Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: White_Black    22/07/2013    1 recensioni
In questa storia non esistono demoni, nè contratti, nè shinigami. è una normalissima scuola, dove Sebastian Michaelis è il nuovo e bravissimo professore di storia di Ciel Phantomhive, Claude Faustus l'insegnante privato di Alois Trancy, Grell il "devoto" segretario di William T Spears. Come farà Sebastian a farsi accettare da Ciel? Alois riuscirà a conquistare il freddo Claude? E infine William riuscirà a distogliere l'attenzione di Grell da Sebastian?
[è un po' OOC]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

-Sei stato tu a dire che dato che oggi era il mio compleanno potevo fare quello che volevo. *DEATH*.- disse Grell piuttosto seccato, stringendosi i capelli scarlatti.L’uomo vestito di rosso afferrò la bottiglia del ketchup.
-E poi Sebas-chan è così bello! Ma lo hai visto con la cravatta un po’ slacciata? È così sexy! *DEATH*!- esclamò mentre il preside, seduto davanti a lui, lo ascoltava piuttosto infastidito. Si sistemò gli occhiali e poi lo interruppe.
-Ma la vuoi piantare?- domandò William sospirando.-Sì, ma ora non ne posso più. Parla di qualcos’altro. Non so, del tempo, del lavoro… a proposito, hai per caso dell’arretrato?- si sistemò ancora gli occhiali, chissà perché dato che lo aveva appena fatto.
-Ma parli sempre di lavoro tu? Sei proprio serio, Will. *DEATH*…- si lamentò il rosso, attorcigliando le dita fra le ciocche cremisi più di quanto non facesse di solito. A spezzare il sospiro di William fu la suoneria del cellulare di Grell.
-*DEATH*?- rispose il segretario.
-Grell! Si può sapere perché non hai fatto una festa? Sappi che sono molto arrabbiata con te!- Madame Red, dall’altra parte del telefono, rise.
-Oh, Madame, ti spiegherò un’altra volta! *DEATH*.- sorrise e attaccò a parlare con lei riguardo la ‘straordinaria bellezza di Sebas-chan’.
-Ora basta. Me ne torno a casa.- l’uomo si alzò e fece per prendere la giacca. Grell immediatamente riattaccò il telefono senza salutare e lo fermò.
-No! Ehm… cioè… devi ancora darmi il mio regalo! *DEATH*…- mormorò l’ultima parola senza convinzione.
-Te l’ho già detto, non ti ho comprato nulla perché tu non mi hai avvertito di questa cosa!- gli disse irritato –Piuttosto, perché non hai festeggiato con i tuoi amici?
-Ma tu sei mio amico!- replicò Grell.
-E non preoccuparti per il regalo. Ho già in mente qualcosa. *DEATH*!- William sospirò.
-Cosa vuoi? Un pupazzo rosso come l’altro compleanno? O qualcosa di ugualmente stupido e inutile?
-Farò finta di non aver sentito se tu farai ciò che ti dico.- il rosso si passò la mano fra i capelli a mo’ di pettine.
-Sentiamo.
-Me li tagli? *DEATH*?- chiese euforico.
-Eh? No! Perché dovrei? E poi non eri tu quello che amava i suoi capelli?- Grell annuì.
-Questo è il mio regalo! Please, please, please, please… *DEATH*!- l’uomo brontolò e afferrò le forbici che Grell gli porgeva.
-D’accordo, ma poi non lamentarti se non ti piacciono.- acconsentì lui.
Grell si sedette su una sedia e William lo seguì. Per un po’ stette in silenzio, come a cercare il permesso del rosso.
-Will? Che aspetti? Taglia! *DEATH*!- il preside si prese di coraggio e afferrò la prima ciocca. La tagliò e i capelli rossi caddero al suolo.
“Perché ha chiesto a me una cosa simile? Sarebbe potuto andare dal parrucchiere. Non riesco a capire…”
“Ha accettato davvero? Non ci credo. *DEATH*.”
-Ho finito.- annunciò William e Grell si guardò allo specchio.
-Ben fatto! *DEATH*! Oh, ma ho del ketchup sulla guancia.
-Te ne sei accorto solo adesso?- gli chiese lui sorpreso. Grell in risposta gli fece una linguaccia e si incamminò verso la cucina. William lo afferrò per il polso.
-Non c’è bisogno. Ti pulisco io.- lo attirò a sé e leccò la macchia di ketchup sulla guancia del suo segretario. In quel momento Grell arrossì diventando tutto rosso.
-Will, ma che…- lui non gli lasciò nemmeno dire ‘DEATH’ come al solito e lo strinse ancor di più, spostandosi sulle sue labbra. Gli intrecciò le dita fra i capelli appena diventati corti.
-Ma Will, immagina se lo venisse a sapere Sebas-chan…- tentò di fermarlo.
-Non mi importa di Michaelis. Tu devi guardare solo me.- Grell si bloccò, incapace di rispondere.
-Cosa?- il preside lo lasciò andare e si sedette su una poltrona, nascondendosi il viso tra le mani.
-Tu ti sei innamorato sempre di ogni uomo di bell’aspetto che ti sia capitato davanti. Ma di me… mai. Ho per caso qualcosa che non va? Cosa mi manca?- cominciò a tremare, per la volta da anni era veramente sul punto di piangere. Che cosa ne era stato di tutte quelle promesse fatte a se stesso? Cosa ne era stato di tutte quelle volte in cui aveva avuto l’incontenibile desiderio di baciarlo, di confessargli ciò che provava per lui e si era trattenuto? E tutto finiva in quel modo, i segreti sbocciavano come fiori in una primavera che aveva atteso per troppo tempo.
-Will…- mormorò Grell andandogli incontro.
-Non toccarmi!- Will si alzò arrabbiato e fece per andarsene. Il rosso gli afferrò la manica della camicia candida e la strinse forte fra le dita.
-Non andartene… ti prego, non farlo.- lui sembrò calmarsi e tornò sulla poltrona, Grell in piedi davanti a lui. Sorrise triste.
-Sei davvero egoista. Non hai fatto altro che provarci con altri uomini per tutta la vita e parli sempre di qualcuno che non sia io. Ci conosciamo dal college e tu non ti sei mai accorto di niente. Sei un insensibile.- dopo queste parole entrambi rimasero in silenzio.
Grell si accovacciò accanto a William e le lacrime cominciarono a scorrergli sul viso.
-Mi dispiace…- il preside si stupì sentendo queste parole.
-Mi dispiace…- ripeté fra i singhiozzi.
-Grell, ora basta, smetti di piangere, non è niente…- tentò di consolarlo l’uomo appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Non è giusto che tu ti sia sempre preoccupato per me. Io non ho mai fatto nulla in cambio.- gli asciugò una lacrima.
-Ma tu mi hai permesso di restare al tuo fianco fino ad ora.- Grell finalmente alzò la testa e si ritrovò con le labbra a pochi centimetri da quelle di William.
-Posso?- chiese quest’ultimo e lui annuì. Si avvicinò con cautela e i due si baciarono dolcemente sotto la luce della luna che filtrava attraverso la finestra.
Il preside lo prese in braccio e lui nascose il viso appoggiandosi al suo petto.
 
