quegli occhi, quelle labbra. Gliele afferri ansimando, mordendo i bordi carnosi. Sapevano di sale, di sesso, di sangue – piccole gocce escono dal taglio laterale.
Le lecchi via, il sapore ferroso ti riempie il palato. Inspiri il suo profumo – è afrodisiaco.
Un velo bollente ti ricopre gli occhi, stai sistematicamente impazzendo. Non vuoi venire, non ancora.
S’inarca sotto di te, impaziente. Afferri i suoi fianchi tra le mani, aumentando il ritmo.
Le sensazioni che la avvolgono sono forti quanto le tue?
La senti liberarsi con un gemito di piacere lacerante e tu la segui a pochi secondi di distanza.
 
Appoggi il capo sul suo seno, spossato, cercando di districarsi da quella massa di emozioni che si accavallavano tra di loro. In quei secondi ti senti sempre smarrito, risucchiato in un buco nero senza appigli.
Ma bisognava solo aspettare e mani gentili sarebbero arrivate.
La senti accarezzarti. Ti sposta una ciocca fastidiosa dagli occhi. In risposta le sfiori col naso  la linea del collo.
 
E pensi che non ne troverai mai più una così.
Che cancelli anche solo in parte il dolore che ti porti dietro - una cicatrice indelebile.
Che non ti faccia sentir solo. Che ti veda per quello che sei.
Eri l’ultimo Uchiha, l’erede del clan maledetto, portatore di sventura.
Ed era una lotta continua. Nuotare per non affogare, avanzare per non sprofondare.
Con lei era tutto più facile. Fai una smorfia. Si, lo era anche con Naruto.
Ma con lui non ci volevi mica dormire insieme. Un brivido ti percuote. Proprio no.
 
Un tocco leggero alla spalla ti riscuote. Osservi quei prati lucenti che ti restituiscono lo sguardo radiosi.
“Mi vuoi sposare?”.
Sakura inspira, spalancando gli occhi. Prova a schiarirsi la gola, ma incomincia a tossire incontrollata. Doveva esserle andata la saliva di traverso. “S-scusami?”.

Ripeti paziente la domanda e lei ti fissa stralunata.
Non ti era spuntato un terzo occhio sotto il mento santo cielo, era solo un semplice proposta di matrimonio.
“Siamo per caso in una soap opera Sasuke?”.
“Eh?”. Che diavolo, non poteva dire di si e basta, come tutte le persone normali?
Sospira. Facendo leva sui gomiti alza la testa, tu rimani appoggiato al cuscino, finendo per guardarla dal basso.
Incominci a essere nervoso, nessuno può dire di no a Sasuke Uchiha.
Lei ti sorride. Un buon segno. E dice “Voglio che sia su una collina, o vicino a un lago o a un campo di fiori”.
 
Già il fatto di avere sentivo “voglio” nella frase ti secca alla grande. Era lui il despota della coppia.
Lei continua, felice come una Pasqua. “E l’anello è fondamentale. Come si fa senza?”.
Io ce la faccio. Pensi. Ma tu evidentemente no. Del resto era una femmina.
 
Ridacchiando ti si spalma addosso. Certo, la tattica della micina in calore, la cosa assurda è che funzionava - non tutte le volte comunque.
“Ti ricordo che settimana prossima è il nostro anniversario”. Percorre una linea immaginaria sul petto “Giusto nel caso non sapessi scegliere la data”.
Maledette femmine.
Sbuffi, girando la testa nel cuscino. Ti soffia nell’orecchio, giocosa.
 
 
 
Si è addormentata sulla tua spalla. Il respiro regolare ti solletica il collo.
Stai osservando il suo naso da minuti ormai. Ti piaceva il suo naso, e le sue mani anche.
Erano lunghe e fini e finisci a immaginare un anello sull’anulare sinistro.
Accenni un sorriso, non era malvagia come idea.
 
Domani avrebbe guardato nel ripostiglio. Tra tutti quei vecchi scatoloni, l’anello di Mikoto lo stava aspettando.
Tiri su col naso, nascondendoti nel tuo orgoglio. La mamma ne sarebbe stata felice.
 
