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Autore: Lachelle Winchester    22/07/2013    3 recensioni
Da una parte la vita normale, dall'altra la caccia: come si possono conciliare due tipi di vite così diverse? Quale vita prevarrà sull'altra? Può un cacciatore abbandonare definitivamente la caccia?
Seguito di La caccia continua
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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10-Forever trust in who we are and nothing else matters

Lawrence, Kansas

Dopo essersi lasciati la casa di Muriel alle spalle, l'Impala sfrecciò sull'autostrada che in tre ore li condusse a Lawrence, città natale di Dean, per dare un'occhiata alla casa e parlare con i parenti di Gerard Meson, un uomo morto qualche giorno prima. Sul suo cadavere, come su quello di altre vittime, il Winchester trovò un tatuaggio di un toro dalle corna rosse, simbolo di origini basche di uno spirito Aatxe, punitore di criminali e bugiardi. Il problema era che al contrario delle altre due vittime l'uomo non sembrava mai essere stato interessante per la polizia. La residenza dell'uomo era molto lussuosa, circondata da un immenso giardino dove due bambine piccole giocavano a prendere il the. Dopo aver parlato con i famigliari della vittima ottennero il via libera per controllare la camera da letto, dove l'uomo era stato trovato morto. 
<< Siamo agenti federali >> si fece spazio Dean, sorpassando le transenne che barricavano la porta. Un uomo corpulento e dagli occhi minacciosi li scrutò per alcuni minuti, poi si spostò per farli passare.
<< C'è già una diagnosi? >> gli chiese la donna per distrarlo mentre il cacciatore ispezionava la stanza, in cerca di qualche indizio e l'uomo le spiegò che si era trattato di un semplice infarto. La ricerca sembrò non dare risultati; la vittima sembrava non avere alcun problema con nessuno, un tipo a posto ma continuando a cercare tra i suoi effetti personali trovarono dei bonifici spediti sempre alla stessa persona:Gabriella Newman, la stessa che nominava in ogni pagina di un diario.
<< C'è scritto di averla conosciuta grazie al re del rum. Non capisco cosa significhi. >> lesse ad alta voce la cacciatrice, confusa. 
<< Rum's king, è un nightclub. >> la informò il Winchester. La donna lo scrutò accigliata. << Mi è capitato di passarci in questi giorni. >> aggiunse vago, imbarazzato. 
L
achelle avvertì una morsa allo stomaco, si chiese se fosse il caso di preoccuparsi dopo averlo trascurato un pò di recente. 
<< Sai che non mi dà fastidio però perché non me l'hai detto? Sei un po' strano ultimamente >> si limitò a fargli notare lei. 
<< Non ho fatto altro che cacciare. >> rispose senza guardarla.
<< Come vuoi. >> concluse lei, proponendo poi di andare a dare un’occhiata al locale mentre rimetteva tutto a posto. 
Un ometto basso li guardò uscire dalla stanza e si avvicinò a quello corpulento per chiedergli chi fossero.
<< Federali, dici? >> ripetè a voce bassa senza smettere di guardarli fino a che non scomparvero dietro il portone dall'enorme villa.

