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Autore: xaruto    23/07/2013    1 recensioni
Applebloom resta vittima di un grave incidente, e da quel giorno Applejack è tormentata da orribili incubi,
che le stanno distruggendo lentamente la sua sanità mentale. Twilight però non potrà aiutarla al momento.
Dovrà chiedere aiuto a Zecora che però l'avverte che avrà due scelte: affrontare i propri demoni o morire.
P.s
Gli eventi di questa fanfiction, avvengono dopo Silent Ponyville 2, ed e connessa a Study of the Mind Delve
Non è necessario leggerli per capire questa trama.
Genere: Dark, Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apple Bloom, Applejack
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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C’erano varie voci di sotto fondo, ma si poteva udire chiaramente la voce

di Apple Bloom e Ditzy Doo.

“Chi è questo Lui che sento tanto parlare?” chiese Apple Bloom.

“Pissss... vuoi che ti senta qualcuno?” esclamò Ditzy Doo.

“Scusa, non credevo fosse cosi grave”.

“Te lo racconto ma parla piano. Alcuni credono che di notte ci sia uno spaventoso unicorno, che ipnotizza i poveri puledri e li rapisce”.

“E tu credi a sciocchezze del genere? Forse di notte hanno visto una semplice guardia o un dottore, e poi qui non è mai sparito nessuno”.



“Questa è la cosa strana. Alcuni dicono di averlo visto rapire qualcuno ma il mattino dopo chi è sparito non si ricorda niente. Forse è un alieno che gli ha fatto un lavaggio del cervello”.

“Sì come no! Qualcuno ne ha mai parlato col il Dottor Black Marble?” Chiese Apple Bloom.

“Siamo in un manicomio, anche se qualcuno la fatto chi potrebbe mai credergli?”.

 

”Per me, il grande mistero è come fai ha mangiare cosi tanti muffin di notte?”

“Eccoo...Io ne conservo sempre un po’” disse nervosamente

“Davvero?  E dimmi perché di notte quando vai in bagno ci metti più di 30 minuti per tornare? Come lo spieghi?”

“Allora ti sei accorta?”

“Certo che lo so,  dovresti stare pi.... AAAARRRGGGGGHHHHHH

Ci fu un gridò terribile da parte di Apple Bloom, e infine fu seguito da un forte suono statico che  fermò la registrazione.



Applejack capì che in tutte le registrazioni che aveva ascoltato, c’era qualcosa di falso ma doveva ancora scoprirlo. Tolse la cassetta, prese la seconda con etichetta “dolore”, mise dentro il registratore e cliccò play. Fece un rumore statico per poi sentire le voci delle due puledre.



“Come sta la tua gamba oggi?” chiese Ditzy Doo

“Molto meglio, l’infermiere ha detto che posso ricominciare correre, ma che rimanga tra noi. Quel infermiere Asil è molto invadente” disse Apple Bloom sotto voce

“Lo so è inquietante, comunque sono venuto a dirti che Screwloose chiede scusa di averti morsa. Cerca di capirla, ha avuto un’orribile esperienza con i cani stana diamanti. Non è venuta perché crede che tu voglia farle del male.”  

“Dille di non preoccuparsi, speriamo che non le sia piaciuto” disse Apple Bloom sogghignando

“ahahaha…. a si l’ho quasi dimenticato. Ho preso un Muffin per te” esclamo Ditzy Doo

“Oggi non è il giorno dei Muffin, Come hai fatto ad averlo?”

“Ecco... io... lo conservato solo per te”

“Ditzy non mentirmi, lo sai che non sopporto le bugie. Ho scoperto che esci di nascono ma come fai ad entrare nelle altre stanze?”

“Ok ma ti prego promettimi di non dirlo a nessuno. Ho trovato le chiavi del vecchio signore delle pulizie attaccate alla porta del bagno, avrei dovuto restituirle ma non ho resistito.



“Incredibile, siamo compagne da quasi sei mesi e me l’hai sempre tenuto nascosto?”

“Scusa, avevo paura che lo raccontavi a qualcuno”

“Ma siamo amiche, non l’avrei mai fatto”

“Amiche!? Non ho mai avuto un amica prima d’ora è.... è.... fantastico!” esclamo felice Ditzy Doo

“Senti perché non festeggiamo la mia guarigione questa sera?”

