Anche gli dei hanno bisogno del fosforo. La vecchiaia avanza… e si sente!
- Ivory... che? - domanda Seiya, dilatando lo sguardo per la sorpresa e
l’incredulità.
- Ivory Saint. - risponde raggiante il divino Apollo.
Io faccio mente locale, spulciando nelle mie memorie, ma non trovo nulla di
questi Santi d'Avorio. Mah, saranno un'arma segreta di Athena, - penso. Ma
abbandono subito quest'idea guardando Lady Saori. Il suo volto è ancora più
sorpreso dei nostri.
- Ho un'altra casta al mio servizio? - chiede difatti spalancando i suoi bei
occhioni cerulei.
Il divino Apollo sembra tentennare. Credo che sia rimasto sconcertato della
scarsa memoria della divina Athena. Posso capire noi Saint, ma Athena dovrebbe
ricordarsi di loro, o no?
- Ehm... Athena, temo che le tue continue reincarnazioni siano state piuttosto
deleterie per la tua memoria.
- Apollo! Non ti permetto, sai...
Lady Saori è diventata paonazza, e stringe nervosamente il bastone con l’emblema
di Nike.
- Visto che a quanto pare tu ne sai abbastanza... perché non ci racconti
qualcosa in più? - aggiunge subito dopo socchiudendo gli occhi.
Apollo fa un ampio, lunghissimo, profondo respiro.
- Ascolta sorella. Tu sei da sempre considerata la Dea della Guerra e della
Giustizia e da sempre il tuo esercito di Saint è sempre stato tra i più potenti
in assoluto. In passato, la tua casta più potente non erano i Gold Saints…
- Cosa? – E’ Milo.
Poveruomo… lui che da sempre ha preso così seriamente il suo ruolo di Saint ed è
sempre stato orgoglioso di indossare quelle vestigia dorate… si dev’essere
risentito molto. Fortunatamente riescono a trascinarlo in un angolo, prima che
dimentichi completamente di trovarsi di fronte a un dio.
Scuoto la testa. Mi sembra di essere in una gabbia di matti.
Apollo sembra non aver fatto caso a nulla, e continua nella sua spiegazione.
- Devi sapere che al tempo del mito, anzi ancor prima che le leggende venissero
cantate dai poeti, tu non avevi un esercito a tua disposizione perché, non
essendo mai stata attaccata, non sentivi la necessità di avere qualcuno che ti
difendesse. Il tuo primo esercito venne istituito con il primo attacco da parte
di Poseidone, che aveva mal digerito la sua sconfitta per l'egemonia di Atene.
Ricordi la storiella dell’ulivo, sorella?
- Uhm… sì… va avanti.
- Ecco, dunque, stavo dicendo… Poseidone, dopo aver perso l’egemonia di Atene
decise di muoverti guerra. Il suo scopo era dimostrare agli ateniesi che Athena
non essendo in grado di sconfiggerlo, era conseguentemente incapace di difendere
loro. Dopo che Ermes ti ebbe informata di quanto stava accadendo, su consiglio
di nostro padre, scegliesti i più valenti guerrieri che riuscisti a trovare e ti
ponesti alla loro guida. La battaglia non fu facile, ma tu riuscisti a riportare
la vittoria, grazie, soprattutto, al valido apporto di alcuni valenti
condottieri. Zeus, nostro padre, rimase piacevolmente colpito da quegli esseri
umani e dalla straordinaria aura che emanavano, e fece loro il dono di armature
divine, affinché potessero meglio proteggere sua figlia. A quell’aurea che aveva
la consistenza di un cielo stellato venne dato il nome di κόσμος. Poiché le
armature sembravano fatte in puro avorio e la gente aveva iniziato a rivolgersi
a loro con l'appellativo di "sacri guerrieri", con il tempo vennero chiamati
"sacri guerrieri d’avorio" attualmente ridotto in “Ivory Saints”.
- Ma come mai non ne so nulla? E perché non sono al mio fianco? – lo interruppe
la mia dea, desiderosa di apprendere le notizie che più le premevano.
