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Autore: shaka    01/02/2008    5 recensioni
Sophie e Tom si sono ritrovati dopo anni e ora...immaginiamoli in una situazione, forse un po' insolita, ma nemmeno troppo. Sarebbe indicato leggere prima "Imparando a volare"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DESCLAIMERS: Come al solito i TOKIO HOTEL non mi appartengono; Sophie, Frida, Liz, Allen, zia Lotte e il resto della combriccola invece sono personaggi inventati da me...ovviamente i fatti narrati sono un' invenzione e ogni riferimento a fatti o persone reali è assolutamente un caso.

IMPARANDO A VOLARE: ARIA DI FESTA

...DANN


When there is no place safe and no safe place to put my head
When you feel the world shake from the words that are said

And I'm calling all angels
I'm calling all you angels

I won't give up if you dont give up

I need a sign to let me know you're here
'Cause my TV set just keeps it all from being clear
I want a reason for the way things have to be
I need a hand to help build up some kind of hope inside of me


"Arrivano!" urlò qualcuno, annunciando la nostra uscita dalla chiesa.
Niente riso! Non ci potevo credere: Frida aveva mantenuto la promessa...solo coriandoli bianchi e petali di rosa colorati.
Ricevemmo le congratulazioni di tutti e gli auguri per una serena vita insieme...una vita che volevamo davvero vivere: noi e i nostri bambini. Gli ultimi ad abbracciarci furono i miei genitori.
La madre di Tom, che aveva capito poco della cerimonia, a causa del suo pessimo inglese, si dimostrò felice del fatto che il suo piccolino avesse incontrato una donna vera, e non un’oca abbagliata da fama e soldi; e mi confidò che sperava che presto anche Bill e Frida si sposassero.
Il padre di Tom disse invece una frase che mi lasciò piacevolmente colpita “Per un musicista sposare la donna che gli ispira idee per dieci anni, e che continua ancora ad ispirargliene è davvero la realizzazione di un sogno…e Tom ha realizzato il suo.”
Lo abbracciai, riconoscente per quelle poche parole dette con tanto affetto.
Vidi da lontano i miei genitori parlare con Tom, e notai sul suo viso un’espressione davvero felice ed esterrefatta; quando tornò da me compresi il motivo.
“Mi hanno regalato tutto!” disse abbracciandomi.
“Che cosa scusa?” chiesi poggiandogli la mano sul petto e allontanandolo, visto che mi stava soffocando.
“La collezione! Tuo padre e zia Lotte hanno deciso di donarmi le chitarre. Anzi, andiamo a cercare tua zia: le devo dimostrare quanto la adoro!” concluse lui prendendomi per mano e trascinandomi in mezzo alla folla.