 



Arancione: Il colore dell’armonia, della vitalità e della fertilità.
 
“Hinata aspetta un bambino”.
“Le mie condoglianze” era stato Shikamaru a parlare e tu – per una volta – sei dello stesso avviso.
Non solo era stato obbligato ad andare in quella bettola, che possedeva norme igieniche sotto il limite della decenza – ma l’Uzumaki si era pure riprodotto. Mio Dio.
“Idiota, si dovrebbe dire congratulazioni” ringhia prima di buttare giù l’ennesimo Sakè.
Così se si diventa padre ci si da all’alcol. Interessante.

“Non sai che esiste la contraccezione?”. Meglio fargli un corso accelerato di educazione sessuale.
“Siamo sposati” risponde ostile “Possiamo fare tutti i bambini che vogliamo”.
“Dopo appena due mesi?”. Di nuovo la testa d’ananas.
 
Sbuffa. “E io che volevo condividere con voi la notizia”. Afferra rabbioso la bottiglia “Siete perfidi”.
Nara alza le spalle “Trovo semplicemente curiosa la situazione”. Si alza da tavola. Ha sempre quell’aria da addormentato cronico. “Scusate ma devo lasciarvi, o un gruppo di dodicenni scalmanati al campo 3”.
Se ne va con quell’andatura da debosciato che ti fa sempre venire un tic all’occhio.
 
“Che ne pensi?”. Ti guarda come se si aspettasse una risposta seria. Chissà perché la tua opinione è sempre la più importante. “Che tempi bui ci attendono”.
“Stronzo” borbotta strascicato, ma intanto sorride. Non lo prende mai sul serio.
 
Rigira il bicchierino tra le mani. “Tu che mi dici?”.
Oh santo cielo. Che erano quei discorsi da donnicciole?
“Quando abbiamo fatto le presentazioni è stata la prima cosa che hai detto. Ridarò vita al mio clan”. Ridacchia “Sakura fra un po’ sveniva per l’emozione”.

No, non la prima. Ucciderò chi so io. Inspiri lentamente, allontanando il ricordo.
“Scusa se non ci duplichiamo come conigli” rispondi.
Erano fatti tuoi – e di Sakura anche – su come e quando procreare. Non doveva certo rendere conto a quel carciofo biondo.
 
“Ma non vuoi diventare padre?”.
Sospiri, mordicchiandosi il labbro. Immagino di si.
 
Aveva sempre dato aria alla bocca riguardo il futuro del clan. Elogiando le tue decine di figli ma in fondo si parlava di un futuro lontano, ancora non ben definito.
Ora ne sarebbe stato in grado? Sarebbe riuscito a essere un buon padre?
 

 
Hai avuto modo di riflettere. E più ci pensi, più te ne convinci. Poggi le chiavi sul tavolo della cucina, dirigendoti al piano superiore.
Senti l’acqua scorrere in bagno. Avrebbe aspettato.
Trentacinque minuti dopo borbotti annoiato. “Sakuta ti spiacerebbe uscire?”. Si stava facendo la permanente o che altro? “Dobbiamo parlare”.
“Non ora caro” Risponde civettuola.
Un brivido ti percorre la spina dorsale. Odi quando ti chiama così, lei lo sa ovviamente e si diverte a sfidarlo.
Prendi a ticchettare le dita sul comodino.
 
Tremiladuecento ticchettii dopo, esce cinguettando.
 
 Indossa un completino azzurro con pizzi su ogni centimetro di stoffa.
Fai una smorfia.
“Ti piace?”. Gira su se stessa. Gli occhi verdi sono più luminosi del solito.
Alzi le spalle spassionato “Carino”. Il sarcasmo ben nascosto nella voce.
Ti era piaciuto di più il vestito da reginetta sadomaso indossato due settimana prima. Per spogliarla ti eri quasi strozzato con la frusta che la ragazza teneva in mano. Alla fine eri riuscito a farla stare buona.
Ghigni al ricordo.
 
