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Autore: bik90    23/07/2013    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era strano, terribilmente strano. Mentre si recava a scuola non smetteva di ripeterselo. Era come se improvvisamente ogni cosa avesse perso d’importanza; il liceo, lo studio, il tennis, Davide e tutti i suoi amici. C’era solo Martina e quello che sentiva per lei. Si chiese, mentre parcheggiava, se quella sensazione fosse riconducibile alle famose farfalle nello stomaco che la gente innamorata diceva di provare. Se era così, le piaceva moltissimo. Se non avesse iniziato a piovere più forte, la sera precedente sarebbe rimasta ancora in sua compagnia. Dopo essersi baciate, non avevano più parlato limitandosi ad ascoltare i loro cuori che parevano battere all’unisono. Martina aveva poggiato la sua schiena contro il petto dell’altra che l’aveva abbracciata da dietro ed erano rimaste in quella posizione per diverso tempo. E ora l’avrebbe rivista. Entrò in classe senza riuscire a togliersi dal viso il sorriso che aveva. Lavinia la salutò guardandola subito dopo con aria interrogativa mente Davide si limitò ad un leggero cenno del capo. Lentamente stavano riprendendo a parlarsi ma non era come prima, era come se qualcosa tra loro si fosse rotto e fosse andato a rinforzare, invece, il legame con l’altra ragazza. Eleonora aveva notato come i due trascorressero sempre più tempo insieme in quei giorni, ma era troppo presa dai suoi problemi per curarsene. Anche in quel momento, poco le importava. Era innamorata, innamorata di una ragazza, eppure era talmente meraviglioso da farlo passare ai suoi occhi in secondo piano. Ciò che le rimbombava nelle orecchie era solo la prima frase. Innamorata. Finalmente lo era anche lei. Per anni aveva creduto che a lei non sarebbe toccato perché aveva un rapporto simbiotico con Davide, così stretto da non capire più nemmeno lei cosa fanno gli amici e cosa gli innamorati. Era confuso e solo ora se ne rendeva conto. Il ragazzo era suo amico, nulla di più mentre Martina era la persona che le aveva rapito il cuore. Si sedette al suo posto dopo averle inviato un sms e attese la risposta.
 
Martina era salita sul tetto come le aveva detto Eleonora quando suonò la campanella tra la seconda e la terza ora. All’inizio era rimasta alquanto titubante di quella proposta ma, sotto consiglio di Simona, aveva accettato. In fondo loro avevano supplenza e la sua classe si sarebbe recata in palestra. Nessuno si sarebbe accorto della sua mancanza o, se fosse successo, l’amica le sarebbe andata prontamente in aiuto.  Scosse il capo mentre ripensava alle esclamazioni di gioia che aveva mandato quando le aveva raccontato cosa era successo la sera precedente. Anche lei, ancora adesso, stentava a crederci. Sotto casa sua si erano baciate ma non era stato come la prima volta; sentiva che era diverso, che questa volta era vero. E non poteva dare a meno di sorridere contenta. Si arrampicò agilmente, come aveva visto fare all’amica diverso tempo fa, e una volta sopra la trovò già lì. Si fermò un istante a contemplarla. Eleonora indossava un paio di jeans grigi, scarpe della Nike alte azzurre e il giubbotto nero lasciato aperto che tante volte le aveva visto addosso. Era così bella che avrebbe potuto contemplarla per ore senza stancarsi.
E soprattutto sei mia, pensò mentre l’altra allungava una mano nella sua direzione e faceva un passo.
Martina la prese sentendosi tirare verso il corpo della più grande e invadere dal suo calore quando la abbracciò. Eleonora le diede un bacio sulla guancia senza smettere di tenerla.
<< Ti sono mancata? >> la canzonò la più piccola provando a liberarsi dalle sue braccia ridendo.
L’altra non glielo permise limitandosi a stringerla ancora.
<< Allora? >>.
<< Un pochetto >> ammise infine Eleonora lasciandola e intrecciando solo le loro dita.
Martina si beò di quel contatto. Non aveva mai visto la più grande in quel modo e dubitava che qualcun altro fosse riuscito ad arrivare dove era lei, dove cioè si vedeva la vera ragazza che era. Quello che osservava, ovviamente, le piaceva molto. Non aveva sbagliato quando aveva pensato che la persona con la quale parlava su internet fosse dolce e sensibile, Eleonora era meglio di qualunque fantasia si fosse fatta.  