“No, dobbiamo aspettare la domenica. Ho notato che la domenica non c'è mai nessuno, anche se dobbiamo comunque stare attente. Avvolte quando sto tornando in camera sento qualcuno”

“Va bene allora, domenica sarà il nostro giorno...”

La registrazione si fermò assieme al rumore statico.



Applejack mise nella borsa la chiave che era sulla barella, e usci dall’infermeria. Trattenne il respirò per l’odore della carne bruciata e si avviò versò la sala centrale. Quel posto qualche minuto fa era solo una sala buia e fredda, e ora era cosi mal ridotta e marcia, che sembrava che le mura stavano per crollarle addosso. Si diresse verso la porta che conduceva al giardino interno e vide che la nebbia era sparita, ma al suo posto c’era pioggia e una intensa oscurità. La sua torcia le illuminò il camino e lei prosegui, ma si fermò quando sentì quel maledetto suono statico. Lentamente si udì delle leggere risate soffocate, che la misero a disagio, ma questa volta era pronta ad affrontare qualsiasi cosa. Raggiunse un area con qualche piccola giostra, dei scivoli, dondoli e altre attrezzature per bambini. Con la luce della torcia, vide qualcosa che scintillava sulla sull’altalena. Guardò in alto e vide una chiave appesa sulla bara superiore dell’altalena. Fece un leggero salto e la prese, poi lesse la sua incisione

“Guerra”



Applejack si girò pronta a tornare indietro ma notò che c’era qualcosa che la rabbrividi. Il rumore statico era alto ma le risate erano sparite quando aveva preso la chiave. Vide che c’era una strano alone rosso in lontananza che si avvicinava versò di lei. Rimase li ad aspettare cosa accadesse ma all’improvisso sentì una voce distorta.


“Nascondiamoci nei cespugli”

Lei senza pensarci saltò verso gli arbusti accanto a lei e guardò l’alone rosso. Era unicornop, ma per colpa dell’oscurità, era difficile riconoscere chi fosse ma lei non si sarebbe avvicinata per controllare.


“Su muoviamoci piano versò l’uscita” disse la voce distorta


All’inizio era troppo preoccupata per capire che la voce proveniva dal registratore. Per qualche strano motivo la registrazione ripartì da solo, e per colpa del suono statico era difficile riconoscere la voce.


“Va bene ma fai attenzione a non fare rumore” rispose l’altra voce


Applejack si accovacciò in mezzo ai cespugli, si mosse versò la porta che conduceva all’entrata. Il fango sporco la sua criniera e il manto, ma lei continuò fino raggiungere la porta. Appena lei entrò, il suono statico svani e lei capì chiaramente di chi erano le voce di prima


“Meglio che torniamo, prima che ci scoprano” disse Dizty Doo

“No, hai visto anche tu che qualcuno portava un nostro compagno nelle stanze di terapia, dobbiamo vedere che succede”

“Potresti sbagliarti, sarebbe meglio tornare in camera”

“Ascoltami, dammi le chiavi e torna in camera se non torno cerca aiuto”

“Ti prego Apple Bloom, potrebbe essere pericoloso”

“un motivo in più per intervenire. Ora deciditi se vuoi venire con me o tornare indietro”

Non si sentì niente per paio di minuti, com se fosse finita in un modo diverso dal solito.

 

 

Lei guardò alla sua destra e vide che le stanze menzionata non erano lontane. Prosegui versò di esse e si trovò davanti un lungo e ampio corridoio. Cercò di entrare nella prima stanza ma era chiusa, riprovo quella seguente ma il risultato fu lo stesso. Riprovò ogni singola porta, finché, finalmente, una si aprì. Entrò al suo interno e si trovò in un ufficio. In fondo c’era porta, e da essa proveniva strani rumori, simili a sussulti e il suono statico si fece sentire. Più si avvicinava alla porta più quei suoni erano forti e più era alto il suono statico. Lentamente lei apri la porta e vide qualcosa che si stava muovendo con gran foga. Lei illuminò la fonte di quei strani rumore e vide un unicorno vestito da infermiere, era completamente sporco di sangue ed era sopra una poltrona allungata. Non riuscì a vedergli il volto perché le dava le spalle ma le si ricordo che quello era lo stesso infermiere del suo sogno. Non si era ancora accorto di lei. Poteva fuggire, ma per qualche strano motivo voleva capire cosa stesse facendo, cosi si avvicinò lentamente e quando lo capi le vene un brivido lungo la schiena. Quella mostruosità stava violentando uno di quei piccoli mostri. Non riuscì a supportare quella scena così indietreggiò per scappare ma quella cosa si accorse di lei. Pronta a correre sentì la porta dietro di lei aprirsi. Il suo cuore quasi si fermò di colpo credendo che non c’era più via di fugga, ma quando girò vide che una piccola puledra dal manto oliva pallido chiaro e dalla criniera amaranto brillante stava uscendo di corsa da quella stanza. Realizzò subito che era sua sorella




