Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli
Segui la storia  |       
Autore: bebe    02/02/2008    4 recensioni
Li abbiamo lasciati neo genitori ed in procinto di sposarsi. Li ritroviamo sposati ed alle prese con un incidente che ha cambiato le loro vite, rischiando di allontanarli definitavamente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Orlando Bloom
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccoci al gran finale...Spero sia all'altezza delle vostre aspettative! IO da parte mia vi garantisco che ce l'ho messa tutta per scriverlo al meglio, se poi ci sono riuscita non lo so! Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, le mie fedeli ed insostituibili commentatrici, ossia BlackPearl, Michi88, Moon e Summer89! Un sincero grazie anche a chi ha inserito questa storia tra le preferite, cioè Carlottina, Giorgiaaa, Michi88, Sirius4ever e Summer89! Buona lettura!

Nei giorni a seguire Victoria ed Orlando si sentirono solo per telefono, quando lui chiamava a casa per sentire i ragazzi. Non tornarono su quanto successo fra loro. Emma e Joel avevano intuito che qualcosa fosse accaduto: rivedere i loro genitori sotto lo stesso tetto, affiatati come nei tempi più felici, era stato per loro un enorme regalo e speravano che non fosse solo una cosa passeggera. Invece, ancora una volta, le cose fra loro erano cambiate repentinamente, lasciando tutti con l’amaro in bocca.
Una mattina Vicky ricevette la telefonata di Amy e pensò bene di confidarsi un po’ con lei.
“Allora tesoro, come stai?”- le chiese l’amica.
“Decisamente meglio…mi hanno già tolto il gesso al polso…ora ho solo una fascia elastica, che devo tenere     quindici giorni…per il resto tutto abbastanza bene…Sto tornando lentamente ai soliti ritmi…”-
“E Orlando? E’ ancora a casa con voi?”-
“Veramente no…Se n’è andato all’inizio della settimana…”- le rispose serafica.
“Ah…pensavo che si sarebbe fermato ancora…Anzi, a dirla tutta ero convinta che non se ne sarebbe più andato…”- osservò candidamente.
“Anch’io Amy…soprattutto dopo che…”- ma si interruppe bruscamente.
“Dopo cosa? Vicky? Avanti, non farmi stare sulle spine…Cos’è successo fra voi?”- la incalzò.
L’altra rimase in silenzio un istante, ma alla fine le confessò:
“Siamo stati a letto insieme…”-
“Ma dai! Bè, finalmente…era ora che vi decideste a sbloccarvi…”- si fece sfuggire Amy - “E’ una cosa positiva…”-
“Oh si, talmente positiva che ha tentato di andarsene nel cuore della notte…”- aggiunse prontamente.
“Cosa?”-
“Mi sono svegliata e l’ ho trovato in procinto di tornare nella stanza degli ospiti…”- le spiegò.
“E cosa ti ha detto?”-
“Che non è pronto per tornare a casa definitivamente…che è troppo facile risolvere tutto così…Io davvero non lo capisco più….Pensavo che finalmente fosse tutto risolto…”- osservò dispiaciuta.
“Mah…certo è strano come atteggiamento…Però da Orlando c’è da aspettarsi di tutto…Ti ricordi anche con suo padre che fatica per ricucire? Forse ha davvero bisogno di ancora un po’ di tempo…”- le ricordò.
“Sono stanca Amy…sembra sempre che ci ritroviamo nei momenti sbagliati…Quando era pronto lui io stavo con David…ed ora che sono pronta io lui non lo è più…Forse è inutile insistere…forse è finita davvero…”- constatò.
“Non può essere finita…le storie come la vostra non finiscono così…Devi avere pazienza però…non mettergli fretta, ci sta provando, ma se gli forzi la mano non otterrai niente…dammi retta”- le consigliò.
“Va bene…proverò a fare a modo tuo…Ti aspetto a Londra, appena puoi, ok”-
“Certo….spero proprio di riuscire a fare una capatina prima di Natale…”-
Victoria ripensò a lungo alle parole di Amy: molto probabilmente aveva ragione, l’unica cosa da fare era dargli tempo, lasciargli i suoi spazi, con la speranza che una volta tornato a casa le cose si sarebbero sistemate una volta per tutte.
Il Natale si stava avvicinando, mancavano una manciata di giorni, anche se né lei né Orlando si sentivano particolarmente in vena di festeggiare.
Lui non aveva fatto altro che pensare alla notte trascorsa insieme nella loro casa, nel loro letto. Voleva riprendere in mano la sua vita e riavere la sua famiglia ma sembrava che non sapesse da che parte cominciare ed ogni volta che gli si presentava un’occasione la sprecava o non la sfruttava come avrebbe dovuto.
Una sera, era il 22 dicembre, uscito dallo studio pensò di fare un salto a casa.