- Athena, pazienta, ti rivelerò ogni cosa. I sacri guerrieri si rivelarono ben
più bellicosi e violenti di quanto tu ti fossi auspicata. Provenivano, in maggior
parte, da popoli stranieri, ed erano stati educati alla guerra e
alla sottomissione dei popoli fin dall’infanzia. Avevi in odio le battaglie, ma
avevi al tuo servizio gli esseri più sanguinari che avessero mai messo piede
sulle terre greche.
- Vuoi dire che…
- Sì, Athena, gli Ivory Saints furono il più crudele, spietato, terribile
esempio di come un uomo può tramutarsi in demonio se dotato di immani poteri. Le
loro armature erano indistruttibili e capaci di rigenerarsi, il loro cosmo non
aveva limiti perché essi traevano energia dall’intero universo e non da una
singola costellazione… Iniziarono a sviluppare poteri trascendenti l’umana
comprensione e a dominare gli elementi. Potevano creare onde di fuoco, cascate
di ghiaccio, governare gli animali, gli eventi atmosferici… Il cosmo in loro era
talmente sviluppato che persino gli dei cominciarono a preoccuparsi. La gente
cominciò a chiamarli con i nomi di creature leggendarie, perché il timore che
essi suscitavano era pari alla vista di un essere mitico e spaventoso. Erano
potenti, ed erano crudeli... molto più vicini allo spirito della guerra che
incarna Ares che al tuo spirito della giustizia...
Ho ascoltato tutto il discorso fatto dal divino Apollo con molta attenzione e ho
capito solamente che ci sono dei Saints potentissimi, che potrebbero risolvere
tutti i problemi che abbiamo, ma che sono delle grandissime “teste di cazzo” e
che, quindi, Athena preferisce mandare a morire gli altri, piuttosto che
ricorrere a loro ed è talmente convinta di questo che ha addirittura rimosso il
loro ricordo dalla sua mente pur di non cadere in tentazione.
- Quindi, tu vorresti che io ricorressi a loro…? – chiede all’improvviso la
divina Athena stropicciandosi la gonna della veste.
- Noi bastiamo benissimo! Non c’è alcun bisogno che Milady ricorra a loro… e
poi, non vogliamo avere niente a che fare con dei traditori della giustizia.
Lo dicevo io che mancava qualcosa, che c’era troppo silenzio. Guardo Seiya e non
posso che trovarmi d’accordo con quanto ha appena detto. Certo… come al suo
solito non s’è fatto pregare per essere franco, ma ha detto la verità. Non
abbiamo certo bisogno di questi qui per battere l’esercito di … come
diavolo si chiama…
- Non è una gara tra Saints, Cavaliere. Voi non conoscete il reale potere di
Ecate e se devo essere sincero… anche noi dell’Olimpo abbiamo poche informazioni
a riguardo. E comunque… non ho ancora finito.
Effettivamente, lo abbiamo interrotto proprio sul più bello.
Schiarendosi la voce con un colpo di tosse, il divinissimo riprende il filo
della narrazione: - Dunque, ero arrivato… ah, sì… Devi sapere Athena che un
giorno accadde che gli Ivory decisero di comune accordo di compiere una
gravissima azione, un terribile tradimento. Né io, né nostro padre siamo a
completa conoscenza dei dettagli… nonostante la nostra divinità. Il tradimento
operato dagli Ivory Saints fu così terribile che se n’é persa persino la
traccia. Si sa solo che l’atto fu talmente grave da comportare la loro eterna
dannazione. Rifiutati persino da Hades, stando alle leggende, gli Ivory si
reincarnano eternamente in uomini e donne destinati a una vita di grandi
sofferenze, mentre i loro cosmi sono stati sigillati lontani da essi.
- Sì, ma come posso richiamarli a me? – chiede con filo di voce Athena.
Credo si sia rassegnata a riammettere gli Ivory Saints nella cerchia del suo
esercito. Mi chiedo cos’abbiano combinato di così terribile, da convincere
Athena a bandirli da tutto… persino dai suoi ricordi.
Mi sembra di vedere Apollo in leggera difficoltà.
- Non è facile. E’ necessario trovare sia gli esseri umani, che i manufatti in
cui sono stati sigillati i cosmi dei Saints.
- Sì, fin qui c’ero arrivata anche io. Ma dove posso trovare queste persone?
