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Autore: A_M_Mulberry    22/07/2013    0 recensioni
Diario Personale, data astrale 57442.14
Non posso ancora credere di essere stato scelto per questa missione, sono un
combattente, non un esploratore. Devo ammettere che però la Victory vista da vicino è
veramente impressionante.
Roba da far impallidire, e di gran lunga, qualsiasi altra nave che io abbia mai visto.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo Quarto:

Brotherhood

 

 

La sala macchine era enorme, appropriata alla stazza della Victory. Le “Casacche Gialle” nomignolo affibbiato al personale della sezione ingegneristica della flotta, sfrecciavano in tutte le direzioni come schegge impazzite, intente a svolgere le proprie mansioni. Alec non aveva mai visto nulla di simile a quel frenetico caos organizzato. Sulla sua vecchia nave, la U.S.S. Hood, la sala macchine contava un effettivo di 200 persone fra ufficiali e marinai. Qui invece, solo sul ponte su cui si trovavano ci sarà stato almeno il triplo del personale, mentre altro ancora si aggirava nei sette ponti superiori fra ballatoi e passerelle che giravano tutt’intorno a tre grandi superstrutture.

«Benvenuto nel cuore pulsante dalla nave» Esordi l’Ammiraglio, dopo una bella pausa ad effetto.

Anthony aveva sempre avuto un debole per la teatralità, ma stavolta era riuscito a colpire Alec nel segno.

«Cosa diavolo sono quei cosi?» domandò titubante il Capitano «Sembrano dei nuclei di curvatura, ma non vedo gli iniettori di anti-materia»

«Perspicace come sempre…» Disse una voce femminile proveniente dalla destra dell’ammiraglio Mancuso.

Il sangue di Alec si gelò per un breve istante.

«Ammiraglio, ecco i risultati delle diagnostiche sui livelli energetici che mi aveva richiesto» Continuò la donna, porgendogli un PADD «Il terzo Z.P.M. è stato avviato correttamente. Fra poche ore il campo di contenimento sarà stabile e potremmo inizializzare il generatore» poi, lanciò un occhiataccia ad Alec.

 «A quanto pare non ha ascoltato il mio pare sul Capitano Manson» aggiunse, mal celando tutto il suo disappunto.

«Anche per me è un piacere rivederti…Sorellina» Rispose sarcastico Alec.

«Responsabile tecnico capo ricercatore, se non ti dispiace» disse lei sprezzante «Io non ho più nessun fratello…da molto tempo ormai»

«Già, davvero carino da parte tua, prendere il cognome di Alan dopo la sua morte» aggiunse lui caustico «Sono sicuro che gli avrebbe fatto piacere essere onorato così»

Il viso della Dottoressa si tramutò in una maschera di puro disprezzo

«Come osi anche solo nominare mio marito dopo che me lo hai portato via!»

Alec stava per rispondere ma l’Ammiraglio si intromise.

«Piantatela voi due! Vi devo forse rammentare i vostri gradi?» disse con fare intimidatorio.

I due tacquero, ma non smisero di guardarsi in cagnesco.

«E’ davvero necessaria la sua presenza ammiraglio?» domandò Alec, fissando sua sorella

«Tanto quanto la tua Alec» rispose lui calmo.

Angelina stava per ribattere ma ancora una volta Anthony la anticipò: «Lui è il miglior capitano di navi da combattimento dell’intera flotta…» poi, rivolgendosi ad Alec «E nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza tua sorella. E’ lei che ha inventato la tecnologia per il salto Trans-curvatoriale quindi; smettetela con i battibecchi e pensate a lavorare insieme. Piuttosto, Dottoressa Callaway, sarebbe così gentile da esporre sommariamente al capitano il funzionamento della sua nuova tecnologia?»

«Fantastico… Adesso mi sono ridotta a fare da guida turistica della nave?» rispose lei.

«Anthony, sono più che sicuro che potrò aggiornarmi autonomamente se mi farai avere la specifiche…»

«Non essere ridicolo…» lo interruppe lei «Non capiresti nemmeno la metà delle cose che ci sono scritte...»

Alec lasciò correre, orgogliosa e piena di sé come era sempre stata sua sorella, non si sarebbe di certo lasciata sfuggire l’opportunità di tessere le sue lodi alla sua particolare maniera. Angelina si riteneva la mente più brillante del genere umano e non perdeva occasione per sottolinearlo ma purtroppo, la cosa sconcertante era che… lo era davvero, rendendo la sua superbia ancora più fastidiosa.

«E sia…» Aggiunse sospirando, come se stesse facendo un enorme favore ad entrambe dando quelle spiegazioni «Da dove cominciare… La navigazione a curvatura è una tecnologia relativamente semplice, le gondole creano una “bolla di campo statico” che preserva lo spazio tempo all’interno della nave mentre all’esterno, il tessuto spazio-tempo viene compresso a prua e dilatato a poppa. Grazie a questo fenomeno le astronavi possono “scivolare” a velocita Iper-relativistiche senza generare paradossi causa-effetto»

«Angy, ti prego risparmiaci la lezione di fisica da terza elementare… Anche un bambino conosce il funzionamento di un motore a curvatura» disse Alec spazientito.