La vedi sederti al tuo fianco. “Dobbiamo parlare” dissero in coro.
E dato che i tuoi discorsi sono rari quanto le frasi intelligenti di Naruto, ti incita a continuare, curiosa.
Prendi un lato delle lenzuola con le mani.
Decidi di arrivare subito al punto “Dovremmo incominciare a mettere su famiglia”. Deglutisci a vuoto. “Non che debba succedere in questo preciso momento, dico solo”.
“Sasuke”.
“-di pensarci”. Aggrotti la fronte. Solo ora ti rendi conto quanto ti roda vedere Naruto batterti sul tempo. “Pensiamoci in fretta però, un paio d’ore, che dici?”.
Ti stringe una mano “Sasuke”.
Diavolo, che ti lasciasse finire il discorso prima di ritrattare. “E la gravidanza ti donerebbe alla pelle”. Quella è una vera vaccata. Non sai niente di epidermidi e affini – la tua pelle d’alabastro è perfetta perché sei un Uchiha.
Alza un sopracciglio “Ti spiacerebbe…”.
Meglio battere il ferro finché è caldo. “Dico sul serio” la indichi “Ti vedo un po’ smunta ultimamente” aguzzi la vista “e giallognola”, colore probabilmente dovuto alla lampada.
 
Sentì il chakra della ragazza montare minaccioso. Oh giusto, non ti eri preoccupato delle conseguenze.
 
Deglutisci. Sakura a volte fa paura – è una di quelle cose che non le dirai mai.
Anche perché è una femmina, e le femmine sono imprevedibili.
“Sono già incinta, brutto idiota”. Appunto. Imprevedibili e con un colorito assolutamente nella norma.
“Oh”. Sbatacchi le palpebre frastornato.
Incrocia le braccia “Già oh”. E’ arrabbiata, si vede.

Tu comunque rimani lì imbambolato. Varie vocine si alternavano in testa.
Aspetta un bambino. Batteremo Naruto. Sarà un maschio. Sarò padre. Aspetta un bambino. Nascerà per primo. Ho voglia di pomodori. Gli piaceranno i pomodori? Aspetta un bambino.
E così via discorrendo.
 
“Allora?” borbotta, risvegliandoti dall’estasi. Giusto, meglio correre ai ripari. Sei così su di giri che fatichi a dire tre frasi di senso compiuto. “La tua pelle è perfetta. Devi smettere di lavorare. Voglio pomodori ripieni per cena”.
 
E prima che Sakura si metti a strepitare, pensi che in fondo un bicchierino non sarebbe male.
Chi l’avrebbe detto, darsi all’alcol ritempra lo spirito.
 
 
 
 
 
 
 
Giallo: Il colore del sole, della felicità e della vita.
 
Naruto, vieni a darmi una mano o il tuo migliore amico qui andrà in shock anafilattico” attacca la cornetta, rabbiosa.

Tu non te ne preoccupi, da minuti sei in stato di shock.
Sto per avere un figlio, sto per avere un figlio, sto per avere…
“Sasuke Uchiha, se non muovi il tuo deretano da questo letto e non mi porti all’ospedale giuro su Dio che demolisco la casa”.
Inspiri forte. Nessun problema, devi solo mandare l’incipit al cervello per mettere in moto gli arti inferiori.
Una contrazione la fa gemere dolorante.
 
Quel suono rimette in azione i muscoli. Ti alzi e deciso la prendi in braccio.
La luce lunare rischiarava parte della stanza.
Ti senti inspirato, sarebbe uscito da lì. Era molto più consono alla situazione.
Sakura ringhia “Usa la porta d’ingresso come tutti gli esseri umani Sasuke e se non vuoi che partorisca per strada ti consiglio di muoverti”.
 
Esegui celere. La tua coscienza è andata a farsi benedire, se ti avesse chiesto di saltellare su un piede, probabilmente lo avresti fatto.