“APPLE BLOOM” Applejack urlò il suo nome e la rincorse fregandosi di cosa aveva visto prima.  Sua sorella uscì dallo studio e andò a nord,  Applejack la inseguì senza tregua ma la sua ferita alla gamba la rallentava. Dopo una lunga corsa Apple Bloom entrò in un’altra stanza.

Applejack correva piangendo pronta abbracciare sua sorella, ma fece l’errore di non prestare attenzione al suono statico. Non riusci entrare nella stanza che vide enormi denti affilati come rasoi puntando sul suo collo. Non c’era scampò, sentì quei denti trapassarle la carne come se fosse burro ma invece di finirla, Lui la scaraventò fuori dalla stanza. Lei cadde a terra e quasi perse i sensi.



Applejack sentiva le urla di Apple Bloom gridare ma per il trauma subito non le fecce capire niente. Aprì gli occhi e vide L’unicorno dalla labbra rosse e carnose, il volto bianco e spetrale che la fissava con i denti sporchi del suo sangue.



“Allora eri tu che non smetteva giocare di notte, sembra dovrò punirti” Dopo che Lui lo disse entrò nella stanza dove c’era sua sorella che lo guardava con orrore. Appena entrò, Lui chiuse la porta con la magia e Apple Bloom cominciò a grida.

“AIUTO!! TI PREGO LASCIAMIIIII” Apple Bloom urlava a pieni polmoni ma era inutile.



La puledra ferita uso tutte le forze per alzarsi e caricò contro la porta ma non riuscì neanche a scalfirla. Si riprese e ricominciò colpirla sempre più forte. Le urla e i pianti di Apple Bloom erano sempre più dolorosi e le risate di quel mostro riempiva il cuore di Applejack di ira.

Ormai si sentiva solo urla e rumori simili a quelli ascoltati dall’altro essere. Quando Applejack se lo ricordò, il suo sangue cominciò a bollire.



Smise di caricarla e cominciò a calciarla con furia e riusci a sfondarla. Con la torcia illuminò la stanza, ma non c’era, come se fossero spariti dal nulla. Era solo un ufficio simile a quello che aveva vistò prima.



“Apple Bloom dove sei? APPLE BLOOM” gridò ma nessuno rispose, non trovando niente andò nell’altra stanza. Entrò e trovò una poltrona allungata, tipica di quella dei psicologi e sopra di essa c’era una cassetta ma la striscia bianca era completamente sporca di sangue. Prese il registratore e estrasse la cassetta e mise quella nuova e cliccò il tasto play. Si risentì il suono statico e poi forti singhiozzi proveniente da Apple bloom.



“Ora ascoltami bene. Ci siamo divertiti ma tu non dirai a nessuno ciò che è successo questa sera. Tu sai che io conosco il tuo piccolo segreto. Non vuoi che la tua famiglia lo scopra che la tu sei una bugiarda e un’assassina?. Sarà meglio per te che tu non dica nulla. Ci siamo capiti?” disse una voce sconosciuta

“Sì....” rispose Apple bloom singhiozzando

“Non vuoi che la tua sorellina scopra che hai ucciso i suoi genitori vero?”

“No...”

“Brava la mia fattrice. Isal, non potevi aspettare che finissi di lavorare ti dovevi appartare nello studio della mia collega?”

“Mi dispiace, ma e difficile aspettare sempre una settimana. Cosa vuoi fare di lei?” disse un’altra voce sconosciuta.

“Benda la ferita al collo e rimandala a letto, e stai tranquillo la mia nuova fattrice non parlerà, loro non parlano mai”

Il suono statico fini la registrazione. Applejack strinse i denti dalla rabbia e cercò altri indizi ma non trovò niente. Stava per arrendersi ma la torcia illuminò molte fotografie, e lei trovò una interessante.