<< Solo un pochetto? >> domandò facendo finta di mettere il broncio.
L’altra rise sedendosi senza lasciarle la mano. Era rassicurante, era come se una vocina le sussurrasse che le sarebbe sempre rimasta accanto. Si chiese come avesse fatto fino a quel momento a vivere senza e la risposta le arrivò non appena si guardarono negli occhi. Non l’aveva ancora incontrata. Martina le si mise accanto e sorrise.
<< Cos’è, ti piace farti lusingare? >>.
La più piccola non risposte baciandola. Aveva bisogno di sapere che era tutto vero, che ieri non aveva sognato, che lei era davvero disposta ad amarla. Nel sentirla contraccambiare, ogni dubbio fu fugato. Aumentò la presa sulla sua mano mentre quella libera andò a posarsi sulla spalla dell’altra per tenerla vicina a sé.
<< E’…è bello… >> mormorò Eleonora quando si staccarono arrossendo.
Martina le scostò una ciocca di capelli dal viso.
<< Sei bellissima quando arrossisci >> le rispose per poi ridere vedendo il suo viso diventare paonazzo.
<< Smettila bimba! >>.
<< Non devi più chiamarmi bimba! Non lo sono, ora sono la tua ragazza >>.
Negli occhi di Eleonora passò un lampo di panico a quelle parole.
<< Ho…ho detto qualcosa di sbagliato? >> si affrettò ad aggiungere Martina temendo di vederla correre via più veloce della luce.
<< No, è solo…un po’ strano, ecco >>.
Distolse lo sguardo da lei per osservare il paesaggio nuvoloso ma l’altra le prese il viso con entrambe le mani.
<< Ehi >> le disse dolcemente tentando di supportarla prima di posarle un tenero bacio sulla punta del naso << Va tutto bene, Ele. Lo so che ora ti senti stranita, diversa anche, ma non c’è niente per cui sentirsi in questo modo. Io sono innamorata di te e non ti lascerò sola qualunque cosa accada. Affronteremo tutto insieme, te lo prometto. Un passo per volta, faremo le cose gradualmente >>.
Eleonora annuì completamente rapita da quegli occhi e dal movimento ipnotico delle sue labbra. La baciò senza risponderle come a suggellare quello che le aveva appena detto.
<< E ora dimmi >> continuò la ragazza dai capelli rossi << Che scusa hai inventato per stare qui con me adesso? Io ho supplenza ma tu… >>.
<< Oh, ho detto che sarei andata allo sportello di ascolto >> ribatté l’altra stringendosi nelle spalle con fare non curante.
<< Hai detto che andavi dallo psicologo? >>.
<< A chi vuoi che importi? >>.
<< Ma lo psicologo è una cosa seria, non dovresti raccontare queste palle! >>.
<< Guarda che io ho davvero un problema serissimo! >> esclamò Eleonora con una nota ironica << Con la mia professoressa di storia e filosofia! >>.
Martina inarcò il sopracciglio destro.
<< Non ti fa piacere ch’io sia qui con te? >>.
A quella domanda, l’altra la abbracciò facendole perdere l’equilibrio e le cadde addosso. In quella posizione, la sua eccitazione aumentò. Le avrebbe tolto volentieri quello che indossava per farla sua ma sapeva che per Eleonora era tutto nuovo e doveva quindi andarci piano. Fece un respiro profondo per calmarsi mentre l’altra le accarezzava una guancia.
<< Che facciamo stasera? >> continuò la più grande passando un dito sulle sue labbra.
<< Stasera? >> ripeté Martina confusa.
<< Beh, è sabato… >> rispose la più grande incerta di fronte al suo turbamento << Non so…pensavo ti andasse di fare qualcosa insieme ma se preferisci uscire con i tuoi amici… >>.
L’altra rimase in silenzio per un lungo minuto. Le stava chiedendo davvero di uscire insieme? Aveva capito bene? Quello era davvero il giorno più bello della sua vita.
<< Certo che voglio! >> rispose infine raggiante dandole ripetuti baci sulla guancia.