- Cosa vuoi che ne sappia io?! – sbotta – E’ già
tanto che ti ho parlato degli Ivory. Se aspettavamo te, potevamo pure dichiarare
la resa incondizionata ad Ecate.
- Noi non ci arrenderemo mai di fronte ad Ecate.
Sì sì… Seiya. Ti voglio bene, ma per favore taci. – penso, dopo l’uscita fuori
luogo del Cavaliere di Pegasus, talmente fuori luogo da passare inosservata
persino agli occhi della Kido.
- Ah sì, è questo che pensi di me? Che sono una buona a nulla?!
- Non ho mai detto questo! Non cambiare il senso delle mie parole a tuo
vantaggio!
- Io non sto cambiando il senso delle parole a mio vantaggio. Credi che sia
stupida!? E adesso che mi hai svelato questo grande segreto… dimmi che devo
farmene?
Apollo la guarda allibito. Anche io non capisco molto bene la reazione di
Athena. I Saints tacciono. Credo che abbiano capito che tra dei è meglio non
mettere il dito, a meno che non ci si è costretti dallo stato di cose, il quale
coincide quasi sempre nell’urgenza di salvare la nostra dea da qualche
malintenzionato che vuole infilzarla, arrostirla, congelarla, soffocarla.
- Io ti ho detto che sarebbe meglio per te ricorrere agli Ivory Saints. Non ti
resta che riammetterli nella schiera dei tuoi Saints.
- Perfetto. Proprio quello che volevo sentirmi dire. Ma se abbiamo appena detto
che nessuno sa dove siano…
Non so se ridere o se piangere. Tutta questa faccenda ha un non so che di
grottesco che mi è difficile da mandare giù. Insomma, dal basso del mio
addestramento guardavo alla Tredicesima casa come a un luogo di grande virtù e
invece mi ritrovo davanti una dea adolescente irritata e capricciosa e un dio
che non è da meno. Come se non bastasse, a intervalli più o meno regolari, Seiya
esordisce con qualcuna delle sue frasi da eroe della situazione, facendo saltare
i nervi a chiunque.
Tutto sommato, non me la sento di dare torto completo alla mia dea. Mi sembra
alquanto impossibile trovare delle persone senza sapere niente che li riguarda,
ma sto proprio formulando quel pensiero che odo Apollo dire: - Ah, ma se è per
questo! Io conosco qualcuno che sa esattamente dove si trovano.
- E non potevi dirlo dubito?! – l’affermazione di Athena si accorda
perfettamente al mio pensiero.
Apollo si lascia andare ad una risatina nervosa.
- Si tratta di un immortale, vive … dunque… fammi pensare… ah, sì…
nell’entroterra africano. Ti farò avere le coordinate.
- E cosa centrerebbe lei con quei Saints?
Apollo non risponde subito, credo stia cercando le parole adatte, o forse non
so… mi sembra un attimo turbato…
- E’ il Guardiano. Il suo compito è quello di attraversare le ere, in attesa che
Athena abbia bisogno di risvegliare gli Ivory Saints. Quando li bandisti, e
lanciasti contro loro quel terribile anatema, sapevi che prima o poi avresti
avuto bisogno di loro, quindi facesti in modo di nominare un Guardiano, una
persona che al momento opportuno t’indicasse esattamente chi fossero gli umani
in cui gli Ivory si erano reincarnati.
- Quindi, mi stai dicendo, che c’è un essere umano vecchio di migliaia di anni
che vive al solo scopo di tenere traccia della presenza umana degli Ivory?
- Esatto. Senza il Guardiano sarebbe stato impossibile ritrovarli. Ma lei sa
esattamente dove sono in questo momento. Il loro nome, il paese in cui vivono…
conosce tutto di loro… Ed è lei che devi trovare per prima.
Athena ha ascoltato molto attentamente le parole di suo fratello. Il turbamento
che l’aveva colpita inizialmente, ha lasciato il posto a un’espressione più
riflessiva. Non credo abbia riacquistato i ricordi del tempo passato, ma credo
che stia prendendo in seria considerazione il suggerimento di Apollo. Lei
conosce Ecate abbastanza da temerla e non credo che sia una mancanza di fiducia
nei nostri confronti che la sta convincendo a risuscitare l’ordine Ivory. C’è
molta preoccupazione nei suoi occhi e la sua ansia non è verso sé stessa… lei
non è direttamente minacciata da Ecate. Siamo noi ad esserlo, il nostro ordine,
la nostra missione… Credo che se arriverà a rompere l’anatema, lo farà solo per
noi.