La sera arrivò in fretta tra buffet, fotografie e chiacchiere.
Durante il brindisi in molti avevano voluto prendere la parola: Frida, Liz, Georg e Gustav, che ci avevano deliziato con un duetto degno dei migliori comici, Bill, zia Lotte e anche Cristopher.
Le parole più belle furono però quelle di Alex che, a nome suo e della sorellina, ci ringraziò per aver formato una famiglia tanto speciale. Mi commossi tanto da non riuscire a trattenere le lacrime che presero a solcarmi le guance, finchè Tom non mi strinse amorevolmente tra le sue braccia.
“Prima che tutti voi andiate, c’è una promessa cui devo tener fede.” Annunciò mio marito qualche minuto dopo, alzandosi da tavola, ed incuriosendo tutti i nostri ospiti.
Bill e Georg lo seguirono, e ricomparvero poi con uno sgabello, la chitarra della nostra biblioteca, due microfoni ad asta ed un amplificatore.
Tom si accomodò e Georg sistemò l’attrezzatura; fu solo allora che, guardandomi attorno, notai le casse montante negli angoli dei gazebo.
Bill finì di aggiustare il microfono suo e del gemello e cominciò a parlare “So che, in questo momento, mio fratello è l’uomo più felice della terra; e se guardate a quel tavolo capirete il motivo.” Disse indicandomi, poi proseguì “come vi ha detto questa sera ha una promessa da mantenere, ed ha persino una piccola sorpresa. Tomi, tu sai quanto io sia felice per te, ora però…dammi un po’ di sano rock!”
Concluso il suo discorso tornò al tavolo e si accomodò accanto alla sua dolcissima Frida…ero convinta che il microfono fosse per lui…non capivo che cosa stesse acadendo, ma Tom mi riscosse dai miei pensieri.
“Grazie Bill! Dieci anni fa Sophie mi donò questa chitarra e io promisi che l’avrei suonata solo quando saremmo stati di nuovo insieme e felici. Non credo che ci potrà mai essere momento migliore di questo per farlo.”
Attaccò a suonare “Angel” e, dopo qualche momento, in tanti si misero a cantare con lui. Di tanto in tanto i nostri sguardi si incrociavano e si parlavano, come avevano sempre saputo fare, lanciandosi messaggi che solo i nostri cuori sapevano decifrare.
Terminata la canzone un applauso fragoroso proruppe dalle mani di mia madre che si trascinò dietro tutti gli altri ospiti.
“Grazie per l’applauso, e grazie a te, Sophie, Angelo, per avermi ispirato questa canzone.” Un nuovo applauso di mia madre, commossa come non mai, lo interruppe. Quando ci fu di nuovo silenzio mio marito riprese a parlare “Come ha detto Bill c’è anche una sorpresa che vorrei fare a mia moglie, percui inviterei ora qualche ospite a raggiungermi. Prego!”
Bill si alzò dal suo posto, tolse la giacca dello smoking e si avvicinò al fratello; da dietro il gazebo principale sbucarono mio padre e Alex, ciascuno con una chitarra acustica in mano, e Gustav che portava una chitarra acustica anche per Tom.
Quando furono tutti sistemati mio padre, rivolgendosi a me, disse “Quest’uomo ti farà felice, piccolina! Ora però tutti insieme vorremmo dedicarti una canzone che hai già sentito tante volte, ma mai in questo modo!”
I tre uomini della mia vita erano lì e stavano per suonare per me; e c’era anche Bill, un’ altra persona che ero ben felice di avere nella mia vita, pronto a deliziarci con la sua voce.
Lente lacrime presero a scendere dai miei occhi quando Alex attaccò l’inro di “In die Nacht”; poi si aggiunsero mio padre e Bill, con la sua ugola. Al ritornello il gruppo si completò con la chitarra di Tom che rese tutto…perfetto.
Frida, al mio fianco, era commossa: in quel momento avrebbe sicuramente accettato di sposare Bill...a quel ragazzo mancava il tempismo!
Poco più in là Gustav abbracciava teneramente la sua Hanna, e poi scorsi mia madre che, come me, non riusciva a fermare le lacrime e continuava a tamponare gli angoli degli occhi con un fazzolettino.
Alla mia sinistra, oltre il posto vuoto di mio marito, Georg osservava il gruppo attento; probabilmente rifletteva su quanto ormai i suoi videogame fossero poca cosa, in confronto all’affetto di una famiglia. Liz e Leonard si baciavano con dolcezza, e Paul teneva una mano posata su quella di Allen.
Mia suocera teneva le mani giunte, con la punta delle dita appoggiata alla bocca, in un atteggiamento che denotava emozione; il padre di Tom, invece, guardava con orgoglio il chitarrista che aveva contribuito a formare.
Quando terminarono Tom mi raggiunse e, poggiandomi le mani sulle spalle, mi fece voltare e mi baciò con trasporto, provocando un’altra ondata di applausi.
Solo a notte inoltrata si allontanarono tutti per tornare alle proprie case, mentre noi, dopo aver ringraziato lo zio per l’ospitalità, ci avviammo verso l’albergo in cui avevamo riservato alcune camere.