<< Okay, adesso smettila! >> scherzò Eleonora mettendosi in piedi e aiutandola subito dopo a fare lo stesso. Guardò il suo orologio da polso << Dobbiamo andare >> affermò con una leggera nota di tristezza.
<< Ci sentiamo nel pomeriggio? >> domandò l’altra facendo il percorso al contrario.
<< Certo, bimba. Così ci organizziamo. Io vado a tennis alle quindici per un paio d’ore >>.
Le prese la mano facendola scivolare fino a tenere solo il mignolo nel suo. Si sorrisero prima che Martina iniziasse a scendere. Una volta che entrambe furono sulla scala antincendio, suonò la campanella dell’intervallo. La più piccola allora le diede un veloce bacio a fior di labbra prima di correre verso la palestra lasciando l’altra ragazza frastornata da quel gesto e con un sorriso ebete stampato sul viso.
 
Quasi urtò Lavinia che stava uscendo dall’aula nell’aprire la porta.
<< Ehi! >> le disse l’amica << Tutto okay? >> le domandò riferendosi all’ipotetico colloquio che aveva avuto con la psicologa.
<< Sì, tutto okay >> rimase sul vago Eleonora << Che mi sono persa? >>.
<< Per domani si deve portare tutto il canto quindicesimo, quello su Cacciaguida >>.
L’altra si limitò ad annuire e, nell’alzare gli occhi, incontrò quelli di Davide.
<< Divertita al tuo bel colloquio? >> le chiese in modo brusco alludendo al fatto che l’avesse lasciato solo.
Eleonora si irrigidì leggermente sperando di non tradirsi.
<< Sì >> rispose semplicemente.
<< Stasera che facciamo? >> cambiò argomento Lavinia notando immediatamente l’aria farsi pesante << Pub? Andiamo a mangiare una bella schifezza? >>.
<< Perché no >> rispose prontamente il ragazzo << Però dopo le nove, fino alle sette ho gli allenamenti di calcio in vista della partita di domani >>.
<< Certo, nessun problema. Vado a dirlo anche a Paolo >>.
<< Io non ci sono stasera >> fece asciutta Eleonora mentre l’amica si allontanava.
<< Cosa? Perché? Dove devi andare? >> sputò subito Davide.
<< Io… >> iniziò la ragazza dai capelli biondi sentendo il cuore battere all’impazzata nel petto.
Ingoiò un groppo di saliva ed evitò di guardarlo negli occhi.
Devo uscire con la mia ragazza stasera, avanti dillo Eleonora, pensò la sua testa, Devo uscire con Martina. Lei ed io stiamo insieme. Usciamo stasera.
<< Mia nonna ha organizzato una cena, andiamo da lei >> disse infine sentendosi un verme.
Sei davvero una cretina, Eleonora! Complimenti davvero.
<< Ah >> fece l’amico alzando il sopracciglio sinistro << Okay, ci vediamo quando finisci? >>.
<< Non so che ora si fa ma ti faccio sapere >>.
Fece per raggiungere Lavinia ma la mano dell’altro la bloccò. Si voltò per guardarlo con aria interrogativa aspettando che Davide dicesse qualcosa e, invece, si limitò a fissarla per qualche secondo prima di lasciarla andare. Eleonora rimase interdetta dal suo comportamento preferendo, però, non curarsene più di tanto. Scosse il capo mentre camminava ed esibì un sorriso ai suoi amici che la stavano chiamando.
 
<< Quindi è ufficiale? >> chiese Simona.
Martina si affrettò a scuotere il capo e a metterle una mano sulla bocca per non farla urlare.
<< Andiamo per gradi. Non voglio metterle addosso dell’ansia inutile. È già abbastanza complicato per lei >>.
<< Ma state insieme o no? >>.
<< Sì >> rispose l’amica non potendo evitare che le si illuminassero gli occhi << Lei…lei è così bella quando mi bacia e… >>.
<< Lasciamelo dire >> la interruppe l’altra << Finalmente! Oh, cazzo! Ce ne ha messo di tempo la tua amica! Finalmente, era ora che smettesse di fare la finta scema! >>.
<< Lei non è scema! >> esclamò fintamente offesa Martina.