Vicky era sola e stava preparando degli assaggi delle pietanze che avrebbe preparato per Natale, giusto per fare le prove e vedere come potevano riuscire, quando sentì suonare alla porta. Andò velocemente ad aprire e se lo trovò davanti.
“Ciao…”- le disse semplicemente.
“Ciao”- rispose.
“Mi fai entrare? Si gela qui fuori…”-
“Oh si..certo…entra, avanti…Dammi pure la giacca..”-
Erano entrambi impacciati come ragazzini alle prese con le prime schermaglie.
“I ragazzi non ci sono…mio fratello li ha portati al cinema con Lauren e James…”- lo avvisò lei.
“Lo so…Joy me l’ ha detto stamattina al telefono…Sono passato perché volevo lasciarti i regali per loro…così intanto che non ci sono li puoi nascondere e prepararli sotto l’albero la notte di Natale…come abbiamo sempre fatto…”- le spiegò.
“Ah si…va bene…”-
Le diede una mano a nascondere nel ripostiglio i pacchi regalo e nel frattempo cercava di scrutarla per capire se e quanto ce l’avesse ancora con lui. Tornati in salotto, Orlando prese il coraggio a due mani e si decise a parlare con lei.
“Senti Vic…sono passato anche per un altro motivo…”- abbozzò.
“Ti ascolto…”- gli rispose, prima di tornare in cucina per spegnere il forno che aveva lasciato acceso.
Lui la seguì e si mise a sedere.
“Oggi sono arrivati questi…”- e così dicendo poggiò sul tavolo una cartellina porta documenti- “Sono i documenti per il divorzio…”-
Lei lo guardò sorpresa: non riusciva a credere che volesse davvero andare fino in fondo.
“Originale come regalo di Natale…”- si lasciò sfuggire ironicamente.
“Prima di aggiungere altro…ascoltami…Devo dirti un sacco di cose…ed ho già aspettato anche troppo…”-
Victoria lo guardò negli occhi e percepì che era agitato e un po’ nervoso, come sempre prima di un incontro di lavoro importante. Ma questa volta c’era in gioco molto più di un appalto. Annuì, esortandolo a continuare.
“Non è facile per me dirlo, ma…devo chiederti scusa…Dopo l’incidente di Delia io mi sono comportato da egoista…ti ho lasciata sola ad affrontare tutto…e la cosa più grave è che sapevo quello che facevo e non ho scuse…Pensavo che non avessi bisogno di me, vedevo che riuscivi a reagire meglio di quanto riuscissi a fare io…Mi sono sentito inutile, svuotato, e più provavo a reagire, ad uscirne, più rimanevo ancorato nel mio dolore…E allora ho cercato in tutti i modo di escluderti, di allontanarti…Ce l’avevo col mondo, ma sono stato cattivo solo con te, come se fossi un parafulmine…e ho fatto finta di non aver bisogno di te…Invece ne ho eccome…non me ne sono reso conto subito, anzi, quando me ne sono andato di qui, credevo che sarei stato meglio, che ce l’avrei fatta anch’io da solo…ma non è stato così…Non aspettavo altro che di venire a prendere i ragazzi per vederti..e quando hai avuto l’incidente ho davvero temuto di perderti…Non avrei sopportato di perdere anche te…Il punto è che non ho nessuna intenzione di firmare queste carte…Io ti amo Vic…rivoglio te, rivoglio la nostra famiglia…senza di voi non riesco ad andare avanti…”- concluse sincero e con gli occhi lucidi.
Anche Vicky non stava meglio: quelle parole l’avevano commossa, non solo perché le avevano fatto rivivere i loro mesi più neri e la perdita di Delia, ma pure perché sentiva che venivano dal centro del suo cuore. Lo conosceva bene ed era certa che gli fosse costato non poco dar voce ai suoi sentimenti ed ammettere i propri errori.
Si avvicinò a lui, gli accarezzò dolcemente la testa e gli rispose:
“Ti amo anch’io…ormai pensavo che non mi avresti più chiesto di tornare…”-
“Quella notte io…”- riprese.
“Lascia stare…va tutto bene…”-
“No, è importante che tu lo sappia…quella notte è stata la più bella dopo tanto tempo…ma non ero ancora pronto a guardarti negli occhi e a dirti tutto questo…per questo me ne stavo andando come un ladro…”- aggiunse.
“Ho capito…non fa niente…adesso sei qui…è questo che conta…”-
A quel punto Orlando si alzò, la guardò intensamente negli occhi, le accarezzò una guancia e poi, attirandola a sé, la baciò, con tutto l’amore di cui era capace. Si baciarono  lungo, e nel frattempo lui l’aveva sollevata per la vita e messa a sedere sul tavolo, levandole di dosso il grembiule che indossava e continuando a tormentarle il collo di baci.
“Non qui Orlando…andiamo di sopra…”- riuscì a dirgli lei, quasi senza fiato.
