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Autore: highfivekeats    22/07/2013    3 recensioni
«Innamorarmi? Io? Non succederà neanche in un’altra vita.»
«Ah sì? – disse Cole, ridacchiando malefico – E cosa mi dici di Cate Sturridge?»
«È solo un’altra delle ragazze che voglio farmi.»
«Questo lo dici tu. Ho visto come la guardi…»
«Io non la guardo in nessun modo.» mi difesi.
Cole scosse la testa, poi divenne pensieroso e infine sorrise malefico. «Ti va una scommessa?»
Rizzai le orecchie. «Spara.»
«Ti innamorerai di Cate prima di portartela a letto.»
«Ci sto – dissi, stringendo la mano a Cole – Tanto, è risaputo che vincerò io.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And you’ll add my name to your long list of traitors
Who don’t understand
And I’ll look back and regret
How I ignored when they said “run as fast as you can”

 

Entrai in casa correndo per evitare le domande di mia madre; chiusi la porta a chiave e mi buttai a peso morto sul letto, soffocando un urlo. Scoppiare a piangere fu inevitabile. Sentivo il cuore pesante, come un macigno nel mio petto. Più cercavo di dimenticare Justin, più la mia testa mi imponeva la sua immagine, senza via di scampo. La sua voce che mi urlava ‘ti amo’ risuonava come un eco nella mia testa, impedendomi quasi di respirare.
Non potevo credere a quello che mi aveva fatto. Avvicinarsi a me solo per vincere una scommessa... Con tutte le cose che credevo potesse fare, questa le superava tutte. Non pensavo potesse essere così meschino... Eppure me l’avevano detto. Me l’avevano detto che avrei sofferto, e io non li ho ascoltati. Come ho potuto pensare anche solo per un secondo che fosse cambiato? Che tutto ciò che mi aveva detto era reale? Che stupida. Sono una stupida.
Sentii bussare alla porta. «Non voglio vedere nessuno.» annunciai, singhiozzando.
«Cate è un’emergenza.» disse Macie, cercando di aprire la porta.
«Ho detto che non voglio vedere nessuno!»
«Hanno portato Justin in ospedale. Ryan l’ha... picchiato a sangue.»
Mi alzai di scatto, aprii la porta a Macie. Era insieme a Cole. Non potei evitare di storcere il labbro alla sua vista.
«Che cazzo vuol dire che Ryan l’ha picchiato a sangue?»
«È successo dopo che te ne sei andata. Ryan e Justin si sono presi a pugni, il preside li ha portati in presidenza. Quando sono usciti da lì Ryan ha attaccato Justin. Se non l’avessimo fermato... credo che l’avrebbe ucciso.» disse Cole, torturandosi le mani.
«Come sta?»
«È privo di sensi, ha perso molto sangue. Almeno, è ciò che sono riuscito a capire.»
 