<< Ripeto: finalmente! Ora puoi tornare anche ai dettagli. Allora, uscite insieme stasera? >>.
La ragazza dai capelli rossi annuì mentre suonava la campanella e pensò che durante la sua relazione con Greta non aveva potuto condividere niente con nessuna amica. Questo era stato un lato alquanto sgradevole ma non sarebbe potuto essere diverso. Quando aveva accettato le attenzioni della giovane professoressa di matematica, sapeva che doveva rimanere tutto il più nascosto possibile. Era bello, però, confidarsi con qualcuno. Sorrise guardando l’amica che le stava parlando a raffica.
<< E infine se ti porta a casa sua e non c’è nessuno… >>.
<< Smettila, Simo! Non faremo sesso stasera >> disse provando a nascondere il profondo desiderio che invece provava.
<< Ti sto solo dando dei consigli! >> rise Simona sedendosi << Ah, dimenticavo >>.
<< Che altro c’è? >>.
<< Divertiti soprattutto >>.
 
Richiuse per l’ennesima volta l’anta del suo armadio e sospirò sedendosi sul letto. Ancora non aveva deciso che indossare e mancava meno di un’ora prima che Eleonora venisse a prenderla. L’aveva sentita quando aveva finito di giocare a tennis e poi tramite qualche breve sms. La ragazza dai lunghi capelli biondi non era una persona sdolcinata che si dilungava in inutili smancerie soprattutto nei messaggi. Era coincisa, non si perdeva in giri di parole vani. Sbuffò sonoramente.
<< C’è qualche problema? >> chiese sua madre passando di fronte alla sua camera.
Erano sole in quel momento, Stefano aveva accompagnato Alice al compleanno di una sua compagna di classe.
<< Non so che mettermi, mamma! Non ho niente! >> esclamò Martina indicando l’armadio.
<< Oh, andiamo >> fece Sofia avvicinandosi con un mezzo sorriso divertito. Riconosceva perfettamente i sintomi del primo appuntamento << Che ne pensi del vestito rosso? >>.
La figlia la guardò semplicemente senza dire niente.
<< Quello bianco e grigio? >>.
<< Oh, mamma! Non ho niente! Lei sarà perfetta come al solito ed io passerò per uno sgorbio >>.
<< Allora avete fatto pace? >> domandò prendendo l’argomento alla larga.
Era strano per lei vedere l’ansia dipinta sul volto di Martina per apparire bella agli occhi di una ragazza. Si ripeté che era la stessa cosa e si concentrò sulla figlia.
<< Sì >> rispose l’altra arrossendo << Lei…lei si è dimostrata disposta a chiedere scusa… >>.
<< Quindi voi due stasera uscite…da sole? E state… >>.
La ragazza guardò la donna sempre più rossa. Cosa doveva dirle? Sì, mamma. Siamo fidanzate da ieri. Finalmente Eleonora si è decisa a lasciarsi alle spalle i dubbi e le incertezze che ha dimostrato fino ad ora? Non sapeva se fosse la cosa giusta; non sapeva se era pronta ad accettare una possibile relazione seria con l’altra ragazza. Con Greta non era andata bene ma c’era anche da aggiungere che sarebbe stata una situazione poco gradita, anche se fosse stato una persona di sesso maschile.
<< Puoi dirmelo Martina. Credo di essere pronta e poi te l’ho già detto che voglio solo la tua felicità >>.
La figlia fece un respiro profondo.
<< Sì >> rispose osservando attentamente la sua reazione << E stasera usciamo solo noi due >>.
<< Allora è il vostro primo appuntamento? >>.
<< In un certo senso sì >>.
Sofia le accarezzò una guancia.
<< Anche io ero agitatissima al primo appuntamento con tuo padre! >> le confidò provando a farla rilassare << Ricordo che ruppi tre bicchieri a casa di nonna mentre cercavo di bere! >>.
Risero entrambe.
<< Qualunque cosa indosserai, Marty >> continuò poi << Non potrai mai apparire uno sgorbio. Se è innamorata di te, ti vedrà sempre bellissima. Anche con un sacco addosso >>.