Lui annuì e la seguì. Questa volta, entrato in camera da letto, sapeva esattamente cosa doveva fare: quello ero il suo posto, la sua casa, e non avrebbe più lasciato che niente e nessuno lo allontanassero dai suoi affetti più cari.
Lei gli sfilò il maglione, tra un bacio e l’altro gli sbottonò lentamente la camicia; gli sfiorò il petto con le dita, mentre lui le abbassava la zip della tuta. Si dedicarono ai preliminari con infinita dedizione e pazienza, per rendere speciale ogni gesto, ogni minuto. Non avevano fretta, non volevano rovinare quel momento perfetto, non volevano rischiare di guastare la loro ritrovata sintonia. Si baciavano e si toccavano con l’emozione e l’aspettativa della prima volta, ma con l’esperienza e l’abilità che avevano acquisito nel tempo; diedero sfogo non solo al puro desiderio fisico, ma anche all’amore, alla passione, alla tenerezza, alla dolcezza, alla malinconia ed al dolore che li aveva sconvolti. Per quella sera pensarono esclusivamente l’una al piacere ed al benessere dell’altro, recuperando tutto il tempo perso, con gli interessi.
Dopo circa due ore, erano ancora abbracciati nel loro letto: lei di tanto in tanto gli baciava il petto, mentre lui le accarezzava ritmicamente il braccio. Era stato tutto perfetto, tant’è che nessuno dei due aveva ancora detto una parola, quasi temessero di rovinare quell’atmosfera idilliaca. Fu lui a rompere il silenzio.
“Quando tornano i ragazzi?”- le domandò d’un tratto.
“Fra una mezz’oretta dovrebbero essere qui”- rispose, dando una sbirciata all’orologio -“Che c’è? Ti sei già stancato di me?”- gli chiese.
“Assolutamente no…”- la rassicurò, baciandole la fronte e stringendola ancor di più a sé -“E’ solo che non vedo l’ora di dirgli che torno a casa…e che stiamo ancora insieme…”-
“Per loro sarà il regalo più bello di questo Natale…saranno a dir poco entusiasti…”- aggiunse lei.
“Sarà un Natale speciale…ci siamo ritrovati e io finalmente sto bene…era da tanto che non mi sentivo così…”- ammise, fissandola negli occhi.
“Anch’io….mi sentivo incompleta…e così sola qui…”- rispose di rimando.
“Adesso ci sono qui io… e non vado più da nessuna parte…”- le promise.
“Manca ancora una cosa…”- disse lei d’un tratto, sollevandosi e cercando qualcosa nei cassetti del comodino.
“Cosa cerchi?”- le domandò curioso, senza ottenere però risposta.
“Dovrebbe esserci…sono certa di averla messa qui”- borbottava lei fra sé e sé- “…Ah eccola…”- e voltandosi gli mostrò la sua fede nuziale.
Orlando la guardò, piacevolmente sorpreso. Quasi non si ricordava più di averla ridata a lei. E, comunque, ora erano di nuovo insieme, e quello contava più di tutto.
“Ti ricordi? Mi avevi detto di tenerla…e che forse un giorno te l’avrei resa…Direi che quel giorno è arrivato signor Bloom…”- riprese.
Lui le sorrise, disteso e sereno come non era da tempo e le porse l’anulare sinistro. Victoria gli infilò l’anello al dito, emozionata forse più del giorno del loro matrimonio. Ed aveva ragione ad esserlo: si erano scelti una seconda volta, forse in maniera anche più consapevole della prima.
“Ecco…adesso è veramente tutto a posto…”- aggiunse, senza smettere di guardarlo.
“Ti amo Vic….”-
“Ti amo anch’io Orlando…”-


C’era voluto del tempo, ma alla fine Victoria ed Orlando si erano ritrovati. Stavano ripartendo da dove si erano interrotti, da Emma e Joel, da loro stessi e dal dolore per la perdita di Delia, un dolore che aveva rischiato di allontanarli per sempre.
Perché la perdita di un figlio annichilisce, annienta, spazza via ogni certezza, ogni credo, anche il più radicato, ti svuota lasciandoti inerme ed incapace di andare avanti e di accettare che quella tragedia sia toccata proprio a te ed alla tua famiglia. È un dolore totalizzante, assoluto, che può scardinare una coppia, oppure può fungere da collante e rendere ancora più forti. Vicky ed Orlando si erano allontanati, troppo occupati a reagire ognuno in modo diverso, ma fortunatamente erano riusciti a tornare sui propri passi prima che fosse tardi, riconoscendo di aver bisogno l’uno dell’altra.
Passarono insieme quel Natale e molti altri ancora, circondati dall’affetto di Emma e Joel, dei loro familiari ed amici.





  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli / Vai alla pagina dell'autore: bebe