«Perdonami, stavo cercando di adeguarmi al tuo livello…» rispose tagliente. «Dicevo, più energia viene usata per curvare lo spazio, più velocemente ci si può spostare. Purtroppo il caro vecchio Albert Einstein aveva in parte ragione quando diceva che esiste un limite a quanto si può andare veloci, anche se si sbagliava sul fatto che quel limite fosse la velocità della luce nel vuoto»

«Santo Dio, Angelica… ci stai facendo perdere tempo o cosa? Tutti sanno che nulla può viaggiare a una velocità superiore a Warp 10»

«Stia calmo capitano, sto cercando di fare il punto della situazione qui… Comunque è esatto, in primis perché: per incurvare così tanto lo spazio sono richieste quantità di energia di gran lunga superiori a quelle che qualsiasi generatore M/AM sia in grado di produrre. In secondo luogo perché a quei livelli, la distorsione sarebbe talmente accentuata che un ipotetico oggetto potrebbe virtualmente occupare nelle stesso momento ogni punto dello spazio il che, oltre ad essere un’aperta violazione del principio di indeterminazione di Heisenberg, darebbe luogo a un infinita serie di paradossi che non mi prendo nemmeno la briga di spiegarti…»

«Ti prego arriva al dunque…»

«Il dunque, mio caro… è che ne Einstein, ne Heisemberg hanno mai fatto i conti con me!» disse orgogliosa «Ho risolto entrambe i problemi con una soluzione estremamente elegante. Il nocciolo è sempre stata la produzione energetica. Per secoli si è sempre pensato che l’annichilimento di materia/Anti-materia fosse la fonte più efficiente di produzione energetica»

«E non è così?» chiese dubbioso Alec, che iniziava a perdere il filo del discorso.

«Niente affatto! E’ qui che vengono entrano in campo i miei Moduli di energia da Punto-Zero»

«Energia da punto zero? Ok, hai vinto, adesso non ti sto più seguendo…»

«Non avevo dubbi… Vedi quei tre generatori?» disse la Dottoressa Callaway, indicando le tre super-strutture toroidali alle sue spalle.

«Al loro interno viene generata una porzione autosufficiente di spazio vuoto raffreddata fino allo zero assoluto»

«E quindi?» chiese Alec, alzando un sopracciglio «se lo spazio è vuoto, è vuoto per definizione, cosa speri di ricavarci?»

«E’ proprio questo il bello, il vuoto, non è mai vuoto!» esclamò Angelica.

«Angy, stai vaneggiando?» la riproverò il fratello.

«No Alec, si fidi, anche io all’inizio pensavo a uno scherzo…» Si intromise L’ammiraglio «La prego dottoressa continui»

«Grazie ammiraglio, per farla breve: Esiste un inalienabile quantità di energia che si autoproduce spontaneamente dal tessuto spaziotemporale stesso, con la mia tecnologia siamo ora in grado di imbrigliarla e usarla a nostro piacimento. Provate ad immaginare cosa si potrebbe fare avendo a disposizione un fonte illimitata di energia. Pulita, del tutto rinnovabile e senza effetti collaterali…»

Se quello che la Dottoressa Callaway stava dicendo corrispondeva anche solo per metà alla verità, la portata della scoperta andava ben oltre ogni più fervida immaginazione del Capitano Manson.

«Angy, ma è incredibile, ti rendi conto che questo potrebbe rivoluzionare qualsiasi cosa… potrebbe…»

«Portare la pace all’interno della federazione... Potrebbe rendere inutili persone come te?» Lo interruppe lei «E’ precisamente per questo che da quando mio marito è stato assassinato, ho dedicato anima e corpo per la riuscita del progetto Z.P.M

Colpito e affondato.

La stoccata della finale della sorella aveva colpito Alec sul vivo.

«Che c’è non dici niente? Possibile che sia riuscita a zittire il leggendario capitano Manson?» si pavoneggiò lei, dopo qualche secondo si esitazione del fratello.

Alec, si ridestò. Le immagini di Alan mentre esalava i suoi ultimi respiri fra le sue braccia gli avevano attraversato il cervello come un lampò.

«Immagino tu abbia ragione…» Disse mortifero «Ho fatto un lungo viaggio e gradirei riposarmi per qualche ora. Ammiraglio, Dottoressa, chiedo scusa.» aggiunse, prima di congedarsi.

 

 

 

NOTE AUTORE:

Salve a tutti, con questo capitolo si chiude una sorta di prologo o cappello introduttivo della storia. La U.S.S. Ares e tutto il suo equipaggiò non sono ancora comparsi, ma per un buon motivo, fidatevi. Come potete notare, questo capitolo è denso di nozioni tecniche che, di primo acchito potrebbero sembrare strampalate. In realtà sono frutto di mesi e mesi di scrupolosa ricerca e se qualcuno di voi dovesse esserne interessato, con una rapita consultazione di Google scoprirebbe, forse con grande sorpresa, che sono molto meno “Fantascientifiche” di quanto si potrebbe immaginare. Tutto questo non vuole essere semplicemente una nota autoreferenziale ma vuol essere termometro e indice di un chiaro stile letterario che ho voluto dare al racconto cercando il più stretto realismo e la più coerente verosimilità con il mondo reale.

Nella speranza che la lettura di questo racconto vi abbia llietato.

Saluti.

Alessandro.

   
 
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