L'Impala era ferma su una stradina soleggiata, circondata da locali e negozi, bambini che piangevano sgridati dalla madre, ragazzi che si godevano le ultime settimane di vacanze prima dell'inizio della scuola. Lachelle era seduta al proprio posto in auto a fare una ricerca su Gabriella Newman mentre Dean chiedeva nel locale se conoscessero lei e Gerard Meson. La cacciatrice si distraeva spesso, non riuscendo a concludere nulla per pensare al dialogo di poco prima.
<< Amante. >> annunciò lui sedendosi al proprio posto e porgendo alla donna una foto dei due, recuperata da un assiduo frequentatore del locale che gli aveva raccontato tutto.
Lachelle lo guardò torva, pensando alle coincidenze della vita, ma un uomo la fece sobbalzare avvicinandosi al finestrino e accusandoli di non essere federali. Li guardava come se li stesse scrutando dentro, poi andò via senza aggiungere altro. Alcuni minuti dopo Dean avvertì un forte dolore al petto che durò solo qualche istante, poi finì, ma quando la donna gli sbottonò la camicia trovarono lo stesso simbolo del toro con le corna rosse.
<< Ma non ha senso. >> sbraitava la cacciatrice, cercando di ragionare dopo essersi assicurati che Dean stava bene. << Ho mentito anche io. >> aggiunse e ad ogni parola Dean si irrigidiva sempre di più.
<< Troveremo una spiegazione. Hai visto da quale parte è andato? >> decise di passare all’azione per evitare di continuare a parlare.
Scesero dall'Impala con l’intento di dividersi e circondare il locale, sperando di trovarlo sul retro, ma fu lui a tornare, insieme al dolore di Dean, questa volta molto più persistente. Agilmente la creatura trascinò il cacciatore sparendo dietro il retro di una bottega.
<< Non mi sono mai piaciuti i fanatici della giustizia. >> brontolò ironico il Winchester, premendo istintivamente con la mano sul cuore, che gli doleva.
<< Se non fossi uno sporco bugiardo non sarei un problema per te, non sono come gli altri mostri. >> disse la creatura, sferrando un pugno sul naso del cacciatore. << So come riconoscere i colpevoli, avverto nell'aria il peso della loro coscienza, delle loro colpe, pulisco il mondo dal male proprio come fate voi. >> aggiunse prendendolo a calci.
<< Mi dispiace, Jack Byrnes, ma noi non uccidiamo le persone, per quanto bugiardi o meschini possano essere. >> grugnì Dean, nel tentativo di rialzarsi.
<< Ti fa comodo vederla in questo modo, così puoi continuare a mentire anche a chi ami. Lo sento il peso delle bugie che stai raccontando alla tua compagna. >> continuò a spiegare minaccioso, apparentemente ignaro della presenza di Lachelle alle sue spalle. La donna lo ascoltò per poco, sentendo il terreno venirle meno sotto i piedi, ma istintivamente gli sparò, mirando al cuore per liberare il cacciatore, che dopo poco smise di ansimare. Il simbolo cominciò a cancellarsi e tutto sembrò tornare a posto:quasi tutto.
<< Perché lo hai ucciso così? >> le chiese l'uomo alzandosi da terra, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.
<< Ah scusa, era una conversazione interessante. Non pensi che abbiamo qualcosa di cui parlare? >> sbottò nervosamente. Comprese la sua reazione ma non si sentiva pronto a dirle la verità.
<< Possiamo rimandare ad un altro momento questa discussione? >> le chiese con tono pacato. << Ti prego, fidati di me. >> aggiunse guardandola negli occhi.
Lei lo guardò senza dire nulla e si avviò all’Impala, rimanendo silenziosa per tutto il viaggio.

Kansas

A casa li attendeva il caos, con persone che entravano ed uscivano, regali, bambini che piangevano, scatole che sbucavano dal nulla, gradini che sbucavano dal nulla soprattutto per la cacciatrice.
<< La Shelli, quali ti sembrano più belle? >> le chiese Muriel accompagnata da Emma, mostrandole diversi tipi di bomboniere.
La cacciatrice non era proprio dell’umore per dare una mano, anche se preferiva stare in quel caos piuttosto che a casa da sola con Dean.
<< Ma che ne so, sono tutte belle. >> si limitò a rispondere senza neanche guardare. Quando la signora insistè ne puntò una a caso e si dileguò in cucina, ricordandosi di aver visto dolci vari sul tavolo. Il cacciatore era seduto in un angolo ad ingozzarsi quando lei entrò e le sorrise come nulla fosse.
<< Non potevo resistergli. >> cercò di giustificarsi quando lo rimproverò di aver mangiato tutto. << Rose mi ha lasciato. >> aggiunse divertito.
<< Quanto mi dispiace. Quindi è questo il grande segreto? >> la sua voce era quasi senza espressione e lui si avvicinò per accarezzarle il viso.
<< Riesci a fidarti di me? >> le chiese cercando di essere dolce, ricevendo in risposta un abbraccio.
<< Quindi ti ha lasciato. >> lo prese in giro lei.
<< Piantala. >>.
Lachelle era molto confusa e molto stressata, catapultata in una vita che non le piaceva proprio, ma sapendo di avere Dean al suo fianco tutte queste cose non le erano sembrate così pesanti fino a quel momento, così si convinse che quello che le nascondeva era una cosa stupida, che non le avrebbe mai fatto del male e si lasciò cullare da un suo lungo abbraccio.