Dopo mezz’ora eravamo tutti in ospedale. La situazione era questa: Justin aveva parecchie contusioni, un labbro spaccato e un braccio rotto. Ryan è stato interrogato dalla polizia per tentato omicidio; mi chiedo quale scusa si sarà inventato.
«È tutta colpa sua – sibilai, indicandolo con un cenno del capo – Quel bastardo. Cosa avrà detto ai poliziotti? Che l’ha picchiato perché gli piace farlo?»
Macie mi strinse la mano. «Non agitarti.»
«Sì che mi agito, Macie. Hai sentito Cole, no? Se non l’avessero fermato Ryan l’avrebbe ucciso. E altro che ospedale, l’avrebbero portato direttamente all’obitorio.»
Un infermiere uscì dalla stanza di Justin, ci fissò. «Il ragazzo s’è svegliato – disse, con voce sollevata – Chi vuole essere il primo a vederlo?»
Pattie mi guardò. «Vai tu, tesoro.»
«Ma tu sei...»
Mi interruppe. «Justin vorrebbe vedere te per prima, lo so.»
Annuii debolmente e mi alzai, entrando nella stanza. Justin mi guardava intensamente, mi sorrise. Il suo sorriso svanì appena capì che non l’avrei ricambiato.
«Questo non cambia niente – premisi, sedendomi accanto a lui – Sono venuta a trovarti perché mi preoccupavo.»
«Beh, ti preoccupi per me, è già un buon inizio.» disse, con voce stanca.
Strinsi la sua mano. «Perché tu e Ryan vi siete picchiati?»
«La prima volta perché è stato lui a mandarti il messaggio... la seconda volta gliel’ho chiesto io.»
Sgranai gli occhi. «Cosa?»
Justin alzò la testa verso il soffitto. «Tu mi hai lasciato, probabilmente ora mi odi... e quello che ho combinato porterà sicuramente alla mia espulsione da scuola e dalla squadra. Niente donna, niente college, niente futuro. Dimmi, cosa ne resta della mia vita? È finita.»
«Ti sei fatto pestare a morte da Ryan mettendo a rischio non solo la tua vita ma anche la sua -­ perché quello che ha fatto è tentato omicidio, non lo sai? -­ solo perché io ti ho lasciato? Ma sei pazzo o cosa?!»
«Come al solito non mi ascolti. La mia vita è finita, Cate. Non ho più niente. Niente! Morire sarebbe l’unica soluzione.»
«Non lo è! Come credi che starebbero i tuoi? E Gil? E Cole e Ray?»
«Gli passerebbe.»
«No, Justin, non gli passerebbe per niente. Sono i tuoi genitori, i tuoi migliori amici... credo che anche a me mancheresti, per quanto... tu mi abbia fatto male.»
Abbassai lo sguardo sulle mie mani; all’improvviso le mani di Justin si sovrapposero alle mie. «Non volevo che lo sapessi...»
Tutta la compassione che al momento provavo per lui fu spazzata via da quella frase.
«Certo, così avresti potuto scoparmi per ancora qualche mese per poi ridere alle mie spalle con i tuoi amici?»
Justin impallidì. «Credi che io non ti abbia mai amato? Che dicevo tutte quelle cose per vincere la scommessa? – si morse il labbro inferiore, mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi – Io non ho mai finto con te. Mai. Quando stavo con te ero me stesso e stavo bene, più di quanto lo sia mai stato in vita mia! Perché non vuoi capirlo?»
«Perché ti sei dimostrato proprio quello che pensavo io. Un fottuto egoista. Vorrei non essermi mai innamorata di te...» sibilai, prima di uscire dalla stanza.
I presenti mi guardarono in tono interrogativo.
«Parlateci voi con lui – sbottai, dirigendomi verso l’uscita – È pazzo.»
Camminai verso il corridoio, piangendo silenziosamente. Non potevo credere che potesse attentare alla sua vita per motivi così futili. Voleva scappare invece di affrontare i problemi, come fanno di solito i ragazzi come lui. Ma cosa potevo sperare di trovare? La pentola d’oro in fondo all’arcobaleno? Che illusa. Justin è sempre stato una persona a cui importa solo di sé stesso e lo sarà sempre. Non cambierebbe neanche sotto tortura.
Mentre camminavo, con la vista appannata dalle lacrime, quasi non vidi il carrello che un’infermiera stava trascinando. Mi sarei scontrata con lei, se non fosse stato per un ragazzo che mi portò fuori dalla sua traiettoria.
«Sta attenta, la prossima volta potrei non esserci.» rise, facendomi un occhiolino.
mi soffermai a guardarlo, notando che era davvero bello: occhi e capelli color cioccolato, altezza nella norma e fisico asciutto. Davvero un bel ragazzo.
«Grazie.» dissi, ravviandomi i capelli con la mano destra.
«Di niente – mi sorrise, porgendomi una mano – Io mi chiamo Marco.»
Strinsi la sua mano, trovando la sua pelle calda. «Piacere di conoscerti, mi chiamo Cate.»

*
 

Hola.
Mi scuso per il ritardo, ma ieri non ho potuto proprio accendere il pc :c
Bueno, ora parliamo del capitolo. Per favore, ditemi che non vi sareste aspettate che Justin facesse una cosa simile, per favore ç_ç
Cate si è preoccupata, ovviamente, ma tutta la sua preoccupazione è andata a farsi fottere quando hanno tirato fuori il discorso della scommessa. E mentre se ne andava, ha incontrato questo Marco
- vi sembra strano che io aggiunga un personaggio quasi alla fine della storia, ma avevo in mente un personaggio del genere da quando ho iniziato a scrivere la ff, e ce lo volevo mettere. lol
Comunque, contrariamente a quanto pensavo, sono riuscita ad aggiungere un altro capitolo. Quindi, la storia finirà al capitolo 31 :3
Beh, ora vi lascio. A presssto :3
Ps: avete saputo di Cory Monteith? Io ci sono rimasta malissimo. Era uno dei miei attori preferiti, e Finn uno dei miei personaggi preferiti di Glee. Mi sento come se avessi perso un amico...

  
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