- Ehm… scusate.
Tutti ci voltiamo in direzione della porta d’ingresso e vediamo la pomposa
figura di Tatsumi, il fido servitore della divina, con il petto in fuori e il
mento sollevato in segno sprezzante.
- Perdonatemi, Lady Saori se oso interrompervi, ma mi avevate detto di mettervi
al corrente quando lo avessimo trovato.
La Kido, che lo aveva guardato come se non lo riconoscesse, s’illumina tutto ad
un tratto e in un fruscio di vesti di seta, si avvicina quasi scodinzolando al
suo servitore.
- Oh, Tatsumi! – cinguetta dimentica di tutto il resto – Dimmi. E’ proprio
quello che desideravo?
- Sì, milady. Si tratta del pezzo autentico risalente al quindicesimo secolo. E’
stato rinvenuto nei sotterranei di una piccola chiesetta francese…
Guardo Aldeberan, che guarda me con cipiglio interrogativo. Io faccio spallucce
e gli spiego: - Athena, negli ultimi tempi si è data all’arte. Spende fior di
quattrini per portarsi a casa pezzi d’inestimabile valore.
Poi alzatami in piedi e fattami più vicina al mio interlocutore, aggiungo a
bassa voce: - Detto tra noi. Non sembrano valere molto… ma si sa l’arte
difficilmente è apprezzata dai gusti mediocri come il mio.
Alle mie spalle, Kanon di Gemini bofonchia qualcosa, tra sé e dal tono non credo
che sia un elogio alle qualità critiche della sua dea.
C’è una sorta di immobilità nella stanza, dettata più che altro dalla confusione
prodotta dall’improvviso entusiasmo di Athena verso un qualcosa che, agli
effetti, è di ben scarso valore.
L’unico che sembra esserne piacevolmente interessato è Aphrodite, il quale si
avvicina subito alla dea, con gli occhi che zampillano di felice compiacenza.
- Oh, mi piacerebbe molto vedere i vostri quadri, milady…
Athena all’udire quelle parole s’illumina come un faro, e raggiante afferra il
Cavaliere di Pesci, trascinandolo fuori dalla sala. A noi non resta che seguirla
ed io mi avvio insieme agli altri a contemplare per l’ennesima volta lo
spettacolo artistico.
Ma prima di incamminarmi, getto uno sguardo all’indietro alla ricerca del divino
Apollo. Il dio, pare un raggio di sole dimenticato sulla terra, una sorta di
elemento a parte in una babilonia di emozioni, esclamazioni, desideri. Se ne
sta lì, nel punto dove Athena l’ha lasciato e guarda oltre la finestra aperta,
nel crepuscolo che ormai ha infiammato il cielo.
Indugio qualche attimo, e il dio si volta verso di me all’improvviso. Temo di
trovarvi rabbia, rassegnazione, o qualsiasi altro sentimento che sarebbe
giustificato dal comportamento della dea, ma non c’è nulla di tutto questo. C’è
solo una fredda e vuota impassibilità e senza dire una parola si avvia anch’egli
al seguito degli altri.
- E’ un quadro molto bello milady, non c’è che dire.
- Ah, sono contenta che ti piaccia Aphrodite. Sono andata fino a New York per
poterlo acquistare.
Athena è raggiante e spiega con il cipiglio di un critico d’arte tutto ciò che
c’è da sapere sui due oggetti da collezione che arricchiscono la spoglia parete
del Salone.
Apollo si è fermato al centro della sala. Ora sta guardando la parete dove sono appesi i quadri.
Sicuramente li considererà molto severamente – penso –
in fondo, lui è il dio
dell’arte.
Ma sul suo volto questa volta non vi vedo l’indifferenza di poco prima, e
neppure lo sprezzo per l’infimo valore delle tele, che mi sarei aspettata. Sul suo volto si sono
impressi i chiari segni dello sgomento. Ma la sua inspiegabile sorpresa viene
ben presto sostituita da un improvviso moto di ilarità che cattura l’attenzione
di tutti.