Era una foto di gruppo, c’erano molti puledri tra cui Apple Bloom e vicino a lei c’era una piccola pegaso dal manto grigio, la criniera bionda e dagli occhi Incrociati. Accanto a loro c’era qualche pony adulto, alcuni in camice da medico altri da infermiere e ma era l’unicorno bianco dalla criniera nera col camice, che attirò la sua attenzione. In qualche modo lo conosceva ma allo stesso tempo non l’aveva mai visto. Distrusse la cornice, prese la fotografia e la mise in borsa. Non trovando altro torno nel ufficio per controllare con calma. Sulla scrivania c’era targhetta con scritto un nome

“Dr. Black Marble....questo nome....”

Senti un brivido su tutta la schiena, ma poi uno strano rumore proveniente dalla scrivania. Spinse la scrivania e quasi inciampo in un enorme buco. Ricominciò a spingere e vide che era una enorme voragine. Tirò una penna che era sulla scrivania, ma non provocò nessun rumore. Si avvicinò per poterlo vedere meglio con la torcia ma non vide niente e senti una strana presenza dietro di se.



"Ti serve una spinta?"



Prima che potesse agire il suo riflesso la spinse giù.  Lei cade urlando e rimbalzando contro le parerti ma dopo qualche secondo esse sparirono e lei sprofondo nel vuoto e si senti stanca fino a svenire del tutto.



Si risveglio dal forte rumore statico del suo registratore, provò a rialzarsi ma senti delle cinghie che le bloccavano tutti gli arti, e per qualche strano motivo la sua ferita al collo era fasciata. La sua vista era offuscata ma lentamente riuscì vedere dove era. Era una sala operatoria ma non una qualsiasi, era la stessa del suo sogno di quella notte. Alzò la testa e vide quel mostruoso l'infermiere avvicinarsi a lei. Provò di nuovo a slegarsi ma era inutile. Esso si avvicinò a lei e con la magia sollevò un l'ago chirurgico. La puledra capì come sarebbe finita, cosi con tutta la forza che aveva provò a divincolarsi dalle cinghie. Esso portò l’ago vicino alle sue labbra ma lei blocco l’ago con i denti. Per quanto forte fosse la sua magia non riuscì mollarle la presse cosi si avvicinò e uso suoi zoccoli per toglierlo con la forza ma fu una pessima idea. Quando fu abbastanza vicino Applejack  si alzò di colpo e colpi l’ago sul suo occhio. L’infermiere gridò dal dolore e si accascio a terra mentre Applejack usò tutta la sua forza solo su uno zampa. Si stava stirando il muscolo della spalla ma alla fine riuscì a liberarsi poi liberò gli altri arti. Scese dalla barella, e vide la sua borsa sotto di essa. La prese e la leggo sulla schiena e accese la torcia ancora attaccata a essa. Si diresse versò la porta e provò ad aprirla ma era chiusa. Cercò di abbatterla, ma non ebbe tempo perché sentì qualcosa di umido che si avvinghiò al suo collo. Qualcosa di umido e maleodorante stava bloccando la sua carotide. Lei riuscì a vedere l’infermiere si era tolto la mascherina. La mascella inferiore era assente e la sua lingua era mostruosamente lunga, ed era ormai ben stretta sul suo collo.


Quel mostro cominciò a trascinarla per terra, e quando Applejack credeva che fosse la fine passo vicino a un bisturi caduto nella confusione. Lo prese e colpì la lingua di quella mostro, che strillò di nuovo dal dolore. La puledra se ne approfittò, si divincolò dalla prese e si scagliò addosso colpendolo ripetutamente sul volto. Non ebbe il minimo di pietà, e lo colpì finché il suo cranio non fracasso, e capì di averlo ucciso quando il registratore cesso di far rumore. Applejack fece forti respiri per riprendere aria e far calare l’adrenalina ma all'improvviso il corpo morto andò in convulsione muovendosi selvaggiamente. La puledra indietreggiò pronta ad attaccare ma l’unica cosa che fece e fa uscire dalla bocca una strana chiave. Applejack la prese e la pulì con un panno che le era vicino e vide l’incisione.