Per me e Tom era stata prenotata la suite: una camera enorme, che si trovava in una dependance con piscina privata. Salutammo tutti, lasciammo i bambini alle cure della baby sitter e scappamo nella nostra isola…
Non so se quando entrai nella suite il mio vestito fosse già per terra; so che non accendemmo neppure le luci, nella foga di riprendere il discorso incominciato, senza alcun pudore, in chiesa.
Trovammo il letto andandoci a sbattere contro e Tom mi ci fece sdraiare, raggiungendomi subito dopo.
In un secondo mi misi a cavalcioni su di lui. Gli slacciai lentamente il cravattino, giocando intanto coi lobi delle sue orecchie; poi presi a dedicarmi ai bottoni, scoprendo il torace perfetto del mio aitante neo-marito.
“Tu sei una torturatrice…non è che in una vita precedente facevi parte delle SS?” mi sussurrò lui facendomi distrarre e approfittandone subito per invertire le posizioni.
Più i suoi tocchi e le sue carezze diventavano esigenti e più il mio autocontrollo veniva annebbiato; poi Tom decise di annullarlo del tutto.
Accese un fuoco dentro di me e il mio cuore prese a battere ad un ritmo decisamente fuori dal normale.
Attimi indelebili ancora una volta, ma con lui era sempre così…anche dopo tanto tempo riusciva a farmi provare sensazioni nuove e forti. L’amore che provavamo l’uno per l’altra ci metteva sempre sulla stessa lunghezza d’onda e rendeva tutto sempre così splendido.
Sfiniti ci lasciammo andare sul materasso, e io mi aggrappai come sempre al suo torace, poggiando la testa nell’incavo della sua spalla.
“Wie geht’s Frau Kaulitz?”
“Mir geht es sehr gut…” risposi.
Ci addormentammo abbracciati, appagati e…sempre più innamorati.

“Mamma!! Papà!! Ci siete?!?!”
Socchiusi gli occhi udendo la voce di Alex che ci chiamava e che bussava alla porta con la tipica gentilezza ereditata dal padre.
Tom mi stringeva per la vita, e sentivo il suo torace abbassarsi e alzarsi contro la mia schiena; allungai il collo per cercare di vedere il comodino…le 8!
Cosa ci faceva quella piccola peste già in piedi? Va bene che al ricevimento si era fatto un sonnellino, però…
Mi divincolai dall’abbraccio di mio marito senza disturbare il suo sonno che, col tempo, era diventato sempre più pesante; poi mi alzai ed infilai una vestaglia per aprire ad Alex.
"Ah, allora ci siete! Meno male!”
“Alex, dove pensavi che fossimo andati? Il ricevimento è finito 5 ore fa…io e papà siamo stanchi morti e, ad essere sinceri, dovresti esserlo anche tu!” lo rimproverai.
“E’ che lo zio Bill continuava a dire che sareste partiti per il viaggio di nozze senza di noi e io…avevo paura che mi avreste lasciato da solo…” ammise lui, senza alzare gli occhi da terra.
“Vieni qui!” dissi inginocchiandomi ed allargando le braccia per accoglierlo; lui si lanciò verso di me e si lasciò abbracciare.
“Testolina! Io e papà non vi lasceremmo qua per nulla al mondo! Tu e Vicky siete la cosa più importante per noi; come potremmo stare senza i nostri tesori?” dissi, sorridendo all’idea che, dietro la facciata da duro, il mio piccolo nascondesse un cuore così dolce…ecco un’altra cosa ereditata da Mr. Kaulitz!
“Ti voglio bene mamma!”
“Anche io Alexander” risposi, scoccandogli un bacio sulla testa.
Lo convinsi a tornare a dormire nella camera che divideva con Hans e Marie e io mi infilai di nuovo in camera.
Mi accomodai sul letto dalla parte di mio marito per osservare bene la splendida creatura che avevo avuto l’onore di incontrare ed amare.
Sfiorai la piccola fedina di platino, simbolo delle promesse che ci eravamo scambiati: insieme…una famiglia…non potevo immaginare nulla di più bello.
Con questo pensiero in testa, ed un radioso sorriso sul volto tornai sotto le lenzuola, sperando che mi venisse concessa qualche altra ora di sonno accanto a quell’Angelo.