Quell'attimo di pace venne interrotto da Muriel, che aveva bisogno del suo aiuto per scegliere una collana. Notò che fece l’occhiolino a Dean e si rese conto che nei giorni precedenti spesso lui la difendeva. Il tempo di girarsi e lui non c’era più.
< Devo provare un vestito per farvi capire come vi sta la collana? >> ripetè la cacciatrice alla richiesta di misurarsi l’abito della sorella. Aveva sempre odiato fare shopping, i vestiti, la moda, le scarpe, per lei le cose erano molto più semplici: le piacevano o no. Stava camminando da quelle che sembravano ore per allargare le scarpe alla sposa quando Dean fece ritorno.
<< Hai perso il bastone, Dottor House? >> la prese in giro quando la vide camminare zoppicando.
<< Sei in ritardo. >> lo ammonì Emma.
<< Un cacciatore non è mai in ritardo, né in anticipo, arriva precisamente quando intende farlo. >> le rispose guardando la cacciatrice e facendole un occhiolino, sperando che citare frasi dei suoi film preferiti come faceva a volte le avrebbe risollevato il morale, poi sparì di nuovo.
La cacciatrice rimase da sola in cucina a cercare di capire cosa fossero i fiocchetti di burro, che le avevano chiesto di mettere, ma fortunatamente arrivò Sam che le spiegò che non doveva fare dei nodi col burro ma semplicemente metterne dei pezzi sulla carne prima di metterla in forno.
<< Sono io che sono a pezzi, mi fanno male le braccia, la schiena, il collo, la testa e senza fiocchetti. >> si lamentò, andando su tutte le furie, sbraitando da sola contro il forno. 
<< Posso solo immaginare cosa combinate tu e Dean. >> le rispose sorridendo.
<< Cosa? No, non è assolutamente quello che pensi tu, anzi da quando siamo qui non abbiamo avuto un attimo per stare da soli. >> si lamentò, dimenando qualche mestolo.
<< Ah, ecco cos'è questo nervosismo. >> scherzò lei lo aggredì quasi, facendo un elenco di cose che non ne poteva più di sopportare.
Il Winchester minore la prese di peso e la portò fuori in giardino per farla sfogare.
<< Non me ne importa niente delle bomboniere, i capelli, i vestiti. Capisco che la maggior parte delle femmine sono fissate, ma francamente se dovessi sposarmi io non è che me ne starei fino all'ultimo giorno a guardare le bomboniere. Chi se ne frega, ok? >> disse senza riprendere un po’ fiato. 
<< Hai bisogno di una pausa. >> le consigliò sedendosi sulla panchina.
<< Non ce la faccio a sentire lei e le sue amiche parlare di smalti, rossetti o di Titanic, non mi va di stare con Emma la sera prima del matrimonio. >> disse, cercando di calmarsi. << Se lo facessero con le spade e una colonna sonora rock… >> cominciò a vagheggiare col pensiero.
<< Papà. >> la voce di Kevin anticipò l’arrivo del bambino, che raggiunse Sam mostrandogli un foglio. <> gli chiese sedendosi tra i due Winchester.
<< Intendi oltre a tua zia Lachelle? >> scherzò lui, ricevendo una gomitata come risposta.
<< Il dente. >> gli rispose la donna, che quanto a indovinelli aveva sempre battuto il suo migliore amico.
Kevin li ringraziò e tornò in casa, aprendo la porta che permise per qualche secondo ad una moltitudine di voci di uscire.
<< Ti chiama papà? >> gli chiese la cacciatrice sorpresa e lui sorrise, felice e fiero del bambino che considerava un po' suo figlio.
<< Con tutto quello che mi è successo da quando vi conosco ne ho passate di cose insieme a voi e non sono il genere di avventure che altre persone della nostra età si aspettano. Siamo stati ovunque, in diverse realtà, siamo andati oltre l'aspetto fisico, ci conosciamo per quello che siamo, per la nostra essenza più pura. >> Lachelle si trovò a pensare ad alta voce.
<< Che vuoi dire? >> chiese lui un po' confuso.
<< Voglio dire che io amo Dean, da bambino, da ragazzo, da vecchio, da pianta, da donna, da ombra. So che sembra non avere senso, ma voglio dire che sono innamorata del suo modo di essere, della sua persona, dei suoi stupidi vizi e dei suoi maledetti difetti. >> tornò a parlare di Dean. Sam era abituato, per anni la cacciatrice si era trovata a parlare con lui di quanto amasse Dean, e Samuel doveva consolarla ogni volta che uno dei due facesse passi indietro nella loro relazione. 
<< Non capisco cosa stai aspettando. >> scosse la testa, indicando la finestra del salotto dove la voce di Dean riempiva tutta la stanza mentre cercava di cantare per accontentare i piccoli. << Pensi che se anche per lui non fosse lo stesso a quest'ora se ne starebbe a cantare canzoni a bambini con mollette rosa sui capelli? >> le fece riflettere.
<< Non so quante volte mi ha letteralmente uccisa, morivo tutte le volte che lo vedevo con qualcuna e quando gli hai detto di stare da Lisa volevo ucciderti. >> gli confessò.
<< Io non lo sapevo. >> si difese.
<< Mi tenevo tutto dentro. Non commetterò di nuovo lo stesso errore. >> aggiunse prima di alzarsi, sorridere a Sam e dirigersi velocemente in cucina.