“Morte.... Ho trovato l’ultima chiave ora devo trovare la porta”



Essa sentì un suono metallico proveniente dalla porta, si avvicinò e questa volta la porta era aperta. Uscì dalla stanza e si trovò in un oscuro corridori ma c'era qualcosa di diverso, l'ambiente era più chiuso è stretto quasi opprimente, le parenti erano moltosporche e sembravano enormi vene che pulsavano, come se quello che la circondava fosse vivo. Prese la mappa per vedere dove poteva essere ma l’interra mappa era nera con una “x” rossa in mezzo, per indicare che lei era li. ma non fu quello l’altra cosa strana, ricontrollò la borsa e scopri che le pagine del diario erano state alterate da dei disegni. Il primo foglio era nero e in mezzo a esso c’era una bianca figura dagli occhi rossi, il secondo anche questo nero con una scritta  in rosso che ricopriva l’intera pagina “Non riesco a guardarla negli occhi”, invece il diario era stato fatto a pezzi e tutte le pagine erano scritto “Mi dispiace”. Era inquietante ma non fu alterato altro nella sua borsa. Andò lentamente evitando di avere contato con le pareti e dopo qualche minuto trovò delle scale che portavano in basso. Cominciò a scenderle ma la cosa si faceva lunga, erano passati cinque minuti ma sembrava che non avverserò fine. E all’improvisso si risentì suono statico, lei si allarmo ma poi si sentirono delle voci dalla sua borsa.



“Ti prego Apple Bloom dimmi cosa  ti succede, ti comporti in modo da quel giorno” Applejack senti la voce di dizty

“Non è successo niente, smettila di chiedere, cominci a stancarmi” disse Apple Bloom

“Stai mettendo, tu non menti mai. Siamo amiche puoi dirmi co.....

“NON SONO AMICA DI UNA PAZZA”

Il grido si fece forte e distorto un forte rumore statico fini la registrazione  

Applejack sentì uno strano rancore dentro di se e prosegui in silenzio la sua discesa. Dopo quasi un ora di discesa arrivò a un grande porta chiodaio da molteplice catene collegate a grossi lucchetti. sì avvicinò a essi per controllare e vide che ognuno di essi era inciso delle parole

“ Morte, pestilenza, carestia e guerra”

Prese le rispettive chiavi e aprì ogni lucchetto che liberò l’acceso alla porta.

Aprì la porta ma senti un forte rumore dalla borsa, Applejack si guardò intorno ma la oscurità era cosi intensa che la luce della torcia veniva assorbita da essa. Il registratore fece un rumore era continuo e molto forte quasi insorpotabile. Lei si accascio a terra per il dolore ai timpani, non resisti più, prese il registratore dalla borsa e lo lanciò abbastanza forte da romperlo. Si alzò e con la vista sfuocata, si trovò in una grande stanza e vide una forte luce prodotta da una La lampada scialitica, sotto di esso c’era uno strano macchinario medico, un tavolo operatorio e sopra c’era qualcuno. Applejack si alzò e si avvicinò con calma finché vide che era Apple Bloom. Essa corse verso di lei e vide che era svenuta e legata. La slego dalla sedia e cercò di svegliarla e lentamente la piccola puledra apri gli occhi, la forte luce dall‘alto la accecava ma vide sua sorella con gli occhi gonfi di lacrime



“Zuccherino, grazie al cielo ti ho trovata” Applejack la strinse forte tra le sue braccia

“Ti prego, non riesco a respirare” disse Apple Bloom

“Stai bene? sei ferita?”

“Sto bene, ho solo un gran mal di testa”

“Allora andiamo, dobbiamo andarcene di qui il più in fretta possibile” mentre lo diceva, aiutò Apple Bloom a scendere e con la luce della torcia cerco la porta che era entrata prima ma era sparita.



“Credo che ci sia una porta la dietro” disse Apple bloom

Andarono dietro alla sala operatoria dove c’erano due grosse porte ma una

voce oscura si percepì su tutta la stanza

“Stai andando da qualche parte Applejack "

In fondo alla stanza uscì dalla oscurità l’oscuro unicorno dal manto bianco e dal denti affilati come rasoi, sorridendo davanti ad alle due in modo soddisfatto



“Scappi, menti e tradisci a chi ti sta intorno solo per sopravvivere” disse Lui

“Stai lontano” ringhio Applejack”

“tranquilla, hai ottenuto ciò che volevi, perciò può andare, io non ti fermerò”

Applejack guardò il volto di Apple Bloom, era terrorizzata e stava quasi per piangere. Indietreggiarono versò la porta senza distogliere lo sguardo ma appena si avvicinarono alla porta, Esso fece una leggera risata

“Cosa hai da ridere?” disse Applejack

“Mi sono davvero divertito con voi due, specialmente con la piccola. Quello è stato....speciale” Si leccò le labbra in un modo rivoltante. Applejack sì ricordò cosa aveva fatto alla sua sorellina. La sua testa si riempi di rabbia, nel suo essere la paura svani dal nulla c’era solo tanta rabbia e oddio.




