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Autore: martinazerozero    22/07/2013    1 recensioni
La siringa spingeva il liquido nelle sue vene. Il suo braccio era diventato grigio. Eccolo, stava arrivando il flash. Ora stava meglio. La droga non lo abbandonava come facevano le persone.Stava come volando, era come un orgasmo che attraversa tutto il corpo. Respira Kurt, è facile. Ora stai meglio, starai meglio. I pensieri diventano leggeri, il corpo si rilassa ... le ore sembrano minuti e i minuti sembrano secondi. Per un po Kurt non penserai a lei, tutta sola e indifesa. Non pensare a lei K, ti fai solo del male. Quando l'effetto finirà il tormento ricomincerà. La fregatura della droga è che l'effetto finisce e ti ritrovi in un tunnel da cui non riuscirai a uscire. Doveva trovarla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Mia madre non mi credeva, quando le dicevo cosa mi faceva... pensava fossi una puttana, ma era lui che mi costringeva e se mi rifiutavo mi menava. Era diventata un'abitudine- Una lacrima le solcò il volto- una volta mi tenne rinchiusa nello scantinato per giorni, dicendo a mia madre che ero scappata. A lei non è mai importato di me, lei pensa solo a drogarsi o a bere finchè non si sente male e io me ne devo prendere cura. Non riesco mai a difendermi- Kurt la guardò negli occhi. Si chiedeva come la ragazza facesse a non crollare. -Tu sei la persona più forte che io abbia mai conosciuto- lei rispose : -Il mio cervello è così incasinato, forse non capivo bene cosa mi stesse accadendo. Prima che tornasse a casa prendevo dei sonniferi, per non capire. Non volevo vedere, non volevo!- A quel punto scoppiò. Era una bomba pronta ad esplodere. Non smetteva di piangere. Kurt la abbracciò forte, il più forte possibile. Sussurrava: - Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto questo, mi dispiace tanto-. Restarono abbracciati davanti al camino per tutta la notte. La mattina Kurt si svegliò presto. Guardò Polly. Era così indifesa. Si alzò e si preparò una canna. Voleva rilassarsi un po. Guardò fuori dalla finestra. fottutissima neve. si sedette per terra. Il fumo usciva dalla sua bocca mentre i suoi occhi si arrossavano lievemente. Guardò Polly. Sudava. Kurt gli si avvicinò e gli toccò la fronte. Bruciava. Doveva prendere delle medicine. Quali? quante? Lasciò un biglietto alla ragazza nel caso lei si fosse svegliata. Andò per la strada principale della cittadina. Vediamo... farmacia, farmacia... Eccola!. Entrò guardandosi intorno. Non era mai stato in una farmacia. La signora della farmacia (Caterine come c'era scritto sulla targhetta) era una signora vecchia e rugosa con degli occhi spettrali e dei grandi occhiali. -Cosa desidera signore?- -Ecco, qualcosa per la febbre, si la febbre.- La signora si voltò e andò a cercare le medicine. -Ha la tessera sanitaria?- -No, mi dispiace- -Sono quindici dollari.- Kurt cercò nelle tasche profonde dei suoi pantaloni scoloriti. Mise i soldi sul tavolo e disse sarcasticamente : -Costa molto stare male in questo paese- La signora non gli diede importanza e Kurt uscì. Faceva molto freddo e il cielo era dipinto di grigio. Il grigio, il suo grigio. Enigmatico e speciale, non era solo un colore, era un enigma da risolvere. Si diresse verso il campetto dietro la scuola. C'erano sempre le stesse persone, quelle che gli altri giudicavano drogati-buoni a nulla. -Kurt,Kurt!- Bob agitò la mano per chiamare l'amico. Veramente Kurt non lo sopportava ... Non sapeva bene il perchè. K. si avvicinò a Bob che stava in un gruppetto a fumare erba. -Cosa ti posso dare K.?- -Qualcosa di più forte dell'ultima volta...