<< Come sta andando lì dentro? >> la cacciatrice portò un vassoio con dei panini al cioccolato appena preparati.
<< A parte il fatto che sono ufficialmente un dipendente della Disney Channel? >> ironizzò il fratello maggiore mentre prendeva il vassoio; quel gesto, forse piccolo ed insignificante, gli ricordò la madre quando gli preparava la merenda. << I nuovi telefilm fanno proprio schifo, lo sai? >> riprese tornando al presente.
<< Beh, se vuoi che ti compro una parrucca così ti vesti da Hannah Montana.>> lo prese in giro prima che lui la rincorre. Con pochi passi la raggiunse e la bloccò al muro, con le mani tese per non farla scappare. 
<< Adesso il tuo è bleah. >>
<< Non si dice schifo. >>
 << Tu hai detto schifo.>>
I bambini presero a litigare ancora una volta.
<< Basta. Nessuno ha detto niente, facciamo che è stato Dean e ai vostri genitori non diciamo niente, va bene? >> li tranquillizzò la donna. 
<< Allora chi viene punito? >> continuò petulante uno.
<< Dean. Stasera vi prometto che lo punirò come non ho mai fatto prima. >> disse sorridendogli maliziosa, poi abbassò la voce. << Ho una voglia di punirti che neanche immagini. >> gli sussurrò all’orecchio, leccandone il contorno, facendolo trasalire.
Poi si allontanò per prendere i piccoli e portarli di sopra da qualcuno che li guardasse, in modo da poter scappare quanto prima da quella casa.
L'uomo la guardava percorrere il corridoio mano nella mano con i bambini che le sorridevano; Lachelle aveva la capacità di far sentire a proprio agio le persone, sapeva quello che le faceva star bene, faceva così con lui da una vita e proprio non ce la faceva più a mantenere quel segreto senza essere consumato.

<< Lachelle. Vuoi sapere la verità? >>

 

 
   
 
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