“Apple Bloom, aspettami fuori” disse Applejack

“Cosa stai dicendo? Dobbiamo scappare, non puoi fare niente contro di....”esclamò Apple Bloom

“Non discutere con me e aspettami fuori”

“ma....”

“Ho detto di andartene!” Lei grido versò la sorella che si spaventò ma subito lei si calmo

“Mi dispiace ma devo farlo. Ti prometto che tornerò, fidati di me”

Dopo averlo detto, l’abbracciò per assicurarla e la spinse leggermente oltre la porta

“tieni e stai attenta” Applejack slegò la torcia legata la borsa e la diede a Apple Bloom

che lo prese e poi si diresse fuori dalla stanza cercando di trattenere le lacrime.



“Non cambierai mai, fai sempre le scelte più stupide”

“tu non sai niente di me”

“So molto più di quello che tu credi, come so che ora tu morirai” Lui si ritirò nell'oscurità

Applejack pensò dove poteva colpire e notò una luce rossastra che mirava verso di lei che si scagliò verso a velocità folle. Essa evitò il colpo e vide che erano tanti bisturi forbici e altri oggetti chirurgici. La puledra si lanciò in corsa versò di Lui ma vari aghi gli furono scagliati contro. Lei riuscì ad evitarlo per un soffio. Lui aprì le fauci ma lei fu più veloce e lo colpi all’occhio destro. Esso gridò e indietreggio pronto per contrattaccare, ma Aplejack era alle sue spalle e lo calciò alle ginocchia e lo fece cadere a terra. Esso fece un enorme ringhiò e con la magia la scagliò contro il muro. L’unica luce che illuminava la stanza si spense e Aplpejack non riuscì a vedere niente. Non ebbe il tempo di alzarsi e fu di nuovo scagliata a terra. Si alzò con difficoltà e sentì le sue risate che rimbombavano per tutta la stanza.



“Amiche mie, ho bisogno del vostro aiuto non posso farcela da solo, ti prego aiutatemi”

Penso a ognuno di loro, aveva bisogno di loro più che mai. Chiuse gli occhi e si affidò all’udito, Senti un strana sensazione dietro di se seguita da un rumore. Applejack agì velocemente, si abbassato e calciò indietro. Riuscì a colpirli il mento, spaccandogli i denti. Esso cade a terra urlando per il dolore, provò ad alzarsi ma questa volta Applejack non gli diede tempo, e gli frantumo il suo corno con un altro calcio. Sangue e una sostanza oscura uscì incessantemente. Lui cercò di morderla ma era troppo lento e anche se Applejack non vedeva niente evitò ogni singolo morso e lo colpì sul volto al momento giusto. Lei non gli lascio tregua e lo caricò. Lui si scaraventò sul pavimento e la puledra gli saltò addosso, e cominciò a colpirlo furiosamente al viso senza la minima pietà. Lei urlò a pieni polmoni tutti i muscoli dei suoi arti cominciarono a bruciare.

La lampada scialitica del soffitto ritornò a funzionare, e il pony arancione vide che il mostro che aveva pestato era qualcun’altro. Era massacrato dai colpi pieno di grossi lividi neri e tagli ma la bocca era diventata normale e il corno anche se era spezzato si era ridotto di dimensioni.

“Dottor Black Marble...” esclamo la puledra

“Allora ti ricordi di me!”

“No io non ti ho mai visto...” Applejack senti forte dolore alla testa

“La mia testa, mi fa male. Tu, tu mi hai fatto questo?”

“Sì, ma sei stata tu a volerla, non ti divertivi più con me” Black Marble cominciò sputare sangue e il suo corpo iniziò lentamente a disintegrarsi

“Cosa vuoi dire?” chiese Applejack

“Le tue bugie ti hanno portato qui, le tue bugie hanno ucciso tuoi genitori. La tua vita è una bugia. Se sei quello che sei ora e grazie a me”

“Stai zitto! Di che cosa stai parlando?”

“Ti meriti un ti un dono, un pezzo della tua memoria che o custodito in fondo del tuo cuore.

“Che dono?”

“La vera ragione che cui tu sei qui”


Il suo corno spezzato produsse una forte alone nero, che la colpì facendola svenire.