Lo scrosciare dell’acqua mi fece aprire un occhio; la voce di mio marito mi fece aprire anche l’altro; e quando lo sentii canticchiare mi alzai e mi diressi verso il bagno.
Lo trovai davanti alla vasca, con addosso solo un paio di jeans…in dieci anni il suo fisico asciutto aveva avuto modo di diventare più mascolino ed ora era decisamente ben tornito.
“Wow!” dissi, palesando la mia presenza.
Mi mostrò l’idromassaggio, pronto per accoglierci , ma il nostro momento magico fu interrotto da qualcuno che si mise a bussare alla porta.
Tom andò ad aprire, ignorando le mie proteste e le maledizioni che stavo scagliando contro l’inopportuno visitatore. Solo quando aprì capii perché non mi aveva ascoltata: era la colazione in camere…adoravo queste sue splendide idee.
A Parigi, l’anno prima, dopo un concerto mi aveva portata in Montmartre dove aveva allestito un pic-nic a base di tramezzini e Ruinart…in quel momento gli avevo detto che aspettavo Victoria…era quasi svenuto!
Il ricordo di quell’episodio mi fece sorridere, e stavo ancora sorridendo quando lui mi raggiunse con il carrellino pieno di cibo e bevande.
Spalmai qualche scone con burro e marmellata, preparai te e caffè in due tazze e ci accomodammo nella vasca.
Passammo qualche attimo in silenzio, assaporando la pace di un raro momento in cui eravamo soli e tranquilli; poi fu Tom a parlare per primo.
“Non so quante volte ho pensato al nostro matrimonio Angelo, eppure…” si fermò, socchiudendo gli occhi.
“Eppure?” lo incalzai io, osservando il suo bel volto per decifrarne l’espressione.
“Eppure non ho mai nemmeno lontanamente pensato che potesse essere così emozionante. E tu poi…eri così bella che per un momento ho pensato di essere in un sogno. Poi però mi sono accorto che era la verità…sono l’uomo più fortunato del mondo. Ho te, due bambini splendidi e vivo grazie ad una passione: la musica. A volte mi chiedo perché la gente sprechi tanto tempo a passare da una donna all’altra…è così bello averne accanto una che ti capisce, sa cosa desideri e ti da amore incondizionato, trovando anche il tempo di renderti padre di due piccoli splendori.”
Sorrisi all’ incredibile uomo che stava seduto di fronte a me in quella vaca, parlando in modo tanto toccante della nostra vita quotidiana.
“Ogni volta che vi osservo non posso fare a meno di sorridere e di pensare a quanto siate importanti per me.” Concluse, spostandosi poi accanto a me nell’enorme vasca e cingendomi le spalle con un braccio.
“Hai detto delle cose da mozzare il fiato, Tom e qualsiasi cosa dicessi io in questo momento non potrebbe competere. Perciò voglio solo che tu sappia che amo essere la signora Kaulitz, e vorrei ricelebrare questo matrimonio ogni giorno che verrà perché è stato così bello aver vicino le nostre famiglie e tutti i nostri amici. E sono stata felice all’inverosimile da quando mi hai infilato quell’anello al dito. Ti amo Tom.”
“Anche io Angelo.”
Restammo in quella vasca ancora qualche minuto finche nuovi colpi alla porta disturbarono il nostro momento di pace.
“Oggi non si riesce proprio a stare tranquilli. Stamattina alle otto Alex, poi la colazione e ora… chi sarà?”
Dissi uscendo dall’acqua e infilandomi l’accappatoio.
“Alex? Alle otto?” mi chiese un ignaro Tom.
Annuii e, uscendo dal bagno aggiunsi “poi ti spiego!”
“Chi è?” chiesi rivolta alla porta.
“Sono Mary signora. Pensavo che volesse vedere la bambina. C’è anche Alex con me. Preferisce che passiamo più tardi?” chiese la baby sitter con gentilezza.
L’orologio segnava ormai le undici e io avevo voglia di vedere i miei cuccioli…ora eravamo una famiglia in senso ufficiale! Un rapido scambio di occhiate con Tom mi fece capire che anche lui aveva voglia di abbracciare i bambini, infatti era già uscito dal bagno e si era rimesso i jeans ed una maglia.
Aprii la porta e persi in braccio la piccolina che cominciò subito a giocare coi miei capelli, poi dissi a Mary “Pensiamo noi ai bambini…prenditi del tempo libero. Ci troviamo alle 4 nella hall per tornare a Londra.”
Lei mi ringraziò e si congedò, dopo aver salutato anche Tom ed Alex.
“Cosa si fa oggi?” chiese Alex che non stava fermo e continuava a girare per la camera, mettendo a dura prova i miei nervi.
“Io e la mamma siamo un po’stanchi, che ne dici di una passeggiata nei boschi qua attorno? Facciamo merenda fuori e portiamo le chitarre, ti va?” propose Tom al figlio.
“Siiii!” urlò Alex abbracciandolo.
Non avevo scelta…guardai Vicy e le dissi “ci tocca la passeggiata piccola!” le piegò la testolina di lato, e corrucciò la fronte in un’ espressione buffissima che ci fece scoppiare tutti a ridere.
Lasciai la bambina alle cure di Tom e Alex che cercava di divertirla imitando lo zio Bill sul palco, sostituendo il microfono con una spazzola.
Mi chiusi in bagno per cambiarmi e non riuscii a non pensare alla mia famiglia…sia quella in senso stretto, che amavo all’inverosimile, sia la mia famiglia “allargata” che era stata tanto importante per me, e continuava ad essere un importante punto di riferimento.
Nel periodo precedente al matrimonio avevo avuto ulteriori conferme dell’affetto di Liz, Frida ed Hanna, ma anche dei ragazzi della band e poi zia Lotte e Cris e, non da ultimo, i mie genitori, che mi avevano sostenuta alla grande.
Uscii dal bagno e trovai Tom intento a giocare con la piccola che, sul letto, cercava di afferrare una bandana che il padre le faceva penzolare davanti.
“Allora! Che ne dite di scendere voi uomini? Io e Vicky recuperiamo la sua carrozzina e vi raggiungiamo nella…” non mi lasciarono nemmeno finire la frase…Tom e Alex si dileguarono con le chitarre, lasciando me in mezzo alla stanza completamente basita, e la piccola sul letto, intenta a chiedersi dove fosse finita la colorata bandana che il padre le porgeva.
Alzai gli occhi al cielo e presi la mia bimba dal letto, dicendole “Temo il giorno in cui tornerai a casa e mi dirai “ho un fidanzato”…ti avviso niente chitarristi!” lei mi guardava con un’espressione indecifrabile…poverina probabilmente si stava chiedendo in che famiglia di matti fosse finita.
“Eppure, anche se hanno tutti i idifetti tipici dei maschi io quei due li adoro, sai?” le dissi solleticandole il pancino e facendola ridere.