William T. Spears aprì gli occhi ed ebbe l’impressione che ci fosse qualcosa di strano.
“Che strano sogno… ma non mi sarei voluto risvegliare” pensò, prima di accorgersi che stringeva qualcosa di rosso fra le braccia.
Grell si mosse nel sonno e si avvicinò ancor di più a Will, che non poté far altro che abbracciarlo più forte.
-Mh…- mormorò Grell nel sonno.
“L’ho svegliato?” si chiese il preside.
-Will… Buongiorno.- lo salutò, la voce impastata dal sonno.
-Buongiorno.- rispose lui.
-La sai una cosa?- domandò il rosso.
-Eh?
-Tu ieri mi hai detto  che io mi sono innamorato sempre di tutti i bei ragazzi che ho incontrato… in realtà stavo cercando una cosa. Ma ora quella ricerca è finita, dato che ho trovato te.- Grell abbracciò William, che ricambiò.
-E allora?- il rosso sembrava piuttosto insoddisfatto.
-Allora cosa?- chiese lui.
-Voglio un bacino.- protestò stringendosi di più al petto dell’uomo.
Will alzò gli occhi al cielo e lo accontentò.
-Ti amo, Grell.- disse William e lo baciò sui capelli rossi come sangue, cremisi come quell’amore che gli infiammava il cuore.

  
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