Applejack aprì gli occhi e si trovò nella totale oscurità. Davanti a lei c’era solo una porta leggermente illuminata. Si alzò con un terribile mal di testa, e si diresse ad aprirla. Per qualche strana ragione si trovò sul bagno di casa sua, ma rimase turbata quando vide lo specchio davanti a se. Oltre lo specchio non c’era lei ma la sua sorellina, come se quella fosse

una doppia stanza e lo specchio in realtà fosse una finestra, ma la sua paura non era quel luogo ma il lungo coltello che aveva in bocca sua sorella.


“Applebloom che stai facendo?” Applejack si avvicinò a quella strana finestra e cercò di attirarle l’attenzione ma era come se fosse un fantasma. Sua sorella tirò lo sgabello sotto il lavandino, sali sopra e si trovò davanti Applejack che guardò il suo orribile aspetto. Il suo volto era cupo e triste, suoi occhi erano gonfi di lagrime ed era evidente le occhiaie scure, come se non avesse dormito da settimane. Appoggiò le due zampe sul lavandino e li girò, mostrando l’arto superiore in avanti e appoggiò sopra il coltello.

“Ti prego, fermati non farlo!” Gridò ma fu inutile   

Scatto la testa a destra e recise tutti e due polsi, il sangue cominciò uscire copiosamente poi collassò a terra.


Applejack guardò sua sorella distesa a terra immersa nel suo stesso sangue. Andò in stato di shock, la sua mente si oscurò, il suo corpo si paralizzò e infine anche lei crollò.

Sì svegliò un altra volta, nauseata ancora più di prima, Il corpo dell’essere sparì

completamente lasciando solo una grossa macchia nera per terra.

Applejack cominciò riflettere cosa fosse successo e cosa significava quel sogno ma prima voleva accertarsi che sua sorella stesse bene. Si diresse versò la grande porta, e appena entrò vide la Apple Bloom che corse versò di lei e la strinse fra le sue braccia.




“Ero cosi preoccupata per te”

Applejack ricambio l’abbracciò ma poi sentì di nuovo una strana sensazione.

“Tieni la tua torcia, ora andiamocene da qui” disse Apple bloom

La puledra arancione rileggo la torcia alla borsa ma rimase ferma ad osservare

la sua sorella minore.


“Che c'è? Che cosa stai aspettando?” chiese la piccola

“Come mai conosci Dizty Doo?”

“Perchè me lo chiedi?” disse nervosemente

Applejack prese dalla borsa e tirò fuori la foto che aveva trovato e la

mise per terra, sotto la luce della torcia

“Lei si chiama anche Derpy, vive a Ponyville e ha la mia stessa età. Mi spieghi come possibile che voi avete la stessa età in questa foto?”  

La piccola si paralizzò alla domanda di sua sorella. Lei non sapeva come rispondere

“Cosa vuoi dire? Ti prego calmanti....”

“NO! Dimmi dove lei?”



La piccola puledra indietreggiò davanti alla vista arrabbiata di Applejack che si avvicinò minacciosamente versò di lei.

“Dimmi dove è Apple Bloom?  Non te lo chiederò di nuovo” chiese con tono aggressivo.  

Essa ormai perse il controllo, e alzò il zoccolo pronta a colpirla, ma Apple Bloom cominciò a piangere.

“VA BENE, non sono tua sorella” disse disperata.

“Allora dimmi dove?”

“E’ ancora in ospedale.”

“Ho provato ad andarci, ma non potevo.”

“Dove eri prima non era Ponyville e questa non è Manehatten”

“Allora dove sono?”

“Mi dispiace, neanche io so dove siamo di preciso, ma non siamo dove credi di essere”

“Ma... Chi sei tu o cosa sei?”

“Va bene, ormai non ha più senso avere questo aspetto”



La pelle di Apple Bloom si disintegrò nell’aria ma sotto di essa c’era un altro manto di color arancione, la sua criniera diventò liscia e voluminosa e si schiarì fino a diventare bionda. Il volto si riempì di lentiggini e i colori dei suoi occhi diventarono verdi. Applejack si trovò davanti se stessa ma molto più giovane.

"Che cosa sei?" disse Applejack spaventata.

Non ebbe tempo di rispondere che la terra sotto di loro cominciò a tremare seguitò dal suono della sirena in lontananza.

Ti prometto che ti racconterò tutto, ma ora dobbiamo uscire di qui subito!” disse allertata.

  
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