"Chiamo o non chiamo?"
Si sentiva un pò come Amleto, il cellulare al posto del teschio!
Ma da quando lui era indeciso?
Doveva solo premere quel maledetto tasto verde, aspettare qualche secondo, e parlare con voce sicura.
Invece era bloccato con quel fottuto apparecchio telefonico nella mano destra, propenso a non chiamare il suo vecchio...amico?
Non sapeva nemmeno più cosa fossero.
Probabilmente avrebbe solo dovuto definirlo un conoscente.
Un conoscente con cui appena vent'anni prima aveva concluso uno dei Tour più grandi ed importanti della storia.
Un conoscente con cui aveva raggiunto la fama mondiale, con cui aveva calcato centinaia di palchi.
"Fanculo" pensò, premendo il tasto verde e portando il telefono all'orecchio.


-Cash, scendi da quell'albero, almeno al mio compleanno voglio evitare il pronto soccorso.-
Il piccolo di casa Hundson era dolcissimo, un bambino di cui era difficile non innamorarsi.
Ma era anche un dei pochi in grado di far impazzire Slash o, come diceva Perla, di fargli saltare il defibrillatore.
Cash scese agile dall'albero per poi affiancarsi al padre, letteralmente svaccato su una sdraio del giardino.
-Oggi cosa facciamo papà?- Chiese Cash, fissando il chitarrista negli occhi.
Due paia di occhi identici.
-Oggi stiamo qui in piscina piccolo, poi aspettiamo gli amici che abbiamo invitato per cena.-
Al sentire la parola piscina e cena, il piccolo si agitò gioioso.
-Quindi questa pomeriggio ci saranno anche Grace e Mae Marie?-
-Certo che ci saranno anche loro.- Sorrise Slash, pensando alle figlie di Duff.
-Sai una cosa papà?- Disse il piccolo, prendendo la mano del padre.
-Che cosa?- Rispose l'uomo, osservando il figlio.
-Sei il papà migliore del mondo, e ti voglio tanto bene.- Annunciò solenne il bambino, mentre Slash lo prendeva in braccio accarezzandolo.


-Tesoro, potresti contare queste forchette?- Chiese Perla a London.
-Si mamma.- Rispose il bambino gentile.
Era dal giorno precedente che Perla cucinava per la piccola festicciola di Slash.
Nulla di esagerato, gli invitati erano solo una trentina, ma Saul si meritava il meglio, e lei era li per darglielo.
-Sono 26 mamma, ne mancano 4.- Constatò London, porgendo le posate alla madre.
-Perfetto tesoro, io vado a recuperarne altre, tu esci pure con papà e Cash, mi sei stato di grande aiuto.- Disse la donna dolce, scompigliando amorevolmente i capelli del figlio.
Perla guardò l'orologio appeso al muro.
13.25
Ringraziò il cielo che entro un paio d'ore Susan sarebbe arrivata a darle una mano.
Mentre passava per la cucina, sentì il telefono aquillare.
Sperando non fosse qualche giornalista petulante, alzò la cornetta.
La voce dall'altra parte prese subito parola.
-Slash, sei tu?- Chiese l'uomo sicuro.
-No, io sono sua moglie Perla, con chi parlo?- Domandò educata, ben conoscendo l'interlocutore.
-Non ha importanza, passami Slash.- Ordinò l'uomo.
Perla sorrise.
Tipico di lui, dare ordini a tutti.
-Vado a chiamarlo, ci vorrà un secondo.- Disse la donna, appoggiando la cornetta e andando alla porta finestra che dava sul giardino.



-Saul, ti vogliono al telefono.- Urlò Perla.
Maledizione, quella donna avrebbe potuto fare la cantante lirica.
Con fare annoiato, Slash si alzò dalla sdraio e si diresse verso la cucina per poi prendere in mano la cornetta.
-Mi spiace, oggi è il mio compleanno e non rilascio interviste, richiami domani nel pomer...- Venne bruscamente interrotto.
-Fottutissimo Hudson, possibile che tu non mi riconosca più? L'età ti gioca brutti scherzi?- Chiese bruscamente l'uomo dall'altra parte della cornetta.
-Sai Rose, è difficile riconoscere una persona dal tono di voce, se questa non ha ancora parlato.- Si limitò a dire Saul.
-Si, certo. Ora, non chiedermi perchè lo sto facendo, ma visto che è il tuo compleanno, ho chiamato per farti gli auguri.-
-Come hai avuto il mio numero?-
-Quell'idiota del tuo manager, ci ho messo un bel pò, ma alla fine l'ho convinto e mi ha dato il numero di casa.-
-Come diavolo hai convinto il mio manager a darti il mio numero?- Domandò turbato Saul.
-Bèh, sono pur sempre Axl Rose.- Annunciò fiero il rosso.
Già, proprio Axl Rose.
Si diceva in giro che non fosse cambiato di una virgola, ma il fatto che lo avesse chiamato era prova di grande maturità.
Almeno a confronto di 10 anni prima.
-Bene Hudson, buon compleanno, ci si vede su qualche Red Carpet.-
Salutò il rosso.
-Aspetta Axl.- Urlò il chitarrista.
-Cosa c'è?-
-Questa sera a casa mia c'è una festicciola, ci saranno anche Steve, Izzy e Duff con le famiglie, ti va di farci un salto?-
-Quanto sei sentimentalista Hudson.- Si lamentò Axl -Per che ora devo passare?-
-Per le 20.00 sarebbe perfetto. A questa sera Will.-
-A questa sera Saul.- Concluse Axl, chiudendo la chiamata.


-Perla.- Chiamò Saul dalla cucina.
-Dimmi tesoro.- Disse lei, arrivando dal giardino.
-Aggiungi un posto a tavola, questa sera si unisce a noi un vecchio amico.- Annunciò Saul.
-Lo immaginavo tesoro, lo immaginavo.-
Già, una cena con i Guns N' Roses al completo...
Sarebbe stata una serata interessante.



Buona sera adorato popolo di Efp...
In realtà dovrei dire buona notte, ma fa lo stesso!
Allora, visto che è il compleanno del mio amato Slash, non potevo fare a meno di scrivere qualcosina su di lui, condito con un pizzico di Axl.
Sono le due e mezza di notte, non so cosa sia venuto fuori XD
Mi auguro qualcosa di leggibile!
In caso contrario, mi aspetto i pomodori.
Vi auguro una buona notte...
Non mi resta altro da dire se non AUGURI SLASH<3
Sara:)