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Autore: Roxiy    23/07/2013    5 recensioni
I due si conoscono benissimo,ma sono estranei. Migliori amici un tempo,compagni di classe adesso. 
Dal prologo:
Proprio non posso non pensarci a quello che sarebbe stato se non avessi iniziato ad odiarmi perché il mio ‘ti voglio bene’ si era trasformato in un ‘ti amo’. Non è mica colpa mia se tu sei così maledettamente perfetto. E se il mio cuore non può nemmeno lontanamente pensare di esistere senza il tuo nome marchiato sopra. Ricordi indelebili,incisi a sangue nella mia mente. Notti passate insonnie solo per non essere costretta a sognarti. Sono forse ossessionata,ma quella che tu chiami ossessione io lo chiamo amore.
***
Siamo nella stessa classe – punizione divina per averti amato troppo – e la tua immagine l’ho davanti ogni giorno. Quanto stai bene tu,tanto sto male io. Vedi? Ci completiamo,ma non combaciamo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 8



Un urlo squarcia la sala facendo prevalere il silenzio. Mi volto per constatare l’accaduto. Una ragazza dai capelli corti è distesa sul pavimento,immobile. Un brivido mi percorre la schiena quando la sirena della polizia interrompe bruscamente la calma e manda tutti nel panico.

‘Andiamo!’ mi urla Marco prendendomi per mano.

‘Quella ragazza ha bisogno d’aiuto.’ li faccio notare mollando la presa.

‘Smettila di essere così testarda,tutto questo non ti renderà più figa!’ lo spingo costringendolo a stare lontano da me.

‘Credi che lo faccia per essere più figa? Ma che ti sei fumato il cervello?’

‘Vuoi farti arrestare?’ mi urla mentre Thomas correva via con due ragazze.

‘Non ho bisogno di te per sopravvivere!’

‘Stiamo ancora parlando della polizia?’ mi chiede leggermente infastidito.

‘Non lo so.’

In quel preciso istante un ammasso di uomini indivisa invase la stanza generando il fuggi fuggi generale.
Guardo Marco di traverso e poi cerco in giro una via di fuga. Sento che mi manca la terra sotto i piedi e solo dopo mi accorgo che ero sulle spalle di Marco. Ma che mi aveva scambiata per un sacco di patate?

‘Lasciami!’ urlo dimenando le gambe con la speranza di colpirlo.


'Sta zitta! Non voglio sorbirmi le lamentele di mia madre che mi accusa di averti fatta arrestare!’

Quindi era solo per quello? Ma certo,e io che solo per un attimo ci avevo sperato che lo facesse più per interesse suo che per altro. Mi arresi alla sua presa e cercai di trattenere le lacrime,segno dell’ennesima delusione.

Una volta usciti da lì mi fece scendere. Dopo averli lanciato un’0cchiataccia mi affrettai a superarlo sul marciapiede lasciandolo alle mie spalle.

‘Hai intenzione di non parlarmi fino alla fine dei tempi?’ domando con una sfumatura sarcastica nella voce.

‘Magari anche oltre.’ Commentai ricambiando la frecciatina.

‘Non fare i capricci!’

Mi volto scoppiando a ridere. ‘Senti chi parla. Tu li hai fatti per tre anni! Quindi adesso ho tutto il diritto di farli io i miei capricci. Posso mettermi a piangere,bere,fumare,urlare. Anche rotolarmi nel fango se voglio!
Perché sono libera di fare quello che voglio e non ho bisogno della baby-sitter! Visto che questa baby-sitter potrebbe andarsene da un momento all’altro perché le voglio troppo bene!’

‘Io non ho fatto nulla per ferirti. Sei tu che mi stai attaccando!’

‘Quindi adesso sarebbe colpa mia?’

‘Non mi sono innamorato io di te!’

Quelle parole mi trafissero come mille pugnali il petto. ‘Buon per te.’ Mormoro asciugando una lacrima con il palmo della mano. La pioggia incomincia a scendere a dirotto. Almeno le mie lacrime si sarebbero confuse con le gocce di pioggia,e non avrei pianto da sola.

Ricomincio a camminare giurandomi che non mi sarei mai voltata,mai più. Non avrei più guardato al passato,faceva sempre troppo male.

‘Ali ,sai che non volevo dire quello.’

Avvolgo le mani intorno al busto cercando di infondermi un po’ di calore,un po’ d’affetto. Un po’ di tutto quello che mi era mancato tutto quel tempo.

Apro la porta di casa salendo le scale due gradini per volta,cercando di evitare di incontrare i suoi occhi. Lui.

Prendo le mie cose ed esco dalla stanza trascinando la valigia dietro di me,non sarei rimasta li a farmi insultare. Non ero abbastanza forte per quello.
‘Dove stai andando?’ chiede Marco vedendomi arrancare sui gradini.

‘Via. Da te. Dal mio passato. Da adesso in poi considerati morto per me. E io per te.’
‘Non fare cazzate Alison!’

Scendo le scale senza ascoltarlo,perché non poteva semplicemente lasciarmi andare? Sua madre si sarebbe lamentata anche per quello?

Apro la porta spingendo fuori la valigia mentre lo sento saltare giù dalle scale.

‘Io non volevo ferirti.’

Raggiungo il vialetto pregandomi di resistere e non voltarmi.

'Mi dispiace, Io ero spaventato. Sapevo che se ti avessi detto che provavo lo stesso sarebbe stato diverso,ti avrei fatto male. E non volev0.’

‘E non credi di avermene fatto andando via senza dirmi niente? Sbattendomi per anni in faccia la tua vita perfetta. Il tuo essere felice anche senza di me. Perché tu ci riuscivi e io no,e faceva più male così.’

Li permisi di avvicinarsi mentre la pioggia continuava a scendere.

‘Non sono bravo con i sentimenti. Ma se potessi rimediare – in qualunque modo – lo farei.’

Lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime,come si guarda la propria vita scivolare via. Sapevo cosa stava per accadere,se fosse successo non avrei mai avuto la forza di tornare indietro. Ma non avevo neanche la forza di impedirlo.

Oramai non riesco a controllare nessuna parte di me stessa… è come se la mia mente e il mio corpo si fossero bruscamente staccate una dall’altra.

Lentamente le sue labbra sfiorano le mie, mi sento come non ero mai stata prima, penso e mi chiedo se lo voglio veramente, sono assalita dai dubbi, ma poi sento il suo cuore battere velocemente, era un suono magico, un suono dolce,un suono cullato dal vento autunnale.

Ora sentivo anche il mio cuore a mille, li sentivo battere insieme mentre lo nostre labbra giocavano armoniosamente l’una con l’altra.

La mia testa si ripeteva in continuazione “è giusto?” ma ne il mio cuore ne quel bacio dettero una risposta.
 

  
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