Quando esci ti trovi davanti la zazzera bionda di Naruto. Ha l’aria di un uomo appena sbattuto giù dal letto - ansima come un mandrillo asmatico. “Come va?”.
Ringhi. Di nuovo in possesso delle tue facoltà mentali. “Io sto bene, sei tu che dovresti prenderti un farmaco per l’aritmia. Posso sapere perché ti trovi davanti casa mia all’una di notte?”.
S’inalbera “Dicevo a Sakura coglione”.
La ragazza prende a dimenarsi nelle tue braccia. Urla di smettere di fare i bambini – ma di che parlava? – e di portarla all’ospedale.
Sospirando incominci a correre, Naruto ti tallona zelante.
 
Sei un fascio di nervi, con appena due ore di sonno alle spalle.

La donna della tua vita tra le braccia e il cretino del tuo migliore amico al fianco.
Sono fortunato pensi.
E si – porterai questo pensiero nella tomba.

 
 
 
 
 

Blu: Il colore del mare, del silenzio e della pace interiore.
 
La guardi dormire. Il respiro è quasi impercettibile. Ogni cinque minuti ti abbassi per controllare il battito. E’ folle come comportamento, ma del resto sei paranoico.
Speri che non si svegli, non sapresti davvero come comportarti. E’ Sakura che si è occupata di lei nelle ultime quarantotto ore. Aveva appena tre giorni, ma le sue corde vocali erano molto più sviluppate del resto del corpo.
Per fortuna dormiva della grossa, con un po’ di fortuna non si sarebbe svegliata prima del ritorno di Sakura.

Sovrappensiero le sfiori un piede. E’ perfetto, sotto ogni punto di vista, come le mani.
E il naso – cielo sembra fatto in miniatura, assomiglia così tanto alla madre.
Non ti dispiace. Tu che volevi la copia sputata di te stesso, ora hai una seconda femmina in casa.
Hai venticinque e una delle lezioni che la vita ti ha insegnato è che le cose non vanno mai come credi. Tendi a dimenticarlo troppo spesso.
 
Non sei un sentimentale, non credi nel fato o nel destino, eppure non puoi fare a meno di pensare che tutta la tua vita è stata studiata per farti essere lì in quel momento. In quella stanza e in quel punto preciso. A toccare il piede di quella creatura di due chili e cinquantatré centimetri.
 

Sei stato un fratello minore, un vendicatore, un fratricida, un nukenin.
Hai lottato, pianto, ucciso. Sei stato protetto, ingannato, corrotto.
Hai odiato e sofferto enormemente. Hai rischiato e desiderato di morire.
 
Dai tuoi ricordi sembra che ci sia stato solo nero nella tua vita, soltanto quello, ma lo sai che non è vero.
C’è così tanta luce attorno a te, così tanti colori.
 
E se tutto quello a cui sei stato testimone è servito a portarti da Lei, allora puoi farlo.
Può bastare a chiudere i conti con il passato, lasciando solo i bei ricordi.
 
Stringi il piedino tra le dita. “Benvenuta al mondo Mikoto”.
 
 





Angolo Autrice

Queste undici flash sono state una vera sfida per me. Ho scritto per la prima volta in seconda persona e ho dovuto lottare con la grammatica (se avete visto degli errori fatemelo sapere).
Il SasuSaku inoltre è una coppia di cui sono poco pratica. Avrete notato comunque che ho lasciato parecchio spazio a Naruto. Lo ammetto adoro i tête-à-tête SasuNaru.

Temo di essermi lasciata un po’ andare con il carattere di Sasuke, può essere risultato quindi OOC.
Ricordo comunque che questi frammenti sono scritti in seconda persona. Il suo carattere può sembrare di ghiaccio, ma se scrivi “dalla testa” di una persona qualcosa deve pure uscire fuori xD
Sasuke in base alle sue esperienze matura man mano, in un continuo crescendo.
 
Mi sono ispirata alla cromoterapia per dare un nome a ciascuna flash. Ho bazzicato per circa un’ora su google, non sono un’esperta ^^’
Nella flash Nera le frasi che avete letto sono scopiazzate pari, pari dal manga, sono opera del caro Kishimoto non mia ^^
 

Non ho altro da dire. Fatemi sapere che ne pensate, sono curiosa.


  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: White Dreamer