Recuperata la carrozzina raggiungemmo il piano terra e in veranda, oltre a Tom ed Alex trovammo anche tutti gli altri…
Bill e Frida giocavano a scacchi…o meglio Bill fingeva di giocare e lasciava che Frida vincesse.
Hanna e Gustav erano intenti ad inseguire i gemelli che, con andatura goffa e traballante, cercavano di camminare.
Georg stava su un divanetto con una brunetta molto carina, ed erano intenti a chiacchierare con Cris e zia Lotte.
Mamma e papà stavano giocando a carte coi genitori di Tom, mentre Hans e Marie li osservavano interessati.
“Buongiorno a tutti!” esordìì io.
“Buongiorno principesse!” rispose mio padre, scattando in piedi per salutarmi con un bacio e per rapire la sua adorata nipotina.
“Principesse? Addirittura…e pensare che ero convinto di aver sposato solo una Duchessa…” mi canzonò Tom al quale risposi con una linguaccia che fece scoppiare tutti a ridere, tranne mia madre, ovvio, che alzò gli occhi al cielo e poi disse, compita “Serviranno il pranzo alle 12, Sophie. Per il pomeriggio avete programmi?”
“Assolutamente!” risposi radiosa “la famiglia Kaulitz andrà a fare una passeggiata per i boschi, e rientrerà dopo la merenda, in tempo per partire. No Bill, tu non sei compreso!” conclusi, notando che il cantante aveva aperto bocca per intervenire.
“Ma sono un Kaulitz anche io, no?” si lamentò lui.
“Bene, allora, a scanso di equivoci, dirò la famiglia Kaulitz-Grosvenor. Va bene?” proposi a mio cognato che alzò le spalle, fingendo indifferenza. Frida approfitto della sua distrazione per comunicargli che aveva fatto scacco matto.
Il pranzo trascorse allegramente e nel pomeriggio, come programmato, partimmo per la nostra passeggiata.