- -Funghetti?- Gli diede venti dollari e tornò a casa. Trovò Polly con la chitarra in mano, era sudata e bianca. Era così fragile, eppure ne aveva passate tante. Kurt ammirava la sua forza mentale. L'ammirava come l'aveva sempre ammirata da lontano. La prima volta che la vide, non la dimenticherà mai. Era diversa, migliore delle altre . Sembrava così triste e Kurt non voleva fare altro che avvicinarsi a lei e dirle che non era sola, che sarebbero potuti stare insieme, uniti contro il mondo che non li capiva. Ma non lo fece. Per anni la seguì solamente , come un angelo custode. La vìide mutare; ed ora che stava a pochi centimetri di distanza da lei si sentiva felice ed era strano perchè non lo era mai stato.-Tieni- le lanciò il contenitore con le pillole per la febbre. Lei non sapeva cosa dire. Nessuno si era mai preso cura di lei. Lei era sola, o forse non più. Forse aveva trovato qualcuno che finalmente la comprendesse, forse non doveva più vivere in una casa dai vetri oscurati, forse il nero si sarebbe trasformato... ma resta un dubbio. solo un FORSE. Una parola stupida. Non sapeva cosa dire così disse solo: -Grazie-. Non era solo uno stupido grazie, era qualcosa di più perchè quella parola l'aveva sentita tante volte, ma non l'aveva mai detto a nessuno. Kurt tirò fuori la bustina con i funghetti allucinogeni. Iniziarono a ridere. Quando la vide ridere il tempo si fermò. L'aveva resa felice anche solo per un momento. Lei non si meritava quello che le avevano fatto, ma almeno per un po poteva essere felice. -Canta per me,Kurt.- Prese la chitarra e iniziò a suonare. -Come as you are, as you were, As I want you to be As a friend, as a friend, as an old enemy. Take your time, hurry up The choice is yours, don't be late. Take a rest, as a friend, as an old memoria Memoria.......- Polly appoggiò il suo viso sulla spalla di Kurt. No, lei l'avrebbe trasformato. Lui no, non se lo meritava, era buono, non doveva diventare come lei, non doveva. Lei si alzò di scatto, andò in bagno e i chiuse dentro. Kurt la seguì. -Polly, cos' hai?- era preoccupato. Cosa aveva fatto? -Polly rispondi.- Le lacrime le solcavano il volto. Si guardava allo specchio. Il suo volto, sembrava uno Zombie e se fosse rimasta l'avrebbe reso come lui. Diede un pugno allo specchio che si frantumò. La mano le sanguinava. Doveva andarsene. Prese un asciugamano e si avvolse la mano. Non doveva distruggere un'altra vita oltre la sua. Kurt l'avrebbe lasciato fuori dalla sua vita. Polly aprì la porta. Kurt la guardò negli occhi. Anche lui aveva gli occhi lucidi. Soffriva per lei. Non riuscivano a parlare. I secondi sembravano infiniti. L'uno si era perso negli occhi dell'altro. -Kurt- disse con la voce spezzata dal pianto- Non devi diventare come me, io ... io non voglio rovinarti, perchè sei una brava persona e io.... mi merito il peggio. Fai tutto per me perchè mi capisci. Promettimi di non cambiare. Ci ritroveremo, magari non in questa vita, ma ci ritroveremo.- Kurt fece per parlare, ma Polly le mise un dito sulla bocca. -Ti prego K. , non dire niente o potrei convincermi che merito tutto questo, non mi cercare. Può sembrare stupido, ma tu sei la persone più importante che ho, sei l'unico che si sia mai preoccupato per me e per questo ti ringrazio. Ho capito cos'è l'amore e prima che tu ti rovini la vita a causa mia....- non finì la frase e scappo. Kurt si sedette a terra. Piangeva per lei. Ora soffriva e lui odiava soffrire, non potè fare altro che drogarsi. Almeno per un po sarebbe stato felice, o almeno avrebbe dimenticato.
  
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