 
Era arrivata in perfetto orario. Spense il motore e attese sotto casa di Martina iniziando a mordicchiarsi l’indice della mano destra. Era tesa come una corda di violino, aveva perso più di mezz’ora a scegliere cosa indossare per incontrarla, tanto che perfino sua sorella Claudia si era lamentata affinché le lasciasse libero il bagno. Non si era mai comportata in quel modo, era strano anche per lei. Quello era il loro primo appuntamento da quando aveva accettato i suoi sentimenti per Martina e voleva apparire alla perfezione.
Forse avrei dovuto portarle un fiore, pensò vedendo la luce del portone accendersi, Tra ragazze si regalano rose?
Arrossì nel veder avanzare Martina e le apparve meravigliosa col suo giubbotto nero stretto in vita che faceva intravedere la gonna di raso e gli stivali dal tacco sottile. Sentì un improvviso calore partire dalla parte bassa del ventre e propagandarsi per tutto il corpo. Cos’era? Non l’aveva mai sentita prima. Si sorrisero quando i loro sguardi s’incontrarono.
<< Buonasera >> salutò Eleonora << Sei bellissima >>.
La ragazza dai capelli rossi le diede un bacio a fior di labbra.
<< Anche tu, amore >>.
Nel sentirsi chiamare in quel modo, la più grande arrossì notevolmente e iniziò a tossicchiare mentre l’altra rideva sottovoce divertita.
<< Dove andiamo? >> le domandò per trarla d’impaccio.
<< Pensavo che avremmo potuto comprare qualcosa e mangiarlo a casa mia. Ricordi il mio appartamento vuoto? Ti ci ho portato una volta. E poi, non so, magari un film >>.
<< Oh, certo >> rispose Martina cercando di mascherare la sua delusione iniziale << Va bene >>.
Avrebbe dovuto immaginarlo che era troppo presto per Eleonora uscire con lei come una coppia e comportarsi normalmente di fronte a tutte le persone che avrebbe incontrato. Non era ancora pronta ad uscire allo scoperto. Fece un respiro profondo prendendo il casco che le aveva porto e salendo dietro di lei. Il tragitto fu più lungo di quanto ricordasse e dovette stringersi spesso più del dovuto al corpo dell’altra ragazza per il freddo pungente ma, appena furono dentro, il suo primo pensiero fu di accendere il riscaldamento. Martina sorrise a quel gesto mentre si toglieva il giubbotto e la sciarpa. Ricordava l’appartamento, un pomeriggio erano state interrotte da Claudia mentre studiavano. Sperò che non accadesse nuovamente. La casa era piccola per cui non avrebbe impiegato molto a scaldarsi. Eleonora si tolse lo stretto cappotto che indossava e si avvicinò alla più piccola per cercare un contatto. Le sfiorò una mano incerta su quale fosse la prima mossa da fare in una simile situazione e lasciò all’altra la libertà di prendere l’iniziativa. La ragazza dai capelli rossi intrecciò le sue dita a quelle della sua attuale fidanzata e strinse leggermente attirandola verso di sé per poterla baciare. Le piaceva poter finalmente fare ciò che desiderava senza preoccuparsi della reazione dell’altra o di estranei. La più grande non si oppose e schiuse appena le labbra per poter sentire la sua lingua venire a contatto con la propria. Con il braccio libero allora, le circondò la vita accostarla maggiormente a sé e fu come se i loro corpi fossero nati per combaciare. L’una poteva sentire il battito del cuore dell’altra, era bellissimo. Quando si staccarono, Eleonora aveva le gote rosse e Martina non seppe se era per l’eccitazione che le stava montando dentro o per l’imbarazzo che provava ogni volta. Certo era che era bellissima. Si permise di contemplarla un istante prima di parlare. Indossava un vestito di lana verde a mezze maniche, un lupetto nero e un paio di leggins dello stesso colore infilati in uno stivale dal tacco vertiginoso. Inghiottì un groppo di saliva e le accarezzò una guancia.
<< Tutto questo è bellissimo, grazie >>.
Eleonora la guardò con aria leggermente interrogativa.
<< Ma io non ho fatto nulla >> le rispose in un soffio sfiorandole il naso col suo.
Martina sorrise di fronte alla sua confusione.
<< Allora continua a non fare nulla per favore >>.
  
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