Vicky dormiva beata nella carrozzina, mentre Tom ed Alexander si divertivano come matti a rincorrersi e a nascondersi tra gli alberi.
Dopo una mezz’oretta di cammino ci fermammo in una deliziosa radura e Tom attaccò a suonare insieme al figlio. Quando compresi di che canzone si trattava sorrisi a mio marito, gli soffiai un bacio e presi a cantare “Über den Dächern, ist es so kalt, und so still…” la canzone che mi aveva dedicato quella prima sera, al ballo di beneficenza.
Che splendidi ricordi.
Lui ed Alex continuarono a suonare per quasi un’ora passando da “Hey Joe” di Hendrix a “Personal Jesus” dei Depeche, e poi “Instant Karma” e “Californication”…a volte li accompagnavo cantando, oppure proseguivo nella lettura del mio libro.
Dopo l’abbondante merenda ci avviammo verso l’albergo; Alex si offrì di spingere la carrozzina con la sorella e così io e Tom, abbracciati, seguimmo i nostri bambini sulla strada del ritorno.
“Quanto sono belli?” dissi a mio marito, con aria trasognata.
“Tanto! Dopotutto sono nostri: non potevano certo essere brutti! Io sono bellissimo, tu anche e loro sono spettacolari! I geni Kaulitz sono buoni…a parte che per mio fratello. Secondo te il loro bebè avrà i capelli sparati in piedi come il padre?” disse lui ridendo.
“Non saprei, anche perché Frida lo raserebbe a zero, però credo che avrà la french manicure!” risposi io, provocandogli un ulteriore attacco di ilarità.
Lo fermai e mi misi davanti a lui, poi mi alzai in punta di piedi e lo baciai “Grazie Tom, grazie per tutto.” Dissi guardandolo negli occhi.
“Non mi devi ringraziare, Sophie! Io per voi sono pronto a tutto.” Rispose lui seriamente, stringendomi le spalle con dolcezza.
Alle quattro in punto i nostri bagagli erano stati caricati, e potemmo fare ritorno a Londra.
Ci aspettava una vacanza e io, Tom, Alex e anche l’ignara Vicky, non vedevamo l’ora…la nostra prima vera vacanza insieme.

“Tutto pronto?” mi chiese Tom prima di andare a dormire quella sera.
“Si, è tutto pronto: i bagagli li ho preparati il giorno prima del matrimonio e sono già in salotto; biglietti e documenti sono in camera nostra.”
“Ottimo, allora vieni qui, Angelo!” disse lui, facendomi segno di raggiungerlo. Mi sedetti affianco a lui, nel nostro enorme letto, e mi accoccolai nel suo abbraccio.
“Due settimane io te e i bambini…un sogno! Sono davvero molto contento, sai?” sussurrò lui baciandomi i capelli.
“Bhe, in effetti ci sarà anche Mary.” Osservai io e Tom annuì.
Avevamo deciso di portarla con noi, così avremmo potuto passare qualche sera fuori a fare gli “sposini”; dopotutto non eravamo mai stati soli a lungo: Alex era con noi dall’inizio, e il nostro fidanzamento si riduceva a due giorni in Germania, risalenti a quasi undici anni prima.
Nell’ultimo anno, invece, con la registrazione del nuovo album, i concerti in giro per l’Europa e il mio lavoro che mi impegnava da matti ci erano stati permessi solo alcuni week-end durante i quali noi ci spostavamo nelle città dove si trovavano i ragazzi, e quindi eravamo sempre in gruppo.
Per il viaggio di nozze avevo affittato una villa incantevole sul lago Michigan, a Racine, in Wisconsin…una meta alternativa che ci avrebbe permesso di non avere troppe intrusioni della stampa, o almeno lo speravamo!
“Sono così eccitato per questo viaggio…mi sembra di essere tornato indietro nel tempo a quando avevo 5 anni e i miei mi portavano in gita!” disse Tom, riscuotendomi dai miei pensieri.
“A proposito chi li porta in aeroporto i tuoi domattina?” chiesi a Tom, folgorata da quel pensiero.
“Considerato che quello stordito di mio fratello non ha ancora preso la patente, credo che se ne occuperà Gustav.” Rispose lui ridacchiando.Povero Bill, rimandato per 3 volte all’esame per la patente, e stressato da Frida che si lamentava in continuazione perché, di quel passo, sarebbe stata costretta ad andarci da sola all’ospedale a partorire! Tornai col pensiero al nostro viaggio e dissi a Tom “Alex stanotte non chiuderà occhio!”
“Decisamente!” concordò mio marito.
“Però noi si, vero?” chiesi assonnata.
“Certo, Angelo.” Replicò lui, reprimendo a stento uno sbadiglio.
Sotto le lenzuola mi strinsi forte a Tom e sussurrai “Ora che ho fatto questo salto mi accorgo di averlo desiderato per tutta la vita, sai?”
Lui mi baciò i capelli, inspirando il mio profumo, e mi disse “Tu e i bambini siete la mia vita Sophie…senza di voi non avrei più un senso. Ti amo così tanto Angelo!”
Ero davvero felice, felice come lo ero stata undici anni prima, davanti a quel palco, al concerto di quello che, inconsciamente, sapevo già sarebbe stato l’uomo della mia vita.
“Ich liebe Dich auch, Tom.” Conclusi, chiudendo gli occhi.