- Proprio come immaginavo. Potrei riconoscere quei volti tra mille. – ride il divino Apollo osservando i due dipinti che
erano stati appesi nella sala principale della Tredicesima Casa.
Saori lo raggiunge e sollevando il capo, guarda anche lei le due figure dipinte:
la ragazza con la spada e la corona di gigli, e il ragazzo che scriveva la
lettera. E’ difficile stabilire il periodo storico di entrambi i dipinti.
L’armatura della ragazza mi sembra così fuori dal tempo e, analogamente, gli
abiti indossati dal ragazzo possono appartenere all’antichità così come
all’epoca moderna.
- Ti dicono qualcosa, Abel? – chiede Saori Kido.
Il divino Apollo annuisce, poi sollevando la mano indica il primo quadro che
abbiamo comprato.
- Non credo che tu l’abbia voluta per un puro gusto artistico?
Saori sussulta.
- No, c’è dell’altro. – dice sottovoce, abbassando la testa. Poi, sollevando il
capo e fissando la tela, aggiunge: - Sentivo come se mi stesse chiamando.
Beh, che dire. La rivelazione di Apollo non me l’aspettavo proprio. Ed io che
credevo che era solo un puerile gusto artistico a muovere la dea Athena. Invece,
quale sorpresa apprendere che inconsciamente lei andava alla ricerca di quei
dipinti perché aveva sentito che dentro di essi si celava un segreto molto
profondo. Lei stessa, dopo la spiegazione di Apollo, ha ammesso che sentiva una
specie di attrazione nei confronti di essi. Accennò anche alla mia visione ed
Apollo si mostrò subito interessato. Disse che avrebbe voluto saperne di più, ma
che era molto importante recuperare tutti i dipinti, che in altre parole,
significava riunire tutti i cosmi degli Ivory e non solo…
Sono passati tre giorni dalla riunione alla Tredicesima casa ed io ero quasi
sicura di non essere più chiamata in causa. Ma a quanto sembrava, non era così.
Athena mi aveva preso in simpatia ed avere la simpatia di Athena significava
essere scelta per compiere tutte le missioni possibili.
Quando l’ho detto a mia sorella, stentava a crederci.
- Tu accompagnerai i Gold Saints in Africa? – mi ha detto allibita.
Io ho fatto spallucce.
- Così vuole Athena.
Sapevo che la mia improvvisa celebrità al Grande Tempio era motivo d’invidia per
molti. Nessuno riusciva a capacitarsi come una ragazzina come me, appena
diventata Silver Saint, poteva essere tenuta in così alta considerazione dalla
dea Athena.
Seiya mi ha detto di non preoccuparmi, che la dea sa quello che fa, e che se mi
ha scelta è perché nutre fiducia in me.
- E poi! Sarai in compagnia di quattro Gold Saint. Se dovessero esserci dei
problemi, sistemeranno tutto loro.
Annuì, ringraziando mentalmente le belle parole di Seiya. Era un amico prezioso
e anche se aveva un sacco di difetti, era una persona che sapeva come tirarti su
il morale.
Snow Fox: grazie per i complimenti. Era ora che qualcuno dicesse a Camus che -10
gradi non sempre è una temperatura gradevole.
War: Ho letto Siwa, e attendo l’aggiornamento con impazienza, ma visti i miei
tempi sono l’ultima persona che può premere :P.
Saori Kido, dopo tutti i maltrattamenti ricevuti, me la sono presa un po’ a
cuore e cerco di darle un po’ di dignità. Baci baci.
Gufo_Tave. Beh, dai… non posso privarmi di un elemento come Seiya. E poi, il
“pirla” a chi lo faccio fare. :P
Manila: Eh… la piccola Miriam ci si è trovata in mezzo… eeehhhh… lo so che la
scampagnata per le dodici case è un qualcosa di invidiabile… il sogno di ogni
fan di Saint Seiya… Bacioni.
Synnovea. Grazie cara… non potevo evitare una versione comica della scalata alle
dodici case… ce l’avevo in mente da un sacco di tempo… :P Bacissimi
LeFleurDuMal: eh già... un ascensore al grande tempio non farebbe lo stesso effetto. Magari in un'ambientazione futuristica potremmo metterci la scala mobile... :P