FINE
N.d.A.




Ecco fatto...sono riuscita a completare anche questo...di nuovo ci chiedo perdono per l' attesa, ma l'università mi ha assorbita!
Siamo arrivati al day after e non ci sono state fughe strategiche o strani colpi di scena...il romanticismo mi ha pervaso alla grande come noterete!
La canzone è "Calling all angels" dei Train.
Ringrazio OGNI PERSONA che ha letto queste mie parole, e invito tutti a lasciare un commento a questo capitolo finale...anche solo per sapere che siete passati e non vi ha fatto schifo.
Un ringraziamento speciale a chi ha commentato:

kit2007: ti ringrazio tantissimo per quello che hai scritto. Confesso che Alex è ispirato al mio cuginetto, un piccolo tornado che, quando meno te lo aspetti, se ne esce con degli atteggiamenti da uomo maturo
(confesso che sto cercando di convincere il mio cuginetto a farsi fare i rasta...). Uno spettacolo il padre di Alex?...nooooo figurati! Spero che la conclusione ti piaccia!! Grazie ancora!

Sarakey: come ho già detto i complimenti mi danno alla testa...ho fatto arrivare un t.i.r. di fotografie che sto per autografare...quante te ne mando? Scherzi a parte ti ringrazio per le bellissime parole. Sono felice che qualcosa che era nato per stare solo nel mio cassetto, sia piaciuto anche ad altri...grazie davvero! (P.S. io studio a Milano, Statale!)

GodFather: segnata sul calendario la data della recensione meno notturna della storia! Continuo a ridere per il Bill che zompetta per il palco, e ammetto che temo di passare la prima mezz'ora del concerto di Torino a deriderlo per colpa tua, spettacolare !!!! Frida col pancione goffa e impacciata è anche lei, come Alex, ispirata da un personaggio reale che è mia zia in attesa...la chiamo balena, ma temo che, al suo posto, potrei essere davvero un baule! Il fatto che tu ti faccia domande e ti risponda da sola non è sintomo di pazzia, bensì una buona azione nei miei confronti che così mi risparmio un onere :D. Grazie per TUTTO, per ogni singola parola e momento dedicato a me e alle mie fanfic. Baci!!

Kiki: bel nick! Mi ricorda i Cavalieri della Zodiaco (che ora è di nuovo in onda!!!!!). Ok, scherzi a parte, nulla di drammatico è accaduto...sono davvero un' inguaribile romantica :D Ti ringrazio per i complimenti e spero che la conclusione sia di tuo gradimento!! Un abbraccio!

didi_kaulitz: Ciao...sono felice di averti fatto piangere...ok, non suona bene detta così, ma sicuramente avrai capito qual'è il senso della frase :P Ti ringrazio per avermi fatto anche un po'di pubblicità...non fa mai male, e ringrazia le tue amiche per aver letto, anche se non hanno recensito. Ti sono davvero grata per i complimenti e ti deluderò...credo che sia ora di mettere la parola fine a quasta storia perchè non vorrei diventere noiosa. Però se hai sviluppato una dipendenza da questa fanfiction e vuoi proporre spin-off o simili...tu prova a scrivermi, cercherò di provarci! Vielen Kussen! Wiedersehn!

Ovviamente grazie anche a chi ha messo tra i preferiti questa fanfiction:
didi_kaulitz, eddy, GodFather, Ihateyou, kit2007, lal23, LiSa90, tommina!



  
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